Quell'autunno turbolento
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Anteprima del libro
Quell'autunno turbolento - Tatiana Asmeret Carlucci
633/1941.
PREMESSA
Con questa premessa vorrei ringraziare le persone a me molto vicine che hanno contribuito allo sviluppo di quest’opera. Prima di tutto Davide mi ha incoraggiata a proseguire il mio racconto iniziale (più o meno il primo capitolo) e così, con il suo appoggio e col mio entusiasmo, la storia continuava giorno dopo giorno, una pagina o mezza pagina alla volta, cambiando certe parti in corso di scrittura, e quasi ogni sera lui ascoltava, attento, i brani nuovi o modificati che di volta in volta gli leggevo, dandomi la sua approvazione.
Tra le mie amiche, Anna è stata la prima lettrice dei capitoli iniziali, insieme a Vinicio, e sono loro grata per le piccole critiche di cui ho fatto tesoro.
Claudia, grande amica di lunga data, compagna del circolo di lettura e di molte avventure, e Chicca, mia cara amica, nonché compagna del circolo di lettura e di pomeriggi con tè e biscotti, hanno non solo letto con piacere e commentato l’opera, ma sono state fonte di preziosi consigli, suggerimenti e critiche costruttive, utili per migliorare.
Grazie al mio amato Davide e alle mie amiche affettuose.
Ringrazio anche Nuccia, per il suo corso sul romanzo, il racconto e le tecniche narrative, Paola, per i suoi corsi Lettere magiche, magiche lettere
e Romanzi brevi, passioni forti
, e Terry Brooks, che mi ha dato delle dritte con il suo manuale A volte la magia funziona. Consigli da una vita di scrittura
.
Infine sono grata a Lettere Animate e a Youcanprint per aver scelto il mio romanzo. E a te, lettore, che stai per immergerti nella mia opera.
CAPITOLO PRIMO
L’aereo era appena decollato da Bergamo, dopo due ore di ritardo per un guasto tecnico. Giorgia aveva avvisato il cliente e posticipato l’appuntamento. A Londra l’attendeva la riunione alla Darrell Spencer: era ben lieta di presentare personalmente la realizzazione del progetto della sua equipe al cliente, il direttore le aveva dato quest’opportunità, ma quanto era emozionata! Cercò di rilassarsi, pensando a Mattia, al loro bambino Luigi e al giorno dopo, mercoledì 12 settembre, in cui avrebbero festeggiato il decimo anniversario di matrimonio. Aveva intenzione di comprare il regalo al suo adorato marito magari proprio a Londra, oltre a un pensierino per il piccolo Luigi, naturalmente: dopo la fatidica riunione avrebbe fatto un salto a curiosare da Harrods. Tornando con la mente al litigio della sera prima e che le aveva lasciato lo strascico anche al mattino, ricordò quanto fosse contrariata che Mattia fosse così preso dal suo videogioco e poi dalla lettura, mentre lei avrebbe voluto che ascoltasse di più il suo fiume di parole e che la coccolasse come al solito, per cui era andata a letto arrabbiata e tenendo poi il muso la mattina dopo. Ora era dispiaciuta per essersi irritata tanto: per lui il videogioco era un piacevole passatempo, che qualche volta forse lo assorbiva troppo distogliendolo da lei, ma in fondo anche lui aveva bisogno dei suoi spazi personali.
Erano le dodici e mezza, all’arrivo in albergo avrebbe fatto in tempo giusto a sistemarsi un attimo, poiché la riunione era alle quattro precise a Kensington. Il cliente era un’importante casa editrice internazionale con sede a Londra e filiali a New York e a Sidney, la quale aveva lanciato sul mercato il lettore digitale Jumbo e-reader, con una struttura chiara e semplice e con tanto di funzione viva voce. All’agenzia Morelli era stata affidata la campagna pubblicitaria e ora Giorgia stava andando a presentarla al cliente, a Mr Spencer in persona. In realtà si occupava dei testi delle pubblicità, raramente si era recata da qualche cliente, allora perché proprio lei? Il commerciale di riferimento, Ernesto, si era improvvisamente ammalato, la sua responsabile Natalia era in ferie mentre il direttore creativo, Emanuele, era in viaggio di lavoro all’estero, così era toccato a Giorgia questo compito, del resto, in una piccola ditta si fa un po’ di tutto. Sì, era stato un modo per metterla alla prova, ma se pensava che la firma del contratto sarebbe dipesa da lei, le venivano quasi i brividi!
Ordinò un panino ben farcito che le arrivò immediatamente. Aveva una fame pazzesca, ma per ora doveva stare leggera, si sarebbe gustata molto di più la cena in albergo. D’un tratto si addormentò: sognò che il suo piccolo aveva la febbre alta e che non riusciva a tornare da lui, poiché i voli di ritorno erano tutti bloccati. Si risvegliò quando la avvisarono che doveva riallacciarsi la cintura per l’atterraggio. Va tutto bene
pensò.
Una volta entrata nella sua camera in albergo, ancora scossa dall’incubo, chiamò l’asilo: il bimbo stava benone, come quella mattina presto, e stava dormendo. Poi chiamò suo marito sul cellulare:
«Ciao, tesoro, sono appena arrivata.»
«Amore, finalmente! Tutto okay?»
«Sì, a parte il ritardo di due ore del volo, l’incubo che ho avuto mentre mi sono addormentata in aereo e il dovermi ora precipitare alla riunione.»
«Hai avuto un incubo?»
«Sì, ho sognato che Luigi aveva la febbre alta ed ero preoccupata. Pensa che ho appena chiamato l’asilo per sapere se stesse bene.»
«È tutto a posto. Stai tranquilla. Per la riunione e per tutto il resto.»
«Scusami per stamattina e ieri sera, purtroppo ero così nervosa...»
«Non preoccuparti, ho capito che eri molto agitata per il viaggio e per tutto quello che ti aspettava. Poi non vedo l’ora di sapere come è andata.»
«Ora mi preparo. Ciao tesoro, a più tardi!»
«Ciao, a più tardi.»
Per fortuna l’albergo era vicino alla Darrell Spencer ed era proprio vicinissimo ad Harrods. Ci aveva messo tanto ad arrivare, tra aereo e treno, considerando il ritardo del volo, ma alla fine, incredibilmente, ce l’aveva fatta. Peccato non potersi riposare un po’, ma l’importante era arrivare in tempo alla riunione. Si rimise la giacca, indossava gonna e tailleur, afferrò la cartella, controllò se c’era tutto: sì era tutto in ordine ed era ora di andare.
Arrivò dal cliente in anticipo di dieci minuti, l’accolse una sorridente receptionist, che la fece accomodare in una saletta d’attesa adiacente. Si sentiva piuttosto nervosa, anche se cercava a tutti i costi di restare calma.
«Buongiorno signora Marano!»
Entrò il signor Spencer, un uomo imponente e dal passo veloce, che le strinse energicamente la mano.
«Desidera un tè? O un caffè?»
«Sì, grazie, un caffè decaffeinato.»
«Adesso glielo faccio portare. Ha fatto un buon viaggio?»
«Il volo ha avuto un bel po’ di ritardo, ma ora finalmente sono qui.»
«Benissimo. Tra cinque minuti cominciamo a salire in sala conferenze dove presto ci raggiungeranno gli altri.»
Così, dopo che si fu gustata il suo caffè, in compagnia del signor Spencer, salirono al piano di sopra, dove nell’immensa sala conferenze gli altri erano già pronti. Tra varie strette di mano, Giorgia si sentì sempre più agitata.
E arrivò il momento fatidico.
«Buongiorno a tutti. Sono qui per presentarvi lo spot realizzato dall’agenzia Morelli, dopo un incontro e varie videochiamate col signor Spencer e la sua assistente: ci siamo basati sulle loro linee guida cercando di creare un messaggio molto convincente. Bene, ma ora lasciamo la parola al filmato, poi ci sarà tutto il tempo di commentarlo.»
Inserì la chiavetta e avviò il file che conteneva. Soltanto che… nel salone in penombra apparvero le immagini di Luigi mentre giocava con le sue costruzioni!
Aveva girato quel video qualche giorno prima e l’aveva trasferito su chiavetta per passarlo anche a sua suocera. Sicuramente sarà stata colpa sua
, si disse tra sé e sé.
Beh, da parte di Giorgia era stata una grossa distrazione, ma che cosa ci poteva fare se le due USB erano entrambe nere e praticamente identiche?
Lo stoppò immediatamente e sorrise per sdrammatizzare, poi cercò di fornire una spiegazione plausibile: «Come avrete capito non è il video giusto. Scusate, ci dev’essere stato un errore, era il video di mio figlio. Rimedio subito, solo qualche minuto. A proposito, intanto vorrei sottolineare la funzione innovativa che può avere il Jumbo già nella lettura infantile, per la sua semplicità e praticità d’uso in un pubblico spesso già alfabetizzato dal punto di vista informatico. È un dispositivo perfetto anche per i libri illustrati e per questo abbiamo posto in primo piano l’incipit delle Avventure di Tom Sawyer
col dito che passa alla schermata successiva illustrata e poi ampliando il campo l’immagine di un bambino che legge l’e-book sul Jumbo.»
«Tutto ciò è molto interessante» intervenne il signor Kent, il responsabile marketing, dalla prima fila, con la sua aria talmente sportiva che sembrava appena sceso dal suo motoscafo. «Ma quando ce lo mostrerà?»
«Il prima possibile!» rispose lei, sorridendo, per stemperare la tensione. «Intanto chiamo il mio ufficio per risolvere l’accaduto. Vi chiedo solo qualche minuto di pazienza.»
Un mormorio di stupore si fece sentire, mentre usciva dall’aula per chiamare la sua segretaria, l’unica che potesse aiutarla evitando che si scatenasse un pandemonio. Lasciò squillare il telefono, tre, quattro, cinque volte, e poi ancora, sperando con trepidazione che rispondesse. Rispose invece Marika, la receptionist, che le disse, con la sua voce squillante: «Paola è dal signor Morelli, ti faccio richiamare?»
«Sì, mi raccomando, è urgente!» puntualizzò con tono ansioso.
E mentalmente continuò: Ipotizzando che Paola abbia conservato in una sua cartella il file, allora riuscirei a farla franca, altrimenti dovrei scomodare la direzione e posso già immaginare che lavata di testa ne seguirebbe dal signor Morelli, con tanto di shampoo e messa in piega! Ma intanto vediamo di cavarcela in qualche modo e di non far perdere all’agenzia un affare colossale.
Doveva rientrare, cercando dentro di sé il coraggio di affrontare il suo uditorio. Un respiro profondo e…
«Signori, mi invieranno presto il video, nel frattempo vi illustrerò la nostra campagna…»
«Ci accontenteremo che ce la illustri senza immagini» intervenne il signor Spencer, grattandosi la barba grigia.
«Sì, certo, vi descriverò a parole quello che abbiamo realizzato.»
«Non vorremmo perder tempo» proseguì il signor Spencer, «spero che riesca a risolvere presto il disguido.»
«Darrell, sono cose che capitano» esclamò il signor Kent. «Non vedi che è già abbastanza in tensione la signora? Piuttosto ascoltiamo quello che ha da raccontarci…»
Forza, Giorgia, non vorrai buttar via in un solo istante tutti i tuoi sforzi e i tuoi slanci creativi!
si disse, cercando la grinta per riemergere da quel pantano, incoraggiata da quell’ultimo intervento. Si avvicinò alla lavagna, avendo intuito che forse sarebbe stato utile aiutarsi graficamente, e proclamò: «Lo slogan è Jumbo, il lettore per volare sulle ali della fantasia
, e c’è il duplice riferimento alla tecnologia avanzata del dispositivo e alla possibilità di viaggiare con l’immaginazione tramite la lettura. La funzione di viva voce è stata enfatizzata…»
In quell’istante squillò il suo cellulare. «Un attimo solo» disse al suo pubblico e rispose: «Pronto! Paola, sei tu! Ascolta, mi serve urgentemente il filmato del Jumbo e-reader, c’è stato un errore, ora non ho tempo di spiegarti, ne hai una copia?»
«Certo, l’ho salvato sul mio computer! Sapevo che sarebbe servito tenerne una copia. Te lo mando subito.»
«Grazie mille! Sei un angelo!»
Come promesso glielo inviò in un battibaleno. Giorgia cercò di temporeggiare nei pochi minuti necessari per riceverlo, poi esclamò: «Ecco qua. Ora ci siamo.»
E il video pubblicitario partì, seguito dal suo puntuale, preciso e accattivante commento. Era decollata, non c’era più traccia dell’agitazione di prima e l’errore era stato presto dimenticato!
Il signor Spencer dopo la riunione la convocò nel suo ufficio. Adesso sì che era di nuovo emozionata, la nostra Giorgia!
«Signora Marano, eccoci al punto decisivo. Devo ammettere che mi ha stupito per come è riuscita a trarsi d’impaccio facilmente e con disinvoltura da un errore che ha fatto sorridere tutti. Complimenti per la presentazione e con sommo piacere le confermo che la vostra campagna pubblicitaria del Jumbo e-reader è ottima e firmerò per il lancio sul mercato!» E appose la sua firma sul contratto.
«Grazie» mormorò lei, con gli occhi che le brillavano.
«Domattina rivediamo tutti i dettagli.»
Uscendo avrebbe voluto urlare ai quattro venti la sua soddisfazione, poi pensò immediatamente: Ed ora la grande missione regalo! Harrods, arrivo!
Per prima cosa un salto al piano sotterraneo con tutte le leccornie, che ammirò soltanto, con l’acquolina in bocca, poi salì guardandosi intorno: aveva tante idee, doveva decidersi; arrivò al reparto dell’abbigliamento da uomo e lì rimase incantata da una camicia blu di cotone con i bottoncini grigi. Com’era bella! Scorse il cartellino del prezzo: accipicchia, le sembrava esorbitante. Ma una commessa le si avvicinò e le disse: «Signora, quella camicia è in saldo. Non abbiamo ancora attaccato il cartellino. Sono gli ultimi capi della vecchia collezione. È eccezionalmente scontata del quaranta per cento.»
«Wow! Allora la prendo! Me la può incartare, per favore?»
«Certo.»
Poi vide un orsacchiotto di Winnie Pooh per il suo bimbo, e pregustava già la sua espressione di gioia, così lo comprò senza esitazione. Tornò all’albergo, fiera del contratto e dei suoi acquisti. Che giornata intensa e ricca! E pensando trepidante all’indomani, aspettando solo il momento di rivedere Mattia e il suo piccolo ometto, si addormentò beata.
«Amore, bentornata!» l’accolse il marito la sera dopo, abbracciandola, quando Giorgia rientrò a casa. Mentre cenavano, le disse: «Chissà come sei stanca per il viaggio.»
«Eh, sì, sono abbastanza distrutta.» E dopo un attimo: «È fantastico, hanno approvato la nostra pubblicità! Non ci posso credere, nonostante lo scambio delle chiavette!»
«Ne inventi sempre una! Ma raccontami bene per filo e per segno.»
Così