Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Amore perdonato: Divisi dal Destino, #4
Amore perdonato: Divisi dal Destino, #4
Amore perdonato: Divisi dal Destino, #4
E-book152 pagine2 ore

Amore perdonato: Divisi dal Destino, #4

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

ATTENZIONE: 18+

Linguaggio esplicito.

Romanzo con contenuti erotici, adatto a un pubblico adulto.

Quarto libro della saga Divisi dal Destino.

Ultimo capitolo. Il futuro di Lucky e Selene è legato a un filo. Per la città è tempo di rimettere a posto quanto era stato disfatto secoli prima. Perché l’amore vince sempre, quando viene perdonato.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita7 apr 2019
ISBN9781540155382
Amore perdonato: Divisi dal Destino, #4

Leggi altro di Chrissy Peebles

Autori correlati

Correlato a Amore perdonato

Titoli di questa serie (3)

Visualizza altri

Ebook correlati

Autrici contemporanee per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Amore perdonato

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Amore perdonato - Chrissy Peebles

    Amore

    Perdonato

    ––––––––

    Parte 4

    Divisi dal Destino

    di

    Sierra Rose

    PROLOGO

    Lucky

    Scena più orrenda di quella della notte in cui Rafael dichiarò guerra a Selene e attirò tutti noi alla chiesetta cattolica fuori dalla città non potrebbe essere descritta. Il sangue scorreva dall’altare mentre tenevo la mia ragazza tra le braccia e qualche attimo prima sua nonna ci aveva lasciati per danzare insieme agli angeli.

    Viper ci stava accanto con fare protettivo mentre io offrivo a Selene tutto il conforto che potevo. Avremmo dato la caccia a suo padre, ma non quella sera.

    Blade, prendi Knife e vedi se riesci a far fuori quel maledetto figlio di puttana, urlò Viper, in ginocchio accanto a me. Thomas Delgado è morto, e così anche la nonna di Selene.

    Lena era a pezzi e fu scossa da un altro scoppio di singhiozzi dolorosi, così mi alzai, la attirai a me e la esortai a lasciar andare sua nonna. È andata, piccola, lasciala. Penseremo a farle un funerale come si deve nei prossimi giorni.

    Luck. La voce di Dane mi fece voltare. Lo gelai con lo sguardo.

    Dove cazzo sei stato? Lasciai Lena e dissi a Viper, Sta’ con lei.

    Lui annuì e prese il mio posto, abbracciando la mia ragazza mentre io mi precipitavo verso il mio migliore amico attraversato da una rabbia infernale.

    Dane sollevò le mani e cercò di indietreggiare. Lucky. Sono io.

    Oh, lo so chi cazzo sei. Lo spintonai con violenza. Questa doveva essere la vostra maledetta operazione sotto copertura, e invece tu e i tuoi inutili amici della DEA siete soltanto rimasti seduti a guardare lo show. Lo spinsi ancora, più forte. Spero tu sia contento. Lena è quasi morta stanotte.

    Dane recuperò l’equilibrio, cercando di non cadere in mezzo a una fila di panche, e mi abbracciò con forza. Sono io, amico. Stavo venendo ad aiutarti. Mi dispiace, ok? Cazzo.

    Le scuse non servono. Lo cinsi con le braccia, continuando a colpirlo piano mentre le lacrime mi offuscavano la vista. Lo sai quanto ci è mancato poco?

    Dane indietreggiò, gli occhi velati di lacrime come i miei. Mi dispiace, Luck. Ero quasi arrivato. Lo so che Lena è tutto per te.

    No, evidentemente non lo sai. Tu e la tua gente mi avete esposto al pericolo e lasciato da solo. Mi tirai indietro e mi asciugai le lacrime col dorso della mano, sforzandomi di non apparire come uno sul punto di perdere la ragione.

    No, non è così. Stavamo per intervenire, ma sai come funziona questa merda. Dane si voltò mentre tre agenti della DEA setacciavano la chiesa dandosi da fare a cercare, raccogliere prove e tutto il resto delle cose che fanno i poliziotti. Cioè, niente.

    No, non lo so come funziona, ma ti posso dire questo...non sono più interessato al vostro aiuto d’ora in avanti. Rafael è un figlio di puttana impazzito, e non voglio più fare da esca per la vostra investigazione. E nemmeno Lena. Nessuno di noi. Prendete le prove che vi servono e portate il culo fuori di qui. Gli diedi un’altra spinta, gli voltai le spalle e tornai da Selene.

    Lei si allontanò da Viper per raggiungermi. Mi strinse premendomi il viso sul petto e scoppiò di nuovo a piangere.

    Le diedi un bacio sui capelli setosi e le accarezzai la schiena, aggrappandomi a lei mentre la paura continuava ad attanagliarmi. C’era mancato poco. Ci eravamo andati troppo vicino. La vita senza la mia ragazza non sarebbe stata affatto una vita. Non avevo mentito a Dane. I poliziotti potevano prendersela in quel posto. In futuro, avrei fatto a modo mio.

    Voglio andarmene da qui. Lena mi guardò, il visino grazioso trasformato in una maschera di agonia.

    Ok, piccola. Ti porterò al garage e passeremo lì la notte insieme. Va bene?

    Blade mi raggiunse con un balzo, afferrandomi la spalla e stringendola forte. Basta fare cazzate da solo. Non avevo idea che saresti venuto qui. Rafael ti sta cercando, Lucky. Non i Wolves, e nemmeno la sua bambina. Ma te.

    Non mi frega un cazzo di chi sta cercando. Lo aprirò in due dalla gola fino all’inguine per quello che ha fatto, dissi a dneti stretti. Non ero dell’umore per una riunione degli Stone Wolves in quel momento. I miei compagni ci sarebbero sempre stati e mi avrebbero sostenuto, così come io avrei fatto per loro, ma adesso era una questione di vendetta, e la cosa prevedeva una missione in solitaria.

    Va bene, amico, ma sappi che questa conversazione non finisce qui. Blade mi strinse di nuovo la spalla e poi si rivolse a Selene. Mi dispiace per la tua perdita. Nessuno dovrebbe mai assistere a una cosa del genere.

    Grazie, mormorò dolcemente Lena, stringendosi ancora di più a me.

    Lucky. So che vuoi andartene, ma ho bisogno di un minuto del tuo tempo. Knife, il presidente dei Wolves, mi chiamò in tutta la sua autorità e non potei ignorarlo, anche se una parte di me avrebbe voluto mandare al diavolo il mondo intero e fuggire via con la mia ragazza, senza guardarmi indietro, per non tornare mai più. Ma noi non eravamo dei fuggitivi. Eravamo dei guerrieri.

    Va bene, ma facciamo in fretta.

    Sappiamo di chi è il sangue sull’altare, ma quello sulle scale? Knife indicò il portone aperto.

    Appartiene a Dante Iglesias. L’ho fatto fuori prima di entrare in chiesa. Il suo cadavere dovrebbe essere lì.

    Beh, non c’è. O qualcuno l’ha preso e portato via, o il bastardo se n’è andato sui suoi piedi perché non è morto. Knife incrociò le braccia al petto massiccio. Era morto quando l’hai lasciato?

    Sicuro. Quasi al cento per cento. L’ho fatto fuori come si deve.

    Selene alzò la testa di scatto.

    Dante è ancora vivo? disse, con occhi sgranati dalla paura.

    No, piccola. Sono abbastanza certo che sia morto, ma ce ne assicureremo. Guardai di nuovo Knife. Vedi cosa puoi scoprire, io domani proverò a contattare Elec per capire se Dante sia stato preso da lui o da Mateo.

    Knife aggrottò la fronte e Selene si scostò da me.

    E perché Elec dovrebbe aiutarti? È un Delgado anche lui. E anche il più folle di tutta la dannata banda, disse il Presidente, rivolgendo alla mia ragazza uno sguardo di comprensione.

    Ha ragione. Lena si asciugò la punta del nasino con la mano libera. È un pazzo, ma non è una talpa. Non c’è alcuna possibilità che voglia aiutarci. Come ti è venuto in mente?

    Sospirai. Perché mi ha aiutato, quando nessuno ci stava guardando. Non era Thomas la talpa, Selene, ma Elec.

    Non è possibile. Si scostò da me e poggiò le mani sui fianchi. Si è comportato da vero bastardo, quando eravamo ancora in casa. Mi ha infilata nel bagagliaio di un’auto e mi ha colpita diverse volte.

    Al pensiero che qualcuno le avesse messo le mani addosso, mi irrigidii. Non so, allora. Portiamo il culo fuori di qui. Ci preoccuperemo di questo domani.

    Dove pensate di andare, ragazzi? Venite alla nostra sede. Tanto ormai il vostro segreto è scoperto. Blade si spostò alla mia sinistra. Vi vogliamo con noi qualsiasi cosa accada. Non è saggio restare da soli adesso.

    Lena. Tu cosa vuoi fare, piccola? Le accarezzai il visino grazioso.

    Per me va bene. Ma non mi muoverò di qui finché l’ambulanza non avrà portato via la nonna. Non posso lasciarla da sola.

    L’urlo delle sirene riempì in quel momento la chiesa.

    Sono arrivati. Ci prenderemo cura noi della signora mentre la portano via. Non c’è bisogno che restiate. Andate. Blade sorrise mestamente a Lena. Lascia che Lucky si prenda cura di te.

    Forza, piccola. Penseranno a tutto i ragazzi. La presi per mano e la condussi fuori dalla chiesa, sino alla mia moto.

    Forza, piccola. Monta in sella.

    Lena si voltò e fece per tornare indietro, con le guance rigate di lacrime. Non posso lasciarla qui, Luck. È l’unica che mi abbia amato in tutti questi anni.

    Non la stai lasciando, Lena. Vivrà per sempre dentro di noi. Vieni con me. Ti amerò abbastanza anche da parte sua, adesso.

    Selene annuì e salì dietro di me, abbracciandomi con forza.

    Neanche nei miei peggiori incubi avrei potuto immaginare il bagno di sangue in cui eravamo stati coinvolti quella sera. O che Rafael mi avrebbe spinto a non avere altra scelta che occuparmi personalmente della situazione.

    Ora dovevo solo pensare a fare in modo che Lena non ne restasse coinvolta. Era un rischio troppo alto, e lei era l’unica cosa che ero determinato a non perdere. Mai.

    Capitolo 1

    Selene

    Tre giorni dopo

    Non sapevo quanto tempo si potesse restare senza dormire, ma qualcosa mi diceva che l’avrei presto testato. Non c’erano stati molti momenti di sollievo, quella settimana, da quando avevo visto nonna morire sull’altare, né mi aspettavo ce ne sarebbero stati nel futuro immediato.

    Ehi. Sei bellissima. Lucky mi accarezzò il braccio con dolcezza. Mi voltai a stringerlo tra la braccia, respirando a fondo il suo odore.

    Grazie. Credi che mio padre ci sarà? Lo guardai. Adoravo il modo in cui i suoi occhi scuri mi scrutavano. L’unica cosa buona che era venuta dalla tragedia alla chiesa di St. Monica era che presto io e Lucky avremmo avuto l’opportunità di stare insieme veramente. Gli Stone Wolves erano stati buoni con entrambi. Non che onestamente mi aspettassi meno di questo. Si stavano rivelando uomini ben diversi da come mio padre li aveva sempre dipinti.

    Sai che novità.

    Non lo so, ma non me ne meraviglierei. Basta che rimani vicino a me. Cerchiamo di non fare casini al funerale di tua nonna. Sarebbe troppo da sopportare per chiunque. Mi prese la mano. Ti va bene se prendiamo la moto? Solo, avrai i capelli un po’ spettinati quando arriveremo.

    Risposi con un gesto di scherno e lo seguii fuori dalla vecchia stazione di benzina che aveva trasformato in garage. Avevamo fatto avanti e indietro da lì allo chalet, negli ultimi giorni. Sebbene avessi ricevuto un invito aperto per stare dai Wolves, alla fine non mi ero ancora decisa ad andare. Forse l’avrei fatto presto.

    Ho sempre i capelli spettinati, e non mi va di andare da nessuna parte, se non sono in sella alla tua moto.

    Il calore del sole si dava un gran da fare per riportarmi alla vita, ma era tutto troppo spento, troppo grigio, perché riuscissi a mettere da parte le orrende sensazioni che provavo.

    Io adoro tutto di te. Anche i capelli spettinati. Lucky montò sulla moto e mi porse la mano. Non credo, comunque, che oggi sarà di tuo padre che vi dovremo preoccupare. Immagino sarà Elec a farsi vedere.

    Ed è proprio ciò che vogliamo anche noi. Mi infilai il casco e abbracciai l’uomo che negli ultimi tre anni aveva rubato il mio cuore. Con le mani scivolai fino al suo ventre,

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1