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Denaro falso
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E-book125 pagine1 ora

Denaro falso

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Info su questo ebook

La storia è divisa in due parti: nella prima la falsificazione di un titolo di credito di piccolo valore, fatta da due studenti, innesca una catena di eventi che coinvolgono decine di altre persone, con conseguenze sempre più gravi; nella seconda parte viene offerta una possibilità di redenzione alla maggior parte dei protagonisti superstiti.

"Denaro falso" è stato giudicato un racconto-pamphlet, una requisitoria contro il denaro, inteso come strumento di corruzione individuale e sociale. Contro il potere del denaro, Tolstòj auspica un ritorno a forme sociali premoderne che ricordano le utopie

russoiane.
LinguaItaliano
Data di uscita12 giu 2019
ISBN9788831625289
Denaro falso

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    Denaro falso - Lev N. Tolstoj

    INDICE

    DENARO FALSO

    Lev Tolstoj

    Opere principali

    Denaro falso

    Trama

    Genesi dell’opera

    Critica

    Edizioni

    Originali

    Traduzioni in lingua italiana

    Adattamenti

    Bibliografia

    Note

    DENARO FALSO

    Parte prima

    I

    II

    III

    IV

    V

    VI

    VII

    VIII

    IX

    X

    XI

    XII

    XIII

    XIV

    XV

    XVI

    XVII

    XVIII

    XIX

    XX

    XXI

    XXII

    XXIII

    Parte seconda

    I

    II

    III

    IV

    V

    VI

    VII

    VIII

    IX

    X

    XI

    XII

    XIII

    XIV

    XV

    XVI

    XVII

    XVIII

    XIX

    XX

    Note

    Lev N. Tolstoj

    Denaro falso

    (1903-1905)

    Traduzione della Duchessa d’Andria

    Il presente ebook è composto di testi di pubblico dominio.

    L’ebook in sé, però, in quanto oggetto digitale specifico,

    dotato di una propria impaginazione, formattazione, copertina

    ed eventuali contenuti aggiuntivi peculiari (come note e testi introduttivi), 

    è soggetto a copyright. 

    Edizione di riferimento: Denaro falso (1903-1905) / Lev N. Tolstoj; traduzione della duchessa d’Andria. - Milano: Linea d’ombra, 1990. - 108 p. ; 20 cm. – (Aperture; 1). 

    Traduttore: Duchessa d’Andria (Enrichetta Carafa Capecelatro, Torino, 12 settembre 1863 – Napoli, 5 marzo 1941. È stata una poetessa, scrittrice e traduttrice italiana. 

    La traduzione che riproponiamo

    è quella delle edizioni Slavia, Torino 1931,

    dove il racconto è apparso con il titolo La cedola falsa,

    all’interno del volume Come perisce l’amore.

    Immagine di copertina: opera di Vladimir Makovsky (1846–1920). Immagine di pubblico dominio: 

     https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Ночлежники._1889_год._В._Е._Маковский.jp

    Elaborazione grafica: GDM, 2019.

    Lev Tolstoj

    Lev Nikolàevič Tolstòj, (Jàsnaja Poljana, 9 settembre 1828 – Astàpovo, 20 novembre 1910), è stato uno scrittore, filosofo, educatore e attivista sociale russo.

    Divenuto celebre in patria grazie ad una serie di racconti giovanili sulla realtà della guerra, il nome di Tolstoj acquisì presto risonanza mondiale per il successo dei romanzi Guerra e pace e Anna Karenina, a cui seguirono altre sue opere narrative sempre più rivolte all’introspezione dei personaggi ed alla riflessione morale. La fama di Tolstoj è legata anche al suo pensiero pedagogico, filosofico e religioso, da lui espresso in numerosi saggi e lettere che ispirarono, in particolare, la condotta non-violenta dei tolstoiani e del Mahatma Gandhi.

    Opere principali

    Denaro falso

    Denaro falso  è un racconto in due parti di Lev Tolstòj, ideato alla fine degli anni ottanta del XIX secolo, composto non prima del 1904 e pubblicato postumo nel 1911.

    Trama

    Il racconto è diviso in due parti: nella prima la  falsificazione di un titolo di credito di piccolo valore, fatta da due studenti, innesca una catena di eventi che coinvolgono decine di altre persone, con conseguenze sempre più gravi; nella seconda parte viene offerta una possibilità di redenzione alla maggior parte dei protagonisti superstiti.

    Prima parte. Mìtja, uno studente ginnasiale di quindici anni, deve restituire sei rubli a un suo amico. Poiché suo padre gli nega un anticipo sulla paghetta mensile, Mìtja si rivolge a Màchin, un altro suo compagno di scuola con precoce tendenza alla dissolutezza; costui gli suggerisce di impegnare l’orologio e falsificare poi la cedola del monte dei pegni. Mitja impegna il suo orologio, mette poi un 1 davanti alla cifra di 2,50 rubli sulla cedola e, con l’aiuto di Màchin, utilizza la cedola falsificata per acquistare in un negozio di prodotti fotografici una cornice del valore di 1,50 rubli; e ottenere da Màrja Vasìljevna, la moglie fiduciosa e ingenua del proprietario Jevghènij Michàjlovic, undici rubli di resto. Jevghènij Michàjlovic, accortosi del falso, utilizza fraudolentemente la cedola falsificata per acquistare della legna da Ivàn Mirònov, un povero contadino. Accusato di aver spacciato una cedola falsificata, Mirònov indica alla polizia colui che gliel’aveva rifilata; ma Michàjlovic, grazie anche alla falsa testimonianza del portiere Vasìlij da lui corrotto, lo denuncia per calunnia e Mirònov viene condannato. Avendo appreso quali vantaggi possano derivare dalle azioni disoneste, Vasìlij inizia a compiere piccoli furti e perde il lavoro. Anche Ivàn Mirònov, il quale da queste vicissitudini ha ricavato la morale che «tutti i signori vivono solamente derubando il prossimo», col corollario che «i signori meritano di essere derubati». si dedica al furto ai danni di proprietari e di mercanti. Mirònov viene identificato come autore di un furto di cavalli ai danni di Pjotr Nikolàjevic Sventìtskij, un ricco imprenditore agricolo; viene inseguito e ucciso da Stjepàn Pelaghèjuskin, un dipendente di Sventìtskij. Pelaghèjuskin viene condannato a una breve detenzione. Pjotr Nikolàjevic, in precedenza orgoglioso di non aver mai oppresso i contadini, subisce un cambiamento nel carattere dopo i furti subiti: divenuto diffidente e rigido sarà ucciso dai suoi contadini durante un tumulto. L’uccisione di Sventìtskij spinge le autorità a imprigionare ingiustamente Tjùrin, uno studente socialista; la sua compagna Turcjàninova cercherà di vendicarlo preparando un attentato contro un ministro, ma finirà anch’essa in prigione. A sua volta, uscito di prigione, Stjepàn Sventìtskij si dedica a furti e omicidi; durante una rapina Stjepàn uccide anche Màrja Semjònovna, una donna generosa e mite la quale cercava di mettere in pratica le Beatitudini evangeliche e che, assalita da Sventìtskij, si preoccupa del suo assalitore.

    Seconda parte. Sventìtskij, pentito dell’uccisione di Màrja Semjònovna, si costituisce. In carcere, ossessionato dai rimorsi, Sventìtskij tenta di uccidersi; viene poi messo in cella con Vasìlij, condannato di nuovo per furto, e Cjùjev, un cristiano evangelico non violento, che si era convertito in seguito all’esempio di Màrja Semjònovna, ma era stato incarcerato per l’intervento del clero ortodosso. Anche Sventìtskij si converte: si prodiga per aiutare gli altri reclusi, si sforza di leggere il Vangelo e infine si dedica anch’egli alla predicazione delle Beatitudini. Sventìtskij converte Machòrkin, un ergastolano il quale aveva agito come boia nelle esecuzioni capitali; Machòrkin dichiara che non ucciderà più e, nonostante le minacce, rifiuta di giustiziare i due contadini condannati a morte per l’uccisione di Sventìtskij. L’inchiesta sul comportamento di Machòrkin viene affidata a Màchin, l’ex ginnasiale scapestrato e ora giudice istruttore. Màchin racconta le vicende di Sventìtskij e di Machòrkin a Lìza Jeròpkina, una giovane ereditiera che il magistrato corteggia. Affascinata anch’essa da Màrja Semjònovna, Lìza decide di regalare i suoi beni ai poveri; l’ardore religioso della giovane donna convertirà il monaco Isidoro il quale inizierà a predicare l’amore universale con accenti di singolare sincerità. Con l’aiuto di Sventìtskij, Natàlja Ivànovna, la vedova di Pjotr Nikolàjevic, scrive una supplica allo zar perché conceda la grazia ai due contadini condannati per l’assassinio del marito. Lo zar rifiuta con leggerezza. Il monaco Isidoro, chiamato a corte grazie alla fama di predicatore, tuonerà davanti allo zar contro la pena di morte; sarà poi punito dai suoi superiori. Vasìlij evade dal carcere; ruberà ai ricchi per donare il bottino ai poveri. Aiuterà economicamente anche Jevghènij Michàjlovic e Màrja Vasìljevna, in difficoltà economiche, accompagnando il dono con una lettera in cui scrive: «Nel Vangelo è detto: rendi bene per male. Voi mi faceste molto male con la cedola e io danneggiai grandemente il contadino, ed ecco, ora io ho pietà di te». Infine, Mìtja Smokòvnikov, colui che anni prima aveva falsificato la cedola e ora è ingegnere minerario in Siberia, incontra l’ergastolano Sventìtskij: si converte anch’egli e si propone di cambiar vita («decise di servire il popolo come sapeva»).

    Genesi dell’opera

    Un primo abbozzo di questo racconto è contenuto in un abbozzo del settembre 1886 col titolo provvisorio Racconto del ricco Mitaša. La cedola compare nell’elenco delle opere incompiute nel Diario del 14 novembre 1897. Il 6 ottobre 1902 iniziò a correggere e completare. Nelle versioni non definitive sulle spalle dei personaggi comparivano dei piccoli diavoli-sosia, i quali

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