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Yeelen: Un'avventura in Africa
Yeelen: Un'avventura in Africa
Yeelen: Un'avventura in Africa
E-book111 pagine1 ora

Yeelen: Un'avventura in Africa

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Info su questo ebook

Avventura, fantascienza, conoscenza. Un'eroina femminile, molto particolare, nel continente africano, sulle tracce di una pericolosa organizzazione terroristica.
LinguaItaliano
Data di uscita19 ago 2020
ISBN9788835883142
Yeelen: Un'avventura in Africa

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    Anteprima del libro

    Yeelen - Silver lady

    Botty

    PROLOGO

    Camminava circospetta attenta a non provocare il benché minimo rumore.

    - Devi diventare invisibile se vuoi ingannare il nemico e portare le pelle a casa.

    Erano ormai ore che procedeva tra fronde, rami graffianti e terreno dissestato. La sua riserva d'acqua stava quasi terminando e si sentiva il fiato degli altri sul collo.Una specie di uccello meccanico prese a volare poco distante dalla sua testa.

    Accidenti, mi stanno alle costole! imprecò la giovane, sentendosi messa alle strette.

    Tese l'arco e con la freccia in titanio fece un centro perfetto dritto, dritto, nell'occhio del drone.

    Prese allora a proseguire più veloce, nel suo affanno non  riuscì a evitare una radice  sporgente, che la fece letteralmente volare giù per un dirupo. Rotolò su se stessa per alcuni metri, scorticando tuta mimetica e pelle, fino a impattare con una sorta di montagnetta.

    Si tirò su dolorante, un ginocchio ammaccato e una spalla sanguinante. Girando intorno all'ostacolo si avvide che  si trattava di una provvidenziale tana abbandonata.

    I suoi inseguitori stavano per accerchiarla, mancavano poche ore al tramonto.

    In effetti le sarebbe bastato sparire  fino a quel momento.

    Con la poca acqua rimastele cominciò a creare un impasto di terra, erba e residui di escrementi animali. Non era sicuramente una maschera rigenerante quella che stava preparando, ma spalmandosela addosso avrebbe ingannato il fiuto meccanico in dotazione agli altri.

    Valutò l'ampiezza della piccola caverna e con l'abilità di una  circense vi si incastrò dentro sul fondo.

    Le ombre cominciavano ad avvolgere il bosco, mentre bagliori rossastri filtravano dall'alto sul fogliame fitto.

    Chiusa come in un bozzolo nel suo rifugio, avvertì passi felpati avvicinarsi e un paio di voci maschili.

    - Maledizione, è sparita! Ero sicuro di averla già in pugno. - Esclamò  uno dei due uomini, i cui muscoli gonfi sembravano sul punto di far esplodere le cuciture della mimetica.

    - L'abbiamo sottovalutata. - Constatò l'altro continuando a imbracciare il fucile virtuale a  lunga gittata Wi-Fi. - Qui non c'è altro che la tana di qualche animale, che non ci conviene innervosire.

    Un terzo uomo, di grado evidentemente superiore, sopraggiunse dichiarando la caccia terminata.

    - E brava Yeelen... - Constatò il Tutor Major sorridendo sotto i baffi. - Anche questa volta te la sei cavata.

    Ngorongoro anno  2041

    Come tutti i piccoli, amorevolmente nutriti e curati dai genitori, venne anche per Yeelen il momento di lasciare il nido e spiccare il volo.

    Non si trattava ovviamente di un fragile passerotto, bensì di una fiera aquila pronta a librarsi in alto e a difendere la specie.

    La voce impostata dell'altoparlante aveva appena chiamato il suo volo.

    Il  jet, in partenza da London Heathrow, avrebbe raggiunto Addis Abeba dopo circa sei ore e da lì avrebbe  fatto  scalo per Arusha.  Una decina di ore in totale, più il viaggio in autobus per raggiungere il primo villaggio.

    Aveva stipato pochi indumenti in una sacca, pensando più che altro alla praticità.

    Non poteva mancare il suo iPad di nuova generazione: annoverava utili applicazioni quali un localizzatore per l'acqua, un sensore per le mine e rilevatori termici di ogni genere. Lo aveva riposto con cura nel bagaglio a mano, dove aveva già collocato un piccolo dispositivo medico in grado di effettuare un monitoraggio completo delle funzioni vitali e un paio di batterie auto ricaricabili.

    Aveva speso tutti i suoi risparmi per quei gingilli, ben conscia che in un'epoca in cui si progettavano e cominciavano a realizzare mezzi di trasporto guidati con il pensiero, fossero  alla stregua di  primitivi giocattoli. Per il momento come corredo personale poteva bastare.

    Partì insieme ad altri in veste del tutto anonima, per non fomentare interesse alla dogana. Il materiale difensivo sarebbe stato spedito successivamente, insieme ai medicinali, con un insospettabile velivolo della Croce Rossa.

    In tarda mattinata lei e gli altri Angeles sbarcarono ad  Arusha e affrontarono un disordinato, ma meticoloso, controllo doganale.

    Al di fuori dell'aeroporto Yeelen si era sentita addosso lo sguardo di due occhi chiari e minacciosi. Il tutto era durato una frazione di secondo: l'uomo, vestito alla beduina, che l'aveva fissata con tanta intensità era stato letteralmente inghiottito dalla folla, lasciandole una sensazione di gelo, nonostante l'insopportabile calura.

    Salì, ancora infastidita, su un autobus sgangherato che attendeva i viaggiatori per Ngorongoro. Il corpo medico si distribuì mescolandosi ai nativi dall'abbigliamento sgargiante e il bagaglio più improbabile.

    Yeelen si ritrovò seduta accanto a un distinto uomo d'affari, con tanto di valigetta ventiquattrore, che custodiva dignitosamente una gallina viva in grembo.

    La testina sporgeva umoristicamente da una variopinta borsa in rafia, inconsapevole del suo destino. La giovane non si stupì, già avvezza alle stravaganti contraddizioni del continente africano.

    La moltitudine di persone che stipava l'autobus vestiva in parte all'europea.

    Alcune ragazze indossavano jeans e  t-shirt scollate, altri i più tradizionali capi colorati: sottane lunghe e  ingombranti copricapo per le donne e una sorta di tunica per gli uomini.

    Il fatiscente mezzo si decise a partire sferragliando per  fermarsi poi in ogni villaggio, dove veniva letteralmente preso d'assalto da nugoli di ragazzini, che cercavano di vendere le loro mercanzie con chiassosa insistenza.

    Fecero qualche sosta, nelle quali i passeggeri venivano richiamati alla partenza dall'impaziente strombazzare dell'autista.

    Attraversarono chilometri di distese rossastre, quasi del tutto prive di vegetazione, alzando nubi di polvere al loro passaggio e tratti di savana dove poterono scorgere elefanti e zebre in lontananza.

    L'autobus li portò fino al lago Eyasi, da lì una jeep dell'organizzazione li doveva condurre a destinazione nel piccolo villaggio masai,  all'interno della riserva.

    La jeep si addentrò lungo un sentiero abbondantemente dissestato e pieno di buche, i sobbalzi erano così violenti da ricordare un adrenalinico giro sulle montagne russe: arrancava in salita e faceva gemere i freni nelle vorticose discese.

    Erano tutti reduci dell'addestramento militare quindi non batterono ciglio, presero anzi con ironia gli inconvenienti del viaggio.

    Yeelen nel suo angolino in disparte osservò il gruppo dei novizi Angeles Warrior cercando di valutarli:

    Peter Hansen, il chirurgo danese dai lineamenti nordici un po' spigolosi, appariva freddo e riservato. Non aveva mai mosso un solo muscolo facciale: possedeva certamente mano ferma e nervi d'acciaio.

    Yasmine Chevalier, la bionda infermiera francese, non aveva smesso un momento di cinguettare e civettare. Yeelen la soppesò dubbiosa: se era arrivata fin lì doveva avere comunque tutte le carte in regola.

    Alan Martin, il  giovane ortopedico canadese indispensabile al team, era il classico ragazzone americanizzato, atletico e imponente. La sua risata contagiosa e la chioma rossastra,  combinata alla pelle lentigginosa, riuscirono a suscitarle da subito simpatia e affidabilità.

    Tutto sommato il gruppo le parve disomogeneo, ma ognuno a suo modo

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