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Solo di passaggio
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E-book40 pagine31 minuti

Solo di passaggio

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Info su questo ebook

Andrea, un sedicenne che vive sereno all’interno della famiglia che lo ha adottato cinque anni prima, dopo un party di compleanno, è colpito da improvvisa amnesia.
Incapace a ritrovare la strada della propria identità e dei suoi affetti, il ragazzo sembra convincersi di essere quel Batman la cui maschera indossava la sera della festa. Il suo comportamento è però erratico, a tratti spaventoso, per cui i genitori adottivi, che nel frattempo hanno avuto la benedizione della nascita di una bambina loro, contattano gli assistenti sociali, incerti sul da farsi. Il Batman che hanno in casa adesso, infatti, sembra non aver niente a che fare col bambino che avevano trovato in orfanotrofio, li rifiuta, in qualche modo nutre nei loro confronti, e in particolar modo in quelli del padre, un’ostilità a stento repressa.
Marco, l’assistente sociale incaricato di capire quali siano le reali condizioni del minore, si trova così a dover scoprire, sotto l’apparenza dimessa di una famiglia come tante, l’ipocrisia e il trauma che hanno spinto il ragazzo a indossare la maschera del super eroe.
Atto unico, misurato e dal tocco delicato, che affronta un tema attuale e complesso senza retorica o facili sentimentalismi. Dialoghi efficaci e fine scavo psicologico.
LinguaItaliano
Data di uscita1 nov 2019
ISBN9788832925890
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    Anteprima del libro

    Solo di passaggio - Alessandro Izzi

    passaggio

    PERSONAE

    ANGELO, padre di famiglia

    ELISABETTA, sua moglie

    MARCO, assistente sociale

    ANDREA, il figlio adottivo

    Solo di passaggio

    Un salottino tipicamente borghese. Al centro scena: una porta d’ingresso. Subito a sinistra, una finestra ampia e abbastanza alta sotto la quale è disposto un divanetto all’apparenza abbastanza confortevole con davanti un tavolinetto elegante e discreto. Oltre la finestra un mobiletto sottile, moderno, con piccoli cassetti e sormontato da uno specchio. Sul ripiano sono disposte alcune bottiglie di liquore e qualche bicchiere. Quasi attaccato al muro un telefono cordless nero, abbastanza grande. Ancora oltre una porta che conduce alla stanza della bambina, che resta del tutto invisibile per il pubblico in sala. Tra la finestra e la porta, quasi in proscenio, un piccolo tavolo con tre sedie. A destra della porta, un appendiabiti e solo un quadro appeso alla parete. Insomma, una di quelle classiche stanze che fanno del minimalismo la loro cifra distintiva, che sono eleganti perché sono prima di tutto vuote.

    Entra (da destra) per primo Andrea, un ragazzo di quasi sedici anni, magro, dinoccolato. Indossa abiti sportivi e, sul volto, una maschera di Batman che gli copre la fronte senza renderlo irriconoscibile. Ha in mano un pacchetto di patatine aperto. Avanza nella stanza e va a sedersi sul divano, dove si lascia cadere con un’espressione di stanchezza come dovesse guardare qualcosa in televisione anche se, nella stanza, non c’è traccia di apparecchi televisivi. Sembra sul punto di mangiare una patatina, la tira fuori dalla busta, poi la guarda come dovesse decidere se ne valga la pena, alla fine la ripone nella confezione con un sospiro insoddisfatto. Non ne ha voglia. Sembra quasi chiedersi perché le ha prese visto che non aveva neanche fame.

    Con un gesto secco lancia la confezione di patatine sul tavolino davanti al divano e si lascia sprofondare in una posizione quasi sdraiata, fissando il soffitto con aria indolente.

    Entra (sempre da destra) a questo punto Marco, un trentenne dall’aria professionale e dai modi pragmatici, ma giovanili. Indossa un paio di pantaloni scuri e una camicia leggera, azzurro chiaro. Va a sedersi direttamente vicino a Andrea senza dare l’impressione di avere notato la maschera di Batman che il ragazzo indossa. Appena seduto si copre il viso come volesse massaggiarlo in un gesto di stanchezza quotidiana. Poi, in cerca di un effetto vagamente comico, guarda di sottecchi il ragazzo con le mani sul viso, ancora all’altezza della bocca. Infine, allunga i piedi sul tavolino, dopo aver preso al volo la confezione di patatine e, infilata la mano nel sacchetto, ne prende una manciata che comincia a masticare rumorosamente, quasi volesse dare fastidio a quel ragazzo che,

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