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Sherlock Holmes
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E-book181 pagine1 ora

Sherlock Holmes

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Dieci avvincenti racconti di Sherlock Holmes riuniti in un solo libro.

VOLUME UNO

RACCONTO N. 1 Il gioco del gatto con il topo
L’interno dell’edificio era buio e nessuno di noi cercò una lampada o un interruttore. Udimmo un ticchettare di un orologio o qualcosa del genere. Il rumore di un rubinetto che perdeva da qualche parte risuonava come un martello su un’incudine. Si udiva il nostro respiro, ma mi sembrava che il cuore facesse più rumore.

RACCONTO N. 2 Il mistero della sposa senza volto
La sposa non aveva rose marce, ma il suo abito nuziale era lacero e bruciato. Le sue gambe nude, sottili come aghi, barcollavano scompostamente. Il velo pendeva sul viso. Avevo la pistola, ma non potevo sparare. Il suo viso! Anche nell’oscurità potevo vederne il disfacimento.

RACCONTO N. 3 Il caso dello specchio crepato
Disse di avere visto uno scheletro che indossava una giacca a coda di rondine. Ero molto preoccupato per la giovane donna scomparsa. Se era stata rapita dal fantasma dell’opera, vuoi essere umano o spirito, come se la sarebbe cavata se avesse rifiutato il suo ‘amore’?

RACCONTO N. 4 Lo strano caso della donna sui binari
Jane strillò sentendo questo ulteriore tradimento e si avventò su Henry. Cominciarono a lottare. Henry era ovviamente il più forte dei due, ma il dolore della donna era inarrestabile. Lui le strinse la gola e Jane gli artigliò il viso sino a quando cadde per terra. Abbassò lo sguardo sul corpo di Jane.

RACCONTO N. 5 La maledizione di un nativo
Adams aveva schiaffeggiato Kimilu così violentemente che era finito per terra. Il giovane solitamente umile si alzò e con rabbia rispose nella sua lingua nativa, lingua che Adams non comprendeva. Però Butler viveva in Africa da oltre vent’anni e aveva compreso ogni parola. Era a dir poco agghiacciante.

RACCONTO N. 6 Il mistero della tomba avvelenata
“Ah, buongiorno John! Se non ci affrettiamo, ci perderemo lo scoprimento del sarcofago”. Si alzò, sentendosi molto meglio di me e mi spinse in camera mia perché potessi cambiarmi.
Holmes e io ci facemmo strada tra di loro. Ci stavano aspettando.

RACCONTO N. 7 Il caso dei codici maya scomparsi
“Watson, non credo che abbia portato con sé la pistola, vero?”
Scossi la testa per indicare che la mia risposta era negativa. Voltò di nuovo la testa e ci incamminammo attraverso la cucina zeppa di armadietti. Mentre procedevamo cautamente, Holmes osservò che le tracce di sangue erano formate da goccioline di varia misura.

RACCONTO N. 8 Omicidi durante il viaggio in India
Omicidio; “Assassinio”. L’urlo risuonò lungo il corridoio, scuotendomi dal pisolino e facendomi ritrovare immerso nella debole luce delle lampadine. Qualcuno stava bussando alla porta e Watson scattò per andarla ad aprire. Le mani erano insanguinate e dal viso arrossato scendevano copiose lacrime.

RACCONTO N. 9 La rapina
“Signori, sono qui in rappresentanza della Henry Bank & Trust. Intendiamo risolvere la situazione velocemente e senza chiasso. Holmes la guardò, studiandola con aria sconcertata. “Devo ammettere”, disse, “che non saprei proprio come assistervi. L’ispettore Lestrade era qui poco fa dicendo che non avete riscontrato alcuna perdita e che non hanno arrestato alcun ladro”.

RACCONTO N. 10 Morte ai Tropici di un esploratore inglese
“E tu pensi che io possa risolvere il caso solo basandomi su questo? Sicuramente c’è qualcos’altro che puoi dirmi”. rispose Holmes, perdendo velocemente interesse nella faccenda.
 

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita3 giu 2019
ISBN9781547593576
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    Anteprima del libro

    Sherlock Holmes - Pennie Mae Cartawick

    SHERLOCK HOLMES

    La raccolta completa Satyr

    VOLUME 1

    di

    Pennie Mae Cartawick

    Traduzione di Laura Fenati

    ––––––––

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    Copyright

    Copyright gennaio 2014, tutti i diritti riservati.

    I racconti contenuti nel presente libro sono opera di fantasia; nomi, personaggi e avvenimenti sono frutto dell’immaginazione dell’autrice o vengono utilizzati in modo fittizio. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o scomparse, è assolutamente casuale.

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    ––––––––

    Indice

    Copyright

    Il mistero della tomba avvelenata

    Il mistero della sposa senza volto

    Il caso dello specchio crepato

    Lo strano caso della donna sui binari

    La maledizione di un nativo

    Il caso dei Codici maya scomparsi

    Omicidi durante il viaggio in India

    La rapina

    Il gioco del gatto con il topo

    Morte ai Tropici di un esploratore inglese

    SHERLOCK HOLMES

    Il mistero della tomba avvelenata

    00005.jpg

    La prima volta che sentii Holmes parlare di fare un viaggio in Egitto fu quando il mio amico appoggiò una valigia con i miei abiti sul tavolo della colazione tra tazze di tè e pane tostato. Ora ci trovavamo a cavallo sotto un sole infuocato e insopportabile. Non facevo altro che detergermi la fronte con un fazzoletto e restavo attonito vedendo che Holmes non ne risentiva affatto! Mosse la testa come ad affrontare un lieve venticello e mi disse allegramente Coraggio, vecchio mio, mi ha prescritto lei una vacanza. Beh, la mia idea era un week-end in campagna, non in un torrido deserto! Il freddo e bagnato Yorkshire, dove l’unico caso intrigante sarebbe l’abigeato. Holmes sorrise tra sé. Non è eccitato? I manufatti egizi sono molto più affascinanti visti nel loro habitat anziché rinchiusi in un polveroso museo o in una collezione privata.

    Eravamo diretti verso una zona di scavi archeologici nella Valle dei Re. Sembrava che in Egitto ci fossero più americani e britannici di egiziani, tutti alla spasmodica ricerca di manufatti unici e costosi, tipica dei ceti alti che se li possono permettere. I ricchi pagavano professori e i loro studenti più zelanti perché setacciassero le infinite dune di sabbia. I manufatti che avevo visto al museo erano meravigliosi: spille scarabeo e vasi con coperchi a forma di testa di cane. Watson, siamo quasi arrivati. Guardi laggiù. Guardai meglio e vidi le sagome curve degli operai egiziani assunti per scavare. Mentre ci avvicinavamo, vidi turbanti e lunghe vesti che oscillavano durante i loro movimenti. C’era un uomo che si aggirava tra di loro. Le braccia erano incrociate e stringeva una lunga frusta di pelle. Pensai che si trattasse del caposquadra. Ci guardò con un’espressione indefinibile.

    A poco distanza era stata eretta una piccola tenda. Quando ci fermammo e scendemmo da cavallo, dalla tenda uscì un ometto dall’aspetto vivace. Aveva aperto le braccia per darci il benvenuto, con un fez in ogni mano, un terzo sistemato sulla capigliatura riccia e gridando Benvenuti in Egitto! L’americano provvide a sistemarci subito in testa i fez. Non assomiglia a suo fratello, signor Holmes, disse l’uomo. Ne sono lieto, rispose Holmes stringendogli la mano. Watson, ti presento Benjamin Fairfax, un collega di Mycroft. Per la verità, sono un collega andato in pensione. Non potrei continuare come fa Mycroft. Ora vi prego, entrate. Desidero presentarvi mia moglie.

    La moglie di Fairfax era una bellezza bruna dalla carnagione rosea. Sedeva davanti a un tavolino apparecchiato per il tè con focaccine. La donna si faceva aria con un ventaglio orientale; i capelli sciolti fluttuavano attorno al viso a seconda dell’intensità dell’aria e nel frattempo osservava gli operai. Gli uomini all’esterno potevano essere visti attraverso le tende leggere di mussola. Buongiorno, ci disse sorridendo, per poi tornare a osservare gli uomini fuori. Ho preparato del tè per voi, mormorò distrattamente. Questa è Jane. Fairfax si piegò verso di lei e le baciò una guancia. È stata lei a suggerirmi di chiedervi di venire qui.

    Erano state preparate due sedie per noi e quindi prendemmo posto. Presi le due tazze e ne porsi una a Holmes che la rimise subito sul tavolino. Si tolse il cappello e cominciò a giocherellare con il fiocchetto. Ero curioso di sapere perché desideraste i miei servizi.

    Naturalmente non si trattava di una vacanza: Holmes si era trovato un altro caso. Quell’uomo non si rilassava mai. Ho l’autorizzazione per scavare nella Valle dei Re, iniziò a dire Fairfax. Una vera e proprio manna dal cielo, visto che molto probabilmente rappresenta il luogo di sepoltura dei Faraoni. Tuttavia, altri scavi nella zona sono sempre più oggetto di sabotaggi. Come sarà? chiesi una volta terminato di bere il tè. L’attenzione di Holmes era rivolta al fez, ma sapevo che era totalmente concentrato sulla conversazione. Conosco questa gente. Non userebbero dei falsi manufatti, tuttavia ne stanno saltando fuori mischiati tra quelli veri. Ciò significa rovinarci la reputazione e si comincia a mettere in dubbio tutti gli altri reperti. Non voglio che capiti a me. Voglio che Holmes scopra i colpevoli di tutto questo.

    La deduzione più ovvia non sarebbe che siano questi uomini a piazzare i falsi? domandò Holmes.

    No, non credo. C’è un sabotatore.

    Molto bene, signor Fairfax. Mi accerterò che nessuno danneggi la legittimità del suo lavoro.

    00017.jpg

    Fu allora che uno degli operai cominciò a gridare. Il caposquadra, uomo alto e massiccio, l’opposto di quanto fosse Fairfax, entrò nella tenda. Signore, signora, abbiamo trovato qualcosa. Gli operai erano inginocchiati attorno a un buco scavato nel terreno. Quando il caposquadra si avvicinò, si allontanarono per mostrare un passaggio che portava ancora più sotto. Fairfax si sfregò le mani pregustando una sorpresa. Holmes, lei mi ha portato fortuna! Potrebbe trattarsi della tomba mai scoperta di un faraone!

    Sarebbe meraviglioso.

    Holmes non sembrava altrettanto di buonumore. Lo guardai attentamente mentre Fairfax e Jane ci accompagnavano giù verso il muro di pietra che ci impediva di vedere cosa ci fosse all’interno. Amun, fallo abbattere da uno degli operai. Non vediamo l’ora di scoprire cosa ci sia, ordinò Fairfax. Amun, il caposquadra, batté le mani e disse a uno degli uomini cosa portare.

    Al suo ritorno, l’uomo portava con sé una mazza. Noi stavamo di fianco in attesa mentre lui l’alzava con mani sorprendentemente forti per poi abbatterla sul muro. Lanterne, gridò Fairfax e subito ce ne furono portate. Scavalcò subito i detriti e si precipitò nel tunnel senza aspettarci; Holmes fu il secondo a entrare e Jane si alzò la gonna, ma senza scoprire le caviglie, in modo da poter superare anche lei il pietrame fatto a pezzi. Io non fui l’ultima persona a scendere, infatti subito dietro di me c’era l’egiziano che portava la mazza. Costui teneva la testa china, come se non volesse che nessuno vedesse il suo viso e potevo sentirlo sussurrare qualcosa. Le parole erano veloci, convulse e ripetitive come fosse una preghiera. Come se già non fossi innervosito a sufficienza per dover camminare attraverso un tunnel stretto e quasi buio, a quel punto lo fui ancora di più!

    Potei vedere Holmes passare le dita sul muro del tunnel. Mi chiesi cosa stesse facendo, come se pensasse che qualcuno potesse essere già passato di lì prima di noi. Lungo il percorso, si parò davanti a noi un altro muro di pietra e noi ci acquattammo contro le pareti per consentire all’operaio di superarci e di abbatterlo. L’aria era stantia e si avvertiva un odore debole, quasi dolce. Doveva essere il profumo della signora Fairfax; ora era più forte visto che non ci trovavamo più all’aperto. La sentii respirare affannosamente quando entrò e presto feci altrettanto per lo stupore. Sul tetto della tomba erano disegnati dei geroglifici. Mi osservavano occhi e figure di uomini e donne.

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    Osservammo rotoli di papiro posti uno sopra l’altro a mo’ di piramide. Vidi un altro vaso con lo stesso coperchio a forma di testa di cane. La tomba non era piena di reliquie, ma ve ne erano a sufficienza tale da interessare chiunque. Non le conoscevo tutte, Dio solo sa quale fosse stato il loro uso nel passato, così mi rivolsi a Holmes per chiedergli cosa ne pensasse... Il suo comportamento era piuttosto curioso. Holmes aveva raccolto della sabbia dal terreno con il suo fez e solo io mi accorsi del gesto. Si mise il fez sotto il braccio affinché nessuno ne vedesse il contenuto e riprese a esaminare la statua di Horus proprio davanti a lui. Presi nota di chiedergli successivamente a cosa stesse pensando. In ogni caso, non si vedeva alcun sarcofago.

    Di chi era questa tomba? Holmes, secondo lei, qui c’era un faraone? Fairfax gli pose questa domanda mentre esaminava un braccialetto scintillante.

    I faraoni normalmente venivano sepolti in un’altra camera nascosta. Se osserva sulla destra, noterà la microfrattura nella parete, indicando con ciò che dietro di essa c’è del vuoto.

    Fairfax disse all’operaio di abbattere anche quella parete, ma Holmes aggiunse Ritengo che debba informare il Ministero delle antichità della scoperta di una tomba prima di tentare di cercare un sarcofago.

    Fairfax sembrò deluso, ma si disse d’accordo nel non continuare la ricerca. Alzò la testa per guardare i geroglifici. Cosa pensa ci sia scritto? Lo disse tra sé e sé. Avvisano di non entrare, altrimenti Ra se ne dispiacerà e l’oscurità penetrerà nei vostri corpi. Ci voltammo per vedere che a parlare era stato l’egiziano. Il suo sguardo era diretto a Fairfax. È una maledizione su coloro che entreranno senza esserne invitati.

    Dopo essere usciti, ci dirigemmo all’hotel dove alloggiavamo assieme ai signori Fairfax. Ordinammo del kibbe, innaffiandolo con il miglior chiaretto della casa ordinato da Fairfax e cercando disperatamente di non ripensare all’inquietante traduzione dell’operaio. Ini è un uomo superstizioso, ci disse Fairfax alzando il bicchiere. Mi sarei anzi preoccupato se non ci avesse raccontato una profezia catastrofica. Jane fece una risata. Non preoccupatevi, signori, disse. L’unico ostacolo che ci possa fermare è il Ministero delle antichità!

    Quando ci ritirammo per la notte, bussai alla porta di Holmes per vedere come stesse. Avvertivo un lieve dolore allo stomaco dopo il pranzo, oltre che un senso di vertigini. Entri, Watson. Holmes era al microscopio. Quando preparò i bagagli in Inghilterra, l’aveva accuratamente avvolto in carta velina per assicurarsi che non si rompesse durante il viaggio. Il fez, contenente solo la metà della sabbia che aveva raccolto, era posato sul tavolino. Cosa sta facendo? Glielo chiesi mentre mi sedevo sul suo letto. Esaminando la sabbia nella tomba, Fairfax si è velocemente introdotto all’interno calpestando tutta l’area; ho tuttavia ragione di ritenere che questo campion non lo sia.

    Sospetta di lui?

    Sospetto che stia cercando di raggirare il Ministero delle antichità. Non è un caso che una tomba sia stata improvvisamente ‘scoperta’ subito dopo il nostro arrivo? Anche Holmes sembrava un po’ malmesso. Si chiariva continuamente la gola, come un gatto che abbia ingoiato del pelo, e si notava del sudore brillare sulla parte posteriore del collo. Finalmente anche lui avvertiva il calore. Mi lamentai mentre mi stendevo sul letto, troppo esausto per alzarmi. Ha scoperto qualcosa? Non ero più sveglio quando Holmes rispose.

    Quando mi svegliai, mi ritrovai disteso sul letto e Holmes sopra il tavolo dopo avere spostato il microscopio. Lo stomaco non mi faceva più male e pure il calore era scomparso, tuttavia non mi sentivo a posto. Doveva essere stata colpa di quello che avevamo mangiato. Non avevo notato farmaci nella valigia di Holmes, pertanto dubitavo che avesse preso qualcosa per dormire. Holmes! Lo scossi e il mio amico si sfregò gli occhi. Ah, buongiorno John! Se non ci affrettiamo, ci perderemo la scoperta del sarcofago. Si alzò, sentendosi molto meglio di me e mi spinse in camera mia perché potessi cambiarmi.

    Si erano affollate parecchie persone per vedere la tomba. Holmes e io ci

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