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La mia resilienza in un corpo morbido
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E-book123 pagine1 ora

La mia resilienza in un corpo morbido

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Info su questo ebook

Con la prefazione di Maria Teresa Ruta
Sono molti i dolori che possono lasciare impronte indelebili sulle persone, a maggior ragione se questi dolori vengono sperimentati in giovanissima età.
Ognuno di noi, a modo suo, ha vissuto sulla propria pelle almeno una volta nella vita un dolore tanto forte da far mancare il fiato. I più fortunati possono raccontare di aver ricominciato a respirare non solo grazie a una propria propulsione interna ma anche grazie all’aiuto di una persona che gli è stata a fianco e che l’ha accettato nella sua totalità, difetti compresi. In queste circostanze chi sta vicino può essere una madre, un padre, una moglie, un marito o gli amici... Ma cosa accade quando sei costretto a vivere oltre alle quotidiane avversità della vita anche il rifiuto di una madre, di un marito o degli amici? Si potrà mai arrivare ad accettare sé stessi nonostante il mondo intero – in primis tua madre – ti abbia rifiutato? Si può accettare il proprio corpo morbido, non conforme agli standard di bellezza che la società richiede e continuare disperatamente a voler essere felice nonostante tutto e tutti?
Marzia Di Sessa racconta romanzando la storia vera di Marianna Lo Preiato, oggi donna di grande successo, moglie felice e madre realizzata, che ha fatto del suo corpo morbido, da sempre discriminato, un orgoglio, fondando l’associazione Curvy Pride, di cui ancora oggi Marianna è presidente. Grazie a questa associazione Marianna, che ha subito il rifiuto costante e perpetuato nel tempo da parte della madre, degli amici e a tratti persino del marito, accoglie tutte quelle persone che non si sentono accettate per il proprio corpo.
In questo libro, Marzia Di Sessa, in un continuo confronto fra presente e passato, racconta in prima persona una storia fatta di resilienza, di traumi vissuti, affrontati e infine superati. È la storia vera di come questa straordinaria donna sia riuscita non solo a sopravvivere a ciò che ha dovuto affrontare ma sia addirittura arrivata a riconquistare la propria dignità di donna e di persona e di come sia diventata collante tra culture completamente differenti come Napoli e Bologna. Marianna, senza mai voler salire in cattedra e senza mai additare nessuno, mette a nudo la propria anima semplicemente analizzando i dolori in profondità fino a riuscire a mettere una certa distanza tra lei e il suo passato, che però mai ha rinnegato, come mai rinnegherà il suo amore per la pizza e come dice sempre lei “E Magnatella ’na pizz!”
LinguaItaliano
Data di uscita6 dic 2019
ISBN9788861558076
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    Anteprima del libro

    La mia resilienza in un corpo morbido - Marianna Lo Preiato

    Marianna Lo Preiato

    LA MIA RESILIENZA

    in un corpo morbido

    a cura di Marzia Di Sessa

    Collana: I Protagonisti

    I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), sono riservati.

    commerciale@giraldieditore.it

    info@giraldieditore.it

    www.giraldieditore.it

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    ISBN 978-88-6155-807-6

    Proprietà letteraria riservata

    © Giraldi Editore, 2019

    Edizione digitale realizzata da Fotoincisa BiCo

    A mia figlia Sofia.

    Lei è la mia gioia,

    il mio orgoglio,

    la mia ispirazione,

    il mio riscatto e il mio tutto.

    Un tutto che devo imparare giorno per giorno a lasciare andare,

    guidandola, speriamo nella giusta direzione della sua vita.

    Introduzione

    di Marzia Di Sessa

    Ricordo nitidamente il giorno in cui ci siamo conosciute. Era un pomeriggio di qualche mese fa, mi ero messa a dieta da poche settimane, fuori era caldo ma io più di tutto sentivo i morsi della fame. Sono arrivata davanti alla vetrina del suo negozio, senza sapere esattamente cosa aspettarmi da lei, da questa Marianna Lo Preiato che ha sconvolto tutto il modo di vedere le donne morbide e il loro abbigliamento, ma soprattutto ha scombussolato il mio modo di vedere la femminilità.

    Quando quel giorno ho visto il suo negozio, la prima domanda che mi sono fatta è stata: ma il divano a che serve? Certo per le persone che accompagnano, ma forse bastava una sedia… Invece lì c’è un elegante divano bianco, un due posti e una poltrona anch’essa bianca. Mentre li guardavo, non sapevo che quel divano e quella poltrona sarebbero diventati i miei compagni di viaggio giornalieri, peccato aver trovato la posizione ideale per scrivere al pc solo l’ultimo giorno. Scalze, con i piedi distesi su quel divano, nei momenti di chiusura Marianna e io ci siamo alternate in uno scambio continuo di posizioni, perché, mentre lei raccontava, io mi riconoscevo e mi ritrovavo in tanto di quello che diceva e spesso è capitato che fossi io a raccontarmi a lei.

    Ah, se quel divano potesse parlare, ne sentireste davvero delle belle, lui non può, ma io sì!

    Dunque, allacciate le cinture di sicurezza, perché state per salire sulle montagne russe di cui è fatta la vita di Marianna, dove la noia non è contemplata ma dove lo spazio più grande è lasciato alle emozioni, all’introspezione e alla voglia di riscatto. Marianna a più riprese ha avuto il dubbio che il libro fosse autocelebrativo, ma come vedrete leggendo, di celebrativo c’è ben poco, perché Marianna prima di poter raggiungere la serenità è dovuta passare per l’inferno, ma fortunatamente aveva già messo in preventivo anche il viaggio di ritorno.

    Di comune accordo con Marianna, abbiamo strutturato il libro affinché la prima parte, quella più nutrita, concluda sempre tutti i capitoli in modo negativo, semplicemente utilizzando la parola no.

    No è un termine che Marianna, nonostante la sua ironia e il suo bellissimo sorriso, porta sempre dentro di sé, là da qualche parte. Non è facile sentirsi rifiutata da una madre e forse è ancora più difficile fare quel lungo cammino chiamato vita con questo peso sempre nel cuore. Ma poi accade sempre qualcosa, alle volte qualcosa di magico e positivo, altre volte di brutto, ma quel qualcosa ti cambia prospettiva e finalmente puoi cominciare a guardare la vita con occhi diversi.

    La seconda parte è invece più briosa e decisamente più positiva, infatti tutti i capitoli si concludono con un dolcissimo . Quel per Marianna rappresenta un sì alla vita, un sì al suo corpo, un sì all’amore. Marianna risorge più volte dalle sue stesse ceneri e con lei, nella sua risurrezione e nella sua metamorfosi, si trascina tutto il mondo che la circonda perché, come ho scoperto col tempo, Marianna è fatta così, è generosa e se lei sta bene, vorrebbe lo stesso anche per chi le sta a fianco.

    Ho iniziato ad adorare questa donna, dopo aver compreso quanta sofferenza e quante bruttezze ha dovuto sopportare, ma soprattutto come è stata capace di trasformare ciò che c’era di negativo nella sua vita in un grande punto di forza.

    Fino alla fine, nel corso del testo il nome di Marianna non viene mai citato, volutamente, perché nelle nostre intenzioni – mi sento di parlare anche a nome suo – c’era la volontà di far sì che il lettore si immedesimasse nella storia. Solo nell’ultimo capoverso Marianna verrà allo scoperto.

    Il libro di Marianna è solo l’incipit di un grande progetto che l’associazione Curvy Pride, di cui lei è presidente, sta portando avanti, il cui scopo è quello di permettere a ogni associato di raccontare la propria storia perché siamo convinte che raccontarsi faccia tanto bene a se stessi quanto agli altri. Se dunque sei in procinto di leggere questo libro pensa anche a come sarebbe vedere il tuo vissuto messo nero su bianco sulle pagine di un libro, senza essere timida e spogliandoti dai pregiudizi.

    In conclusione, voglio dire grazie a Marianna, per i consigli che mi ha dato e non solo per il look, per avermi ascoltata, per avermi accolta nel suo negozio come fossimo amiche da sempre, per avermi raccontato tanto di lei, per avermi sfamato quando avevo fame ma soprattutto per essersi fidata di me.

    Vi auguro una buona lettura e vi invito caldamente a maneggiare con cura il materiale all’interno del libro: contiene sentimenti!

    Prefazione

    di Maria Teresa Ruta

    È stato con grande entusiasmo che mi sono approcciata a questo libro che racconta tanto di Marianna Lo Preiato e della sua difficile storia, fatta di tanta sofferenza, ma di altrettanta capacità costruttiva. La mia resilienza in un corpo morbido è sicuramente un titolo indovinato, poiché il corpo è purtroppo, o per fortuna, il nostro biglietto da visita. È la prima cosa che si vede di noi ed anche il primo strato di superficialità da abbattere per arrivare in profondità. Le profondità dell’animo umano non sono per tutti, proprio come le profondità del mare.

    Quando ho ricevuto la maglietta fucsia di Curvy Pride, ho subito voluto immortalare il momento di me con addosso un segno di appartenenza ad un movimento e ad una filosofia che ho sposato appieno, perché grazie all’associazione Curvy Pride si possono abbattere quelle barriere fatte di esteriorità corporee per arrivare dritti al cuore delle persone ed ecco allora che la pluralità della bellezza può esprimersi dando vita alla lotta contro bullismo, stereotipi e discriminazioni.

    In questo libro Marianna permette di scoprire nell’imperfezione della vita la bellezza delle persone e della vita stessa.

    Il saper accettare il proprio corpo, morbido o magro che sia, i segni del tempo che passa, pregi e difetti della propria unicità, è una grande conquista. Accettare la propria esteriorità significa sentirsi liberi di essere chi si vuole senza preoccuparsi di pregiudizi o stigmi sociali, che ci rendono solo più insicuri.

    La sicurezza, così come la libertà, sono valori che vanno conquistati giorno dopo giorno e Marianna Lo Preiato, in questo libro, ha dimostrato che la libertà è anche sapersi fermare, restare per resistere per raggiungere una vetta desiderata. Da donna di spettacolo quale sono, posso dire che essere in cima alla vetta non è soltanto avere successo nel lavoro, ma è soprattutto sentirsi realizzata come donna nella sua totalità.

    Ma non pensate che sia un libro per sole donne, anzi è consigliatissimo anche agli uomini che così possono imparare a comprendere la sensibilità dell’animo femminile. È un libro che va letto, vissuto e respirato fino all’ultima pagina. Perché è proprio alla fine del libro che tutto può avere inizio per ognuna di noi.

    Questo libro è legato a un progetto sociale che mi ha emozionata. Raccontare e raccontarsi per aiutare il proprio animo a ridare il giusto ritmo al proprio cuore e scoprire che la vita, in fondo, è sempre una grande meraviglia.

    La mia resilienza

    Se in psicologia, la resilienza è un concetto che indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità, allora ognuno di noi sa davvero cos’è; ma forse le donne di più.

    Nell’ottica di questo libro che è un mettersi a nudo ecco uno dei miei tanti tantissimi momenti di Resilienza: Oggi non potrei proprio pensare alla mia vita senza i miei due figli... ma prima di loro ne ho perso uno... un dolore che solo chi lo ha provato può capire. Ma affrontando la vita con Resilienza, concentrandomi solo sul presente, facendo l’occhiolino al futuro ecco che sono arrivati Guenda e Gianamedeo. Grazie alla vita che mi ha tolto qualcosa ma che in cambio mi ha dato tanto.

    La Vita gli attimi te li presta soltanto... poi li rivuole indietro...

    Grazie Marianna che con il tuo libro ce lo ricordi.

    1

    Sono le 6 del mattino e la sveglia continua a suonare, ricordandomi anche oggi che mi devo alzare e anche alla svelta. Cerco la concentrazione giusta per tirarmi su dal letto, voglio essere silenziosa come un gatto, così faccio tutto in punta di piedi per non svegliare nessuno. Enzo ha fatto la notte ed è giusto che riposi, io invece devo catapultarmi ad aprire il negozio, ma prima… Mi affaccio alla porta della camera da letto, la guardo avvolta nel suo plaid ancora fra le braccia soporifere di Morfeo, mi avvicino cautamente, le sfioro un braccio, le do un bacio e poi con un filo di voce, cercando di creare un’atmosfera soft, la chiamo: "Popía,

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