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Radici e potere
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E-book219 pagine3 ore

Radici e potere

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Radici e potere di Gianni Pesce pubblicato il 2011
LinguaItaliano
Data di uscita7 apr 2020
ISBN9788831663670
Radici e potere

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    Anteprima del libro

    Radici e potere - Gianni Pesce

    migliore.

    Carlo Pesce

    Radici e Potere

    - Novità dottore! Abbiamo trovato una cieca con la patente di guida. -

    D'Abbraccio, Ciuti e Zara erano appena tornati da un posto di blocco volante disposto la mattina sulla SS 131, la più trafficata arteria stradale della Sardegna.

    - E magari guidava pure una Ferrari. - rispose Mari che pensava alla solita battuta di spirito.

    - No dottore, guidava una Fiat cinquecento scalcinata, ma guidava, piano ma guidava. - D'Abbraccio era serio. Non si trattava di uno scherzo.

    - Spiegatemi questa cosa. Come è andata? -

    - Come previsto dal servizio questa mattina abbiamo effettuato un posto di blocco all' uscita della città. Dopo un paio d'ore abbiamo notato una cinquecento che procedeva a bassissima velocità non seguendo una direzione rettilinea ma ondulatoria. Pensando ad un ubriaco abbiamo segnalato lo stop. L'auto si è fermata ma abbiamo rischiato di essere investiti a causa di una frenata troppo ritardata. Alla guida era una signora di una certa età che indossava occhiali spessi come un fondo di bottiglia. Abbiamo chiesto i documenti dell'auto e la patente di guida e lei, che evidentemente ci vedeva un po’ da lontano ma nulla da vicino, non riuscendo a trovare né gli uni né l'altra, ci ha consegnato la borsetta perché li cercassimo noi. Dalla ricerca è venuto fuori che non solo aveva la patente, ma aveva un documento che la qualificava cieca civile con tanto di diritto a pensione ed accompagnamento. C'è venuto il dubbio che la patente fosse falsificata ed abbiamo fatto un accertamento alla motorizzazione civile: tutto è risultato in regola. La patente è stata rilasciata con tanto di referto medico d'idoneità ed esami teorico e pratico superati. -

    Quanto diceva D'Abbraccio non sembrava avere una spiegazione logica.

    - Ma com'è possibile un fatto del genere? E la signora che ha detto? -

    - Non ha saputo dare spiegazioni e l'abbiamo portata in ufficio. -

    - Va be'. Cerchiamo di capire come stanno le cose. Fatela venire da me. -

    La donna, oltre la cinquantina, di media statura, lunghi capelli neri raccolti a crocchia, un fisico di buona fattura che denunziava un passato certamente interessante, indossava ancora i fondi di bottiglia nonostante i quali si muoveva incerta e con qualche difficoltà di orientamento. Era visibilmente spaventata. Mari si alzò e la aiutò ad accomodarsi nella poltroncina davanti alla sua scrivania.

    - Signora, mi sa spiegare come può essere titolare di pensione quale cieca civile e contemporaneamente in possesso di patente di guida? -

    - Non capisco cosa debba spiegare. Effettivamente ci vedo pochissimo ma ho passato regolarmente gli esami di guida. E poi non guido quasi mai. Era più che altro una soddisfazione personale che ho voluto concedermi. Un amico mi aveva detto che era possibile avere la patente se mi avesse presentato agli esami una certa autoscuola ed io ho seguito il consiglio. Quanto alla pensione è vero che non sono del tutto cieca, ma comunque, anche in quel caso mi è stato indicato il modo per avere il riconoscimento al diritto. Mi rendo conto di aver commesso qualche piccola irregolarità, ma chi non ne fa ? -

    - Quelle che lei chiama piccole irregolarità avrebbero potuto costare qualche vita altrui oltre che la sua. Per ora le trattengo la patente e la avverto che saranno fatti accertamenti sulle sue piccole irregolarità che lasciano intravedere veri e propri reati da parte almeno dei medici che hanno certificato il falso, ammesso e non concesso che gli esaminatori fossero a loro volta ciechi quando ha dato l'esame. Ora la faccio accompagnare a casa e non cerchi più di ripetere la pazzia che ha fatto oggi. -

    La donna borbottò qualcosa che però non ebbe il coraggio di ripetere a voce alta e fu presa in consegna da Ciuti che provvide al suo accompagnamento.

    Ormai si era fatta l'ora di pranzo e Mari, che aveva lavorato tutta la mattina nella sua stanza, incamerando tutto il calore del forno di pane sottostante, decise che della cosa che aveva del surreale ne avrebbero parlato nel pomeriggio.

    - Ma porca miseria! - pensò - perché questo forno non riesce a comportarsi come tutti gli altri onesti forni che, a quanto so, lavorano solo di notte. Ma glieli pagheranno gli straordinari? - e, salutati tutti, si fiondò fuori ove lo attendeva la sua vecchia moto, una Guzzi Falcone, a nome Teodora, che aveva sulle spalle vari decenni d'onorato servizio con le stellette ed era stata recuperata all’asta, quando ormai era stata destinata alla demolizione. Aveva però un carattere tosto. Se si fermava era per un solo motivo: mancanza di benzina. L'aria impattata durante la corsa verso casa gli restituì parte di quello che gli aveva tolto il forno.

    II

    Nel pomeriggio riunì nel suo ufficio la squadra operativa.

    - Abbiamo di fronte un caso non piccolo. A prima vista dovrebbero essere stati commessi una serie di reati da medici compiacenti, autoscuola ed esaminatori. Se questo è vero il fatto non sarà certamente isolato e quindi prepariamoci ad un lavoro abbastanza lungo. Per prima cosa inoltreremo una richiesta alla procura che ordini l'esibizione del fascicolo da parte della motorizzazione civile, fascicolo che sequestreremo. Poi ce lo studieremo con calma. C'è qualche notizia in giro circa il rilascio di patenti facili? -

    - Effettivamente qualcuno, non ricordo chi, ha avanzato qualche sospetto, ma nulla di concreto, niente nomi. Ho pensato alla solita critica di qualche scontento.- disse Pozzi.

    - Qualche voce l'ho sentita pure io ma non gli ho dato molto peso. Al bar si parla male di tutti. E' un'abitudine. - si associò Ciuti. - Comunque si diceva che alcune autoscuole sono in grado di far promuovere i loro candidati senza difficoltà. Sarebbero molto più care però.-

    - Bene. Pozzi, faccia battere una richiesta alla procura illustrando brevemente il caso della cieca. Sequestriamo questo fascicolo e poi vediamo. -

    - Ormai si può fare solo domani mattina. Anche avendo il mandato stasera troviamo tutto chiuso. -

    - Vorrà dire che ci dormiamo sopra e domani si parte. Secondo me dobbiamo preparare i bagagli per una lunga permanenza in servizio. - fece Mari.

    - Sempre tragico, dottò. - rispose Pozzi.

    - Scommettiamo una pizza? -

    - Andata! -

    La mattina successiva il provvedimento richiesto fu rilasciato senza difficoltà e Mari inviò D'Abbraccio ad eseguirlo. Quando il sottufficiale tornò raccontò che, presentato l'ordine al direttore provinciale della motorizzazione civile, quello si era visibilmente allarmato, aveva cercato di tergiversare affermando che il fascicolo in questione non era disponibile per mancanza dell'archivista che al momento era in malattia ma la decisione di D’Abbraccio, che aveva minacciato il piantonamento dell'archivio fin quando il fascicolo non fosse saltato fuori, aveva convinto il direttore ad effettuare la consegna.

    Fu facile individuare l'autoscuola, l'esaminatore ed il medico responsabili di quel vero e proprio attentato alla incolumità pubblica.

    - Cercatemi il titolare dell'autoscuola, voglio sentirlo per primo. La magagna comincia da lì. -

    Si trattava dell'autoscuola Allegri, una delle più prestigiose e costose della città, che prendeva il nome dal suo titolare, il rag.Gaetano Allegri,il quale aveva formato e venduto in gestione altre quattro autoscuole cittadine, un vero esperto ed introdotto negli ambienti della motorizzazione civile. Aveva lasciato ormai da decenni a sua terra d'origine, la Romagna, per radicarsi in Sardegna, ove aveva appreso nei minimi particolari lingua, usi ed indole dei nativi, senza rinunciare alla bonomia ed al piacere di vivere iscritti nel suo DNA. Mescolando il tutto con una grande voglia di fare aveva dato la scalata al settore delle autoscuole ed in particolare ai rapporti con la motorizzazione civile sarda e continentale, accumulando denaro, opportunità e relazioni importanti.

    A suo carico Mari ottenne dalla magistratura, nell'arco di una mattinata, un ordine di perquisizione alla ricerca di documentazione utile all'indagine: bisognava agire in fretta perché appena la cosa si fosse in qualche modo risaputa i documenti compromettenti avrebbero fatto presto a sparire. Mari inviò D'Abbraccio con tutta la squadra operativa.

    - Non state a perdere molto tempo. Sequestrate tutto l'archivio e ciascuna carta o lettera. Ci saranno migliaia di documenti in quell'ufficio e non possiamo prolungare la perquisizione leggendoli sul posto. Sigillate tutto e portate qui. Poi, con calma ed insieme ad Allegri, catalogheremo tutto e ci faremo un'idea di ciò che è utile all’indagine. -

    Non fu una cosa da poco. L'ufficio di Allegri era una vera e propria miniera di carte, fascicoli, corrispondenza, prospetti, rubriche e tutto fu sigillato in pacchi voluminosi che andarono a riempire per metà la stanza di Mari. Col tempo questa però si sarebbe rivelata una mossa risolutiva. In quegli ammassi di carte erano sepolti fili che avrebbero portato molto lontano e che al momento nessuno poteva immaginare.

    Il rag. Allegri, un uomo di mezza età, di media statura, robusto ed un po' soprappeso, entrò nella stanza di Mari, ove era stato convocato, col piglio di chi cerca di giocare la carta dell'arroganza, quella di colui che sa di avere amici e difese altolocate su cui contare. Si dichiarò offeso dal pregiudizio che la perquisizione ed il sequestro di materiale avrebbero arrecato alla sua attività e di non capire il perché di un'operazione di polizia di così vasta portata: se gli fosse stato chiesto cosa si cercava lo avrebbe fornito senza che il suo ufficio venisse devastato.

    - La cosa non è così semplice, ragioniere, anche se a prima vista potrebbe sembrare un caso banale, il frutto di un errore, di una disattenzione. Non ci si è accorti che un candidato era quasi cieco e per mera sua fortuna l'esame è andato bene sia in teoria che in pratica. Purtroppo però la polizia è sospettosa, vede il male dovunque. E' una sorta di deformazione professionale. Ma è pronta a scusarsi quando sbaglia, dopo essersene convinta. Quindi stia tranquillo se sa di essere nel giusto. D'altra parte credo che, per esaminare le sue carte, passeremo molto tempo insieme e sarebbe meglio che il suo atteggiamento fosse più cauto e gentile portando me sulla stessa strada. Lo gradisce un caffè? -

    Il discorsetto di Mari ottenne l'effetto voluto: un buon caffè al momento giusto si rivela spesso un ottimo viatico per intavolare relazioni meno conflittuali se pur contrapposte.

    - Grazie, credo proprio di averne bisogno. -

    Anche questa volta i caffè del bar di Minoreddu si rivelarono eccellenti, caldi e schiumati al punto giusto, da far transitare molto lentamente sulla lingua per appezzarne tutto l'aroma.

    Mentre assaporava il contenuto della tazzina Allegri, che era tutt'altro che uno stupido, ebbe modo di riflettere sulla situazione che si presentava per lui disastrosa. Inoltre, da buon conoscitore dell'ambiente, sapeva che Mari non avrebbe mollato quell'osso tanto facilmente. Gli serviva tempo. Era necessario che le indagini si allargassero togliendo lui dal centro dell'attenzione e che gli inquirenti si trovassero invischiati in una tela di ragno troppo vasta e complicata, difficilissima da dipanare ed estremamente pericolosa. Decise quindi per una relativa ed ambigua collaborazione.

    - Dottore, mi rendo conto che la mia posizione è indifendibile. Una cieca che guida è difficile da giustificare. Lo riconosco: quella patente è stata comperata. L'esame non è mai stato dato. La signora ha pagato, oltre alla normale tariffa, altre duecentomila lire per l'esaminatore e non so quanto per il certificato medico. Si deve però rendere conto che la mia autoscuola, come peraltro anche altre, non aveva alternativa che entrare in questo meccanismo se voleva sopravvivere. Se non avessimo pagato ci saremmo visti bocciare anche coloro che erano preparati e saremmo falliti in breve tempo. -

    - Si rende conto che, sia pure in assenza di un avvocato, sta ammettendo di far parte di un meccanismo basato sulla corruzione? -

    - Io parlerei piuttosto di concussione. Sono stato vittima di un ricatto: pagare per non essere cancellato economicamente. Molti anni fa, quando ho iniziato l'attività, ho tentato di operare correttamente ma mi sono reso conto che il sistema mi respingeva: i miei candidati venivano quasi regolarmente ostacolati e questo, in un ambiente come il nostro, significa che la voce si sparge in fretta e che tutti i clienti ti abbandonano e si rivolgono ad altre autoscuole che vantano un numero di promossi vicino al cento per cento, anche se le spese sono molto maggiori. E così sono entrato anch'io nell'ingranaggio. -

    - Lei mi sta dicendo che ormai da anni tutte le patenti rilasciate da questa motorizzazione sono state comperate? -

    - Non dico questo. Non tutte. L'essenziale è che l'esaminatore, ad ogni sessione d'esame, abbia la sua cifra extra, disposto a chiudere un occhio e a volte tutti e due. -

    - Ma non vi siete resi conto che mettevate in circolazione gente pericolosa per sé e per gli altri? -

    - Ha ragione dottore ma quando sei entrato nel giro è pressoché impossibile uscire. Si finisce per considerare normale quello che non lo è: per le autoscuole la necessità di vincere la concorrenza e di far quadrare i conti e per i funzionari della motorizzazione l'abitudine ad un bilancio familiare notevolmente superiore a quello che lo stipendio consentirebbe. D'altra parte mi risulta che, almeno nel settore, la necessità di ungere le ruote si estende a buona parte della scala gerarchica, ad iniziare dall'usciere su su fino al direttore provinciale ed oltre. Vi sono ovviamente delle eccezioni che non fanno che confermare la regola. Tenga presente che la cosa non riguarda solo il rilascio delle patenti ma anche quello di autorizzazioni o licenze per il trasporto conto terzi per automezzi pesanti, collaudi e regolarizzazioni di autoarticolati irregolari, mezzi che debbono essere sottoposti a collaudo annualmente. -

    - Secondo lei quante patenti sarebbero state rilasciate dietro pagamento di una tangente, secondo una stima approssimativa, negli ultimi cinque anni? -

    - Certamente migliaia. -

    Mari ebbe la netta e spiacevole sensazione di avere davanti a sé un oceano da traversare con una barchetta a remi. Non sapeva ancora quanto fosse tempestoso e periglioso oltre che vasto e popolato da squali di tutto rispetto e di ogni dimensione.

    - Ragioniere, questa chiacchierata informale mi è stata molto utile, anche se sono sicuro che non sarà la stessa davanti al suo avvocato. Sarà positiva anche per lei, infatti non procederò al fermo nei suoi confronti pur avendo prove più che sufficienti desunte dal fascicolo della cieca patentata. Un avvertimento: non intralci le indagini comunicando ad altri quello che ci siamo detti. -

    Fatto rilasciare Allegri, il funzionario riunì la squadra operativa per fare il punto della situazione.

    - Come già prevedevo, siamo di fronte ad un lavoro da minatori. Le carte da esaminare sono migliaia e dietro ciascuna di esse può nascondersi la prova di gravi reati. Vorrei la vostra opinione in proposito. -

    Pozzi fu il primo a parlare.

    - Credo che questa volta non basti la buona volontà. Questa montagna di documenti non deve solo essere spalata, deve essere interpretata alla luce di una conoscenza specifica che noi non abbiamo. -

    Fanis rincarò la dose.

    - Non si tratta di criminalità comune. Questa è tutta un'altra cosa. -

    Rizzo si unì al coro con un sintetico:

    - Difficile! -

    Tutta la squadra era sulla stessa lunghezza d'onda. E non avevano torto.

    - Problema nuovo, sistema nuovo. Impareremo ma ci vuole tempo che non abbiamo. Dobbiamo essere rapidi con interrogatori e perquisizioni tempestive, prima che venga organizzata una cortina fumogena. Stante ciò credo che la cosa migliore sia chiedere aiuto ad un esperto della polizia stradale. Ho già in mente la persona che fa per noi. -

    S'era fatto tardi e Mari pensò bene di dare un po' di tregua agli uomini della squadra.

    - Tutti a casa. Per stasera basta così. -

    Rimase solo nella sua stanza illuminata soltanto dal lume da tavolo. La

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