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Occhio della giungla
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Occhio della giungla
E-book74 pagine1 ora

Occhio della giungla

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Info su questo ebook

Florence K. ci fa capire quanto possiamo essere superficiali nei rapporti umani con persone che lottano per la propria dignità e per il diritto all’autonomia. Un passato difficile e il coraggio di cambiare completamente il proprio ambiente familiare, abitudini e lingua madre, mettersi a studiare o a lavorare, cercare una casa è difficile e comporta dei rischi gravi e inattesi. Tutti viviamo in “giungle” e la sopravvivenza non sempre dipende da noi stessi. Riconoscere i “predatori” cioè quelli che Dante riteneva tra i peggiori peccatori ovvero chi approfittava della sincera amicizia per i propri fini è ancora più difficile per chi è stato costretto ad abbandonare la propria terra per emigrare. A tutto questo si aggiunge il processo mentale responsabile dei tanti pregiudizi cioè una sorta di “economia cognitiva”: è più facile stereotipare una persona che ascoltarla per capirla. Chi ritiene di sapere chi siamo, cosa desideriamo, perché soffriamo solo guardando come siamo fatti o vestiti fa tra le peggiori “economie cognitive” ed è “ricco” di pericolosi “stereotipi”. Limitare una possibilità di dialogo all’epidermica curiosità sull’accento o sulla geografia di provenienza è cosa diffusa e crea conseguenze. Nessuno, secondo me, ha un merito per essere nato da una parte o l’altra: è solo un dono o una sofferenza che delimita le possibilità. Solo il contatto reale e il confrontarsi con dialoghi e occasioni di incontro ripetute possono farci conoscere e riconoscere come esseri umani e anche questo libro è utile! 

Marco Ferraro, scrittore.

Florence K., menzione di merito al Pegasus Literary Awards 2018, è autore dei libri Elena, il Vedente non vedente, Umani o disumani, Figlia mia! e Occhio della giungla.
LinguaItaliano
Data di uscita31 mar 2020
ISBN9788855088916
Occhio della giungla

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    Occhio della giungla - Florence K.

    Florence K.

    Occhio della giungla

    EDIFICARE

    UNIVERSI

    © 2020 Europa Edizioni s.r.l. | Roma

    www.europaedizioni.it

    I edizione elettronica febbraio 2020

    ISBN 978-88-5508-891-6

    Distributore per le librerie Messaggerie Libri

    «Vedi, gli alberi della giungla sono messi stretti accanto, le foglie coprono tutto.

    Per muoversi, serve una luce che ci guida, sei un bravo ragazzo,

    sono la tua guida dentro la giungla».

    Dal Cile all’aeroporto di Venezia

    L’avventura inizia con lo sbarco all’aeroporto di Venezia, destinazione università di Padova. Scopo: realizzare il mio sogno di studio. Ero convinto di aver fatto la scelta giusta per potermi inserire nella società moderna con maggiori opportunità. Per me, niente di meglio che la facoltà di Ingegneria di Padova. Ero arrivato a realizzare il mio sogno? Pensavo di sì. I mezzi erano quelli che erano, ma, man mano, credevo che ce l’avrei fatta. Dalla mia terra avevo contattato l’università, il mio alloggio era pronto, l’unica cosa che mancava era quella di ambientarmi. Tra la segreteria universitaria, la mensa e la biblioteca, nel giro di pochi giorni ero riuscito a fare i primi passi in città. Lo spagnolo e l’italiano sono lingue sorelle, avevo già numerosi amici.

    Con l’inizio delle lezioni, tra studenti ci passavamo gli appunti, studiavamo al meglio per vincere la borsa di studio. Riuscire a ottenere la borsa era importantissimo: significava per noi accesso alla mensa, all’alloggio... in poche parole, sicurezza finanziaria.

    Giorno dopo giorno mi ero avvicinato ai miei connazionali, pochi, ma abbastanza per capire come muovermi con successo nello studio: un po’ alla volta, dovevamo lavorare per guadagnare. Dove andare? Dove bussare? Lavori di notte? Supermercati? Niente da fare, non riuscivamo. Decisi di sfruttare l’unica possibilità che avevo: insegnare lo spagnolo. Finalmente, qualche entrata si cominciava a vedere. Poi mi ricordai che ero bravo in informatica. Nel mio Paese si guadagnava poco, ma qui riuscii a fare della mia passione un impegno di lavoro. Affiggendo il numero di telefono nelle bacheche, ecco che iniziai a ricevere telefonate ovunque nella città di Padova.

    Ero contento dei miei risultati. A posto con gli esami, iniziai l’estate con la bella esperienza del sole. L’inverno, infatti, per me era stato tremendo. Ritrovai il sole, ma già dovevo pensare alla sistemazione estiva. Le case per studenti sono chiuse e riaprono solo a settembre: dovevo lasciare la mia stanza. Scambiando parole e su consiglio degli amici, decisi di condividere un posto con Tizio. Ero contento, potevo migliorare il mio italiano e andare in giro per conoscere meglio l’Italia. Ritenevo di essere davvero fortunato ed ebbi un pensiero per le tante preghiere dei miei genitori. Senza esitazioni e per la mia prima estate in Italia, decisi di condividere l’alloggio con Tizio.

    Tizio mio fratello

    Mi sono trovato bene sin dall’inizio con Tizio. Lui parlava poco, ma ogni tanto chiacchieravamo, come si fa tra ragazzi, parlando di ragazze etc. Grazie al suo modo di fare, mi sembrava di aver trovato un fratello lontano dalla mia terra. Avevamo orari diversi, io ero poco presente a casa perché andavo in giro per la città ad insegnare lo spagnolo e sistemare i computer. Se non avevo questi impegni, allora andavo in biblioteca. Tizio era a casa sua mentre io dovevo fare il conto dell’affitto in un appartamento con due camere che apparteneva alla sua famiglia. Voleva sempre sapere come era da me in Cile, se avevo fratelli, sorelle, se litigavamo. Rispondevo e vedevo che era triste di non essere più spesso in contatto con le sue due sorelle. Avevano litigato sull’eredità e non si frequentavano quasi mai. Gli auguri se li facevano per telefono o in cinque minuti, ma era meglio che ognuno rimanesse a casa sua. Una sera, però, tutto cambiò per me. Trovai, al mio ritorno, le due sorelle di Tizio. Erano due donne bellissime e si presentarono come a tutela del loro fratello già maggiorenne, ma considerato minore a causa di una malattia mentale. Mi chiesero di sedermi e di ascoltare bene il motivo della loro breve visita.

    Tizio aveva parlato loro della presenza in casa di un amico straniero che intendeva tenere per tutta l’estate per avere entrate in più: non aveva lavoro in quel periodo e doveva affrontare alcune spese di casa.

    Mi spiegarono che la loro presenza era dovuta al fatto che Tizio non poteva permettersi un tale impegno. Feci le mie domande. Mi risposero che Tizio stava bene ma non stava bene. Era soggetto a dei cambiamenti chiamati sbalzi per cui la mia presenza era un rischio per la sua salute. Tizio non la vedeva così e mandò via le sue sorelle che, tra l’altro, volevano un affitto più alto da me, in quanto quella era la casa di famiglia.

    Tizio mi assicurò più tardi che la gestione della casa era stata lasciata a lui come erede e che appunto aveva qualche problema di salute. Chiesi cosa fossero gli sbalzi di cui parlavano le sue sorelle. «Niente di grave» mi rispose, doveva prendere le compresse in continuazione per evitare periodi di depressione o giramenti di testa. Mi accontentai della sua risposta, felice di vedere che la condivisione mi aiutava a migliore il mio italiano oltre che ad avere un amico e un affitto vantaggioso, condizioni che non avevano alcuni dei miei amici.

    Ringraziai ancora di più la mia mamma che non cessava di pregare per me. Anch’io pregavo,

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