Quello che non sembra
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Anteprima del libro
Quello che non sembra - Erica Tinelli
dell’Autore.
INTRODUZIONE
Questi racconti nascono da alcune riflessioni su tematiche che riguardano le scelte delle persone, le difficoltà che si possono incontrare nella vita, il voler affrontare i propri problemi o il voler fuggire da essi.
In particolare, il tema unificante di tutte le storie ha a che fare con il saper guardare le cose da prospettive diverse. A volte siamo convinti del fatto che il nostro modo di guardare la realtà corrisponde a come la realtà effettivamente è. Molto spesso, però, non esiste un’unica realtà. Questo significa che il modo in cui noi interpretiamo un comportamento o un evento può essere anche radicalmente diverso da come questo può essere interpretato da un’altra persona e non è detto che noi abbiamo ragione e l’altro torto o viceversa.
Anche la singola persona nel corso del tempo può guardare una stessa cosa e focalizzarsi su aspetti diversi. Ad esempio, un comportamento che nel breve termine può sembrare vantaggioso, nel lungo periodo potrebbe diventare dannoso. Oppure una cosa che può essere utile per certi elementi, può essere problematica per altri.
Queste riflessioni verranno affrontate attraverso il racconto di cinque storie.
I personaggi descritti ed i fatti narrati sono frutto di fantasia. Qualsiasi riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.
UNA DONNA PERICOLOSA
Viterbo, 20 novembre 2015, ore 6.30
Un uomo uscì di casa per andare a lavoro. Vicino alla sua proprietà notò un’auto ferma che non aveva mai visto. Rimase un po’ stupito: era un posto di campagna, molto isolato e poco trafficato. E poi, perché quella macchina era ferma? Forse un guasto in tarda serata aveva indotto il conducente a decidere di dormire in auto per affrontare la cosa il mattino seguente?
L’uomo si avvicinò e vide che si trattava di una donna. Era china con la testa sopra il volante. Sì, sicuramente stava dormendo.
Provò a bussare sul finestrino, ma nulla. Probabilmente il suo era un sonno profondo.
Bussò di nuovo, un po’ più forte, ma nulla.
Signora?
, provò a chiamare, ma nulla.
Aprì la portiera, mise una mano sulla spalla della donna e provò a scuoterla delicatamente.
Finalmente si accorse del sangue sulle gambe e sul sedile. Chiamò un’ambulanza, ma era troppo tardi.
Come si era arrivati a questo?
Certi eventi, quando accadono, stupiscono sempre e lasciano l’amaro in bocca.
Tutti cominciano a chiedersi come siano possibili certe cose. Si comincia a riflettere su quanto l’essere umano può essere così malvagio con i suoi simili, al punto di arrivare a privarli della vita. Si tratta di persone intrinsecamente crudeli? Persone malate? Oppure sono persone normali (che poi, cosa significa?) in preda ad un raptus che potrebbe colpire chiunque?
I giornalisti cominciano ad intervistare amici e conoscenti della vittima e dell’assassino che solitamente dicono che si trattava di brave persone, magari con qualche piccolo problema, qualche piccola difficoltà, ma niente di particolare, cose banali che capitano a tutti. A volte sembra che queste tragedie si sviluppino a partire da un carattere leggermente irascibile, da una relazione sbagliata, da un senso di insoddisfazione, dalla difficoltà a gestire la frustrazione quando non si raggiunge ciò che si vuole, da un po’ di tristezza, da un partner o un amico un po’ troppo assillante che non si riesce a tenere a bada, ecc…
Ed è proprio a partire da queste piccole cose banali
(che poi, lo sono veramente?) che, a volte, si possono sviluppare grandi drammi, come l’omicidio.
In questo caso, come si era arrivati a tanto?
~
Tempo prima…
Marzia viveva a Torino. Era una donna di 60 anni molto sola, probabilmente perché aveva dei comportamenti e dei modi di fare che tutti consideravano molto particolari ed indisponenti.
Di solito non era in grado di conversare con le persone perchè aveva difficoltà a sviluppare un’interazione basata sulla reciprocità. Non lasciava spazio all’interlocutore, ma tendeva a vomitare
i suoi pensieri, le sue preoccupazioni, i sui dubbi e anche semplici riflessioni banali senza mai interessarsi del punto di vista dell’altro e senza favorire alcun tipo di confronto e scambio. Non faceva molte domande, non valutava se l’altro era interessato a ciò che diceva, non prestava attenzione alle espressioni del suo viso. Parlava molto velocemente e talvolta in modo sconnesso, saltando da un argomento all’altro senza alcun nesso apparente. Inoltre, faceva dei commenti totalmente inopportuni. Ad esempio, le poteva capitare di andare dal suo medico di base con il quale aveva un rapporto estremamente formale e fargli dei complimenti amichevoli sul suo modo di vestire. O, al contrario, poteva lamentarsi perché la sedia sulla quale doveva sedersi non era di suo gradimento dal punto di vista estetico.
Si definiva una persona estremamente intelligente in virtù del fatto che ormai aveva una certa età e aveva fatto tante esperienze che, secondo lei, l’avevano resa matura, capace di comprendere facilmente le persone e le situazioni e superiore a tanti altri. Si descriveva, inoltre, come molto gentile, disponibile, amabile e pronta, per quanto possibile, ad aiutare coloro che si trovano in difficoltà. Non era chiaro se credeva veramente a queste cose oppure se le raccontava anche