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Consulenza sociale di cura: Modello di lavoro sociale per la cura dell' identità
Consulenza sociale di cura: Modello di lavoro sociale per la cura dell' identità
Consulenza sociale di cura: Modello di lavoro sociale per la cura dell' identità
E-book154 pagine2 ore

Consulenza sociale di cura: Modello di lavoro sociale per la cura dell' identità

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Info su questo ebook

La Consulenza sociale di cura, è un testo innovativo e pratico rivolto a professionisti dell’aiuto, che definisce un nuovo Modello di lavoro sociale per la cura dell’identità; un approccio professionale fondamentale e concreto per orientare l’azione nell’ambito del Lavoro Sociale in termini “curativi”.
Chi è, in sostanza, il consulente sociale di cura? Cosa “cura” e in che modo? Disorientamento esistenziale, cyberbullismo, violenze e conflittualità, dipendenze da gioco-web ecc. e ritualità, ikikomorismo, crisi depressive familiari/personali, e molto altro, sono solo alcuni dei disagi sociali tipici di questo momento storico in cui Internet ha impattato enormemente e in cui lo smartphone ha fatto da spartiacque tra “il tempo prima” e “il tempo dopo”. Per trovare risposte idonee a tutto ciò è necessario rilevare e prendersi cura degli elementi ravvisabili nella difficoltà endemica da parte delle persone di crearsi e mantenere un’identità. Soffrire la crisi di identità è la risultante, infatti, di una vera e propria patologia sociale, ovvero di una condizione di disagio che la stessa società odierna produce indicando, quindi, in questa specificità l’oggetto su cui focalizzare l’azione di “cura”. Il consulente sociale di cura valuta con la persona la sua condizione specifica nelle tre dimensioni dell’identità: identità sociale, identità da vissuto, identità reale/virtuale. In questo modo è possibile recuperare e dare significati a concetti/situazioni/immaginari, magari persi o non identificati, interni ed esterni alla persona, e quindi individuare percorsi di azione concreti per affrontare la vita (qui e ora), in un vero e proprio percorso terapeutico di cura sociale. Scoprirete leggendo che l’intero lavoro è basato su riflessioni volte a mettere dei punti fermi per agire professionalmente in modo concreto, indirizzati da un modello “sociale di cura” che guida all’azione, al fine di sostenere la persona che chiede aiuto a ricollocare consapevolmente la propria storia nel presente e in prospettiva futura, individuando nuovi percorsi di azione per rispondere ai propri bisogni e desideri, cambiando così il corso della propria storia.
LinguaItaliano
Data di uscita30 set 2019
ISBN9788835313014
Consulenza sociale di cura: Modello di lavoro sociale per la cura dell' identità

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    Consulenza sociale di cura - Sabrina Paola Banzato

    creative

    Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons 

    Attribuzione Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Italia

    Per informazioni: SocialNet – Via Donizetti 20 – 61011 Gabicce Mare (PU)

    www.socialnet.it - www.socialeinformazione.it 

    @mail: info@socialnet.it

    Testo ultimato nel mese di Settembre 2019 

    Titolo dell’immagine di copertina: Omeostasi identitaria, realizzata da Gabriele Zen

    Titolo dell’immagine interna: Piramide di Maslow, realizzata da Gabriele Zen

    Consulenza Sociale di Cura

    Modello di lavoro sociale per la cura dell’identità

    Gabriele Zen

    Sabrina Paola Banzato

    formatoebook

    RINGRAZIAMENTI

    La redazione di questo testo ha previsto un lungo lavoro di studio, riflessione, analisi, comparazione e confronto tra autori, colleghi e collaboratori; non tutti potranno essere citati li ringraziamo, quindi, sentitamente.

    Un grazie speciale alle nostre famiglie che ci supportano e ci ascoltano sempre, anche quando parliamo con insistenza delle nostre intuizioni usando tempo e sapere di tutti. 

    Saper apprezzare e amare anche le follie degli altri, aiuta a non fermarsi, vivendo così un po’ di futuro apparentemente non nostro; un futuro che poi si scopre nostro, avendolo creato NOI.

     Dedicato a coloro 

    che si trovano a vivere questo tempo incerto

    in un precario equilibrio

    tra le memorie di un mondo scomparso

    e l’incedere della frenesia digitale;

    che siano esploratori veggenti,

    capaci di orientarsi

    senza smarrire la propria identità 

    di esseri umani.

    Indice

    INTRODUZIONE

    PRIMA PARTE

    LA CONSULENZA SOCIALE

    1 La consulenza sociale: definizioni

    2 I problemi sociali non sono la patologia

    3 I bisogni sociali: traduzione operativa dei problemi

    4 Oggetto e logica del lavoro sociale

    5 La cura sociale

    6 Questioni di politica sociale

    7 Concludere per ripartire

    SECONDA PARTE

    IL CONTESTO SOCIALE DI CURA QUI ED ORA

    1 Tempo prima e tempo dopo: due mondi diversi

    2 Smartphone: lo spartiacque

    3 Dal tempo prima al tempo dopo

    4 Le novità dell’architettura sociale

    5 Ruolo e identità nel tempo prima

    6 Ruolo e identità nel tempo dopo

    7 I giovani trapper

    8 Dai riti collettivi ai riti individuali

    9 Smartphone: amuleto virtuale

    TERZA PARTE

    LA CURA SOCIALE DELL’IDENTITÀ

    1 L’approccio sociale di cura

    2 Curare la propria identità

    3 Identità sociale e generazioni

    4 Identità da vissuto e percezione di sé

    5 Identità reale/virtuale e consapevolezza di sé

    6 Il percorso consulenziale: metodo e tecniche

    6.1 La richiesta di aiuto: prima accoglienza

    6.2 Prima fase: l’identità sociale

    6.3 Seconda fase: l’identità da vissuto

    6.4 Terza fase: identità reale/virtuale

    6.5 Follow up: la tecnica dell’albero

    6.6 Valutazione finale

    7 Conclusioni: leggere in un’ottica Sociale di Cura

    Bibliografia

    INTRODUZIONE

     La cura è compagna permanente dell'uomo 

    La cura accompagna sempre l'uomo perché questi non smetterà mai di amare 

    e di prendersi cura di qualcuno e non smetterà mai di inquietarsi per la persona che ama"   

    Orazio (65-8 a.C.)

     Teorizzando la pratica del lavoro sociale di aiuto svolto dall’Assistente Sociale siamo giunti a riflettere su come oggettivamente esista una certa confusione e diffidenza, paura e inadeguatezza, nel potersi percepire dei veri e propri consulenti sociali, e anzi meglio: coloro che curano chi vive il disagio sociale per diverse e svariate situazioni. Più semplicemente ci si sente appartenere alla categoria dei lavoratori sociali e molto meno alla speciale comunità di  professionisti del lavoro di aiuto in termini di cura, quasi che tale accezione non si possa attribuire a questa dimensione del lavoro, quella sociale, ma solo all’area della sanità

    L’Assistente Sociale, effettivamente, cura. Per quanto il nome non lo esprima linguisticamente al meglio, egli è il professionista dell’aiuto sociale che più precisamente, oltre a prendersi cura della situazione, agisce in termini curativi, operando esplicitamente qui ed ora con la persona o il gruppo, andando a valutare e gestire concretamente la specifica condizione di patologia sociale rilevata, chiarificata e condivisa; agendo quindi al fianco di colui che ha bisogno di aiuto per co-costruire un nuovo percorso, capace di trasformare la situazione andando a generare e/o rigenerare risorse.  L’Assistente Sociale non fornisce prestazioni ma accompagna professionalmente, agendo consapevolmente nell’indefinitezza, orientandosi secondo modelli e metodi specifici della professione. Come più volte condiviso da vari autori l’azione professionale porta con se, la teoria della relatività, il principio di indeterminatezza, il principio di incompletezza, accettandolo fino in fondo, per promuovere l’eccedenza dei sistemi viventi, che, oltre che «vivere» possono far vivere, cioè essere «generativi» di «altro da sé», con tecniche e metodologie adeguate¹ . 

    Il termine lavoratore sociale, tra l’altro, non è oggi sufficiente a far capire a cosa ci si stia riferendo; con questa locuzione si indicano ormai mille figure professionali diverse, con diversi titoli, competenze e ruoli operativi; professionisti che si muovono con approcci diversi, in mondi diversi ma che a vario titolo possono dire tutti di essere lavoratori sociali. Tra questi si annoverano: l’animatore, l’educatore sociale, il sociologo, il mediatore, ecc., tutti operano in ambito sociale ma non tutti possono dire di essere dei consulenti sociali di cura preposti ad accogliere, orientare, accompagnare e curare coloro che vivono in condizione di disagio sociale. 

    Chi è allora il consulente sociale? Quali sono le caratteristiche che deve avere per essere definito tale? E soprattutto un consulente sociale può curare? In che modo? Ci siamo posti queste domande riflettendo su come in questi anni la professione aveva affrontato l’azione professionale di cura, valutando le diverse esperienze e cosa quindi era possibile ragionare concretamente al fine di poter rielaborare un modello operativo di riferimento trasferibile e modulabile a seconda delle diverse aree di intervento specialistico.  

    Il nostro ragionamento è stato quello di trovare il minimo comune denominatore professionale che da professionisti ci aveva fino ad oggi aiutato ad agire in pratica la cura sociale ed esso stava per noi nell’analisi della situazione qui ed ora, in un lavoro che si basa sulla rilevazione di elementi specifici legati all’identità della persona, in un intreccio di rilievi identificabili dentro e fuori di sé; elementi  che, rielaborati, si concretizzano sempre più consapevolmente  nel presente e si focalizzano sul futuro. 

    Da professionisti assistenti sociali specializzati pur operando in ambiti e luoghi diversi, ci siamo entrambi ritrovati, quindi, a ragionare su come il tema principe che tendeva sempre a mostrarsi come chiave di volta delle nostre analisi tecnico-professionali, fosse quello dell’identità. Abbiamo discusso su come, in effetti, analizzando insieme le diverse facce dell’identità di una persona fosse possibile recuperare e dare significati a concetti/situazioni/immaginari, magari persi o non identificati, interni ed esterni alla persona, e quindi individuare percorsi di azione concreti per affrontare la vita (qui e ora). È stato quindi il concetto di identità a guidare questo lavoro spingendoci ad esplorarlo in quelle che riteniamo essere oggi molte delle sue molteplici sfaccettature. 

    Scoprirete, quindi, leggendo che l’intero lavoro è basato su riflessioni volte a mettere dei punti fermi per agire professionalmente in modo concreto, indirizzati da un modello sociale di cura che guida all’azione, al fine di sostenere la persona che chiede aiuto a ricollocare consapevolmente e in modo condiviso la propria storia nel presente e in prospettiva futura, individuando nuovi percorsi di azione per rispondere ai propri bisogni e desideri, cambiando così il corso della propria storia. 

    1 - T. Vecchiato, Innovazioni e inedite suggestioni nel servizio sociale toscano, Lectio tenuta all’Università di Siena il 18 marzo 2014 in occasione del convegno «World Social Work Day. 

    PRIMA PARTE

    LA CONSULENZA SOCIALE

     1 La consulenza sociale: definizioni 

    Per poter ragionare concretamente e con comunione di significati sul tema consulenza sociale e quindi puntualizzare in dettaglio la consulenza sociale di cura, si ritiene di dover partire prima di tutto dalla declinazione di queste parole che non sembrano avere per tutti lo stesso significato. Vorremmo possibilmente cercare di dare un significato riconoscibile a tutti e da cui ripartire per definire la cura sociale.

    Prima di tutto leggiamo nel vocabolario²  i significati attribuiti alle parole: 

    CONSULENZA  = consigli e pareri da parte di un esperto su materie di propria competenza

    SOCIALE= ambito dei problemi sociali di comunità, ambito inteso come relativo alla società umana e ai rapporti che nell'ambito di essa si stabiliscono

    Volendo quindi associare i due significati principali rilevati, potremmo dare questa prima definizione: 

    CONSULENZA SOCIALE = intervento volto a dare pareri, consigli, chiarimenti ecc. professionali all’uomo e sull’uomo che abita/vive in comunità, in società, per quanto concerne l’ambito dei problemi sociali che lo riguarda. 

    Questa potrebbe essere la definizione che nasce dall’insieme dei due significati consulenza e sociale sopra indicati, che significa più specificamente identificare un professionista che possiede competenze e conoscenze in ambito sociologico e psico-sociale, antropologico, filosofico, e delle discipline sociali e umanistiche in genere, in grado di occuparsi di problematiche sociali. 

    Proviamo però a confinare la definizione a chi si occupa per competenza dei problemi sociali dell’uomo in termini di disagio sociale e quindi strettamente legato alle relazioni di aiuto per superare il disagio stesso. Ci si riferisce in particolare oggi alla figura dell’Assistente sociale ai cui confini si delineano sempre più anche altri percorsi professionali di figure diverse di gestione della relazione di aiuto come potrebbero essere i professionisti con abilità di counseling di approccio più strettamente umanistico-sociologico piuttosto che psicologico o anche gli educatori sociali che ampliano il loro lavoro anche a spazi consulenziali specifici con la loro

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