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I tunnel dell'aquila – Uomini e storie del Deposito Munizioni di Vizzini
I tunnel dell'aquila – Uomini e storie del Deposito Munizioni di Vizzini
I tunnel dell'aquila – Uomini e storie del Deposito Munizioni di Vizzini
E-book237 pagine2 ore

I tunnel dell'aquila – Uomini e storie del Deposito Munizioni di Vizzini

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La storia dell'Aeronautica Militare a Vizzini, dal 1935, anno di inizio dei lavori del Deposito Munizioni in Contrada Salonia, alla sua chiusura settantanove anni dopo.

Si narrano gli episodi salienti: visite prestigiose, come quella del Capo del governo nell'inaugurazione del 1937; l'attività di rifornimento agli aeroporti della Sicilia orientale durante la seconda guerra mondiale; la caduta in mano alle truppe britanniche; il saccheggio; la ripresa dell'attività durante il Regno del Sud; l'esplosione di una galleria; la ricostruzione del dopoguerra.

Si narrano anche le storie dei suoi uomini più prestigiosi, tra cui molti decorati al valor militare.

Infine, si racconta anche il terribile incidente aereo del 1941, quando un S.74 Millepiedi cadde a poca distanza dal Deposito, in territorio di Licodia Eubea.
LinguaItaliano
Data di uscita29 mag 2019
ISBN9788831622554
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    Anteprima del libro

    I tunnel dell'aquila – Uomini e storie del Deposito Munizioni di Vizzini - Domenico Anfora

    info@youcanprint.it

    ANTEFATTO

    Nel 1935 l’Italia fascista uscì da un lungo periodo di pace, dando un’accelerazione a una politica estera aggressiva che ebbe come conseguenza l’inizio dei contrasti col Regno Unito e con la Francia e l’avvicinamento alla Germania nazista, una potenza in forte ascesa.

    La prima azione concreta di questa strategia fu la riattivazione di una politica coloniale di conquista. Dopo gli incidenti di Ual Ual del dicembre 1934, ai confini tra Somalia ed Etiopia, tra truppe italiane ed etiopiche, il capo del governo Mussolini colse l’occasione per tentare di ampliare le colonie italiane, aggredendo il 3 ottobre 1935 l’impero etiopico del Negus. Ciò pose l’Italia in contrasto con la Società delle Nazioni, in particolare col Regno Unito, venendo isolata con le sanzioni, votate a Ginevra il 18 novembre 1935. Questo stato d’isolamento spinse il governo italiano ad avvicinarsi alla Germania hitleriana, nazione che con la sua politica spregiudicata e revanscista era già in contrasto col resto d’Europa. Il 24 ottobre 1936 fu firmato l’Asse Roma-Berlino dai ministri degli esteri dei due paesi. Questo accordo consisteva in un protocollo segreto di collaborazione tra i due regimi in vari ambiti, dall’appoggio ai generali ribelli in Spagna alla lotta al bolscevismo.

    Per il governo fascista era naturale, in quella situazione, aumentare le spese militari, costruendo o rafforzando basi, navi, caserme, ecc. Particolare attenzione andava alla Sicilia, ponte con le colonie africane e punto strategico del Mediterraneo, mare nel quale nel settembre del 1935 era stata inviata la Home Fleet dal governo inglese, con scopi dissuasivi nei confronti del governo italiano.

    Il 14 agosto 1934 il governo fascista costituì i Comandi di Aeronautica della Sicilia e della Sardegna. Fu l’inizio della costituzione e dell’ampliamento di numerose basi nelle due isole maggiori.

    La Sicilia, centro del Mediterraneo e avamposto d’Europa verso l’Africa, fu il luogo dove nell’estate del 1937 si svolsero le Grandi Manovre delle forze armate italiane. Mussolini scelse questo palcoscenico per lanciare a tutte le potenze militari presenti nel bacino un forte segnale di forza militare e di carattere granitico dell’Italia. Le grandi manovre siciliane del 1937 furono in realtà più uno spettacolo con un pubblico internazionale che un’effettiva verifica della preparazione delle forze armate italiane.

    Il 18 agosto 1937 a Caltafimi, la cittadina famosa per la battaglia vinta da Garibaldi nel 1860, il Duce teneva il gran rapporto alla fine delle grandi manovre. Quattro giorni dopo il rapporto di Calatafimi fu suffragato dal discorso di Mussolini a Palermo, durante il quale espresse l’invulnerabilità della Sicilia:

    «Voi avete visto crescere sotto i vostri occhi l’apprestamento militare, terrestre, marittimo e aereo che presiede l’isola. Solo per una suprema follia si potrebbe pensare a un’invasione. Qui non sbarcherà mai nessuno, nemmeno un soldato».

    Nell’estate del 1943, solo sei anni dopo, quella suprema follia fu pensata e realizzata, provocando la fine del regime fascista.

    1° CAPITOLO

    L’AQUILOTTO BRUNO

    La Regia Aeronautica fu fondata il 28 marzo 1923. Quando ancora l’aeronautica non esisteva nel territorio di Vizzini, già molti giovani vizzinesi si arruolavano in essa, affascinati dalla nuova arma azzurra. Il più rappresentativo di quei giovani fu senza dubbio Luigi Cosentino¹. Egli nacque a Vizzini il 4 dicembre 1908 dal professor Giuseppe e dalla signora Giuseppa Cosentino. Dopo aver frequentato le scuole superiori, si arruolò nella Regia Aeronautica il 29 novembre 1926 e fu formato quale pilota presso la Scuola Aviazione di Cerveteri, agli ordini del Capitano Antonio Moretti. L’11 dicembre 1927, dopo un anno d’addestramento e 281 voli per oltre 50 ore di volo, Cosentino fu nominato pilota d’aeroplano a firma del nuovo comandante della scuola, il Capitano Achille Lorito, e promosso 1° Aviere. Il 4 gennaio 1928 venne trasferito presso la 3a Squadriglia Allenamento Ricognizione della Scuola Osservazione Aerea di Parma per il conseguimento del brevetto militare su apparecchio A.300/4. Dopo 37 voli, il 25 agosto 1928 fu nominato pilota militare con determinazione firmata dal Capitano Raoul Nicore, comandante di squadriglia, e promosso Sergente. 

    Finalmente la scuola era terminata e cominciava l’attività operativa. Il Sergente Cosentino fu destinato alla 38a Squadriglia di Gorizia, appartenente al 21° Stormo Aeroplani da Ricognizione. Per il resto del 1928 effettuò solo 25 voli agli ordini del Capitano Giorgio Bruno, e Cosentino, ormai conquistato dalla passione del volo, se ne lamentò per lettera con i genitori, dicendo che mancava anche la benzina perché tutte le risorse dell’Aeronautica erano state impiegate per la trasvolata sul Polo Nord del dirigibile Italia, guidata dal Colonnello Nobile, finita tragicamente. Nell’aprile del 1929 Cosentino riprendeva l’attività di volo con l’A.300/4 e il Ro.1, agli ordini del nuovo comandante di squadriglia, il Capitano Diego Maiorino, effettuando altri 122 voli, in esercitazioni per trasmissioni R.T., di pattugliamento, per fotografie, per lancio di bombe, per bombardamento in formazione, per alta quota (4.500 m.), congiunte con l’Artiglieria. Con 147 voli operativi il Sergente Cosentino era diventato un pilota formato e pronto per la prova più difficile e tragica: il fronte.

    Figura 1 - Il serg. pil. Luigi Cosentino nel suo aereo presso la Scuola Aviazione di Cerveteri 1926-27 (Foto della Famiglia Cosentino).

    Il 24 giugno 1930 fu trasferito in Cirenaica, regione orientale della Libia, colonia italiana, in forza alla 16a Squadriglia Ricognizione di Bengasi che operava su SVA 10 Asso. L’Aviazione della Cirenaica era comandata dal Col. Roberto Lordi² e svolgeva principalmente compiti di ricognizione, collegamento e bombardamento tattico. La Libia, acquisita dall’Italia dopo la vittoriosa guerra contro l’Impero Ottomano del 1911-12, era stata persa quasi del tutto durante la prima guerra mondiale (rimaneva in mani italiane solo la costa). Con la presa del potere da parte del Fascismo nel 1922, cominciò una sanguinosa campagna di riconquista, progettata dal Generale Pietro Badoglio, governatore della Libia, e terminata vittoriosamente nel 1931. In Cirenaica guidava le truppe italiane il generale Rodolfo Graziani, ardito e spietato condottiero di colonne mobili nel deserto. Il fronte opposto era occupato quasi tutto dalla Senussia, organizzazione statuale dei seminomadi di religione musulmana. Nata agli inizi dell'Ottocento, si basava su numerose zauie, luoghi periferici del controllo politico, e allo stesso tempo religioso, che regolavano l'attività dei commerci, del pagamento delle decime e dell'attività amministrativa e giudiziaria in una società di numerosi duar, accampamenti talvolta militarizzati, sparsi per l'altopiano del Gebel. L'altopiano presentava maggiori possibilità di coltivare e allevare bestiame soprattutto per la presenza di piogge senz'altro maggiori che nella parte occidentale del paese. La popolazione locale, fortemente legata al territorio e gelosa della sua indipendenza, decise di resistere, convinta che ciò sarebbe stato l’unica possibilità per sopravvivere, così collaborò coi ribelli senussiti guidati da Omar al-Mukhtar³.

    Dunque, la zona più ricca della Libia, la Cirenaica, era quella che presentava una ribellione diffusa e difficile da sconfiggere, perchè mimetizzata nel territorio e soprattutto perchè godeva dell'appoggio della popolazione. A partire dal 25 giugno 1930 si svolse una campagna militare guidata dal generale Rodolfo Graziani per la conquista dell’altopiano del Gebel, con l’obiettivo di eliminare la Senussia e catturarne i capi. Gli assi nella manica di Graziani erano le colonne mobili su cavalli e cammelli e l’aviazione tattica.

    Figura 2 - Serg. Pil. Luigi Cosentino, medaglia d'argento al valor militare alla memoria (Foto della Famiglia Cosentino).

    Dopo 11 voli da Bengasi, il 3 ottobre Cosentino fu trasferito alla 23a Squadriglia Aeroplani da Ricognizione di Barce (oggi al-Marj), agli ordini del capitano Roberto Allio, la quale aveva il compito di appoggiare le truppe che stavano scatenando l’offensiva verso l’altopiano del Gebel. Per il sergente Cosentino fu l’inizio di un’intensa attività operativa che lo portò a fare ben 52 voli in meno di cinque mesi, con missioni di ricognizione, collegamento e trasporto feriti. Il 17 febbraio 1931 la 23a Squadriglia si spostava ad Apollonia (oggi Marsa Susa), antica città greca. La mattina del 27 febbraio la Squadriglia di Allio era in piena attività di volo per assicurare il collegamento tra i gruppi mobili sul Gebel e per riconoscere la zona in cui questi dovevano avanzare. Mentre gli altri apparecchi assicuravano il collegamento tra le truppe all’inseguimento dei razziatori che si erano avvicinati ai presidi italiani, alle ore 10,30 decollava dal campo d’aviazione di Apollonia lo SVA 10 Asso di Cosentino, con a bordo anche il tenente osservatore del Regio Esercito Giuseppe Garassino, con il compito di individuare i detti razziatori nascosti tra le alte vegetazioni della zona. Compito pericoloso e difficile, da effettuare a bassa quota. Cosentino era appena tornato da Derna con un volo di 90’ e subito dovette risalire a bordo del suo aereo. I due aviatori, Garassino e Cosentino, volevano dare notizie certe al loro comando, così si abbassarono notevolmente. Alle 11,50 alcuni reparti che operavano nella vasta ed impervia zona di Zavia Tert, vedevano l’apparecchio sbandare, riprendere la linea di volo, precipitare con motore in piena potenza: l’apparecchio non aveva più guida e controllo, perché il pilota era stato colpito. Un attimo e ci fu lo schianto mortale.

    Il brano che segue è tratto dalla relazione scritta dal Col. Roberto Lordi, comandante dell’aviazione della Cirenaica:

    Verso la fine del mese, la 23a Squadriglia esegue varie ricognizioni o collegamenti con le truppe a contatto con i ribelli nella zona Uadi el Atrun, Lamluda, Gubba, Zavia Tert. Il mattino del 27 trecento ribelli razziano a due chilometri Est Apollonia circa 5.000 capi di bestiame. Mentre truppe e gruppi irregolari con pronta azione inseguono i ribelli, apparecchi di Apollonia partono alla ricerca dei predatori segnalandone la direzione di ritirata ed eseguono i collegamenti fino a quando il bestiame, dopo vivace combattimento che infliggeva ai ribelli numerose perdite, non viene quasi interamente recuperato. Nei pressi di Zavia Tert un apparecchio SVA, portandosi a bassa quota per meglio riconoscere un centinaio di cavalieri ribelli nascosti nel bosco, fatto segno a fuoco di fucileria nemica, veniva abbattuto in seguito a probabile uccisione del pilota. Nell’urto al suolo l’apparecchio incendiavasi; vi trovarono morte gloriosa il Tenente Osservatore Garassino ed il Sergente Pilota Cosentino. Data la vetustà degli apparecchi SVA, ed in considerazione dell’intensa attività di volo da svolgere sia sul Gebel che in Marmarica, attività che richiede molto spesso grande autonomia di volo, vengono inviati alle due squadriglie di Apollonia e di Tobruk due sezioni montate su apparecchi Romeo, e successivamente si provvede al ritiro degli SVA.

    Figura 3 - Cirenaica 1930: il serg. pil. Luigi Cosentino (Foto della Famiglia Cosentino).

    Dunque, il tragico volo di Cosentino e Garassino fu tra gli ultimi effettuati dal vecchio aereo SVA.

    Nella lettera inviata il 20 marzo successivo dal Col. Lordi al Podestà

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