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Viaggio nell’inquietudine
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E-book81 pagine1 ora

Viaggio nell’inquietudine

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Viaggio nell'inquietudine: Stress, lavoro e i segnali di una incipiente instabilità psichica spingono il protagonista - appassionato conoscitore del pensiero dello scrittore portoghese Fernando Pessoa - a compiere un Viaggio nella città di Lisbona alla ricerca di se stesso. Ad accompagnarlo in questa sua profonda e pericolosa missione si unisce la dolce figura di Anna, donna evanescente e fiabesca, semplice e silenziosa ma con una grossa carica di umanità e di realismo. La ricerca si conclude felicemente ma nuove Inquietudini attendono i due protagonisti di questo fantastico viaggio attraverso le strade di Lisbona, fra tramonti, nebbie e pioviggini ma con lo sguardo proteso su Napoli.
LinguaItaliano
Data di uscita31 mag 2019
ISBN9788830606968
Viaggio nell’inquietudine

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    Viaggio nell’inquietudine - Francesco Bisesti

    NuoveVoci

    STRADE NARRATIVA

    Francesco Bisesti

    Viaggio nell’inquietudine

    © 2019 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    www.gruppoalbatros.com - info@gruppoalbatros.com

    ISBN 978-88-567-9989-7

    I edizione maggio 2019

    Finito di stampare nel mese di maggio 2019

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa

    Viaggio nell’inquietudine

    Alla mia piccola Chloe

    INTRODUZIONE

    A volte può nascere il bisogno di scrivere per chiarire a se stessi alcuni aspetti della propria personalità rimasti a lungo oscuri e sconosciuti.

    Tutto può avere origine da un episodio, o magari da una sensazione, che ha scatenato timori mai provati prima o comunque tali da suscitare in noi inattese inquietudini che è bene affrontare senza paura. Qualcuno ci ha magari accusato di avere una doppia personalità, forse anche più di due, e questo può bastare a farci sentire responsabili di quella che in buona parte dell’umanità è, di fatto, una cosa del tutto normale. L’animo umano, poiché sensibile, è delicato e vulnerabile e la sua vulnerabilità è tanto più elevata quanto maggiori sono le difficoltà nel metabolizzare ciò che ci finisce dentro in dipendenza di quanto gli ruota intorno e delle sensazioni che, inconsapevolmente, finiscono con l’essere immagazzinate sovrapponendosi l’una all’altra.

    È un problema interpretativo, o più semplicemente un dubbio stupido, quello che, a volte, può spingerci a dover frugare in noi stessi per approfondire la natura e l’essenza del proprio io in specie quando, a complicare i già precari equilibri della psiche, si aggiungono fattori esterni quali possono essere lo stress, il dolore, la noia e la solitudine. Sono poi questi a far scattare quei meccanismi di controllo che ci spingono a ricercare la verità dal nostro interno fino a trasformarci in psicologi di noi stessi.

    Purtroppo l’introspezione non è sempre facile. Si procede talvolta per tentativi, talaltra per esperienze vissute ma anche fidandosi delle sensazioni. Tuttavia queste ultime sono spesso fallaci, in grado perfino di disorientare la nostra ricerca portandoci ad alterarne i risultati, fino al punto di farci sentire effettivamente colpevoli di fronte a quella improvvida accusa.

    L’importante è mantenere la calma e non disperarsi. Esiste, per fortuna, un mondo fatto di persone che, se riusciamo a non trascurare mettendolo da parte, può venirci incontro e aiutarci a capir meglio chi siamo. La depressione, infatti, può nascere proprio da qui: dall’esclusione degli altri dalla nostra vita e dall’inevitabile isolamento che ne può conseguire, confidando nella possibilità di riuscire, da soli, a risolvere le nostre piccole crisi esistenziali.

    Anzitutto, non bisogna mai rinunciare ai propri sentimenti e alle proprie passioni, che finiscono prima o poi col coinvolgere il prossimo ma può risultare importante rendersi conto che anche la lettura di un libro, come la compagnia di un amico o l’amore filiale, possono invece portarci ad evitare i rischi di una crisi depressiva.

    Qualcuno potrà eccepire che la lettura di un libro non necessariamente implica il coinvolgimento di altre persone potendosi realizzare, come di solito accade, in perfetta solitudine. Ma anche un libro può simbolicamente rappresentare un amico, come il suo stesso autore. Per tornare al caso specifico, confrontarsi con uno scrittore come Fernando Pessoa, tipico esempio di uomo dalle molteplici personalità, può addirittura agevolarci nel compito di far luce in noi stessi e scoprire chi veramente siamo. Se siamo uno o nessuno, se amiamo o abbiamo quantomeno la capacità di provare l’amore, se siamo torvi e cupi per una forma propria del nostro carattere o, piuttosto, perché torvi e cupi sono i pensieri, e le preoccupazioni, che affollano in quel momento la nostra mente. È qui che si scopre quanto amico possa essere un autore nel darci una mano a capire perfino noi stessi liberandoci da inutili ansie.

    Se affrontato in maniera critica, un Pessoa per amico può fare la differenza, aiutandoci ad avere la percezione di noi stessi come nel rischiarare quella parte dell’anima rimasta a noi sconosciuta ed oscura per chissà quanto tempo.

    Se, nel tentativo di approfondire il pensiero del nostro scrittore amico si decide poi di compiere un viaggio nei luoghi che avevano contribuito a formarlo e ad influenzarlo attraverso le sensazioni, e perché no anche attraverso i sentimenti, forse si riesce meglio a dirottare su noi stessi i benefici di quella ricerca in apparenza difficile se non addirittura impossibile.

    I know not what tomorrow will bring (Non so cosa porterà il domani); il suo ultimo scritto è nella lingua in cui crebbe e venne educato: l’inglese. Per quanto la tristezza traspaia da ogni angolo del suo essere non si può non trarne motivo di riflessione, non si può non riconoscere in lui quell’amore, inteso come capacità di amare, la cui percezione gli era sempre sfuggita.

    Pur non avendo amato la sua stessa vita, la visse per creare, ma anche questo fu un atto d’amore a ben pensarci. La vita fu per lui un mezzo, un tramite, attraverso il quale riuscire ad esprimersi con più voci: quella di Álvaro de Campos, di Alberto Caeiro, di Ricardo Reis, di Bernardo Soares.

    Val la pena di ascoltarle tutte in stereofonia lasciando che quel meraviglioso concerto ci avvolga e ci travolga ma senza farci perdere alcun contatto con la realtà.

    NOTA DELL’AUTORE

    Ci sono storie annunciate che poi magari finiscono con l’esser dimenticate ed altre che si possono raccontare poiché, dopo l’annuncio, si materializzano sotto i nostri occhi rendendoci spettatori o addirittura protagonisti di fatti ed eventi che attraversano la nostra esistenza.

    Questo Viaggio appartiene a tale ultima categoria e potrebbe iniziare con quella stessa domanda che fu l’incipit di un celebre romanzo di André Breton: Chi sono io?

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