Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Il diritto di vivere
Il diritto di vivere
Il diritto di vivere
E-book169 pagine1 ora

Il diritto di vivere

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Il diritto di vivere ha consentito a Roberto Bracco (1861-1943), insieme alle altre sue opere, di essere messo nel novero degli autori concorrenti al Premio Nobel, nomina che non avvenne per l’opposizione del governo fascista. Autore di grandissimo successo in Italia e nel mondo, ebbe i suoi drammi messi in scena da Eleonora Duse, Irma ed Emma Gramatica. Il suo lavoro letterario fu in grado di stare alla pari con quello di Pirandello. Solo il regime fascista dell’epoca lo costrinse al silenzio, facendolo lentamente sparire dal panorama letterario. Anche per questo, oltre che per la bellezza dei suoi testi, Roberto Bracco meriterebbe una riscoperta e un nuovo, grande successo.
Il diritto di vivere, scritto agli inizi del 1900, in un periodo nel quale il drammaturgo e commediografo napoletano riscontrò un enorme successo nazionale e internazionale sia nel pubblico che nella critica, si caratterizza per il forte realismo che non impedisce all’autore di ispezionare alla sua maniera la psicologia dei personaggi, contraddistinti da un profondo tormento interiore, oppressi come sono da dolori inestirpabili e indipendenti dalla loro condizione economica.
Pur avendo nel tempo fatto registrare una diseguale accoglienza, tutte le opere di Bracco sono unite da un’identica forza trainante: il senso della giustizia che l’autore conservò per tutta la vita.

L’autore: (Napoli 1861 - Sorrento 1943). Esercitò a lungo il giornalismo (dove aveva esordito giovanissimo, nel Corriere del mattino di Napoli), anche come critico drammatico e d'arte (Scritti vari, 1918-21); scrisse versi dialettali e novelle (Smorfie umane, 1906; Smorfie gaie, 1909; Smorfie tristi, 1909). Dei suoi molti lavori per il teatro, che ottennero largo successo e furono rappresentati anche all'estero, si raccomandano le commedie e i drammi dove l'originario naturalismo, spesso così crudo, e le ideologie sue e del tempo spesso esasperate secondo schemi ibseniani (I fantasmi, 1906; Il diritto di vivere, 1907, I pazzi, 1922;) riescono a temperarsi in un trepido psicologismo, in un'aura intimista, precorritrice del "teatro del silenzio".
LinguaItaliano
Data di uscita3 mag 2018
ISBN9788833260198
Il diritto di vivere

Leggi altro di Roberto Bracco

Correlato a Il diritto di vivere

Titoli di questa serie (20)

Visualizza altri

Ebook correlati

Arti dello spettacolo per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Il diritto di vivere

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Il diritto di vivere - Roberto Bracco

    cover.jpg

    Roberto Bracco

    IL DIRITTO DI VIVERE

    Dramma in tre atti

    Rappresentato per la prima volta a Trieste, nell’aprile del 1900,

    da Ermete Zacconi.

    Teatro

    KKIEN Publishing International

    info@kkienpublishing.it

    www.kkienpublishing.it

    Prima edizione digitale: 2018

    Ed. originale: 1900

    In copertina: foto dell’autore

    ISBN 9788833260198

    Seguici su Facebook

    Seguici su Twitter @kpiebook

    img1.png

    Questo ebook è concesso in licenza solo per il vostro uso personale. Questo ebook non è trasferibile, non può essere rivenduto, scambiato o ceduto ad altre persone, o copiato in quanto è una violazione delle leggi sul copyright. Se si desidera condividere questo libro con un'altra persona, si prega di acquistarne una copia aggiuntiva per ogni destinatario. Se state leggendo questo libro e non lo avete acquistato direttamente, o non è stato acquistato solo per il vostro uso personale, si prega di ritornare la copia a KKIEN Publishing International (info@kkienpublishing.it) e acquistare la propria copia. Grazie per rispettare il nostro duro lavoro.

    Table Of Contents

    ATTO PRIMO.

    SCENA I.

    SCENA II.

    SCENA III.

    SCENA IV.

    SCENA V.

    SCENA ULTIMA.

    ATTO SECONDO.

    SCENA I.

    SCENA II.

    SCENA III.

    SCENA IV.

    SCENA V.

    SCENA VI.

    SCENA VII.

    ATTO TERZO.

    SCENA I.

    SCENA II.

    SCENA III.

    SCENA IV.

    SCENA V.

    SCENA ULTIMA.

    PERSONAGGI:

    ANTONIO ALTIERI

    MICHELE, suo padre (a cui manca il braccio destro)

    MADDALENA

    PETRUCCIO, suo figlio

    MARTINO ESPOSITO, gobbo

    SAVERIO MAGLIUOLO

    SALVATORE STILE, detto Il Moro

    GIUSEPPE LAROSSA

    FRANCESCO GIACOBELLI

    LUIGI MANGIULLI

    GENNARO SANTINI

    LORENZO PANUNZIO

    BRIGIDA

    NANNINA

    FILOMENA, moglie di MARTINO ESPOSITO

    RAFFAELE, cocchiere da nolo, detto Il Butterato

    Due ceffi misteriosi

    ABATUCCI, delegato di polizia

    PASQUALE, bettoliere

    Altri personaggi di sfondo.

    Il primo atto, a Napoli, nei pressi di S. Giovanni a Teduccio.

    Il secondo atto, a Genova.

    Il terzo atto, a Napoli, nel Borgo Loreto.

    ATTO PRIMO.

    Camera annessa all’officina della Cooperativa. — Un ambiente di semplicità e di lavoro. — Niente tappezzeria. — Alle pareti, qualche carta con disegni di macchine. — Sparsi qua e là, qualche tubo di ferro, qualche spranga, qualche ruota dentata. — Una scrivania. — Una cassaforte. — Seggiole di legno grezzo. — Una porta a destra, un’altra a sinistra, un’altra, sull’alto di tre o quattro gradini, nella parete di fondo, che è quasi tutta fatta di lastre di vetro. Attraverso di essa, si vede una specie di pianerottolo, il cui parapetto dà sulla sala maggiore dell’officina sottostante, alla quale si accede per una scaletta mezzo invisibile, che è a un lato del pianerottolo.

    SCENA I.

    MICHELE — e voci interne, tra cui quella di ANTONIO ALTIERI, di GIACOBELLI, di LAROSSA, di SANTINI, di MANGIULLI.

    MICHELE

    (È solo sul pianerottolo, dritto presso il parapetto, con la faccia volta verso la sala del lavoro guardando in giù.)

    (Un vocìo di persone affaccendate si leva dall’officina senza altri rumori. Si distinguono poche parole:)

    — Il freno a destra.

    — No! no!

    — A posto!

    — Lascia passare....

    — La valvola numero 10.

    — Il freno a sinistra.

    La voce di ANTONIO

    (chiamando:) Francesco Giacobelli, qui.

    La voce di GIACOBELLI

    Eccomi.

    La voce di LAROSSA

    Papà Michele, e voi ve ne state là sopra?

    MICHELE

    E dov’è che dovrei stare? Sono una sferra vecchia, io!

    La voce di LAROSSA

    Venite a basso, papà Michele.

    La voce di MANGIULLI

    Scendi, santodio!

    Alcune altre VOCI

    Scendi! scendi!

    La voce di SANTINI

    Vieni a baciarla prima che si muova!

    La voce di ANTONIO

    (più forte delle altre) Silenzio!

    (Si fa un gran silenzio. Passa qualche istante.)

    La voce di ANTONIO

    (in tono di comando) Avanti!

    (Si comincia a udire il rumore d’una grande macchina in moto. È un rumore lento, sordo, irregolare, quasi timido.)

    MICHELE

    (inquieto, a sè stesso:) Mi pare maledettamente accidiosa!... (Il rumore diminuisce. — MICHELE, spaventato, si curva sul parapetto, sempre parlando a sè stesso:) Dio mio, che cos’è questo! (Il rumore aumenta e si accelera, si accelera, in un ritmo regolare.) (MICHELE, animandosi) Sì, che va! Sì, che va!... (Si anima maggiormente al crescendo del rumore, che dà l’impressione di un moto vertiginoso. Alza il braccio in segno di saluto festevole:) Va, va, va, va, va, va!...

    (Un applauso prorompe con l’irruenza di uno scoppio e si unisce al rombo della macchina e ai gridi di esultanza in un clamore assordante:)

    — Urrà! Urrà!

    MICHELE

    Ah! ... io non resisto!... (La commozione lo invade. Discende i gradini dell’assito.) È un prodigio! È un prodigio!... (Si lascia cadere su di una seggiola presso la scrivania.)

    (Gli applausi e i gridi continuano, aumentano.)

    — Oh! Oh! Oh!

    La voce di ANTONIO

    (di dentro, rintronante) Non voglio questi battimani! Non voglio questi urli! Non voglio!

    (Cessano, a un tratto, gridi e battimani. Si ode soltanto il rombo della macchina in movimento.)

    MICHELE

    (Assorto come in estasi, parlando tra sé, pronunzia parole indistinguibili.)

    SCENA II.

    MICHELE e MARTINO ESPOSITO — e la voce di ANTONIO.

    MARTINO

    (facendo capolino di dietro l’uscio a destra) È permesso?

    MICHELE

    (che ha le spalle volte a quella porta, non lo vede e non lo sente.)

    MARTINO

    (fra sé:) È sordo. (Avanzandosi, lo riconosce.) Papà Michele! (MARTINO ha fra le labbra una pipa corta e sudicia.)

    MICHELE

    Oh! Esposito! Che vieni a fare da queste parti?

    MARTINO

    Prima di tutto, a portarvi un po’ di buona fortuna. La macchina nuova, inventata da vostro figlio, sarà l’ottava meraviglia del mondo, non ne dubito. Gli applausi si udivano di

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1