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Bruciante assolo: Harmony Privé
Bruciante assolo: Harmony Privé
Bruciante assolo: Harmony Privé
E-book197 pagine2 ore

Bruciante assolo: Harmony Privé

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Info su questo ebook

"Io. Te. Il sesso. È facile!"
A meno che quell'uomo non diventi l'unica droga di cui lei non riesce a fare a meno

Ally Douglas ha stretto un patto con Ethan Ash: il loro rapporto sarà basato esclusivamente sul sesso. Niente appuntamenti, nessun corteggiamento e assolutamente vietato pensare al futuro! In fondo l'unica cosa che lei sa di lui è che è una rockstar di fama mondiale e che si fermerà a New York solo per pochi giorni. Un piano perfetto per dimenticare il proprio ex, almeno sulla carta. Ma non appena Ethan inizia a infrangere le regole del loro eccitante patto, Ally si trova costretta a decidere se bruciare di passione per una sola notte o rimanere scottata per tutta la vita.
LinguaItaliano
Data di uscita20 mag 2019
ISBN9788858998311
Bruciante assolo: Harmony Privé

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    Anteprima del libro

    Bruciante assolo - Clare Connelly

    successivo.

    Prologo

    Lei mi sta prendendo in giro. Guardo lo schermo un'ultima volta per controllare che il messaggio su Twitter esista sul serio. E c'è. Circa centoquaranta caratteri che arrivano attraverso il tempo e lo spazio per piombarmi addosso con violenza.

    Mi sposo! Proprio lui, Tom Banks, mi ha fatto la proposta e io ovviamente ho risposto di sì!!! Non potrei essere più felice!! Sono così innamorata! I sogni che diventano realtà! Felici per sempre!!!

    Stringo tra le dita il telefono, tentato di gettarlo in strada. Solo il pensiero che contenga informazioni personali mi trattiene dall'essere tanto sconsiderato. I media ci andrebbero a nozze se trovassero il mio cellulare.

    Ma come fa a continuare a comportarsi con me in modo così insensibile, dopo appena tre mesi che abbiamo rotto?

    D'altronde non è tipico di Sienna? Sienna che si è presa sei anni della mia vita. Sienna che credevo di amare. Sienna che ora è fidanzata con un altro uomo.

    Frammenti di ricordi dei nostri ultimi mesi insieme mi assalgono. Sono come lame di uno specchio rotto, schegge appuntite che mi penetrano nella mente tormentandomi in ogni maniera possibile.

    Era diventato un incubo.

    E tuttavia era la mia vita.

    L'incubo è finito ma non so più se ricordo come si vive.

    Ho bisogno di bere. Ho bisogno di togliermi dalla testa Sienna e mandarla al diavolo una volta per tutte. E c'è soltanto un modo – o meglio un mezzo – per prendere due piccioni con una fava.

    Il bar non è uno di quelli che frequento di solito. È piuttosto retrò. E non nel senso di vintage. Con ogni probabilità, l'arredamento è rimasto quello degli anni Novanta. Il bancone è di un linoleum alquanto consumato; decido di sistemarmi alla sua estremità, non mi va di attirare l'attenzione.

    Felici per sempre!

    Col cavolo!

    Ordino una birra, notando a malapena il lampo che passa negli occhi del barista quando mi riconosce. Ci sono abituato.

    E anche Sienna. Per cui è ancora più difficile credere che sia riuscita a tenere segreta la sua relazione. Non tanto con me ma con il resto del mondo.

    Corrugo la fronte. Non è vero. Non l'ha tenuta segreta.

    Siamo amici. Solo amici.

    Me lo ha ripetuto almeno una dozzina di volte. E io ci sono cascato come un cretino.

    Faceva sesso con lui mentre stava con me? Porca miseria! È questa la ragione per cui ha chiuso la nostra storia? Mi ha detto che aveva bisogno di spazio per chiarire le cose, per capire se stessa. E io le ho creduto.

    Spazio? Quale spazio? Come ho potuto essere così ingenuo!

    Dopo sei anni passati insieme, non ha avuto nemmeno la decenza di dirmi che stava con un altro?

    Un'ondata di nausea mi sale su dallo stomaco.

    Non sono il tipo che ama uno stile di vita spericolato, ma stasera mi voglio adeguare. Voglio sbronzarmi. Ubriacarmi. Finire steso a terra incazzato nero. Devo riuscire a dimenticare Sienna in qualsiasi modo.

    1

    «Dai, su! È l'occasione perfetta per gettarti Jeremy alle spalle.»

    Lancio a Eliza un'occhiata carica d'impazienza ma non riesco a trattenere la perenne ondata di vergogna che mi assale ogni volta che salta fuori quel nome. «Me lo sono già gettato alle spalle.»

    «Se fosse vero non avresti passato gli ultimi otto mesi a crogiolarti nell'autocommiserazione.»

    «Non è vero» protesto girandomi verso Cassie alla ricerca di aiuto.

    «Ally, posso capire che tu pensi di esserne uscita ma, mia cara, devi assolutamente tornare a vivere. Cominciando con l'alzarti e andare... là.»

    Provo un vuoto allo stomaco e guardo l'uomo seduto al banco.

    La superstar del rock, Ethan Ash. Molto più bello e sexy di quanto avessi mai immaginato.

    Scuoto la testa. «Neanche per idea. Non vado a parlare con lui.»

    «Perché no?» Cassie scocca uno sguardo dietro di sé e, quando torna a guardarci, ha le guance soffuse di rossore.

    «Perché è così e basta» sbotto io seccata. «E adesso per piacere vogliamo cambiare argomento?»

    Sorseggio il mio drink e accavallo le gambe nell'altro senso, rifiutandomi categoricamente di guardare verso il bancone.

    «Sai... ho sentito...»

    Le ascolto parlare, sollevata che abbiano lasciato cadere la questione dell'affascinante rockstar. Almeno per il momento...

    «I bicchieri sono vuoti. Tocca a te adesso, Ally.»

    Sbatto le palpebre, scuotendomi dallo stato di trance in cui ero caduta, riportata nella conversazione da Eliza. Mi sta porgendo il suo bicchiere.

    «Scusa, ma non c'è il servizio al tavolo?» obietto.

    «No. Non di venerdì.»

    Storco la bocca in una smorfia. «Ricordatemi il motivo per cui abbiamo scelto questo locale, per favore.»

    Cassie indica il cartello sopra le nostre teste e non ho bisogno di leggerlo per sapere cosa c'è scritto: Happy Hour dalle 9 alle 9!

    Dal momento che sono l'unica del trio in grado di potersi permettere da bere in bar decenti con un servizio completo e camerieri professionisti, mi trattengo dal lamentarmi. D'altronde se questo posto va bene a Ethan Ash...

    A questo proposito viene spontaneo chiedersi: Che ci fa qui uno come lui?

    È solo e lo era anche quando siamo entrate noi un'ora fa. Sta aspettando qualcuno? Gli hanno dato buca? Non ha alcun senso. Chi darebbe buca a Ethan Ash?

    Ho già bevuto due cocktail, quindi l'alcol mi dà la sicurezza necessaria per avvicinarmi al banco del bar. Del resto ora sono immune agli uomini alti, bruni, belli e affascinanti. Jeremy mi ha guarito da questa mia cattiva predilezione. Così lo supero con decisione come se si trovasse su un altro pianeta e mi fermo in un punto distante dall'individuo in questione.

    Nonostante ci siano almeno sette persone che servono, sono costretta a restare in attesa per parecchi minuti. Non che la cosa mi dia fastidio. Anzi, forse è un bene. Così non protesto e ne approfitto per tirare fuori il cellulare ed entrare in Instagram per controllare i miei messaggi in direct, mentre canticchio a fior di labbra senza accorgermi della canzone che viene trasmessa nel locale. Solo quando mi circonda e mi avviluppa nelle sue note, alzo la testa e mi accorgo che lui è proprio accanto a me.

    Lui.

    Lui con i folti capelli castani e gli occhi verde cupo come l'oceano. Con la pelle abbronzata e gli addominali scolpiti. Con i jeans sdruciti e la camicia grigia, larga, che comunica un'eleganza trasandata. E il suo profumo? Delizioso. Il mio cervello prende nota di tutto quello di cui sopra con un entusiasmo inopportuno, mentre le ginocchia mi tremano quasi smaniassero dalla voglia di portarmi più vicino al personaggio.

    Per fortuna il mio viso non si adegua e rimane risolutamente inespressivo.

    Un sorriso gli incurva le labbra mentre continua a canticchiare le parole di una canzone pop. E io desidero disperatamente che non smetta.

    «Come va?»

    Non è affatto ciò che mi aspetto che dica, così rido piano. «Come va cosa

    Quel suo sorriso è disarmante e si capisce che ne è perfettamente consapevole. Per non parlare della voce profonda e dell'accento molto più marcato sentendolo dal vivo. Fortemente british e incredibilmente sexy.

    «La vita. L'universo. E il tuo posto in entrambi.»

    «Accidenti! Sembra una conversazione più adatta al salotto di Neil deGrasse Tyson.»

    «Vuoi che lo chiami? Che veda se è libero?»

    «Come no!» Alzo gli occhi al cielo. «Hai il suo numero privato immagino.»

    Lui prende il cellulare dalla tasca della camicia. È un iPhone. Tutto d'oro! Notando probabilmente la mia espressione, si affretta a spiegare in tono quasi imbarazzato: «Me lo hanno regalato».

    In quel momento, grazie a Dio, riappare il cameriere. «Cosa desidera?»

    «Un cocktail vodka gimlet, un gin tonic e un prosecco.»

    L'uomo annuisce e si allontana, continuando a canticchiare la stessa canzone dal punto in cui si era interrotta la voce calda come caramello.

    «Vedi?»

    Ethan attira di nuovo la mia attenzione tendendo il suo cellulare in modo che io possa vedere il famoso astrofisico che mi guarda.

    «Lo conosci veramente?!»

    «Sì. Abbiamo sostenuto insieme un evento di beneficienza un anno fa. È una persona simpatica.»

    Inarco un sopracciglio. Non riesco a crederci. Sono davvero in un bar di Soho e parlo con una superstar del rock di un astrofisico di importanza mondiale.

    «Sono impressionata.»

    «Anche io. Sei la prima ragazza che incontro in un bar che scopro essere un'appassionata di scienza.»

    «Con questa tua affermazione vorresti implicare che il semplice fatto di conoscere il nome di un famoso astrofisico contemporaneo mi trasforma in una secchiona? Probabilmente ho solo una buona cultura generale.»

    Lui scrolla le spalle. «Non nella mia esperienza personale.»

    «Forse allora la tua esperienza personale è un po'... limitata.»

    Il cameriere mi mette davanti le bevande ordinate e, prima che possa porgergli la mia carta di credito, il super sexy Ethan Ash gli allunga la propria.

    «Può darsi» mormora catturandomi lo sguardo e il mio povero stomaco si contrae dolorosamente come se all'improvviso fossi stata catapultata sulle montagne russe e stessi cadendo a una velocità impossibile.

    «Metta via la sua carta» dico con voce contratta. «Pago io la mia ordinazione.»

    «Puoi sempre farlo al prossimo giro» asserisce Ethan in tono determinato e il barista non perde tempo a infilare la carta di credito nella macchinetta.

    «Il prossimo giro?» ripeto perplessa. «In che senso?»

    Lui si fa più vicino. Ha un profumo stupendo. Acqua di mare e sabbia e mi sento come baciata dai raggi caldi del sole.

    «Nel senso che questi drink sono a mio carico.»

    Si tira indietro quanto basta per sorridermi, gli occhi verde blu immersi nei miei e io perdo qualsiasi battaglia stiamo combattendo. Poi le sue dita mi sfiorano appena il dorso della mano. Per un istante, ma è più che sufficiente. Spirali di calore provocano sul mio braccio pelle d'oca, per non parlare di come i capezzoli s'inturgidiscono. Un dato di fatto davvero umiliante perché il suo sguardo prende nota della mia reazione e io arrossisco imbarazzata.

    «È stato bello conoscerti...?»

    La sua frase rimase sospesa nell'aria. Io sono confusa. Il modo in cui il mio corpo ha reagito è strano. Totalmente inaspettato.

    «Anche io.»

    Di proposito non dico il mio nome. Con i nomi iniziano sempre i problemi.

    Ormai hai superato Jeremy.

    Okay, tuttavia, se mai dovessi incontrarlo di nuovo, rischierei seriamente di finire in una prigione federale a vita.

    Il fantasma di ciò che eravamo, della persona in cui mi ha trasformato è ancora presente dentro di me e mi opprime. Sempre.

    Non ricordo l'ultima volta in cui mi sono guardata allo specchio e non l'abbia vista. Lei. La donna in cui mi ha trasformato. La donna che sono arrivata a odiare.

    Mi sforzo di non rabbrividire. Non sono più lei. Ma ci sono voluti otto lunghi mesi per ritrovare me stessa e i nomi sono i primi da dimenticare.

    Niente nomi.

    Prendo le nostre ordinazioni senza difficoltà e gli rivolgo un sorriso evitando di incontrare i suoi occhi prima di tornare al tavolo.

    Eliza e Cassie mi guardano, la prima con un sorriso compiaciuto, la seconda con espressione quasi scioccata.

    «Hai parlato con lui?» squittisce Cassie incredula.

    «Per essere esatti, è stato lui a parlare con me» borbotto mettendo i drink sul tavolo e lanciando un'occhiata colpevole verso il bar. Sta parlando con un uomo adesso. La persona che stava aspettando? Il cuore mi si stringe al pensiero che andrà via presto.

    «Accidenti se è uno schianto!» mormora Eliza. «Perché diavolo sei tornata a sederti qui?»

    Io cambio in fretta argomento tornando al problema della situazione lavorativa di Cassie e ignorando le occhiatacce di Eliza e i suoi calcetti sotto il tavolo. Ma bevo in fretta. Voglio tornare al banco del bar, o semplicemente ho bisogno di qualcosa di fresco che mi raffreddi i bollenti spiriti?

    Il guaio è che non funziona. Ogni fibra del mio corpo vibra per un desiderio sessuale che non provavo da tanto, tanto tempo. Sono tutta calda in mezzo alle cosce e tremendamente tentata di compiere una sciocchezza. Qualcosa che non ho più fatto da secoli.

    Per proprio conto e decisamente senza il mio permesso i miei stupidi occhi tornano a guardarlo. È appoggiato al banco con una fantastica nonchalance. Sta chiacchierando ancora con lo stesso individuo ma la sua attenzione è tutta su di me. Non tenta nemmeno di fingere il contrario quando alzo la testa.

    Un brivido mi percorre la spina dorsale.

    Sono a un soffio dal cedere alla tentazione e sarebbe un grosso guaio.

    Be', forse in un altro senso sarebbe molto positivo...

    No, no! Assolutamente un grosso guaio.

    «Allora, signore» mormoro, scolando il bicchiere e alzandomi in piedi. «Vado a casa.»

    «Coosa?» Eliza fa una smorfia. «Da sola? A quest'ora? È prestissimo!»

    «Lo so.» Una scrollatina di spalle. «Ma se non me ne vado, potrei pentirmene per tutta la vita.»

    Faccio loro l'occhiolino e le mie amiche capiscono al volo; infatti mi lanciano un bacio entrambe. Le gambe mi tremano mentre mi dirigo verso l'uscita. Nonostante si sia concluso il periodo di consumazioni gratis, il locale è pieno.

    Il mio corpo sembra volersi ribellare a questa assurda decisione di fuga e tenta di farmi cambiare idea. Ma non cedo.

    Quando emergo dall'aria condizionata del

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