Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Golien Cloes e i ragazzi di Saint Louis Ben Rigell
Golien Cloes e i ragazzi di Saint Louis Ben Rigell
Golien Cloes e i ragazzi di Saint Louis Ben Rigell
E-book123 pagine1 ora

Golien Cloes e i ragazzi di Saint Louis Ben Rigell

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Golien è l’eroe di ogni tempo. Vive con i suoi padri fino a quando non è allontanato da quel mondo ricreato tanto surreale, per vivere fra i terrestri, che saranno la sua gente.

Solo lui, Golien, vero figlio degli “dei” è sopravvissuto e noi ne conosceremo le vicissitudini, le inquietudini, le speranze.

Ritroverà in sé le sue origini e aprirà nuove frontiere per il futuro della stirpe umana.

Cloes è scontrosa, introversa, spirito ribelle da sempre. Non è stato difficile accettare e farsi accettare dagli altri, come lei sbandati, vagabondi, furiosi e infuriati per il loro stato, che ormai è un modo di essere.

Ben Rigell è un ragazzo costretto ad emigrare. Varie saranno le sue vicissitudini, ma troverà la sua vita.
LinguaItaliano
Data di uscita16 apr 2020
ISBN9788831668095
Golien Cloes e i ragazzi di Saint Louis Ben Rigell

Leggi altro di Michele Città

Correlato a Golien Cloes e i ragazzi di Saint Louis Ben Rigell

Ebook correlati

Fantasy per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su Golien Cloes e i ragazzi di Saint Louis Ben Rigell

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Golien Cloes e i ragazzi di Saint Louis Ben Rigell - Michele Città

    Indice

    Golien

    Premessa

    L’arrivo sulla Terra

    La città del lago

    Le fonti del passato

    La terra degli dei

    Fino alla fine di quei giorni

    La navetta

    Gli uomini roccia

    CLOES e i ragazzi di Saint Louis

    BEN RIGELL

    Mi­che­le Cit­tà

    GO­LIEN CLOES

    E I RA­GAZ­ZI

    DI SAINT LOUIS

    BEN RI­GELL

    You­can­print

    Ti­to­lo | Go­lien Cloes e i ra­gaz­zi di Saint Louis Ben Ri­gell

    Au­to­re | Mi­che­le Cit­tà

    ISBN 978-88-31668-09-5

    Pri­ma edi­zio­ne di­gi­ta­le: 2020

    © Tut­ti i di­rit­ti ri­ser­va­ti all'Au­to­re.

    Que­sta ope­ra è pub­bli­ca­ta di­ret­ta­men­te dall'au­to­re tra­mi­te la piat­ta­for­ma di sel­fpu­bli­shing You­can­print e l'au­to­re de­tie­ne ogni di­rit­to del­la stes­sa in ma­nie­ra esclu­si­va. Nes­su­na par­te di que­sto li­bro può es­se­re per­tan­to ri­pro­dot­ta sen­za il pre­ven­ti­vo as­sen­so dell'au­to­re.

    You­can­print Self-Pu­bli­shing

    Via Mar­co Bia­gi 6, 73100 Lec­ce

    www.you­can­print.it

    in­fo@you­can­print.it

    Qual­sia­si di­stri­bu­zio­ne o frui­zio­ne non au­to­riz­za­ta co­sti­tui­sce vio­la­zio­ne dei di­rit­ti dell’au­to­re e sa­rà san­zio­na­ta ci­vil­men­te e pe­nal­men­te se­con­do quan­to pre­vi­sto dal­la leg­ge 633/1941.

    Go­lien

    (le nuo­ve fron­tie­re)

    Gli an­ti­chi mi­ti e i nuo­vi eroi

    Golien

    Premessa

    La sto­ria ci vie­ne rac­con­ta­ta da un ipo­te­ti­co Nar­ra­to­re, estra­neo ai fat­ti, che ri­por­ta sem­pli­ce­men­te ciò di cui è la­to­re.

    L’arrivo sulla Terra

    I me­teo­ri­ti han­no dan­neg­gia­to ir­re­pa­ra­bil­men­te l’astro­na­ve e non ri­ma­ne al­tro che ten­ta­re una so­sta su quel pia­ne­ta or­mai co­sì vi­ci­no: è la Ter­ra.

    La na­ve ga­lat­ti­ca si po­sa sul­la cro­sta ter­re­stre su un al­to mas­sic­cio mon­tuo­so. Sia­mo in Gre­cia, tra la Tes­sa­glia e la Ma­ce­do­nia.

    I nuo­vi ar­ri­va­ti pro­ven­go­no da un pun­to lon­ta­no del­la ga­las­sia e co­sti­tui­sco­no una co­lo­nia viag­gian­te al­la ri­cer­ca di nuo­vi mon­di in cui vi­ve­re.

    Non po­tran­no più ri­pren­de­re il viag­gio at­tra­ver­so l’uni­ver­so, la na­ve ha su­bi­to gra­vi dan­ni non ri­pa­ra­bi­li, ma tut­to som­ma­to so­no for­tu­na­ti: la Ter­ra per lo­ro è vi­vi­bi­le.

    So­no del tut­to si­mi­li a noi, in tut­to e per tut­to, tran­ne nel fat­to che han­no stra­ni po­te­ri ac­qui­si­ti nel lun­go tem­po del­la lo­ro esi­sten­za nel lo­ro mon­do e in più il tem­po stes­so del­la lo­ro esi­sten­za è piut­to­sto lun­go com­pa­ra­to al no­stro tem­po di esi­sten­za in vi­ta.

    Pro­ven­go­no da un lon­ta­no si­ste­ma stel­la­re con due so­li e il lo­ro pia­ne­ta era cir­con­da­to da un anel­lo co­me il no­stro Sa­tur­no.

    Era, per­ché or­mai de­ve es­ser­si fram­men­ta­to nel­lo spa­zio. Era­no par­ti­ti, lo­ro ed al­tri, con le na­vi spa­zia­li di­spo­ni­bi­li, per sal­var­si dal­la ca­ta­stro­fe im­mi­nen­te e sal­va­re la lo­ro spe­cie. Una sor­ta d’in­sta­bi­li­tà del nu­cleo cal­do del pia­ne­ta avreb­be por­ta­to da lì a po­co tem­po al­la di­sgre­ga­zio­ne del­la sua mas­sa.

    È un po­po­lo mol­to pro­gre­di­to, mi­glia­ia d’an­ni più avan­ti ri­spet­to a noi. Han­no svi­lup­pa­to po­te­ri in gra­do di do­mi­na­re e uti­liz­za­re al­cu­ne for­me d’ener­gia pre­sen­ti nel luo­go ove si tro­va­no e di usar­li quan­do ne­ces­sa­rio.

    Pren­do­no pie­de sul no­stro pia­ne­ta ed eri­go­no la lo­ro di­mo­ra sul mon­te Olim­po. Ven­go­no a con­tat­to con gli in­di­ge­ni del luo­go che, ri­co­no­sciu­ta­ne l’evi­den­te su­pe­rio­ri­tà, si as­sog­get­ta­no a lo­ro, ve­ne­ran­do­li co­me dei. E so­no dei per lo­ro.

    I nuo­vi co­lo­ni en­tra­no nel­la vi­ta dei po­po­li an­ti­chi, par­te­ci­pa­no e par­teg­gia­no per l’una o l’al­tra fa­zio­ne in ca­so di guer­ra o di con­tro­ver­sie ar­ma­te e non, pre­di­li­go­no un uo­mo o una don­na ri­spet­to ad un al­tro o al­tra, con le lo­ro ar­mi e stru­men­ti avan­za­ti rie­sco­no ad in­ter­fe­ri­re, in ma­nie­ra lo­ca­le, su al­cu­ni fe­no­me­ni del­la na­tu­ra.

    Si ac­cop­pia­no con i ter­re­stri, non po­ten­do ge­ne­ra­re fra lo­ro per­ché du­ran­te il viag­gio del­le ra­dia­zio­ni co­smi­che mol­to in­ten­se han­no re­se ste­ri­li le don­ne, dan­do luo­go al­la de­ca­den­za del­la spe­cie, che si ap­pros­si­ma al­la ca­du­ci­tà ter­re­na. Un uo­mo e una don­na del­la lo­ro spe­cie, pe­rò, in­spie­ga­bil­men­te dan­no vi­ta ad un bim­bo che per­pe­tue­rà nel­la me­mo­ria, al­lor­quan­do ne sa­rà con­scio, la stir­pe alie­na.

    Go­lien è il suo no­me. Vi­ve con i suoi pa­dri fi­no a quan­do non è al­lon­ta­na­to da quel mon­do ri­crea­to tan­to sur­rea­le, per vi­ve­re fra i ter­re­stri, che sa­ran­no la sua gen­te.

    De­gli alie­ni, col­pi­ti da vi­rus ai qua­li i lo­ro cor­pi non era­no pre­pa­ra­ti, non ri­ma­ne trac­cia. Da qual­che par­te, for­se ac­cu­ra­ta­men­te ce­la­ti, de­vo­no es­ser­ci i re­sti dell’astro­na­ve.

    Al­lor­quan­do i ge­ni­to­ri alie­ni di Go­lien si ren­do­no con­to che la fi­ne si sta ap­pros­si­man­do, pren­do­no il lo­ro fi­glio­lo e a bor­do di una na­vet­ta si al­lon­ta­na­no dall’Olim­po, ver­so ter­re igno­te. At­ter­ra­no in una ra­du­ra e qui, ac­can­to ad una ca­pan­na, ab­ban­do­na­no Go­lien. San­no che se non è sta­to col­pi­to dal vi­rus, so­prav­vi­vrà nei se­co­li. Non di­re­mo nien­te di que­gli an­ni, per­ché quel­la è un’al­tra sto­ria.

    Di tut­to que­sto non ri­ma­ne che la leg­gen­da e le cre­den­ze che si so­no tra­man­da­ti fra i po­po­li fi­no ad og­gi. E co­sì re­sta nel­la me­mo­ria sto­ri­ca un’ipo­te­ti­ca esi­sten­za del dio Gio­ve, pa­dre de­gli dei, di Mar­te dio del­la guer­ra, di Ve­ne­re dea del­la bel­lez­za, di Mer­cu­rio mes­sag­ge­ro de­gli dei, di Dia­na, Apol­lo, Plu­to­ne, Giu­no­ne, Eo­lo, di Ebe, del­le Gra­zie, del­le Mu­se e tan­ti al­tri, che han­no ac­ce­so la fan­ta­sia di poe­ti, scrit­to­ri e mu­si­ci­sti.

    I lo­ro di­scen­den­ti ter­re­ni, si so­no spar­si per il mon­do, la­scian­do se­gni, qua­li scrit­ti, map­pe e ope­re gran­dio­se e im­po­nen­ti, ap­pa­ren­te­men­te ir­rea­liz­za­bi­li con le co­no­scen­ze e i mez­zi di quei tem­pi. Poi so­no scom­par­si an­che lo­ro, in­ghiot­ti­ti dall’ine­so­ra­bi­li­tà del tem­po. Ne so­no ri­ma­ste le cre­den­ze, che han­no ge­ne­ra­to mi­ti e leg­gen­de.

    So­lo lui, Go­lien, ve­ro fi­glio de­gli dei è so­prav­vis­su­to e noi ne co­no­sce­re­mo le vi­cis­si­tu­di­ni, le in­quie­tu­di­ni, le spe­ran­ze.

    Ri­tro­ve­rà in sé le sue ori­gi­ni e apri­rà nuo­ve fron­tie­re per il fu­tu­ro del­la stir­pe uma­na.

    La città del lago

    Ha cam­mi­na­to a lun­go. Die­tro di sé ha tan­ta stra­da e nes­sun ri­cor­do ap­pa­ren­te del­la sua ori­gi­ne. So­no già pas­sa­ti di­ver­si se­co­li. Do­ve è vis­su­to e co­sa ab­bia fat­to in que­sto tem­po non c’è no­to.

    È di­ven­ta­to uo­mo or­mai da tan­to tem­po. Co­no­sce già le for­ze e le de­bo­lez­ze uma­ne.

    Il la­go si esten­de im­pe­rio­so, con le sue cal­me e lim­pi­de ac­que, da­van­ti ai suoi oc­chi. L’oriz­zon­te non mo­stra l’al­tra ri­va. Un ba­gno rin­fre­scan­te e pu­ri­fi­ca­to­re: ec­co co­sa fa­rà. To­glie gli in­du­men­ti pol­ve­ro­si e s’im­mer­ge nell’ac­qua. Go­de del­la fre­scu­ra dell’ac­qua e del­la fre­scu­ra che il ven­ti­cel­lo leg­ge­ro gli pro­cu­ra sul­le par­ti emer­se e ba­gna­te del suo cor­po. Del­le brac­cia­te vi­go­ro­se ed è lon­ta­no dal­la ri­va. Sciac­qua per un po’ di tem­po nel la­ghet­to, quin­di si ap­pros­si­ma nuo­va­men­te al­la ri­va.

    Im­prov­vi­sa­men­te qual­co­sa lo av­vin­ghia ad una ca­vi­glia e lo tra­sci­na giù, ver­so il fon­do. So­no le pian­te ma­le­fi­che del la­go, ani­ma­te da mol­te­pli­ci ra­mi che si muo­vo­no e agi­sco­no co­me ten­ta­co­li. Af­fer­ra­no la pre­da, la stri­to­la­no e con le ven­to­se ter­mi­na­li suc­chia­no il san­gue, lo­ro nu­tri­men­to, la­scian­do sol­tan­to uno sche­le­tro ri­ve­sti­to di pel­le.

    Go­lien ten­ta di di­vin­co­lar­si dal­la stret­ta del­la pian­ta ma­le­fi­ca e la lot­ta è bru­ta­le, vio­len­ta. È sbal­lot­ta­to sul fon­do e i ra­mi or­mai l’han­no com­ple­ta­men­te ag­gro­vi­glia­to e si strin­go­no sem­pre più at­tor­no al suo cor­po. Sem­bra che stia per es­se­re so­praf­fat­to, che sia giun­ta la fi­ne, ma Go­lien con l’er­cu­lea po­ten­za e for­za del­le sue brac­cia scar­di­na la pre­sa, si di­vin­co­la e rag­giun­ge la spiag­gia pie­tri­sca­ta. I ten­ta­co­li lo av­vin­ghia­no an­che sul­la ter­ra fer­ma e lo ri­tra­sci­na­no in ac­qua. Go­lien ten­den­do un brac­cio, men­tre vie­ne qua­si ri­suc­chia­to den­tro il la­ghet­to, af­fer­ra la maz­za, po­sta vi­ci­no agli abi­ti, do­na­to­le dai suoi avi alie­ni che por­ta sem­pre con sé, fion­da giù sul­la te­sta-ra­di­ce del­la pian­ta ma­le­fi­ca e col­pi­sce. Col­pi­sce an­co­ra, sfra­cel­lan­do­la. La pian­ta sem­bra emet­te­re un gri­do di do­lo­re e poi un ran­to­lo. Un flui­do ver­da­stro e vi­schio­so esce dal­la te­sta-ra­di­ce del­la pian­ta in­tor­bi­den­do l’ac­qua in­tor­no, men­tre i suoi ra­mi si af­flo­scia­no e di­ven­ta­no iner­mi e sen­za vi­ta.

    Go­lien ha so­spe­so il fia­to per trop­po tem­po. Ri­sa­le su in fret­ta e be­ve un lun­go sor­so d’aria, men­tre l’ac­qua in­tor­no a lui spu­meg­gia.

    Gua­da­gna la ri­va e si ab­ban­do­na esau­sto. Il pet­to gli si gon­fia e sgon­fia e il buio del­la not­te lo av­vol­ge in un son­no pro­fon­do.

    Il fra­stuo­no dei tam­bu­ri lo ri­por­ta­no al­la ve­glia. Si guar­da in­tor­no. Non ve­de nien­te: so­lo ac­qua e ce­spu­gli. Cer­ca di in­di­vi­dua­re da do­ve pro­vie­ne il ru­mo­re al qua­le si è ag­giun­to un vo­cio con­si­sten­te.

    Si al­za, fa po­chi pas­si ed ec­co da­van­ti a lui, a di­stan­za, una fol­la tra due schie­re di sol­da­ti che por­ta­no su

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1