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Prima del radar
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E-book134 pagine1 ora

Prima del radar

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L'introduzione del radar per la difesa antiaerea in Italia avvenne quando le sorti della Seconda Guerra Mondiale erano già segnate per le nazioni dell'Asse. Sino a quella data iIl territorio nazionale e tutti gli altri possedimenti oltremare si basavano su una struttura militare farraginosa e inefficiente, l'avvicinarsi degli aerei nemici era basato sul rilevamento delle onde acustiche tramite apparati come gli aerofoni e postazioni fisse chiamate Muri e tane d'ascolto. Questa tecnologia militare nata durante la Prima Mondiale fu abbandonata dagli Inglesi nel 1936 mentre in Italia continuò a svilupparsi con Scuole ed una Milizia Armata dedicata. Il saggio racconta la storia dimenticata delle tecniche e degli apparati acustici come gli aerofoni, le tane ed i muri d'ascolto di cui oggi si è persa quasi traccia cancellata dall'inesorabile progresso tecnologico del radar. Questo libro, frutto di una rigorosa ricerca d'archivio e sul campo in Italia, in Grecia ed a Malta, è completato da ricco apparato iconografico e fotografico. Il volume ha il pregio di trattare in modo divulgativo un argomento sinora ignorato dagli stessi specialisti di storia militare.
LinguaItaliano
Data di uscita5 ago 2019
ISBN9788831634199
Prima del radar

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    Anteprima del libro

    Prima del radar - Luciano Alberghini Maltoni

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    Prefazione

    Il presente volume, scritto da Luciano Alberghini Maltoni, rappresenta senza dubbio una pietra miliare nello studio e nel recupero di quella componente della difesa antiaerea, messa a punto dall’Italia alla vigilia del II Conflitto Mondiale, che va sotto il nome di difesa passiva. In modo analitico e ricco di particolari, l’autore descrive il complesso sistema di avvistamento di aerei nemici in avvicinamento, messo in atto dai vari Comandi Militari per la sicurezza nazionale, costituito dagli strumenti, dai manufatti e dall’addestramento del personale preposto al rilevamento dei segnali acustici provenienti dal rumore prodotto dai motori dei velivoli nemici. Anche se vari autori si sono recentemente cimentati nella pubblicazione di diversi saggi su riviste specializzate, relativamente ad argomenti inerenti alla materia in oggetto, nessuno lo ha mai fatto in modo così completo ed esaustivo come Luciano Alberghini Maltoni in questa sua ricerca, condotta in lunghi anni di frequentazione di archivi e siti. Suo è il merito di aver ricondotto lo studio di questa materia ad una visione d’insieme, ad un unico e particolareggiato progetto nel quale la strumentazione, appositamente progettata, e i sistemi adottati dovevano sostituirsi a quelle diavolerie, inventate dagli inglesi, chiamate Radar. Gli studi avviati nel 1933 dall’ing. Ugo Tiberio, un giovane e brillante ufficiale, non riuscirono a vincere la diffidenza dei vertici della Marina Italiana che dovettero aspettare la disfatta di Capo Matapan, nella notte tra il 28 ed il 29 marzo del 1941, imputata all’uso dei radar da parte degli inglesi, per rivalutare l’importanza di dotarsi di strumenti di radiolocalizzazione e quindi finanziare la realizzazione dei primi radar italiani, denominati Folaga e Gufo. Il sistema di avvistamento, messo a punto dai Comandi Italiani prima dell’inizio della guerra, faceva invece leva sul famoso genius loci tipicamente italiano che, attraverso complesse trattazioni fisico-matematiche e sperimentazioni di apposite tecniche acustiche, aveva condotto alla realizzazione di una fitta maglia, distribuita su tutto il territorio nazionale, di stazioni di avvistamento aerofoniche, manufatti in cemento armato di forma parabolica, buche e tane di ascolto, piazzole e aerofoni, postazioni fonografometriche e scuole di addestramento per il personale specializzato. Il consistente apparato fotografico e documentale raccolto e messo insieme da Alberghini, fa di quest’opera un pregevole documento di riferimento non solo per studiosi di Storia Militare, ma anche per studenti e appassionati di fisica sperimentale. In particolare, i Muri di Ascolto, così come tutte le strutture paraboloidi ad esso connesse e ancora oggi sono presenti alcuni esemplari sul territorio, rappresentano dei particolari Exhibit, modelli scientifici con i quali interagire per simulare esperienze fisiche di laboratorio. Ancora oggi, infatti, i Muri di Ascolto di S. Placido Calonerò a Messina e quello dell’isola greca di Leros, grazie alla trattazione di questo volume che ne svela il principio di funzionamento, possono essere non solo restaurati e resi fruibili ai visitatori, ma si prestano anche all’uso didattico-sperimentale in loco per simulazioni che ne verifichino la funzionalità e l’efficacia, da effettuarsi tramite la generazione di onde acustiche al posto di quelle provocate dai motori di aereo.

    Prof. Vincenzo Caruso

    Direttore del Museo Storico Forte Cavalli - Messina

    RINGRAZIAMENTI

    Dopo anni di ricerche sia d’archivio sia sul campo, vede finalmente la luce questo libro alla cui stesura hanno collaborato anche indirettamente numerosi amici e ricercatori. L’autore ringrazia in ordine non gerarchico ma cronologico; Il Direttore dell’Ufficio Storico della Marina Militare C.V. Giosuè Allegrini, gli archivisti dell’AUSMM, sig.ri, Franco Senatore, Marco Cormani e Romeo Perini per la grande disponibilità e collaborazione prestata nelle ricerche. La sig.ra Quintiliani dell’Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio. Il dr. Enzo Bonanno dell’AIAL di Leros che è stato un validissimo coordinatore con le Autorità Leriote nel restauro del Muro d’Ascolto di Monte Patella. Michele Kolias, sindaco di Leros che ha reso transitabile la vecchia strada militare per Monte Patella ed ha fornito parte dei materiali edilizi per il restauro del Muro. Markos Spanos dell’Ufficio Tecnico del Municipio di Leros per le riprese fotografiche ed aeree. La regista Ioanna Asmeniadou-Phocas che, raccontando la storia di Leros nel documentario presentato al festival di Salonicco nel marzo 2017, ha dato visibilità al restauro del Muro d’ascolto di Monte Patella. Giorgio Zennaro, leriota di adozione ma triestino di nascita. Il prof. Vincenzo Caruso, Direttore del Museo di Forte Cavalli per il supporto e la collaborazione nelle ricerche a Messina. I docenti dell’Istituto Cuppari di Messina, in particolare il prof. Pietro La Tona Preside, il prof. Leo Moleti Vice Preside, il prof. ing. Michele Campo. L’arch. Stefania Glori per la consulenza tecnica e lo studio di fattibilità del restauro. Il dr. Marco Lodi del DSU Università Roma Tre. L’arch. Carlo Galeazzi per le informazioni sulla Scuola Contraerei di Anzio. 

    Indice delle figure

    Figura 1 Agosto 1939, Mussolini in visita alla Scuola Contraerei di Anzio osserva un Aerofono OG36.  Copertina de L'Illustrazione Italiana n.35 del 1939-08-27 – XVIII fonte Di Dario.fragassi - Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons. wikimedia.org/w/index.php?curid=

    Figura 2 Quest’organigramma del 1938 illustra le relazioni tra i vari organismi che si occupavano della difesa antiaerea e dimostra inequivocabilmente perché la difesa antiaerea  in Italia non fu mai efficace.

    Figura 3 Il posto di vedetta ottico, elemento base della catena d'avvistamento. Fototeca LUCE in ACS

    Figura 4 Mappa della Maglia d'avvistamento e ascolto dello Stretto di Messina presidiato dalla 6.a Legione MILMART Messina (AUSMM riproduzione da originale Fondo MILMART)

    Figura 5 Legenda della mappa della Maglia d'ascolto di Messina

    Figura 6 Il Pannello ottico della Centrale DICAT, si tratta di una fotografia in cui sono stati tracciati a mano i riferimenti della catena, aerofonica nell'ambito della maglia d'avvistamento. E’ rappresentata la penisola salentina.  AUSMM fondo MILMART.

    Figura 7 Il "Materializzatore dei rilevamenti acustici" così era chiamato quello che noi oggi definiremmo un display analogico. Si trattava di un sistema abbastanza efficiente per identificare e seguire la traiettoria degli aerei nemici. AUSMM fondo MILMART.

    Figura 8 La sala comando DICAT a Taranto, possono far sorridere oggi la povera dotazione tecnologica e la totale manualità della gestione della difesa antiaerea nel 1940. AUSMM fondo MILMART.

    Figura 9 Un gruppo di aerofonisti attorno ad un aerofono OG, come si può notare dalla foto, si tratta di elementi relativamente anziani.

    Figura 10 Un gruppo di aerofonisti ciechi attorno ad un aerofono mod OG 39.

    Figura 11 Medaglia distintiva della Milizia Contraerei riportante un aerofono OG. Collezione Paraponiaris Museo Deposito di Guerra, Leros.

    Figura 12 Marinaio addetto all'aerofono OG41 sul Monte Patella, isola di Lero, Dodecaneso. Si può notare che il militare indossa l'elmetto e non appoggia l'orecchio all'orecchiera. Si tratta di una foto di propaganda tuttavia interessante per l’inquadratura ravvicinata. Fototeca ACS Istituto Luce.

    Figura 13 Cercatore acustico RM1941, si tratta di una specie d'imbuto portatile in cui il militare

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