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Le mie vie senza tempo. Una voce libera per un'epoca che cambia
Le mie vie senza tempo. Una voce libera per un'epoca che cambia
Le mie vie senza tempo. Una voce libera per un'epoca che cambia
E-book268 pagine2 ore

Le mie vie senza tempo. Una voce libera per un'epoca che cambia

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Info su questo ebook

Una piccola luce dal varco delle coscienze, un messaggio ad una umanità al bivio tra libertà e regressione, alla ricerca dei significati ultimi dell’esistenza.
Il sentimento delle cose giuste, intrise di verità. Uno dei più bei messaggi del libro, nati dal progetto radiofonico “FUTURA”, il desiderio che un giorno i bambini possano chiedere alle loro madri: “cosa ERA la ’ndrangheta?”, “cosa era l’emigrazione?”, “cosa era il Femminicidio?” e che nella loro vita torni ad esistere la parola FUTURO. E la parola Umanesimo. E la parola Rinascimento.

Un libro che si annusa, si gusta, tra realtà e racconto, tra autobiografia e saggio; destinato ad un lettore sensibile, assetato di un sapere autentico, un lettore non solo che ama riflettere ma empatico, capace ancora di abbandonarsi al Sentire. Un lettore pronto a farsi scuotere, animare da ciò che troverà nel viaggio. Un lettore al quale, senza volerlo, accadrà di identificarsi con i valori antichi e nuovi e con i sentimenti e che avvertirà, leggendo, di respirare il cambiamento epocale in atto.  

Un invito, quello dell’autrice, a mantenere sempre in noi la Sete indomita e la capacità di “Saper Vedere”, di “Sentire” la Bellezza, e a non chiudersi a riccio nei nostri orticelli.

Dalla Prefazione di Giovanni Cacia
 
LinguaItaliano
Data di uscita29 lug 2019
ISBN9788868228248
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    Le mie vie senza tempo. Una voce libera per un'epoca che cambia - Danila Porta

    DANILA PORTA

    LE MIE VIE SENZA TEMPO

    Una voce libera per un’epoca che cambia

    Proprietà letteraria riservata

    © by Pellegrini Editore – Cosenza – Italy

    Edizione eBook 2019

    Via Camposano, 41 (ex via De Rada) – 87100 Cosenza

    Tel. (0984) 795065 – Fax (0984) 792672

    Sito internet: www.pellegrinieditore.com

    E-mail: info@pellegrinieditore.it

    I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.

    Ai miei genitori

    Isabella Russo e Antonio Porta

    Prefazione

    Parlare di Danila Porta è arduo.

    Per semplificare potremmo dire che è un’attrice, presentatrice di nomi noti e meno noti dello spettacolo e della letteratura, combattente volontaria sul fronte della difesa dei diritti delle donne, voce libera di chi ha a cuore la Bellezza.

    La Danila Porta artista emerge spesso nel libro, nel senso che avvertirete spesso la sensazione che chi scrive sia una donna senza confini e che, proprio per questo, non dà confini agli altri.

    Emerge subito, conoscendola, la sua singolarità ma anche etichettarla solo come autrice sarebbe alquanto superficiale, basti pensare che nelle sue tante vite ha conseguito una laurea in ingegneria e ha seguito i lavori per il restauro di un famoso castello calabrese.

    Quando l’ho conosciuta ho avvertito subito che Lei è in nessun luogo, e che è intellettualmente inafferrabile, indescrivibile, che è una persona senza tempo, una pluralità, un prisma di sfaccettature dietro un inimitabile senso artistico che qui, solo in parte, si concretizza nell’opera.

    Io stesso nei miei scambi artistici con Lei traggo ogni volta spunto per migliorare la consapevolezza del mio vivere. Vale a dire che la percepisco come una involontaria Guaritrice di Anime.

    Per cui al lettore dico che si troverà tra le mani l’opera di una scrittrice di Calabria, ma che in realtà è una donna cosmopolita; la sua frequentazione con persone di varie parti del mondo, i suoi viaggi, le sue letture fuori schema, la rendono una scrittrice completa e trasversale, poliedrica, controversa ma sempre limpida e onesta verso il lettore che lei considera degno di ogni pur scomoda verità.

    È più facile dire cosa non è quest’opera.

    Non è un manuale di vita, non ci sono istruzioni per l’uso buone per tutti ma il libro va maneggiato con cura perché contiene Volontà e non solo Speranze, contiene Sogni e i sogni vanno trattati con guanti gialli.

    Non dà ricette ma addita percorsi, strade da ripercorrere, e strade mai battute, bivi che aprono a nuovi destini una umanità smarrita e senza bussole.

    Il libro non ha risposte a tutto ma fa domande, ci costringe a interrogarci, ci offre innumerevoli spunti per guardarci dentro.

    Ogni tanto vi imbatterete in nuvole di poesia, perché il libro è anche questo, un Libro d’Amore.

    Un testo biofilo, sentimentale, terapeutico, ma non troverete nessuna melassa, anche se l’autrice tratta molti dei suoi personaggi con ruvida dolcezza. Un libro scritto insomma da una donna di cuore.

    Nel libro IL BELLO non si materializza mai come oggetto ma vive nei soggetti, nelle persone, nelle loro storie, nei loro drammi, nei loro sogni.

    Un invito dunque a un nuovo battesimo, come dire che qualcosa nelle nostre esistenze sta per finire e qualcosa sta per iniziare.

    È un testo che profuma di Verità, a volte di Innocenza. Si parla di Umano Sentire, di Giustizia Sociale, di Alchimia, di Mistero, di Scienza, di Bellezza ma si va anche ad altri temi.

    Un libro che si annusa, si gusta, tra realtà e racconto, tra autobiografia e saggio: il percorso di un’Anima Libera.

    L’opera è in movimento, è animata dalla stessa passione che anima Danila Porta quando, leggendo in pubblico dei versi, li trasfigura e persino il poeta sente sublimare in arte il suo testo, lo sente divino, trasfigurato.

    LE MIE VIE SENZA TEMPO è energia, è la forza straordinaria di un’autrice che quella energia la indossa e che nel libro esplora i tanti rami dello scibile con spirito libero e liberante. Lo fa con le armi del femminile che l’autrice auspica possa divenire sentimento patrimonio del mondo, quindi lo declina anche al maschile, col coraggio della mitezza, della indulgenza e della tenerezza.

    Un testo anfibio dunque, dalla doppia vita, ma mai equivoco, destinato a un lettore sensibile, assetato di un sapere autentico, un lettore non solo che ama riflettere ma empatico, capace ancora di abbandonarsi al Sentire. Un lettore al quale, senza volerlo, accadrà di identificarsi con i valori antichi e nuovi e con i sentimenti e che avvertirà, leggendo, di respirare il cambiamento epocale in atto.

    Molti paragrafi hanno la scorrevolezza di un testo sentito, vissuto sulla propria pelle, una intelligenza del cuore da mettere al servizio dell’Umano. Altri apparentemente sembrano rallentare la lettura perché ci invitano alla riflessione. Ma poi riprendono a scorrere e come un fiume ci conducono verso il mare senza mai farci stagnare in una palude.

    È un’opera nata dal cuore e il cuore non può non avere come oggetto la Grande Bellezza.

    Molte delle pagine del libro sono pertanto dedicate a questo tema, ma ne è intriso ogni capitolo. Bisogna meritarsela la Bellezza, sembra additarci l’autrice, ma perché ci salvi dobbiamo lottare con l’esempio per salvarla noi dalla indifferenza, dal malaffare, dalla disonestà intellettuale, dal cinismo ottuso che non ha mai generato vita, dalla sottocultura e dal vittimismo strisciante, dalla palude degli egoismi.

    La lettura delle interviste farà piacere a persone adulte per riscoprire e rivivere i valori che sente passati e ai giovani perché possano sentire l’esempio di persone che credono nell’uomo, nei valori sociali pur nella deriva valoriale di una epoca in trasformazione. Un libro dunque capace di non fare sentire escluso alcun lettore.

    Troverete conversazioni e riflessioni su visioni del futuro prossimo venturo, spunti di aiuto a orientarsi in un universo senza padri e senza bussole.

    L’avvenire, ci fa comprendere il libro, appartiene a chi è consapevole che il nostro futuro possiamo costruircelo senza pessimismi.

    Certo la speranza da sola non basterà a cambiare perché ha un senso quando è progettuale, meglio dunque sporcarsi le mani entrando nei meccanismi della vita anziché avere mani vuote o la paralisi delle coscienze o restare equidistante, indifferente. Solo così ci potrà essere un nuovo Rinascimento, un Umanesimo davvero a misura d’uomo, ristabilendo il primato del bello sul non vero, mettendo i valori al posto del vuoto, fiori al posto di pietre.

    Forse un’epoca sta finendo e una è già iniziata e la riconosceremo solo quando sarà compiuta. Solo poche anime sensibili, profetiche, la annusano nel suo sbocciare, e questo libro è un invito a riscrivere non solo la nostra storia personale ma quella del nostro essere liberi di vivere questo momento che arriva, in armonia col suo profondo significato.

    Una piccola luce dal varco delle coscienze, un messaggio a una umanità al bivio tra libertà e regressione, alla ricerca dei significati ultimi dell’esistenza.

    Il sentimento delle cose giuste, intrise di verità. Questo mi sembra uno dei messaggi più belli del libro, nati dal progetto FUTURA di Porta, il desiderio che un giorno i bambini possano chiedere alle loro madri: cosa era la ’Ndrangheta?, cosa era l’Emigrazione?, cosa era il Femminicidio? e che nella loro vita torni a esistere la parola FUTURO. E la parola Umanesimo. E la parola Rinascimento.

    Bisogna ascoltarla la vita, sembra dirci Porta, chi ha sensibilità d’animo impara ad accettare la sofferenza finché non diviene fuoco d’amore, camino acceso. È allora che diventa cambiamento, consapevolezza; non è santità né follia della croce, è solo una prerogativa dei poeti d’anima... di chi ha rispetto verso tutto ciò che possa farci restare umani… liberi dentro. E veri.

    Ora il Destino di questo libro non è più nelle mani dell’autrice, è una bottiglia fluttuante nel mare, un veliero nel vento.

    Buon viaggio dunque a questo vascello con le vele spiegate, al coraggio necessario per scegliere liberamente il proprio Destino.

    Ah, dimenticavo... sentirete molto parlare di questo libro e della sua autrice e, son certo, la incontrerete... perché Danila Porta non vive solo dietro una tastiera, le sue Vie senza Tempo vi raggiungeranno presto.

    Con ogni tempo.

    Giovanni Cacia

    Introduzione

    … e se sarà una femmina si chiamerà Futura così canta Lucio Dalla nella canzone Futura, scelta come colonna sonora per la mia trasmissione radiofonica.

    Perché scelsi Futura? Forse perché il futuro è donna e credo che l’umanità abbia bisogno del contributo del femminile per potersi evolvere. La nostra società è strutturata al maschile; questo non significa che nel suo ambito non contempli la presenza di donne, ma i meccanismi di gestione e funzionamento si basano sulla struttura maschile del pensare ed è per questo che urge il contributo del femminile per poter riequilibrare il tutto.

    Se vogliamo dare una connotazione affettiva al nome Futura è stato scelto anche per lasciare indelebile il ricordo di un sentimento di amicizia provato nel periodo in cui si presentava la possibilità di esprimermi con il mezzo radiofonico. Questo sentimento, che presenta le diverse sfumature dell’amore che appartengono all’umano, difficile da trovare in un unico rapporto, ha rafforzato in me l’entusiasmo e il desiderio di credere che tutto sia possibile se solo lo si voglia veramente. La gioia, mista al dolore che porta con sé il cambiamento indotto, a volte imprevisto e repentino che la vita ti costringe ad affrontare, è stato uno stimolo a sentirmi produttiva e più sensibile verso le tematiche sociali e psicologiche verso le quali già da tempo percepivo una certa predisposizione avendo approfondito la materia con letture specifiche.

    Se il dolore e la sofferenza, così come nel travaglio, sono utili a partorire nuovi pensieri, nuovi modi di essere e la possibilità di guardare al mondo con nuovi occhi, portando i frutti di questo nuovo essere, benedico allora il dolore che, alternato all’entusiasmo nel riscoprire la vita, mista alle delusioni che la conoscenza della stessa a volte comporta, ha fatto sì che scrivessi uno dei periodi più significativi della mia vita.

    … Credere negli esseri umani che hanno il coraggio di esseri umani…, canta Mengoni. Spinta, così, dall’interesse per l’umano, decisi di realizzare una trasmissione inconsueta rispetto a quelle ascoltate in altre radio, una trasmissione che non guardasse ai fatti esterni che accadono al di fuori di noi, ma che andasse a scrutare all’interno, nella natura intima dell’uomo, nelle sue paure, nei suoi lati ombra e nei silenzi inspiegabili dai quali a volte fuggiamo preferendo rimanere frastornati dal rumore quotidiano.

    È proprio dando importanza al silenzio per percepire la parte più autentica di noi che può avvenire una trasformazione della situazione sociale attuale. Ho ritenuto utile partire dalla conoscenza più profonda dell’umano per spingere a un cambiamento poiché tutto ciò che ci circonda, e quanto di buono viene realizzato, è una conseguenza di ciò che l’uomo con il suo essere autentico è in grado di realizzare.

    L’essere consapevole può realizzare quella trasformazione utile nel sociale poiché è un essere che, partendo da sé, costruisce con gli altri e per gli altri. Importanza è stata data inoltre nel corso delle puntate, al valore del gruppo, al valore dell’unione che non rappresenta uno schieramento contro qualcuno o qualcosa, ma l’unione è reale e non si sfalda se ha come fine l’amore e il costruire. Un gruppo che non vede nessuno escluso e si arricchisce del valore dei singoli componenti.

    … Chissà chissà domani su che cosa metteremo le mani…, decisi così di intitolare la mia trasmissione Futura, con la speranza in un futuro migliore in un’epoca di cambiamenti: di crisi sociale, politica, economica e di fede. Se consideriamo la crisi come opportunità di cambiamento i miei contenuti avrebbero potuto rappresentare un tassello per un’evoluzione sociale futura.

    La speranza ha rappresentato l’elemento propulsivo nel lanciare i miei messaggi in radio e la visione positiva dell’oggi e quindi del domani, è stato l’elemento caratterizzante, cercando di utilizzare nella comunicazione le forze del cuore insieme all’amore per il vero e per il giusto, quello che non discrimina e che è scevro da opportunismi e falsi pregiudizi. Indurre l’uomo a diventare sempre più consapevole e capace di autodeterminarsi fondando questo concetto sul principio di libertà inteso come valore da conquistare e da allenare quotidianamente e non come qualcosa che ci è data dalla natura.

    Per rendere possibile tutto ciò è necessaria una grande forza, che spero di aver comunicato agli ascoltatori. Ebbene sì, occorre una grande forza per affermare se stessi in un mondo che tende a schiacciarci attraverso i meccanismi dell’omologazione, in cui viene premiata la sudditanza piuttosto che un pensare libero.

    Il concetto dell’uomo libero è stata la chiave delle mie puntate per un cambiamento sociale positivo[1], in cui il concetto di libertà non deve essere scambiato con quello di libertinaggio. La libertà intesa come valore fondamentale per l’uomo che vuole diventare artefice della propria vita, per capire che quella sensazione di gabbia, che spesso si avverte, è solamente una nostra percezione. Leggendo i versi dello scrittore tedesco Albrecht Haushofer in Liberi dalle Catene è possibile comprendere che esistono catene più difficili da sciogliere di quelle fisiche. E sono quelle interiori.

    Tentare di liberare l’uomo dalle sue catene è un’impresa ardua soprattutto se continua a dare colpa all’esterno, fino a che non capisce che in primis dovrebbe liberarsi dai suoi pregiudizi e condizionamenti morali e sociali. Tuttavia esiste un luogo inviolabile, dove siamo liberi e in cui nessuno può entrare, come si evince nei versi della poetessa Joumana Haddad in Sono una donna:

    ... Hanno costruito per me una gabbia affinché

    la mia libertà

    fosse una loro concessione

    e ringraziassi e obbedissi.

    Ma io sono libera prima e dopo di loro,

    con loro e senza di loro

    sono libera nella vittoria e nella sconfitta.

    ... e il mio desiderio non riusciranno mai a domare.

    Sono una donna.

    Credono che la mia libertà sia di loro proprietà

    e io glielo lascio credere

    e avvengo.

    Guardare al cambiamento come evoluzione e non come involuzione è stato questo un mio tentativo avendo affermato in diverse interviste che la donna è la vera portatrice del cambiamento a livello sociale e in ogni ambito grazie alla sua forza e al suo coraggio.

    Le donne sono più coraggiose degli uomini ha detto Papa Francesco nell’udienza generale di mercoledì 25 gennaio 2017 in Vaticano, forse perché si affidano a quel lato sconosciuto di sé e riescono a trarre forza da questo luogo misterioso.

    Ampio spazio è stato dato, dunque, al tema della donna. La discriminazione di genere e la violenza sulla donna rappresentano aspetti che sento fortemente, pertanto ho cercato di realizzare una campagna di divulgazione che desse alle donne la possibilità di emanciparsi da vecchi stereotipi e di acquistare piena consapevolezza delle proprie capacità e dei propri diritti. Il tema della donna è stato esteso anche alla situazione internazionale, in particolare alla condizione della donna in alcuni stati del Medio Oriente e dell’Africa come la Siria e il Sudan, reso possibile dal confronto diretto con donne di queste nazionalità o

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