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Confuso
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E-book210 pagine6 ore

Confuso

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Info su questo ebook

Kira Golden è in cerca di un lavoro e sarebbe disposta a fare quasi qualsiasi cosa per ottenerne uno. Mentre sale i gradini dell'imponente edificio della Enkidu Industries, è convinta che ad attenderla vi sia un colloquio per la posizione di segretaria e non un uomo completamente nudo.

Parker Bernier è un imprenditore di fama mondiale, con l'ego che ne consegue. Niente sembra inarrivabile per l'attraente miliardario dai capelli biondi, che non ha paura di fare quanto deve per farsi strada, anche nel corpo di Kira.

Affascinata dalle sue capacità e dal suo aspetto, Kira si ritrova a dargli più del suo corpo; ma c'è un altro uomo che brama per il suo cuore e che non ha intenzione di darsi per vinto. Quando i due amanti segreti escono allo scoperto, non c'è modo di sapere se i sentimenti di Parker sono sinceri o se sta solo spingendo Kira verso un burrone.

Confuso è un romanzo a sé, che non termina con un finale in sospeso.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita1 mar 2020
ISBN9781071532782
Confuso

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    Anteprima del libro

    Confuso - Sky Corgan

    CAPITOLO PRIMO

    Nove. Questo è il numero di colloqui di lavoro a cui sono andata questo mese. Sto per fare il decimo e si sta rivelando persino molto peggio dei precedenti.

    C'era un lungo capello grigio nel burrito da asporto che ho ordinato per pranzo e, mentre camminavo verso l'imponente edificio della Enkidu Industries, mi si è impigliato il tacco in una crepa del marciapiede e mi si è staccato dalla scarpa. Fino ad allora, ero in anticipo, lo sono sempre; ma il viaggio di emergenza al mio appartamento per prendere un nuovo paio di scarpe mi ha fatto perdere un quarto d’ora.

    Adesso, mentre mi precipito verso l'edificio, mi chiedo perché mi stia persino preoccupando. Chi assumerebbe qualcuno che si presenta con un ritardo di quindici minuti? Ormai ci sono però, quindi non mi costa niente vedere se sono ancora disposti a incontrarmi.

    Il mio ottimismo è ai minimi storici. Cercare lavoro può essere davvero estenuante, dopo che vieni respinto tante volte quante è successo a me; è difficile mantenere un sorriso in volto e la speranza nel cuore. Non sono nemmeno qualificata per questa mansione ed è già stato un miracolo che mi abbiano presa in considerazione per un colloquio.

    La donna alla reception mi sorride cordiale; ed io dovrò fare altrettanto con chiunque metterà piede in questo edificio se mi prendono.

    Mi chiamo Kira, ho un...

    Il signor Bernier la sta aspettando. Terzo piano, giri a sinistra, quinta porta a destra. Fa un cenno con la testa all'ascensore e mi guarda in modo strano, come in un misto di fastidio e disprezzo.

    Non rispondo e mi limito a raggiungere l'ascensore, ringraziando Dio perché il colloquio non è stato direttamente annullato. Almeno sono stati abbastanza carini da darmi una possibilità, ed è più di quanto farebbe la maggior parte delle aziende.

    Premo il pulsante dell’ascensore e salgo meravigliata della mia fortuna. Se tutto va come deve, il signor Bernier capirà il motivo del ritardo; anche se gli uomini di rado comprendono le problematiche dei guardaroba femminili. Magari è un anziano signore gentile, o forse pervertito. Sto arrivando al punto in cui si è disposti a ricorrere a espedienti disperati pur di ottenere un lavoro. Mi prendo un attimo per slacciare il bottone più alto della camicetta, esponendo un poco la scollatura. Se si hanno, perché non usarle; e a me non mancano di certo.

    Il condizionatore mi soffia addosso mentre attraverso il corridoio, contribuendo a raffreddare il sudore e rendermi un poco più presentabile. Quando raggiungo la porta dell'ufficio del Signor Bernier, mi fermo per raccogliere tutta la falsa sicurezza che riesco a trovare.

    Busso con decisione e una voce maschile dall'altra parte mi dice di entrare. Faccio un respiro profondo, prima di afferrare la maniglia della porta e spingerla in basso per accedere alla stanza.

    Qualunque pensiero stesse occupando la mia testa scompare all’improvviso, mentre i miei occhi si posano sulla sua muscolosa carne nuda. Il respiro preso qualche istante prima mi si incaglia in gola, quando lo sguardo mi cade sulla sua grossa erezione pronta a salutarmi. Vengo sopraffatta da pulsazioni di desiderio inaspettato e la mente mi va su di giri per la confusione.

    Chiudi la porta, dice quell'uomo con fermezza.

    Credo di essere nella stanza sbagliata, balbetto, facendo un passo indietro. Nonostante sappia che non è molto educato fissarlo così, proprio non riesco a distogliere lo sguardo dal suo corpo. È bello da togliere il fiato e, anche se non otterrò il lavoro, la giornata non mi sembra poi del tutto sprecata.

    Sei Kira, vero? Mi fissa dritto negli occhi, con i suoi blu penetranti.

    Sì, dico esitante. Deve esserci un errore, come fa questo tipo a sapere il mio nome e perché è nudo? Questo non è neanche un ufficio, ma una piccola stanza con un lettino da massaggio.

    Entra e chiudi la porta. Impaziente, incrocia le braccia sul petto. Quando non mi muovo, mi afferra per un polso e mi tira dentro. Sussulto d’istinto e inciampo nella stanza, mentre lo osservo chiudere la porta dietro di noi. Mi rivolge uno sguardo che mi azzanna le viscere. Cos'hai che non va? Sei nuova?

    Sono nuova? Non so neanche cosa rispondere, non ho idea di cosa stia succedendo. È come se fossi in un sogno delirante e surreale.

    Il cuore mi batte a mille e ho la voce intrappolata nella gola; non riesco a fare altro che fissare questo splendido sconosciuto mentre è nudo davanti a me, con il membro che gli oscilla avanti e indietro.

    Lei è nudo. Santo cielo, Kira. Sul serio? Hai appena detto ciò che è ovvio? Penserà che sei una completa idiota.

    Lo so. La sua espressione è impenetrabile mentre gira intorno al lettino e vi monta sopra. Come mi vuoi?

    In così tanti modi. Vorrei davvero rinunciare al mio colloquio di lavoro per scoparmelo; non ho mai visto un uomo così attraente in tutta la mia vita.

    Penso che lei mi abbia scambiata per qualcun altro. Nonostante l'eccitazione, torno lenta verso la porta. Appena capirà che ha solo sbagliato persona, uscirò dalla stanza per tornare alla mia vita noiosa. Forse non mi preoccuperò nemmeno di cercare il Signor Bernier; dopo essermi imbattuta in Mister Nudista, il ritardo è diventato troppo e a questi livelli non può proprio essere accettabile.

    Mi lancia uno sguardo irritato. Sei Kira della Zenway Massage, vero? La sostituta di Mary.

    Tiro un sospiro di sollievo, anche se non so perché. Mi ha scambiata per qualcun altro e non oso immaginare quanto sarà imbarazzato appena glielo dirò. No. Sono Kira, per la posizione di segretaria.

    I muscoli delle sue spalle si irrigidiscono mentre assimila le mie parole; per un momento, la stanza rimane in silenzio. Mi immergo nella sua schiena scolpita, mentre aspetto di essere sbattuta fuori.

    Sei qui per la posizione di segretaria, ripete lento, come se ancora non capisse del tutto; poi si acciglia. Idiota. La durezza del suo tono mi fa venire voglia di indietreggiare e sto per chiedergli scusa, quando bussano alla porta. Mentre mi volto verso essa, l'uomo si gira per affrontarla, con il membro eretto ancora in bella vista per il prossimo visitatore. Entra.

    Una ragazza minuta dai lunghi capelli neri ondulati e un sorriso caloroso entra. Indossa un camice blu con il nome Kira ricamato in rosso proprio sotto alla spalla sinistra. Questa è la donna che stava aspettando; non una me all'oscuro di tutto, che non ha ancora idea di cosa stia succedendo.

    Non riesco a capacitarmi di come facciano gli occhi della ragazza a non cadere dritti sull’erezione di quell’uomo. Sembra che l’abbia visto nudo cento volte prima, da non essere turbata affatto. Lancia uno sguardo confuso nella mia direzione, prima di tendere la mano verso Mister Nudista. Signor Bernier, sono Kira. Mi perdoni il ritardo, ero bloccata nel traffico. La sua voce è allegra in modo disgustoso.

    Signor Bernier? Non era il tipo con cui avrei dovuto fare il colloquio? Mi sono persa del tutto ormai.

    Non scende neanche dal lettino mentre stringe brusco la sua mano tremolante, prima di guardarci. La tensione nell'aria sale di una decina di livelli, mentre distratto passa gli occhi sui nostri corpi. È evidente che ci sta scrutando come un maniaco e mi avvampano le guance quando i suoi occhi incontrano i miei. Santo cielo, qualsiasi donna si perderebbe in quegli occhi che si ritrova. Una tonalità così chiara di blu con delle piccole striature oro, in tinta con i suoi capelli. In genere non mi piacciono i biondi, ma lui è davvero meraviglioso ed è biondo naturale. I capelli di solito sono dello stesso colore dei peli pubici e, al solo pensiero, il volto mi si tinge di fucsia.

    Hai detto che stai cercando un lavoro. Ha uno sguardo talmente intenso che vorrei distogliere il mio, ma non lo faccio; è così intimidatorio in tutta la sua gloria messa a nudo.

    Mm-hmm, quasi canticchio.

    Rivolge la sua attenzione all'altra Kira. Puoi andare.

    Il comportamento di lei cambia in un attimo e mi lancia uno sguardo come fossimo in una specie di competizione. Ero così in ritardo che ha chiamato un’altra? Il tono della sua voce fa sembrare che lo stia accusando di tradirla, e non è certo il caso. Non so ancora cosa stia succedendo, ma almeno avrò una storia da raccontare a Yolanda più tardi.

    No, ho deciso che non ho più bisogno dei tuoi servizi oggi.

    Lei sposta il suo peso. Con tutto il rispetto, signore, è stato un lungo viaggio per arrivare fin qui e, nonostante sappia di essere arrivata in ritardo, la Zenway ha una politica di cancellazione. Le verrà comunque addebitato il costo della visita.

    Lo sguardo infastidito gli ricompare sul viso. Va bene. Fallo addebitare sul mio conto.

    Vuole fissare un altro incontro?

    Lo farò fare alla segretaria più tardi. Mi fissa dritto negli occhi mentre parla e non posso fare a meno di chiedermi se sia un indizio; dato che è la persona che doveva farmi il colloquio, magari ha deciso di assumermi per scusarsi di questo imbarazzante incidente. Sperare non costa niente.

    Va bene. Dice esitante l'altra Kira, notando che tutta la sua attenzione è su di me. Beh, prometto che non arriverò tardi la prossima volta.

    Basta così. Agita la mano con disprezzo e, con la coda dell’occhio, la vedo indietreggiare. Si inchina educata, mormora qualcosa e poi esce dalla porta, lasciandomi sola con Mister Nudista. Temo che ci sia stato un malinteso, Signorina...

    Golden. Kira Golden. Finisco la frase al suo posto.

    Kira Golden.

    Vengo scossa da un brivido mentre pronuncia il mio nome. Adoro il modo in cui lo fa rotolare sulla lingua, impregnandolo del timbro virile della sua voce. Riesco a immaginare le sue labbra perfette mormorarlo e, mentre i miei occhi continuano a essere distratti dal suo membro ormai bazzotto, immagino di baciarglielo a riportarlo in vita.

    Bene, Kira Golden. I suoi occhi lasciano i miei per la prima volta da quando l'altra ragazza se n'è andata, anche se solo per abbassarsi sui miei seni e mi maledico in silenzio per essermi sbottonata la camicia. È carburante per la sua erezione. Poi, di nuovo, forse non è una brutta cosa, soprattutto se ha intenzione di usarla con me più tardi. La segretaria che ho adesso è una sostituta di un'agenzia interinale. Deve averti confusa con la Kira che sarebbe dovuta venire a farmi un massaggio.

    Oh. Beh, nessun problema. Tutti commettono errori. Rido con fare stupido; il mio nervosismo si sta sbandierando in tutta la sua forza. Adesso che siamo di nuovo soli, non so dire se vorrei che mi buttasse fuori dalla stanza o che mi scopasse fino a perdere i sensi.

    Non credo nelle coincidenze. Alla fine, salta giù dal lettino, con il membro che gli oscilla tra le gambe. I miei occhi si puntano lì e resto sconvolta da quell’abbondanza. Sono stata con parecchi uomini, ma nessuno lo aveva grande quanto lui. Sa di essere dotato, sa di essere sexy ed è molto probabile che sappia anche che mi sta mandando fuori di testa.

    Le coincidenze sono errori? Sembro una perfetta idiota, ma non riesco proprio a riprendermi. Sono così distratta.

    Sai che la mia faccia è quassù. Si indica gli occhi e le guance mi si tingono di un rosso acceso.

    Mi scusi, balbetto, facendo un passo indietro per dargli più spazio.

    Ti comporti come se non avessi mai visto un uomo nudo prima d'ora.

    Ne ho visti, tantissimi; ma nessuno era come lui.

    Mi prendo un momento per ingoiare l’imbarazzo e ricompormi. Signor Bernier, giusto? Vuole che me ne vada?

    No, scuote la testa. Sei venuta qui per un colloquio, sbaglio? Ho intenzione di farlo.

    E di solito fa i colloqui nudo? Ci vuole tutta la mia forza di volontà per non smuovere gli occhi dal suo viso ma, dopo avermi accusata di guardarlo dove non batte il sole, sembra essere molto più facile.

    No. Questo è un caso particolare. I lati della bocca gli si piegano in un sorrisetto divertito. Vuoi ancora farlo, non è vero? Credo che tu non sia venuta fin qui per andartene subito.

    C'è uno strano senso di arroganza nel suo tono, come sapesse che non ho intenzione di scappare, come sapesse che in realtà mi piace stare nella stanza con lui in questo modo. Non mi accadeva da tempo qualcosa di così eccitante e, senza dubbio, non posso lamentarmi della vista.

    Sì, vorrei fare il colloquio. Annuisco.

    Che cosa sai della mia azienda? Incrocia le braccia sul petto, come se tutto ciò che sta accadendo fosse normale, ma è ben lungi dall’esserlo davvero. Come può comportarsi come se fossimo seduti a una scrivania uno di fronte all'altra, quando è nudo, con il membro eretto e una me eccitata e nervosa a pochi centimetri di distanza?

    Mi si spegne il cervello e gemo all’interno. Non mi sono nemmeno preoccupata di fare delle ricerche sull'azienda, perché non mi sarei mai immaginata di avere il lavoro. So che le serve una nuova segretaria. Davvero, Kira? È il meglio che puoi fare?

    Emette una breve risata, Non sai niente della mia azienda, vero?

    Mi si tende la mascella mentre scuoto la testa, non c'è modo di aggirarlo. No. Niente.

    Mi chiamo Parker Bernier, dice con orgoglio, come se il nome significasse qualcosa per me.

    Parker Bernier. Lo ripeto lenta, cercando nella mia memoria una qualsiasi reminiscenza. Nessuna. Un nome come un altro, niente di più, niente di meno.

    Mi guarda fiducioso per un momento, poi il suo sorrisetto si affievolisce. Non hai mai sentito parlare di me?

    No. Sembra più una domanda che una risposta. Dovrei saperne qualcosa? Non mi metto a fare ricerche su uomini d'affari in realtà.

    È il primo colloquio di lavoro che fai? La franchezza della domanda mi arriva come uno schiaffo in faccia. Deve davvero pensare che sia stupida. Vorrei rispondere con la stessa domanda. Quale uomo rispettabile si mostra nudo a un colloquio con una sua potenziale dipendente?

    No, rispondo seccata, senza preoccuparmi di nascondere il tono offeso.

    Dovresti fare delle ricerche sulle aziende a cui mandi la candidatura prima di andare a un colloquio. È davvero poco professionale non saper rispondere a una domanda così semplice.

    Dice l'uomo senza pantaloni. Mi metto una mano su un fianco e sposto il peso, ormai incapace di mordermi la lingua. Forse neanche lo voglio questo lavoro dopotutto; sta facendo il coglione.

    Un sorriso ampio gli compare in volto. A essere onesto, non dovevi fare il colloquio con me ma con il responsabile delle risorse umane.

    Allora perché me lo sta facendo lei? Inarco un sopracciglio. Sarebbe più facile per lui mandarmi in fondo al corridoio o ovunque si trovi l’ufficio per il personale; ma no, ha scelto di farmi il colloquio in prima persona. Perché?

    Perché penso che tu sia proprio quello che stavo cercando. Con gli occhi mi scansiona audace il corpo un’altra volta, prima di fare un passo avanti. Mi si ferma il respiro quando mi prende la mano, la tira su e la fa ruotare per guardarmi il palmo. Quasi gemo mentre mi sfiora le dita; c'è qualcosa di così sensuale in tutto questo e averlo così vicino non mi aiuta affatto. Nel momento in cui le nostre mani si sono toccate, la mia libido è diventata troppo intensa. Adesso sono qui in piedi, impotente, confusa e fuori di testa. Hai le mani morbide. Mi trema la mano, ho un nervosismo tale che il mio corpo non può contenerlo. Il fatto che non riesco a stare ferma sembra solo divertirlo di più. Hai mai fatto un massaggio prima, Signorina Golden?

    Un massaggio? Le mie parole sembrano un pasticcio confuso. Sono così concentrata sulla sua grande mano che accarezza la mia, sulle sue dita che mi sfiorano leggere i polpastrelli.

    Mi guarda in

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