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La vivisezione. Tortura di animali e scempio di coscienze
La vivisezione. Tortura di animali e scempio di coscienze
La vivisezione. Tortura di animali e scempio di coscienze
E-book58 pagine32 minuti

La vivisezione. Tortura di animali e scempio di coscienze

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Info su questo ebook

Augusto Agabiti (Pesaro, 7 gennaio 1879 – Roma, 5 ottobre 1918) è stato un teosofo italiano. Nel 1904 pubblicò il saggio giuridico "La sovranità della società". Le conoscenze nell'ambiente parlamentare, in particolare quella di Luigi Luzzatti, gli permisero di sollecitare l'emanazione di leggi in sintonia con le sue idee umanitarie, come quella sulla limitazione della vivisezione degli animali e sull'alcolismo. Nel clima culturale dei primi anni del secolo, nei quali era forte un'impronta spiritualistica, coltivò interessi teosofici: nel 1904 l'Agabiti incontrò Decio e Olga Calvari, cultori della teosofia della Blavatskij, e con loro fece parte della Società Teosofica, fondata ad Adyar da Henry Steel Olcott e da Annie Besant, dalla quale si allontanò nel 1910 per aderire alla Lega Teosofica Indipendente, fondata l'anno prima a Benares. Collaboratore dal 1907 della rivista «Ultra», ne fu anche il direttore dal 1914. Se egli fu influenzato dal clima spiritualistico e tardo-romantico che pervase la cultura europea e italiana nel periodo a cavallo dei due secoli, mantenne però in sé principi progressivi che gli derivarono dall'educazione liberale e positivistica, rifiutando la deriva reazionaria in politica e decadente in letteratura: ne Il problema della vivisezione attaccò il dannunzianesimo come «il risultato attuale e necessario dei principi areligiosi, edonistici, di egoismo selvaggio professati da alcuni gruppi sociali di intellettuali decadenti, i quali pretendono di essere al di là del bene e del male».
LinguaItaliano
Data di uscita25 nov 2019
ISBN9788831649797
La vivisezione. Tortura di animali e scempio di coscienze

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    La vivisezione. Tortura di animali e scempio di coscienze - Augusto Agabiti

    INDICE

    LA VIVISEZIONE

    Augusto Agabiti

    Scritti

    Bibliografia

    La vivisezione (Tortura di animali e scempio di coscienze)

    BIBLIOGRAFIA

    Note

    AUGUSTO AGABITI

    LA VIVISEZIONE

    (TORTURA DI ANIMALI E SCEMPIO DI COSCIENZE).

    Dalla Rassegna Nazionale

    1910.

     Il presente ebook è composto di testi di pubblico dominio. L’ebook in sé, però, in quanto oggetto digitale specifico, dotato di una propria impaginazione, formattazione, copertina  ed eventuali contenuti aggiuntivi peculiari (come note e testi introduttivi), è soggetto a copyright. 

    Edizione di riferimento: La vivisezione: tortura di animali e scempio di coscienze / Augusto Agabiti. - Roma: Stab. cromo-tip. C. Colombo, 1910. – 23 p.; 22 cm. 

    Immagine di copertina: https://pixabay.com/photos/cat-animals-cats-portrait-of-cat-778315

    Elaborazione grafica: GDM, 2019.

    Augusto Agabiti

    Augusto Agabiti (Pesaro, 7 gennaio 1879 – Roma, 5 ottobre 1918) è stato un teosofo italiano. 

    Nacque a Pesaro, primogenito di Francesco Agabiti, garibaldino che combatté a Bezzecca e a Mentana: una sorella di Augusto, Celestina Agabiti, sarà la madre del noto critico letterario Walter Binni. Augusto fece i primi studi nella città marchigiana e poi, trasferitosi con la famiglia a Roma nel 1897, vi si laureò in legge nel 1901 e s’impiegò come vicebibliotecario della Camera dei deputati.

    Nel 1904 pubblicò il saggio giuridico La sovranità della società. Le conoscenze nell’ambiente parlamentare, in particolare quella di Luigi Luzzatti, gli permisero di sollecitare l’emanazione di leggi in sintonia con le sue idee umanitarie, come quella sulla limitazione della vivisezione degli animali e sull’alcolismo.[1]

    Nel clima culturale dei primi anni del secolo, nei quali era forte un’impronta spiritualistica, coltivò interessi teosofici: nel 1904 l’Agabiti incontrò Decio e Olga Calvari, cultori della teosofia della Blavatskij, e con loro fece parte della Società Teosofica, fondata ad Adyar da Henry Steel Olcott e da Annie Besant, dalla quale si allontanò nel 1910 per aderire alla Lega Teosofica Indipendente, fondata l’anno prima a Benares. Collaboratore dal 1907 della rivista «Ultra», ne fu anche il direttore dal 1914.

    Se egli fu influenzato dal clima spiritualistico e tardo-romantico che pervase la cultura europea e italiana nel periodo a cavallo dei due secoli, mantenne però in sé principi progressivi che gli derivarono dall’educazione liberale e positivistica, rifiutando la deriva reazionaria in politica e decadente in letteratura: ne Il problema della vivisezione attaccò il dannunzianesimo come «il risultato attuale e necessario dei principi areligiosi, edonistici, di egoismo selvaggio professati da alcuni gruppi sociali di intellettuali decadenti, i quali pretendono di essere al di là del bene e del male».[2]

    Consonante ai sentimenti tardo-romantici è l’interesse per il problema della morte: nella sua La tortura sepolcrale, il nostro pericolo più spaventoso, del 1913, indica l’orrore della conseguenza della morte apparente e dei rischi della sepoltura di una persona ancora viva;

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