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Umani o disumani - La casa di aurora
Umani o disumani - La casa di aurora
Umani o disumani - La casa di aurora
E-book66 pagine57 minuti

Umani o disumani - La casa di aurora

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Info su questo ebook

Florence K. racconta la storia di Anna Rose haitiana che vive in Italia ma in realtà è Spagnola di origine paterne. Del suo vissuto e  suo matrimonio in Italia, ne escono due culture: ciò che è valore  base come condivisione umana, e ciò che ha per valore  base il denaro. 
La famiglia allargata ad Haiti è organizzata su basi umani mentre il mondo della famiglia europea si organizza sui canoni di ruoli e di rispetto delle regole  morali e sociali. Ne deriva che, l’individuo nella società si trasferisce in modo illusorio negli altri creandosi delle “icone”,  i nostri specchi, ed è il motivo del  vuoto nelle aspettative.  C’è una tensione continua tra la società e l’individuo che lotta per conseguire una propria identità ed un posto nel gruppo già realizzato, perciò, ha bisogno di valori e di esperienze.

Florence K., menzione di merito al Pegasus Literary Awards 2018, è autore dei libri Elena, Il vedente non vedente, Occhio della giungla e Figlia Mia!
 
LinguaItaliano
Data di uscita31 mar 2020
ISBN9788855088923
Umani o disumani - La casa di aurora

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    Umani o disumani - La casa di aurora - Florence K.

    Florence K.

    Umani o disumani - La casa di aurora

    EDIFICARE

    UNIVERSI

    © 2020 Europa Edizioni s.r.l. | Roma

    www.europaedizioni.it

    I edizione elettronica marzo 2020

    ISBN 978-88-5508-892-3

    Distributore per le librerie Messaggerie Libri

    "L’uomo nella realtà storica: senza valori umani condivisi,

    c’è l’annientamento della vita in sé"

    La mia vita ad Haiti: le mie origini Da Port au Prince a Madrid e l’arrivo in Italia

    Sono nata a Port au Prince. Il mio papà era spagnolo e la mamma haitiana di origine africana (ho preso dal papà e dalla mamma il mio aspetto fisico, ma più dalla mamma mi dicono). Da ciò che ho detto, credo che i lettori si chiedano come mai sono finita in Italia...

    Non vi nasconderò nulla: Haiti è una bellissima isola e la maggior parte della popolazione è discendente dal popolo africano; non entro in merito della storia perché ci sono i libri che lo fanno molto bene. La nostra bellissima Haiti è un’attrazione per i turisti europei che invadono l’isola per abbronzarsi e trascorrere le vacanze. Così sbarcò, più di settant’anni fa, a Port au Prince, Ernesto, un turista spagnolo. Mise incinta mia madre e poi s’innamorò di tante altre ragazze abbronzate. Egli aveva la particolarità di innamorarsi a ogni angolo di strada. Nacque Anna-Rose (nome composto dal nome di una città spagnola e da un nome molto usato ad Haiti) senza che egli sposasse mia madre. Così fui cresciuta come figlia unica con mia madre e mia nonna materna ad Haiti. Nel frattempo ebbi due sorellastre e tre fratellastri da diverse ragazze messe incinte da mio padre che non ne sposò mai nemmeno una.

    Le donne si conoscevano e mio padre, da degno europeo, ebbe la preoccupazione di segnalare la nascita dei suoi figli non solo all’anagrafe, ma anche presso i suoi connazionali ad Haiti. Da turista egli veniva spesso per seguire gli affari suoi. Guadagnava e aveva anche l’occasione di fare il giro delle sue donne a cui spettava l’educazione dei suoi figli.

    Figlia unica, non mi mancava nulla. Quando arrivava mio padre dalla Spagna si comportava con mia madre da marito. Lei godette della sua presenza fino ai miei sette-otto anni. Da quel momento il racconto che segue per me e i miei fratellastri e sorellastre, abbandonati all’educazione delle mamme, può essere vero oppure una leggenda. Ci fu detto che nostro padre Ernesto era venuto a mancare. Secondo me, per le mamme dei suoi figli non vi fu tanta differenza all’annuncio della sua sparizione. Non ho mai chiesto né cercato la sua famiglia in Spagna. Non ho mai visto un certificato che ne attestasse la morte. Le donne erano abbastanza ingenue da accettare subito la notizia, anche senza nessuna prova. Si accontentarono di non poter avere più neanche quel minimo sostegno che egli ci portava ad Haiti per la nostra educazione.

    Mia madre per la delusione d’amore, non ebbe altri figli: la mia gioventù a Port au Prince come quella dei miei fratellastri e sorellastre fu quella dei figli orfani di un europeo. In quell’ambito, anche l’amministrazione provvedeva in modo diverso alla nostra educazione per farci parte della cultura spagnola del nostro papà. Ben presto fui mandata a scuola a imparare la lingua spagnola. Lo stesso avvenne per i miei fratellastri e sorellastre. Si riconosceva comunque il diritto ai figli rimasti sull’isola di avere l’istruzione di cui si vantava la classe europea che girava ad Haiti.

    L’istruzione che ricevemmo ci informò di ciò che era la Spagna a quell’epoca. L’istruzione aveva solo uno scopo: fornire il necessario per affrontare la cultura europea nel caso in cui la fortuna ci avesse portato alla radice della nostre origini spagnole.

    Mia madre, per consolarsi del vuoto affettivo, si impegnò come sacrestana nella nostra parrocchia. Io godevo dell’attenzione particolare di mia nonna. Quando fui in grado di porre a mia madre delle domande precise come quelle riguardanti la nostra abitazione con recinto, alberi di cocco e di mango, mi rispose che con un po’ di risparmi accantonati dai pochi soldi che mio papà aveva portato in passato per la mia educazione, aveva potuto creare per noi un tenore di vita assai dignitoso.

    L’aiuto di sua madre nell’organizzare una vita con una figlia senza la presenza di un marito e un reddito in più furono elementi di salvezza per me. Eravamo tre donne senza uomini: mia nonna era già rimasta vedova da anni. Fui educata per tutto ciò che riguarda la cultura Haitiana e che potete trovare nei libri; della Spagna, l’unica cosa che imparai fu la lingua e naturalmente la posizione geografica.

    Mentre preparavo la maturità con il mio certificato di nascita che indicava la nazionalità di mio padre senza

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