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Marketing internazionale: Commercio estero e internazionalizzazione
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E-book105 pagine54 minuti

Marketing internazionale: Commercio estero e internazionalizzazione

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Info su questo ebook

La globalizzazione dei mercati ha aperto una nuova frontiera all’economia e al commercio tra quelli che abbiamo considerato, per decenni, paesi ricchi e paesi poveri: nazioni in via di sottosviluppo, in via di sviluppo e sviluppati. Ora queste distinzioni iniziano a perdere di significato. Paesi un tempo ricchi registrano oggi crescite minimali, mentre quelli che erano in via di sottosviluppo e in via di sviluppo registrano annualmente crescite sempre più elevate, a volte superiori a un Pil del 10%. Se i paesi maggiormente sviluppati non si renderanno che la crescita dei paesi in via di sviluppo è un’opportunità anche per loro, rischieremo che il necessario processo di innovazione tecnologica e finanziaria non decolli nei tempi dovuti. È, quindi, necessario che i paesi ricchi prendano coscienza della necessità di avviare una nuova politica internazionale, basata su un’azione di marketing che sia in grado di superare il vecchio concetto di commercializzazione con l’estero e avvii processi d’internalizzazione sui mercati mondiali.
LinguaItaliano
Data di uscita5 ago 2019
ISBN9788834166017
Marketing internazionale: Commercio estero e internazionalizzazione

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    Anteprima del libro

    Marketing internazionale - Alberto Cavicchi

    DIGITALI

    Intro

    La globalizzazione dei mercati ha aperto una nuova frontiera all’economia e al commercio tra quelli che abbiamo considerato, per decenni, paesi ricchi e paesi poveri: nazioni in via di sottosviluppo, in via di sviluppo e sviluppati. Ora queste distinzioni iniziano a perdere di significato. Paesi un tempo ricchi registrano oggi crescite minimali, mentre quelli che erano in via di sottosviluppo e in via di sviluppo registrano annualmente crescite sempre più elevate, a volte superiori a un Pil del 10%. Se i paesi maggiormente sviluppati non si renderanno che la crescita dei paesi in via di sviluppo è un’opportunità anche per loro, rischieremo che il necessario processo di innovazione tecnologica e finanziaria non decolli nei tempi dovuti. È, quindi, necessario che i paesi ricchi prendano coscienza della necessità di avviare una nuova politica internazionale, basata su un’azione di marketing che sia in grado di superare il vecchio concetto di commercializzazione con l’estero e avvii processi d’internalizzazione sui mercati mondiali.

    SINOSSI

    A mio nonno Torquato, detto Berto,

    e a mia nonna Aidé i quali, della mia vita,

    hanno fatto un’oasi si serenità e amore.

    Nell’attesa di re-incontrarci… un giorno.

    La globalizzazione dei mercati ha aperto una nuova frontiera all’economia e al commercio tra quelli che abbiamo considerato, per decenni, paesi ricchi e paesi poveri: nazioni in via di sottosviluppo, in via di sviluppo e sviluppati. Ora queste distinzioni iniziano a perdere di significato. Paesi un tempo ricchi registrano oggi crescite minimali, mentre quelli che erano in via di sottosviluppo e in via di sviluppo registrano annualmente crescite sempre più elevate, a volte superiori a un Pil del 10%.

    Nel frattempo l’Europa e il bacino del Mediterraneo, considerati per decine di secoli, il centro della crescita economica e dello sviluppo sociale, lo sono sempre meno. L’area del benessere crescente è oggi quella del Pacifico (impero cinese e oceano indiano). Questo nuovo scenario mette in discussione i rapporti di forza politici, economici e militari. Tant’è vero che gli Usa, considerati l’area della crescita, ora devono fare i conti con il sempre più aggressivo colosso cinese, appoggiato spesso dal rinato nazionalismo russo.

    Tuttavia, il processo di crescita non riguarda più solo le nazioni considerate ricche. Anche in alcune aree africane, asiatiche e latinoamericane stiamo assistendo a un arricchimento che se non è capillarmente diffuso è però crescente. Certo, ancora molto si dovrà fare affinché i governi dei paesi in via di sviluppo possano raggiungere livelli di ricchezza confrontabili con quelli dei maggiori paesi avanzati. Tuttavia, la forbice tra il benessere dei paesi un tempo considerati ricchi e quelli degli emergenti si sta stringendo.

    Se i paesi maggiormente sviluppati non si renderanno che la crescita dei paesi in via di sviluppo è un’opportunità anche per loro, rischieremo che il necessario processo di innovazione tecnologica e finanziaria non decolli nei tempi dovuti. È, quindi, necessario che i paesi ricchi prendano coscienza della necessità di avviare una nuova politica internazionale, basata su un’azione di marketing che sia in grado di superare il vecchio concetto di commercializzazione con l’estero e avvii processi d’internalizzazione sui mercati mondiali.

    INTRODUZIONE

    Lo scenario economico del 2019: opportunità e rischi per il commercio internazionale italiano

    Previsioni economiche per il 2019

    Per comprendere quali potranno essere nell’anno in corso (e in quelli a venire) i risultati e le tendenze del commercio estero italiano è opportuno prefigurare lo scenario economico nel quale saranno chiamate a operare le nostre imprese a partire dall’inizio del 2020 e fino al termine del prossimo quinquennio. Gli studi più recenti e qualificati sono concordi nel sostenere che la crescita economica più accentuata - qualora il conflitto tra i due governi libici (quello di Khalifa Belqasim Haftar in Cirenaica e quello di Fayez al-Sarraj a Tripoli) non sfoci nella guerra civile - sarà proprio quella libica, Lo confermano i dati più recenti, secondo i quali nei prossimi anni la crescita del Pil libico potrebbe superare il 10% all’anno. Tendenza che si configura quale prosecuzione del rimbalzo iniziato nel 2017, anno nel quale il Pil era cresciuto del 45,9%.

    Comunque, se lasciassimo da parte i casi particolari - com’è quello libico - e guardassimo ai paesi che non hanno vissuto una guerra recente, ci accorgeremmo che è l’Etiopia a registrare, nel 2018, la maggiore crescita (+7,5%), seguita dalla Birmania e dall’India (+7,4%). E poi il Bhutan (+7,3%), il Laos e il Bangladesh (+7,2%) e il Ruanda e la Cambogia (+7%). Insomma, stiamo assistendo al boom delle economie dell’Asia meridionale e dell’Africa orientale. Possiamo, dunque, prevedere che il baricentro dello sviluppo economico è (e sarà anche nel prossimo decennio) l’area dell’Oceano Indiano.

    Andamento del Pil nel 2019

    Per quale motivo riteniamo che l’anno in corso (e i prossimi) saranno caratterizzati dalla forte crescita economica dell’area che identifichiamo come bacino dell’Oceano Indiano? In primo luogo, gli studiosi che

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