Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Vita da Cani, Milord!
Vita da Cani, Milord!
Vita da Cani, Milord!
E-book183 pagine2 ore

Vita da Cani, Milord!

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

"Dedicato a tutti i cani del mondo, ed in particolare al tuo (ed al mio)".
Così l'autore, contestando l'espressione "vita da cani" (e chi sta meglio di loro?) e asserendo di credere nella trasmigrazione delle anime, introduce questa raccolta di suoi racconti, di vario genere ma tutti caratterizzati dall'avere un cane tra i suoi personaggi. 
L'elenco dei racconti inclusi nella raccolta, qui in ordine alfabetico è il seguente:
DOGMAN
IL BUNKER
IL PICCOLO SUPEREROE
L'ANTIFURTO
LA COLLEZIONISTA
LA PIOGGIA
LA SCIAMANA
LA SCOMMESSA
LE CARTOLINE DI CLARA
LE DUE MARIE
MILLE ED ALTRI CENTO
QUANDO FUFFY SI E' SMARRITO
QUEGLI STRANI OCCHIALI
SESSANTA!
SOGNO DI NATALE
STORIA D’ALTRI TEMPI
UNA DONNA FORTUNATA
Si avverte che, dato il carattere tematico della raccolta, alcuni dei racconti potrebbero essere inclusi in altre raccolte dello stesso autore.
LinguaItaliano
Data di uscita30 apr 2022
ISBN9791221327762
Vita da Cani, Milord!

Leggi altro di Marco Fogliani

Autori correlati

Correlato a Vita da Cani, Milord!

Ebook correlati

Racconti per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su Vita da Cani, Milord!

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Vita da Cani, Milord! - Marco Fogliani

    MARCO FOGLIANI

    Vita da Cani, Milord!

    ISBN ebook: 9791221327762

    Foto di copertina di Angela Fogliani

    Aggiornamento al: 08/07/2022

    Indice dei contenuti

    Introduzione

    DOG MAN

    MILLE ED ALTRI CENTO

    UNA DONNA FORTUNATA

    LE DUE MARIE

    LA SCOMMESSA

    QUANDO FUFFY SI E' SMARRITA

    LE CARTOLINE DI CLARA

    SOGNO DI NATALE

    SESSANTA!

    LA SCIAMANA

    IL BUNKER (L'amore ai tempi della pandemia)

    STORIA D'ALTRI TEMPI

    LA COLLEZIONISTA

    IL PICCOLO SUPEREROE

    QUEGLI STRANI OCCHIALI

    L'ANTIFURTO

    LA PIOGGIA

    Introduzione

    Dedicato a tutti i cani del mondo, ed in particolare al tuo (ed al mio).

    Un giorno, quasi contro la mia volontà, una cagnolina è venuta a stabilirsi in modo permanente e definitivo nella mia piccola abitazione, e a farla da padrona. Ho accettato Milady (la chiamerò in questo modo, molto adatto a lei e ai suoi modi di fare) prima solo per adeguarmi alla volontà familiare, perché sono per la democrazia; e poi sempre più perché, convertitomi alla teoria della trasmigrazione delle anime, in questa creatura ho percepito - che mi crediate o no - la reincarnazione dell'anima di una defunta che in passato mi è stata molto cara.

    Però per favore, vista l'esistenza che conduce questo mio ospite a casa mia, non venitemi a parlare di vita da cani, freddo cane o altre espressioni del genere. Perché … chi sta meglio di lui?

    Col tempo, entrato sempre più in amicizia con questa strana creatura, non solo ho cominciato ad apprezzare le qualità ed i comportamenti che hanno spinto a definire il cane il miglior amico dell'uomo, ma ho anche riflettuto sul ruolo e l'importanza di questo animale nella vita umana, anche di chi non ne possiede uno.

    Così mi sono divertito a riunire in questa raccolta tutti i miei racconti, quasi tutti precedenti all'arrivo di Milord, in cui, con un ruolo non eccessivamente trascurabile, compare un cane. Sperando in un prossimo futuro di arricchirlo anche di alcune vignette a cui sto lavorando da un po'.

    Buona lettura.

    DOG MAN

    Tranquilla e rilassata, senza alcun pensiero che mi sfiorasse, quel pomeriggio ero a Villa Carrettieri a portare a spasso il mio cagnolino.

    Il suo maltese è davvero molto bello. Sicuramente è un cane col pedigree, non è vero?.

    Sì, infatti, risposi a quel signore mai visto prima.

    Quando ero con Cesarino capitava spesso che qualcuno si avvicinasse e mi dicesse qualcosa sul mio cane, o cercasse di accarezzarlo: perché era davvero delizioso. Ma che Cesarino concedesse da subito così tanta confidenza ad uno sconosciuto era un fatto decisamente insolito.

    Guardai con un po’ più di attenzione quel signore che dopo pochi istanti già giocava col mio cagnolino come se si conoscessero da sempre. Notai che era decisamente un bell’uomo, almeno per i miei gusti. Abbronzato e ben rasato, alto e prestante, allegro e giocherellone (se non altro col mio cane), educato e a quanto sembrava con una certa cultura. L’avrei detto un tipo atletico e sportivo, a giudicare dall’abbigliamento e dal fatto che indossava scarpe da ginnastica. Mi accorsi solo di sfuggita che aveva la mano sinistra mezza fasciata, il che comunque non sembrava dargli nessun impedimento ai suoi movimenti.

    Pochi istanti dopo, quasi senza accorgermene, eravamo seduti tutti e due sulla stessa panchina; anzi, tutti e tre, perché Cesarino era in mezzo a noi e continuava a giocare con lui, sempre comunque rassicurato dalla mia presenza. Sembrava quasi che fossimo una famigliola.

    Lei ci sa fare davvero con i cani, sembra uno che li conosce molto bene. Ne ha forse uno anche lei?, gli chiesi.

    Lui sembrò divertito a questa domanda.

    In un certo senso. Sì e no. Più di uno, ma non sono proprio miei. Io coi cani ci lavoro … e diciamo pure che ci vivo.

    Cioè?, gli chiesi. Immaginai che fosse un veterinario.

    Sono nell’unità cinofila dell’esercito. Di quelli che intervengono coi cani sotto le macerie nei casi di alluvioni, terremoti o altre calamità, o nei luoghi di guerra a cercare superstiti, o mine a seconda dei casi. Non so se li ha mai visti in azione in televisione. Nei tempi più tranquilli invece cerchiamo droga o altre sostanze proibite. Ma di periodi tranquilli ne abbiamo pochi, perché andiamo spesso in missione all’estero, in genere sotto la bandiera e per conto dell’Onu: perché i nostri cani sono tra i migliori al mondo – e anche noi che li addestriamo siamo molto bravi, modestia a parte. Adesso per esempio siamo appena tornati da una missione in Baghiristan, una zona decisamente irrequieta in questi ultimi tempi.

    Io cercai di nascondere la mia ignoranza in geografia e sui fatti di politica internazionale. Gli chiesi invece, indicandogli la fasciatura alla mano:

    E quella? È una ferita di guerra?

    In un certo senso … ma non proprio. Forse è più corretto considerarla come un incidente sul lavoro. I cani prima di essere addestrati alle volte sono un po’ troppo vivaci e litigiosi; anche se in realtà questo è il morso che mi ha lasciato per ricordo un randagio africano con cui ho cercato inutilmente di fare amicizia. Ma non è niente di preoccupante. Sono vaccinato contro la rabbia, e non solo: si può dire che sia vaccinato e protetto contro quasi ogni malattia conosciuta in quasi ogni zona del mondo.

    Insomma, senza che me ne rendessi conto stavo chiacchierando con una specie di Angelo piovuto dal cielo proprio accanto a me: uno che di mestiere salvava la gente; amava i cani ed in particolare il mio; era rassicurante, forte e persino bello. Insomma, direi quasi il mio uomo ideale. Cosa gli mancava? Cos’altro avrei potuto desiderare di più dalla vita? Inoltre il pomeriggio era mite ed era il mio giorno di riposo settimanale. Ragionai tra me che quella giornata si stava concludendo in maniera davvero inaspettatamente positiva.

    Sa, continuò quell’uomo, non vorrei essere troppo sfacciato o invadente, ma mi chiedevo, nel caso non avesse altri impegni … Vede, mi hanno dato un paio di giorni di licenza dopo la missione, prima di prendere servizio all’aeroporto di questa città che per me è completamente nuova, e dove sarebbe bene che mi cominciassi ad ambientare. Mi chiedevo se lei sarebbe tanto gentile da indicarmi, anzi da consigliarmi, una trattoria alla buona nei paraggi dove si mangi bene e a poco prezzo…

    Lavoravo come cuoca in un ristorantino non molto distante, il Mattarello d’oro, e mi proposi senz’altro di consigliargli quello. Quell’uomo avrebbe potuto diventare un nostro cliente abituale: glielo avrei indicato subito volentieri, pensai.

    … e mi farebbe un grande piacere, proseguì, se stasera accettasse anche di tenermi compagnia per la cena, sempre naturalmente che lei non abbia altri impegni e che la cosa non la disturbi. Offrirei io, si intende.

    Insomma, la mia giornata fortunata sembrava concludersi con un’altra piacevole sorpresa: adesso anche una bella cenetta, in compagnia del mio Angelo caduto dal cielo e offerta da lui!

    Accetto molto volentieri, gli risposi, ma a due condizioni: che ci diamo del tu; e che ti impegni a ricambiare la cortesia. Dovrai almeno una volta lasciarti offrire il pranzo o la cena da me, dove dico io; o, se preferisci, anche a casa mia.

    Volentieri, ci sto, mi rispose soddisfatto.

    Rimanemmo ancora un poco sulla panchina. Poi lo accompagnai a vedere dove si trovava Il mattarello d’oro raccomandandoglielo, ma senza specificare che ci lavoravo io. Volevo tenergli nascosta la cosa almeno fino al giorno dopo, quando speravo di gustarmi la sua espressione di sorpresa nel momento in cui lo avrebbe scoperto.

    Oggi è chiuso per riposo settimanale, gli spiegai, quindi dovremo accontentarci di mangiare altrove. Ma prima abbiamo tempo per goderci un bel giretto turistico di questa bella città. Per fortuna è il mio giorno libero e posso farti da guida, per quanto ne sarò capace.

    Sempre a piedi e con Cesarino accompagnai Mario – così si chiamava quell’uomo, anche se io continuai e continuerò sempre a chiamarlo Angelo per come era entrato inatteso nella mia vita - sulla vicina collina, da dove si godeva il miglior panorama sulla città e sui suoi monumenti. Alla fine Cesarino era talmente stanco che dovetti prenderlo in braccio; ma poi Angelo si offri di portarlo per me, ed io acconsentii volentieri perché ero anch’io stanchissima.

    Giunti sulla terrazza ci sedemmo su una panchina a goderci il panorama, in attesa di quello che di lì a poco sapevo sarebbe stato lo spettacolo più bello: il tramonto.

    Ma tu come ti sei sistemato qui in città?, gli chiesi. Voglio dire, dove dormi?

    Alloggio in caserma. Me ne disse il nome. Io la conoscevo, perché era poco distante da casa mia. Per questo dovrò rientrare prima delle dieci. Peggio di Cenerentola!, aggiunse.

    Terminato il tramonto ci eravamo sufficientemente riposati per poter tornare; ma indugiammo ancora perché dalla parte opposta, ad oriente, il cielo fattosi già di un intenso azzurro pastello prometteva di preparare un altro bellissimo spettacolo insieme alla luna piena bianchissima e sempre più luminosa.

    Uuh, che bella luuna!, fece Angelo. E pronunciò quelle U allungandole e riempiendone il suono, facendole chiaramente diventare delle specie di ululati. La cosa evidentemente gli piacque perché la ripeté di nuovo più volte: tanto che, per la prima volta da quando l’avevo conosciuto, finì per irritare Cesarino, che cominciò ad abbaiargli contro con rabbia ed insistenza.

    Calma, calma. Se ti da fastidio non lo faccio più, gli disse Angelo, che però ci mise un po’ per tranquillizzarlo.

    Per la cena scendemmo col dovuto anticipo. Lo portai un po’ a malincuore dalla concorrenza, un ristorantino sempre vicino alla Villa dove comunque non mi conoscevano e non avevo mai mangiato. Ci sistemammo all’aperto, per goderci la bella serata, ed ordinammo un piatto di pasta che ci fu portato quasi subito, e che ad essere sinceri non era affatto male. Cesarino era irrequieto e voleva mangiare anche lui, ma quel giorno avrebbe dovuto pazientare un po’, anche se qualcosina al ristorante finì per rimediarlo pure lui.

    Quando mangio fuori faccio sempre questa specie di giochino, confidai al mio Angelo, cerco di indovinare tutti gli ingredienti, e magari le modalità ed i tempi di cottura. L’ho sempre fatto sin da bambina, con mia madre e mia sorella. Qui per esempio direi: ragù, prezzemolo e funghi trifolati. Ma anche … qualche cosa che mi sfugge.

    Angelo si portò la forchetta fin quasi al naso ed annusò due o tre volte intensamente, facendo strane smorfie.

    Ci sento più cipolla e pancetta che nel solito ragù, e direi anche dell’uovo, forse.

    Al riguardo chiedemmo informazioni alla cameriera, che andò a informarsi in cucina; e … accidenti che fiuto, aveva davvero indovinato!

    Lui si prese anche una bella bistecca al sangue, che a quanto capii era uno dei suoi piatti preferiti. Per il dolce, però, ci tenevo che assaggiasse dei biscottini speciali fatti in casa da me e che mi riuscivano particolarmente bene. Anche per questo gli chiesi se, terminata la cena, avesse voglia di accompagnarmi a casa.

    Volentieri!, mi disse. Peccato, pensai, che dovesse rientrare presto in caserma.

    Così, una volta a casa mia e dopo aver dato da mangiare a Cesarino, offrii ad Angelo un po’ dei miei biscottini. Anche stavolta, ripetendo il mio ed ormai potrei dire il nostro stupido giochino, prima di mangiarne uno lo fiutò a lungo intensamente, e dopo avergli dato il primo morso emise il suo verdetto; e anche stavolta indovinò esattamente tutti gli ingredienti, anche se decisamente sui modi e tempi di cottura non era altrettanto preparato.

    Mi dispiaceva che dovesse andarsene presto: era da tanto, e non solo per via del mio lavoro, che un uomo non trascorreva la serata a casa mia; e soprattutto era da tanto che non mi sentivo così bene in compagnia di qualcuno.

    Quando mi disse che per lui era il momento di andarsene lo accompagnai alla porta; ma invece di aprirgliela la chiusi col catenaccio.

    Ti lascio andare solo se mi prometti che tornerai a trovarmi, gli dissi.

    Ma naturalmente, mi rispose, anche se mi avrebbe comunque risposto in questo modo, pensai, se pure non avesse avuto intenzione di farlo.

    … e, aggiunsi, se prima di andartene mi saluti come si deve, dandomi il bacino della buona notte.

    Chiusi gli occhi ed avvicinai un poco il mio viso al suo, aspettandomi e pregustando da lui quel bacio che avrebbe concluso in bellezza e nel modo migliore quella per me piacevolissima giornata. Ma, con una mia certa sorpresa, invece delle sue labbra trovai il contatto della sua lingua, che un po’ sbavando iniziò a leccarmi voluttuosamente sulla bocca e dintorni, fino anche sul naso, nello stesso modo un po’ impetuoso ad anche eccessivamente affettuoso in cui era solito farlo spesso anche il mio Cesarino.

    MILLE ED ALTRI CENTO

    Ero in vacanza quando il mio padrone di casa mi telefonò per avvertirmi che aveva affittato l’appartamentino al pian terreno sotto al mio, e che la nuova inquilina vi era già venuta ad abitarci.

    Ci tenevo ad avvisarla perché non si debba spaventare o preoccupare, quando si accorgerà che c’è dentro qualcuno. Ma del resto vedrà che non le darà nessun fastidio. Le garantisco che è una persona assolutamente tranquilla, la conosco personalmente … come del resto ho garantito alla signora che lei sarà un ottimo vicino. Conoscendola, sono sicuro che non si tirerà indietro se per caso la nuova arrivata avrà bisogno di una mano per qualunque motivo.

    Lo ringraziai sia per la fiducia accordatami, che per avermi avvisato. In effetti ero in ottimi rapporti col mio padrone di casa, che evidentemente aveva ormai imparato a conoscermi e ad apprezzarmi non solo per la puntualità nei pagamenti e per la cura con cui tenevo l’appartamento.

    Quando il sabato tornai a casa, pensai di passare a presentarmi alla nuova vicina. Era un caldo pomeriggio di fine luglio, le sette passate, il sole ancora lontano dal tramonto. Dopo aver poggiato su da me il mio bagaglio ridiscesi e suonai il campanello al pian terreno, il cui suono inconsueto non avevo ancora

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1