Scegli di essere schifosamente felice
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Le persone che hanno conosciuto Francesca e le hanno voluto bene possono riconoscere i segni della sua presenza, ascoltarla attraverso il loro cuore. Lei c’era e continua a esserci, come energia pura d’amore, a dialogare e sostenere ogni giorno i suoi cari, a mandare loro dei segni, dei messaggi. Francesca è nell’aria: è profumo, essenza… e mancanza. Chi l’ha amata, i genitori, il fratello, tanti amici devono imparare a vivere senza vederla fisicamente, ma questo non equivale a dimenticarla o a smettere di amarla, perché la vita e l’amore sono più di quello che possiamo vedere con gli occhi e toccare con le mani.
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Anteprima del libro
Scegli di essere schifosamente felice - Maria Stella Capone
11 dicembre 2016
Oggi non ho molte parole per te, amore mio, solo lacrime e disperazione. Profumo intenso di fiori in questa gelida camera mortuaria. Ho dovuto avvicinare le narici sino al tuo inseparabile giubbotto con le orecchie da orsacchiotto per rendermene conto.
Sei tu!
Inspiegabile profumo di te!
Sul tuo profilo di Facebook ci sono centinaia di messaggi, tutti per te. Te ne leggerò alcuni, a caso, e senza fare preferenze. Risponderò a tutti quando le parole non si fermeranno più tra mille singhiozzi.
Vera C.: Stamattina ho preso il gohonzon. Sono ufficialmente un membro della Soka Gakkai Internazionale, una praticante buddista. È quello che ho continuato a ripetermi, anche mentre tentavo stentatamente di trattenere un fiume di lacrime quando ho ricevuto una telefonata che mi informava delle tue condizioni e di una probabile imminente dipartita corporea mentre ero dal parrucchiere, è che oggi avrei celebrato la vita, come ho sempre cercato di fare con una grinta ancora più forte, rinnovata, tirata a lucido. Uno dei miei pensieri più insistenti tra tutti i miei casini, in questo ultimo periodo, quando pensavo a te, era che desideravo tantissimo di vederti tornare a Tokyo sulle tue gambe. Di tenerti la mano mentre ci incontravamo in aeroporto e mi accoglievi per mostrarmi la tua quotidianità. Ma sai una cosa? Tu mi hai accolto quel pomeriggio di agosto in stazione e la tua mano la sento già stretta alla mia nel mio cuore. Ti sento in tutte le cose di questo giorno e non potrò mai dimenticarlo, mai smetterò di sorridere alla grandiosità di questi momenti dove te ne sei andata ma in realtà sei qui, in tutte le cose, a spronarmi a iniziare con coraggio, con passione, forza e fede. Grande fede… questa nuova vita, questa attestazione di un percorso che mi sta trasformando tutto e mi sta portando passo dopo passo a essere la persona che voglio essere e che ho bisogno di essere. Dovrò ancora fronteggiare spesso la mia umanità e le lacrime che sgorgheranno ricordando certi momenti che abbiamo vissuto, ma non posso essere più felice di aver avuto il piacere, l’onore e la fortuna di conoscerti, di esserci sentite e chiamate amiche e soprattutto, di aver cantato per te. Non cancellerò mai le parole che hai dedicato alla mia voce e alla mia arte, i tuoi incoraggiamenti per i progetti ambiziosi miei e di Leo li porterò nelle note che canterò con l’anima quando un giorno calcherò un palco nella tua Tokyo e te lo dedicherò, il concerto e quelle note. Ti dirò: Ecco Franci, ce l’ho fatta, mi hai ispirato con la tua determinazione, con la tua parola, il tuo sorriso e il tuo supporto sempre pronti, per me e per tutti coloro che avevi vicino e intorno e ora sono qui e canto anche per te, ancora una volta, e questa notte è anche tua
. Grazie per tutto ciò che hai saputo darmi, grazie per tutto ciò che hai saputo insegnare e per ciò che ci siamo scambiate reciprocamente. Ti vorrò sempre bene e non vedo l’ora di vivere la sensazione pazzesca di rivederti negli occhi di un bambino, nella bellezza leggiadra di un tramonto, nella giocosità e nella gioia profonda e più significativa di quanto sembri di un cane. Grazie Franci. Ti voglio bene.
Daya C.: Grazie dei bei momenti trascorsi assieme, Francesca… i deliri col giapponese, gli esercizi di kanji, le vacanze al mare, le canzoni della Disney cantate a squarciagola in macchina, i pranzi al giapponese, le serate a Vudù che tanto ti facevano ridere, le pizze a casa tua, i disegni, i sorrisi. Rimarrà tutto nei nostri cuori, assieme a te.
Francesca S.: Ho avuto il piacere e il privilegio di conoscere e avere nella mia vita questa persona, nei momenti più belli e felici e in quelli più difficili e amari. Quello che è certo è che il mio cuore e la mia mente non possono, neanche sotto tortura, dimenticarla. Ciao Trotty mia.
Ilaria P: Il mio risveglio in lacrime, il cuore ancora in mille pezzettini. Sparsi. Calpestati. Persi. Ti ho sentita stanca fisicamente, ma mai, MAI di vivere. Il mio abbraccio fino alle stelle, piccola Francesca mia. Oggi abbiamo il diritto di prendercela con il mondo, di urlare parole che non vorremmo mai dire. Abbi cura di splendere ancora più forte che mai, anche per noi.
Carla C.: mi scuserò con gli amici che mi vorrebbero disperata. Sarà fatalismo, sarà la gioia troppo grande di aver conosciuto una persona così speciale. Saranno stati il suo percorso nella malattia, il suo parlare agli animali quando era piccola, il suo sorriso, la sua calma, i suoi occhi. La sua fede buddista, il saper trovare ogni giorno il lato positivo e le parole giuste per tutti. Non sono disperata. Sono profondamente triste per i suoi genitori e per suo fratello, sono malinconica perché mi sarebbe piaciuto vederla posare con il vestito rosa che le avevo regalato la penultima volta che ci siamo viste. Sono dispiaciuta che non abbia conseguito la laurea, ma certa che di Giappone e giapponese ne sapesse più di tanti professori universitari. Poi scorro la home e scopro che a Francesca piace la pagina di tribù golosa. Mi viene un sorriso e me la immagino che se la ride anche lei da qualche parte.
Virginia S.: Ma io voglio ricordarti com’eri prima, da ‘piccolina’ nelle mie classi, e seduta sugli scalini della ‘piccionaia segreta’ a confessarmi sogni, delusioni, progetti per il Giappone, e ad ascoltare paziente i miei rimbrotti per la tesi. La tua prof. che credeva fermamente che ce l’avresti fatta.
Carla V: Vorrei le spuntine blu sul display del mio telefono. Saprei che sono state lette, che più tardi arriverà una risposta. Vorrei risponderti che mi manchi, che domani vengo a casa tua per abbracciarti e abbracciare la tua mamma e il tuo papà. Ascoltarci. Noi sappiamo farlo. Mi porto nel cuore la prima volta che ti ho vista a casa di Franz, prendevi appunti con una tale attenzione, avevi fame di quelle parole per farle vivere in te. Hai fatto così. Noi due sedute sul muretto dopo una piccola passeggiata, tu con la tua maglia con le orecchie per coprire la testolina dura che hai dal freddo. Parlare e sorridere sulle nostre pazze idee per il futuro… Manchi. Ti voglio bene, mia piccola amica dagli occhi grandi. Ti stringo la mano. Grazie Frà.
Nicoletta B.: Chissà in quante vite ancora ci rincontreremo. E sono certa che sapremo riconoscerti perché sarà il nostro daimoku a guidarci. Arrivederci piccola amica dagli occhi grandi. Infinitamente grata per il pezzetto di vita condiviso insieme.
Annarita M.: Ho combattuto con te senza conoscerti, ho combattuto con te da lontano, perché la sofferenza ha questo potere: annienta le distanze. Ho pregato con te e per te… che la vita ti abbracciasse e non ti lasciasse andare. Ho pregato tanto ma spesso la vita va dove vuole lei… per quanto noi la abbracciamo. E scappa. La tua è scappata verso il cielo. Avrei tanto voluto incontrarti. Il tempo non ce lo ha permesso. Ciao Francesca, tu sei viva!
Andrea D.: Oggi ho poche cose da scrivere, solo un infinito grazie, grazie Francesca… Grazie per essere stata un’amica nell’avventura milanese, grazie per avermi insegnato tanto e con umiltà… Avrei tanto voluto andare a vedere un altro concerto dei Saor Patrol come quello che vedemmo in inverno… Sei stata grande, sarai sempre con noi. Alla prossima vita, Fra.
Alessia M.: Ehi Fra, ti ricordi quando mi hai mandato questa foto? È così vecchia che il mio telefono non segna nemmeno la data… so che è scontato dirtelo ma mi manchi già… e non credo che mi abituerò mai all’idea. Ricordo ancora quando quattro anni fa, ero in terza media, e la mamma, di sera, mi aveva chiamata per dirmi che aveva trovato un’insegnante di giapponese. Ero felice come una bambina a cui è stata appena regalata una caramella… Gli anni sono volati e abbiamo condiviso tanti momenti insieme, nella stanza di giapponese, spero te la ricorderai, quando vuoi puoi farci un salto, sei sempre la benvenuta, e non ti scandalizzare se trovi me e Monica ballare… Se supererò mai l’esame di giapponese, lo dedicherò a te, a tutta la passione che hai trasmesso a me e a Monica. Ti ringrazio davvero per aver reso possibile qualcosa che per me era solo un sogno. Fidati che appena posso, prendo il primo aereo per Tokyo insieme alla rimbambita e andremo dove tu hai sempre voluto portarci, un posto magico chiamato Oriente.
Tiziana C.:… È stata fonte di ispirazione per tanti, è stata fonte di ispirazione per me. Ricordo bene il giorno in cui Francesca venne nel mio studio a chiedere di poter collaborare a qualche progetto o attività didattica. La conoscevo già per il suo entusiasmo e la sua grande intraprendenza. Mi aveva molto colpito. Ha collaborato a un progetto di ricerca con grande serietà e passione e sono molto felice sia stata lei
.
Misaki T.: Fra, la mia migliore amica Francesca… Sei sempre con me nel mio cuore. Grazie mille di cuore.
Paola Zanin: Alle persone grandi, il mondo sta piccolo.
Monica C.: Di Francesca Voi, vogliamo ricordare il volto bello e sorridente, la simpatia contagiosa, l’intelligenza vivace. Francesca era vicepresidente del Comitato Pari Opportunità, è stata una vera risorsa per l’Amministrazione, con la freschezza dei suoi giovani anni, il suo sguardo attento e il suo amore per il Giappone, oggetto dei suoi studi universitari, che faceva di lei una ragazza della nostra bella gioventù
, aperta al mondo e alla ricchezza della diversità, rispettosa della parità di diritti e doveri per tutte e tutti.
Noemi V.: Vola, guerriera, per i cieli nebbiosi di Sesto San Giovanni, scendi qui nella tua amata Puglia che hai lasciato per gli studi … passando dalla Sicilia, …e vai in Giappone, meta del tuo spirito religioso e culturale. Viaggia col sorriso che ti appartiene e scatta foto, immortala attimi che solo tu sapevi catturare. Grazie per avermi ospitata undici mesi nella tua meravigliosa mansarda milanese. Ti ringrazio per esserti affezionata alla felpa che ti ho regalato e che porterai con te per sempre.
Monica Z.: Francesca Voi è di Brindisi, ma vive nella mia Sesto San Giovanni. Ho conosciuto Francesca quattro anni fa, alla prima riunione del Comitato pari opportunità cittadino. Non la conoscevo e non l’avevo mai vista prima, ma ero rimasta colpita dall’impegno politico di una ragazza così giovane e dal suo sguardo grande, profondo e carico di energia e di voglia di fare. Poi un giorno mi chiama… E di nuovo ritrovo quella forza e quell’energia che mi aveva colpito da subito. Perché Francesca è così. Una vera forza della natura. Una vera guerriera combattiva come solo le donne sanno essere quando ti manca la terra sotto i piedi.
Nicoletta V.: in realtà non ho parole… so solo che mi dispiace di non averti potuto salutare, abbracciare, ridere un po’ di tutte le nostre avventure. Sei partita così… sono sicura che i ciliegi cospargeranno la tua strada di petali rosa e che sei felice. Sei grande, amica mia, non parlerò mai al passato, solo presente e futuro per te. Per noi! Con amore, tutto per te, Francesca.
Sergio S.: È strano. Fuori c’è aria di festa, la gente compra e impacchetta regali colorati e si prepara per il Natale. Sono tutti indaffarati e forse un po’ felici e allegri. E tu da poche ore non ci sei più. Mi è insopportabile sapere che tu non sei né sarai più in mezzo a quella gente che vive, forse senza neanche sapere la fortuna che tutto sommato possiede per il solo fatto di respirare e di non sentire tutto il dolore che a te è toccato. Rileggo, tra le lacrime che non si fermano, i tuoi ultimi messaggi, quando eri ancora piena di speranza, nonostante tu già sapessi che la vita si stava lentamente allontanando da te, li leggo – sono solo di qualche giorno fa – e resto sorpreso di quanto sia sottile la linea che ci separa dalla fine e di come tu, misteriosamente, a ventotto anni l’abbia già varcata. Ho in testa l’espressione sollevata del tuo viso quando ti feci quello Shiatsu alle gambe per renderle più leggere. Ricordo la nostra chiacchierata nella tua stanza, quando mi dicesti di essere stanca e che la tua paura era una voragine dalla quale risalivi sempre più a fatica. Nonostante fosse troppo più forte di te, hai tenuto la bestia sulla punta della tua lancia per molto tempo, piccola amica mia. Ci hai provato con la forza dei tuoi ventotto anni e con la convinzione che non sia questa l’età per morire. Mi lasci in eredità la tua sete di esperienze, di Giappone, del tuo amato sushi che quella sera ti abbiamo portato in regalo e che tu hai mangiato lentamente, a occhi chiusi, mentre dicevi sorridente che buono, lo mangerei sempre
. Così come sino all’ultimo hai studiato i tuoi libri di giapponese, mentre tenacemente ripetevi a te stessa che quegli esami erano da fare al più presto. Mi lasci la tua sete di vita, di esperienza, di amore. Fra, placheremo insieme quella sete, perché sarai con me in ogni esperienza che farò, in ogni pagina di libro che leggerò, in ogni posto che vedrò e ogni volta che sarà per me amore. Te lo prometto. E ora vai, perché devi andare. Il mio segreto te l’ho confidato nella tua stanza, quella sera.