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L’oracolo dei tre soli (Elias Sparte): Ellias Sparte
L’oracolo dei tre soli (Elias Sparte): Ellias Sparte
L’oracolo dei tre soli (Elias Sparte): Ellias Sparte
E-book181 pagine2 ore

L’oracolo dei tre soli (Elias Sparte): Ellias Sparte

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Info su questo ebook

Partite anche voi per il mondo di Éphoria, pieno di magia e draghi!

Élias Sparte è colpito da un fulmine anche se il cielo è sereno. Per volere di Zeus, il dio del tuono, si ritrova a Éphoria, un mondo strano e sconosciuto. Appena arrivato, si deve confrontare con l’antipatico Antarès, il figlio del re, ma conosce anche Sandros, che diventerà suo amico. Élias passa di sorpresa in sorpresa, quando scopre  di essere uno dei tre eletti, proprio come Sandros che possiede un dono piuttosto particolare e Auxane, l’apprendista  sacerdotessa. Gli eletti di Zeus devono compiere l'oracolo dei tre soli e ridare la vista ai draghi ancestrali.

Una fantastica avventura vi aspetta. Fate la conoscenza di Élias Sparte, del suo migliore amico Sandros e della deliziosa Auxane. Sono i prescelti! Ma sono giovani e inesperti. Supereranno le avversità imposte dagli dei dell'Olimpo e neutralizzeranno i trucchi di Drakéon, il potente e misterioso re di Éphoria?

Il loro successo è fondamentale e permetterà a Yéléna di rinnovare per altri 3.000 anni il suo potere di grande  sacerdotessa.

I tre eletti otterranno dei poteri e saranno aiutati dal potenza e dalla saggezza dei draghi ancestrali.

Agnès Ruiz è l'autrice di numerosi bestseller per adulti e giovani venduti in più di 360.000 copie (Ma vie assassinée, Oublie la nuit, Et si c'était ma vie, La main étrangère, L'ombre d'une autre vie, Mon affreux maillot beige, Pom-pom girls...).  I suoi racconti sulle inchieste dell’investigatrice Rachel Toury hanno anch’essi un grande successo sia in Europa che oltre oceano. Diversi titoli sono stati tradotti in inglese, italiano, portoghese e spagnolo. (L'assassinat d'un prêtre, Un striptease de trop, Un cadavre sur la plage, L'assassin de la gare...)

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita2 feb 2019
ISBN9781547568277
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    Anteprima del libro

    L’oracolo dei tre soli (Elias Sparte) - Agnes Ruiz

    Dedica :

    Ai miei tre soli, Valentin, Laurayne et Kimberly.

    Prologo

    Éphoria è una terra lontana, ignorata, sconosciuta ... Un paese che viene dal profondo del tempo. Era presente ieri, lo è oggi e lo sarà ancora domani ... senza dubbio.

    È un luogo nascosto e che sa rimanere silenzioso ... Le nostre leggende di tutto il mondo abbondano delle sue storie. Alcune religioni si sono persino appropriate di certi rituali per integrarli nelle loro credenze. È sufficiente porre attenzione per riconoscerne la vera origine.

    Ma tutto questo si perde nella notte dei tempi

    Carta Ephoria

    1 – Le terre erbose

    Élias Sparte abitava da poco in un villaggio vicino ad Atene. Aveva festeggiato il suo dodicesimo compleanno due settimane prima del tragico incidente che aveva causato la morte dei suoi genitori e sconvolto la sua vita. Suo nonno, Kristos, lo aveva accolto nel suo mondo solitario e silenzioso. Quando il vecchio parlava, era per lo più per parlare male dei genitori di Élias, specialmente di sua madre! Non si creava nemmeno problemi a criticare Élias per i suoi capelli castani troppo lunghi!

    Ansioso di evitare il nonno, il ragazzo preferiva gironzolare nella pianura dove gli uliveti costeggiavano le vigne. La calma e la solitudine che vi trovava rasserenavano il suo umore. Spesso faceva una deviazione dopo la scuola per passarvi un po' di tempo prima di tornare a casa. Quel giorno si attardò più del solito. Dal suo zaino sottile, tirò fuori uno scudo di legno che si era costruito da solo, lucidato con pazienza e su cui aveva inciso, nel centro, le sue iniziali: E. S. Aveva decorato il bordo con dodici solchi circolari. A Élias piaceva sentire le curve lisce sotto le sue dita. Vi aveva messo tutto il suo cuore, tutto il suo tempo libero, ma il risultato ne valeva la pena! Questo scudo era l'unico ricordo tangibile della sua vita passata. Oggi l'aveva presentato agli studenti della sua classe durante una presentazione sull'era medievale.

    Rifiutando di lasciarsi travolgere dalle lacrime, Élias riversò questa ondata di emozioni fingendo di proteggersi con il suo scudo da un avversario invisibile. Il piacere del gioco non tardò ad arrivare; Élias Sparte era diventato un guerriero coraggioso e invincibile ...

    Il sole cominciava a scendere all'orizzonte nel cielo blu del tardo pomeriggio. Élias sapeva che non avrebbe dovuto attardarsi troppo o avrebbe perso il pasto serale. Aveva fame anche se non era per niente grosso. Alcuni non esitavano a definirlo un debole come, ad esempio, la banda di Andréis!

    Élias si affrettò, lo scudo ancorato al braccio con un cinturino di cuoio e un'impugnatura di metallo. Diede un calcio meccanicamente a un sasso e lo guardò sollevarsi, portandosi dietro una nuvola di polvere calcarea per poi ricadere pesantemente sul bordo della strada. Quasi nello stesso momento, sentì un rumore in un cespuglio. Delle voci, o meglio, dei bisbigli. Incuriosito, avanzò leggermente chino. Élias era consapevole che non avrebbe dovuto, che qualsiasi cosa ci fosse non lo riguardava ... Ma era più forte di lui!

    Mentre si avvicinava, dei passi alle sue spalle lo costrinsero a voltarsi. Ebbe appena il tempo di vedere Andréis prima che lo spingesse nel boschetto. Due complici ridevano a crepapelle. Mentre veniva sbeffeggiato, Élias cercò di liberarsi dalla sua posizione scomoda, usando il suo scudo come supporto.

    Si era a malapena accorto che l'azzurro si era oscurato all'improvviso. Un'enorme nuvola nera, seguita da vicino da un’insolita nube viola, inondò il cielo. Delle strane striature comparvero senza preavviso e attraversarono la volta celeste. Andréis e gli altri due ragazzi, a bocca spalancata, vennero spinti diversi metri indietro e caddero pesantemente sulla schiena. La punta della luce colpì violentemente Élias. Con la mano sempre sullo scudo di legno, fu sollevato sopra la boscaglia per pochi nanosecondi e poi scomparve sotto lo sguardo smarrito di Andréis e della sua banda ...

    * * *

    Yéléna, la grande sacerdotessa della città di Éphoria, stava camminando verso le Terre Erbose. I suoi piedi nudi, illuminati dalla timida luce del mattino, scivolavano sulla vegetazione generosa. Nella sua mano destra reggeva un lungo stelo d’oro intrecciato e sormontato da due bellissime sculture in legno: un'aquila appoggiata al serpente sacro. Sulla candida tunica di Yéléna spiccavano placche d'oro decorate con gli dei e le dee che serviva. Il sontuoso gioiello era agganciato alle sue spalle da due spille d'oro con l’effigie del serpente e dell'aquila. Un triplo bracciale d'oro a forma di serpente si attorcigliava intorno alla parte superiore del suo braccio destro. I suoi folti capelli argentei cadevano liberamente fino alla vita. A volte, alcune ciocche sembravano ribellarsi e sollevarsi nell'aria senza una ragione apparente.

    Nelle loro tuniche color ocra bordate da fili d'oro, quattro saggi con una lunga barba camminavano al suo seguito, anche loro a piedi nudi. Una ragazza esile e con un viso di un pallore quasi spettrale chiudeva la processione del mattino. In occasione di questa cerimonia, la testa di Auxane era coronata di violette, fiori creati dallo stesso Zeus. L'adolescente con i lunghi capelli bianchi e lisci aveva undici anni ed era allieva della grande sacerdotessa da un anno. Le sarebbe servito parecchio tempo per tentare di eguagliare gli straordinari poteri e le conoscenze di Yéléna. Un'immensa conoscenza che, a volte, quest'ultima le prodigava segretamente per non spaventare la popolazione, sempre timorosa verso una certa forma di magia ... Quando Auxane si preoccupava di non essere all'altezza, Yéléna le ricordava che era stata scelta dagli dei dell'Olimpo.

    Auxane si ricordava il suo primo incontro con la grande sacerdotessa: era venuta a cercarla nelle Terre Glaciali, seguendo un oracolo di Atena, dea della saggezza e della guerra. Era il terzo giorno dopo il funerale dei suoi genitori. C'erano state offerte di sale, torte e frutta, libagioni di latte e vino in vasi forati per permettere ai suoi genitori di continuare a vivere sottoterra. Un brivido scosse la giovane Auxane. I suoi occhi grigi si offuscarono per un momento nell’evocare questo ricordo.

    Un grande corvo bianco sorvolava il gruppo con insistenza. Yéléna si sentì trasportata da questo presagio. Apollo, il dio della luce, dell'armonia e della divinazione, manifestava la sua presenza attraverso il suo compagno preferito.

    La processione arrivò sul Monte Tamaros, vicino al villaggio delle Terre Erbose e lontano dalla città del re Drakéon. Affacciandosi ora sul vasto regno, Yéléna abbracciò con occhio attento le terre di Éphoria. Il palazzo si ergeva nel cuore delle nove terre: un'enorme opera di pietre bianche, a volte costruita con il sangue del popolo. La grande sacerdotessa sentiva spesso la presenza di Drakéon. Si aggirava, indugiava, senza osare attaccare apertamente Yéléna...

    La grande sacerdotessa sapeva che doveva rimanere vigile, perché le abilità e la ricchezza del re si erano accentuate nel corso degli anni ... Doveva avere qualche rimpianto? I suoi poteri erano rimasti molto più potenti, ma ancora per quanto tempo? E c'era anche Antarès, il figlio del re. Lui provava piacere a esercitare la sua autorità tirannica sulla popolazione. Yéléna consultava regolarmente gli elementi e gli dei ... L'equilibrio di Éphoria era minacciato. I draghi ancestrali non dispensavano più la loro saggezza né la loro protezione sulle Terre, e questo sembrava andar bene a Drakéon.

    L'oracolo dei tre soli aveva rivelato che oggi sarebbe arrivato l’eletto mancante. Yéléna sapeva che quel mese era favorevole. Il giorno prima, dieci uccelli avevano spiccato il volo dai gelsi vicini a casa sua in direzione dei tre astri celesti per portare luce al mondo. La grande sacerdotessa aveva seguito a lungo il tragitto dei corvi.

    Era l’inizio di un nuovo ciclo su Éphoria. Tutte le forze della natura si univano. Gli dei rendevano visita agli abitanti a modo loro. Il tempo e lo spazio, il mondo del visibile e dell'invisibile si fondevano.

    Un sontuoso banchetto aveva celebrato la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno. I cittadini delle Terre Erbose avevano immagazzinato l'ultimo raccolto, riportato le greggi e versato il loro contributo a Drakéon, che si era dimostrato più avido dell’anno precedente. Qualcuno si era opposto. I più coraggiosi avevano pagato con la vita, gli altri erano stati frustati...

    Con calma, la grande sacerdotessa continuava a masticare un'erba speciale ideata da lei e per lei. L'erba induceva rivelazioni e preparava alla venuta degli dei. I quattro saggi alzavano regolarmente le braccia per onorare i tre soli con un gesto della mano. Poi, in coro, cantavano:

    — Il benessere e la salvezza degli uomini dei villaggi delle Terre Erbose, delle loro mogli e dei loro figli, così come di tutti gli abitanti della terra di Éphoria.

    Il gruppo era arrivato al santuario oracolare, dove si stagliava un'enorme quercia sempreverde. Ai suoi rami erano appesi diversi scudi sottratti ai nemici durante le battaglie vittoriose. Vi erano appesi anche dei vasi di bronzo che, scontrandosi con gli antichi scudi, risuonavano con il vento che soffiava, consegnando i suoi messaggi agli attenti preti.

    Yéléna chiese a Auxane di sedersi sotto il fogliame, di osservare e di lasciarsi andare alle proprie intuizioni. La giovane apprendista provò una certa paura. Temeva di non essere all'altezza. Le sue iridi grigie assunsero un'ombra più scura, che la grande sacerdotessa notò subito. Pertanto Yéléna non disse niente di più. Auxane obbedì, il cuore sottosopra. L'erba sotto le sue dita era fredda e piena di goccioline di rugiada. I quattro saggi si sdraiarono, le braccia tese, gli occhi aperti.

    Yéléna gettò a terra il suo stelo intrecciato. Questo si trasformò immediatamente in un immenso serpente che cominciò a strisciare per poi avvolgersi attorno al tronco della quercia, come se volesse raggiungere il grande corvo bianco, appollaiato su un ramo basso. La grande sacerdotessa scavalcò i confini che delimitavano il temenos, lo spazio sacro. Alla fine, alzò le braccia e presentò i suoi palmi aperti al cielo, desiderosa di collegare la dimensione telluriana al fenomeno celeste. Declamò, a sua volta:

    — Il benessere e la salvezza degli uomini dei villaggi delle Terre Erbose, delle loro mogli e dei loro figli, così come di tutti gli abitanti della terra di Éphoria.

    All'improvviso, la volta azzurra divenne striata da luci abbaglianti. Delle palle di fuoco attraversarono l'orizzonte. Era Zeus, il dio sovrano, che si manifestava. Teneva in mano il fulmine con tre lampi: il primo per avvertire, il secondo per punire e il terzo per annunciare la fine dei tempi...

    La sacerdotessa girò lentamente intorno all'enorme quercia, con entrambe le braccia tese in avanti e gli occhi febbrili. Gli scudi e i vasi si muovevano in modo insolito. La pioggia si riversava su Yéléna, incollandole la tunica alla pelle. Il suo passo accelerò, toccando a malapena il terreno. Sollevò il viso di un ovale perfetto e, in una lingua sconosciuta agli Éphori, discusse con Zeus. I suoi capelli si sollevarono in aria formando una corolla selvaggia. D’argento, virarono verso il dorato, come se avessero una vita propria. La sua voce dolce e chiara a volte prendeva una tonalità oscura e forte. Dieci corvi presero il volo nello stesso momento, poi girarono intorno alla quercia, emettendo stridule grida. I quattro saggi, sempre distesi, reinterpretarono il canto di Yéléna, le braccia alzate verso il cielo luminoso

    Auxane assisteva alla scena rabbrividendo. Non aveva freddo nonostante la sottile tunica gialla a nido d'ape. Con un sussulto, guardò quattro fiamme circondare i polsi e le caviglie di Yéléna. Con straordinaria leggerezza, le lingue di fuoco sollevarono la grande sacerdotessa a un metro da terra. Una spirale lunga, ampia e infuocata avvolse il corpo di Yéléna e un'aria inquietante e inebriante che spazzò la collina, scivolò sul villaggio delle Terre Erbose e proseguì la sua strada oltre. Auxane fu sorpresa a continuare questa canzone che era certa, tuttavia, di non conoscere. La giovane apprendista chiuse gli occhi e continuò con la sua melodia, in uno stato che agitava tutto il suo essere.

    * * *

    Mentre i tre soli raggiungevano la verticale, l'orgoglioso Antarès, il figlio del re, si lasciava trasportare dal suo purosangue. Camminandogli di fianco, in direzione della città di Éphoria, Sandros teneva le briglie del cavallo sciolte.

    Antarès aveva quattordici

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