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TeoDieta Cibo e spiritualità: la strana coppia
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E-book186 pagine2 ore

TeoDieta Cibo e spiritualità: la strana coppia

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TeoDieta non è una dieta, né una terapia dimagrante straordinaria né l'ultima moda-perdipeso ma, ritornando all'accezione classica del greco diaita, indica un modo di vivere volto alla salute che disciplina ogni aspetto della vita quotidiana: dall'alimentazione sana, all'esercizio fisico, al riposo e (io aggiungo!) alla spiritualità che ci ricollega alla vera Fonte della nostra esistenza. Un ordine da osservare con diligenza per aver cura costante della nostra vita che ci interpella nei suoi tre aspetti fondamentali: corpo, mente, anima. Non si può parlare di benessere a 360 gradi se si ha cura solo del corpo ignorando l'anima, pena alcune patologie spirituali irreversibili. Pertanto, TeoDieta è un programma da cui uscire rinnovati nel corpo e nello spirito per facilitare l'interiorizzazione di consapevolezze presenti in ognuno di noi. Vogliamo fare del mondo un luogo migliore per la nostra generazione e per le molte che seguiranno? Cominciamo a trasformare il mondo trasformando NOI stessi. Buon rinnovamento interiore... ed esteriore!
LinguaItaliano
Data di uscita5 giu 2020
ISBN9788831676038
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    Anteprima del libro

    TeoDieta Cibo e spiritualità - Maria Fiorito

    Ba­ch

    Nota dell’autrice

    Nel­lo scri­ve­re que­sto li­bro la mia in­ten­zio­ne è sta­ta quel­la di far com­pren­de­re che ali­men­tar­si in mo­do sem­pli­ce e più na­tu­ra­le, e quin­di il più vi­ci­no pos­si­bi­le a quel­lo che ci vie­ne of­fer­to dal­la sag­gia Ma­dre Na­tu­ra, ci fa spe­ri­men­ta­re sia più ener­gia a li­vel­lo fi­si­co sia più pen­sie­ri e sen­ti­men­ti po­si­ti­vi. Mi è sem­pre pia­ciu­to spe­ri­men­ta­re in pri­ma per­so­na qua­lun­que co­sa leg­ges­si pri­ma di cre­der­ci com­ple­ta­men­te e poi dif­fon­der­la, co­sì ho pro­va­to tan­ti ti­pi di die­te e cu­re di­sin­tos­si­can­ti: di­giu­no ad ac­qua, die­te di so­la frut­ta, die­te iper­pro­tei­che, tut­te le die­te ipo­ca­lo­ri­che ma­sche­ra­te sot­to i no­mi più di­spa­ra­ti, pra­ti­ca­men­te di tut­to e di più fi­no ad ap­pro­da­re al­la die­ta­GIFT¹ (ove GIFT è l’acro­ni­mo di Gra­dua­li­tà In­di­vi­dua­li­tà Fles­si­bi­li­tà To­no) che è uno sti­le di vi­ta e re­gi­me ali­men­ta­re ba­sa­to sul­le più re­cen­ti evi­den­ze scien­ti­fi­che idea­to dal Dott. Lu­ca Spe­cia­ni, me­di­co chi­rur­go e agro­no­mo ali­men­ta­ri­sta con Ma­ster in­ter­na­zio­na­le in Nu­tri­zio­ne e Die­te­ti­ca, che si po­ne co­me obiet­ti­vo la sa­lu­te con il di­ma­gri­men­to co­me na­tu­ra­le con­se­guen­za del be­nes­se­re ot­te­nu­to, che ha ri­vo­lu­zio­na­to com­ple­ta­men­te la mia vi­ta ri­bal­tan­do il mio mo­do di ali­men­tar­mi fi­no ad ora. Al­la fi­ne, io che di ba­se ho una for­ma­zio­ne teo­lo­gi­ca, ho ca­pi­to che non so­lo non tut­to ciò che è buo­no al pa­la­to fa sem­pre be­ne al cor­po e al­la men­te ma an­che che non si può co­no­sce­re mai il ve­ro sen­so di sod­di­sfa­zio­ne fin­ché non si im­pa­ra a scen­de­re in pro­fon­di­tà - al di là di ogni for­ma di su­per­fi­cia­li­tà, di ten­den­ze e di bi­so­gni ma­te­ria­li­sti­ci - ver­so qual­co­sa di in­fi­ni­ta­men­te più gra­de­vo­le… il di­sve­la­men­to del­la no­stra Ani­ma.

    Le in­for­ma­zio­ni con­te­nu­te in que­sto li­bro so­no il frut­to del­le mie ri­cer­che e dei miei stu­di di teo­lo­gia, ali­men­ta­zio­ne, PNL e Neu­ro­se­man­ti­ca, ba­sa­te su tan­tis­si­mi li­bri let­ti e stu­dia­ti, ar­ti­co­li e si­ti in­ter­net ac­cre­di­ta­ti. Non vo­glio sem­bra­re un’idea­li­sta, mi li­mi­to a ri­pe­te­re quel­lo che han­no già det­to tan­ti uo­mi­ni e don­ne im­por­tan­ti pri­ma di me. Per­tan­to, vi in­vi­to a con­si­de­ra­re le in­for­ma­zio­ni qui for­ni­te co­me uno spun­to per una ve­ri­fi­ca e un ap­pro­fon­di­men­to per­so­na­le ol­tre che per una sa­lu­te più ra­dio­sa ma vi ri­cor­do che i sug­ge­ri­men­ti qui con­te­nu­ti so­no di ca­rat­te­re pu­ra­men­te in­for­ma­ti­vo e non so­sti­tui­sco­no un’even­tua­le con­su­len­za me­di­ca.

    Pren­de­te­vi tut­to il tem­po di as­sa­po­ra­re ogni pa­gi­na, met­te­re in pra­ti­ca ciò che tro­va ri­so­nan­za in voi e in­fi­ne tra­smet­te­re agli al­tri il pia­ce­re che ne avre­te trat­to. Nel ter­ri­to­rio dell’Ani­ma, il so­lo mo­do di trat­te­ne­re qual­co­sa che si ama ve­ra­men­te, è re­ga­lar­lo.

    Buon viag­gio in­sie­me a me!

    Prefazione

    "Ca­ris­si­mo, io pre­go che in ogni co­sa tu pro­spe­ri e go­da di buo­na sa­lu­te, co­me pro­spe­ra l’ani­ma tua " (3Gv 1,2)

    La pre­ven­zio­ne del­le ma­lat­tie è tal­men­te im­por­tan­te che in que­sto li­bro non par­le­rò del­le ma­lat­tie e del mo­do di gua­ri­re, ben­sì del mo­do in cui si può im­pe­di­re la lo­ro com­par­sa man­te­nen­do il pro­prio cor­po in buo­na sa­lu­te.

    Ra­ra­men­te un or­ga­ni­smo al­le­na­to è vit­ti­ma di tos­si, raf­fred­do­ri o an­che di in­fred­da­tu­re cro­ni­che. E chi si nu­tre in ma­nie­ra ade­gua­ta e fa suf­fi­cien­te eser­ci­zio fi­si­co non co­no­sce di­stur­bi di di­ge­stio­ne.

    Quan­do ho in­co­min­cia­to a do­man­dar­mi che ge­ne­re di con­si­gli avrei da­to ai miei let­to­ri, il mio pri­mo pen­sie­ro è sta­to: de­vo esor­tar­li a vi­ver­re in mo­do ta­le, a trat­ta­re il lo­ro cor­po in mo­do ta­le che la ma­lat­tia non pos­sa co­glier­li. Cer­ta­men­te, nes­su­no è in­vul­ne­ra­bi­le, ma è senz’al­tro re­si­sten­te da met­ter­lo in gra­do di su­pe­ra­re tut­ti i di­stur­bi, tut­te le ma­lat­tie.

    Una cu­ra, per quan­to buo­na ed ef­fi­ca­ce, non po­trà mai ri­me­dia­re agli er­ro­ri di un’in­te­ra an­na­ta. Può eser­ci­ta­re un’azio­ne real­men­te be­ne­fi­ca so­lo se si con­du­ce pa­ral­le­la­men­te ad es­sa un ge­ne­re di vi­ta ra­zio­na­le, se si dà al pro­prio cor­po ciò di cui ha bi­so­gno: l’aria, l’ac­qua, il mo­to, un’ali­men­ta­zio­ne sa­na.

    Tut­to que­sto non è trop­po one­ro­so, né ri­chie­de gran­di pre­pa­ra­ti­vi. L’aria pu­ra, l’ac­qua, le pas­seg­gia­te nel bo­sco, il so­le, tut­te co­se che la na­tu­ra ci di­stri­bui­sce ge­ne­ro­sa­men­te. Non sot­to­va­lu­tia­mo­lo!

    Ciò che non co­sta non va­le!: mol­ti, trop­pi in que­sti ul­ti­mi de­cen­ni han­no fat­to di que­sta mas­si­ma la re­go­la del­la pro­pria sa­lu­te. I me­di­ci­na­li più co­sto­si, le cu­re più ro­vi­no­se era­no ap­pe­na suf­fi­cien­ti a col­ma­re le an­go­sce na­te da mil­le an­ni di vi­ta di­sor­di­na­ta in cui stress, su­pe­ra­li­men­ta­zio­ne, man­can­za di eser­ci­zio fi­si­co, si­ga­ret­te e al­col ave­va­no fi­ni­to col pro­dur­re un ve­ro e pro­prio ac­cu­mu­lo di di­stur­bi e di do­lo­ri.

    Oc­cor­re­va­no que­sti se­gna­li d’al­lar­me per in­dur­ci a pen­sa­re al no­stro cor­po! La no­stra epo­ca, for­tu­na­ta­men­te, se ne in­te­res­sa.

    Per for­tu­na, l’or­ga­ni­smo per­do­na mol­ti er­ro­ri quan­do si è svel­ti a mu­ta­re sti­le di vi­ta. In que­sto cam­po si può ri­me­dia­re a mol­to. Me­glio sa­reb­be, pe­rò, co­min­cia­re col non mal­trat­tar­lo, que­sto cor­po!

    Ec­co per­ché è es­sen­zia­le pen­sar­ci già quan­do si è in buo­na sa­lu­te, co­sì che il no­stro cor­po di fron­te al­la ma­lat­tia ab­bia la for­za di re­si­ste­re a es­sa e la su­pe­ri più fa­cil­men­te. Pe­rò al­lon­ta­na­re le ma­lat­tie non è l’uni­co obiet­ti­vo del man­te­ner­si in for­ma; la buo­na sa­lu­te, in­fat­ti, ci dà la gio­ia di vi­ve­re, ci per­met­te di go­de­re pie­na­men­te dei be­ne­fi­ci dell’esi­sten­za.

    Fac­cia­mo di tut­to per con­ser­var­la!

    Ma­ria Fio­ri­to

    Premessa

    "Non han­no bi­so­gno del me­di­co i sa­ni, ma i ma­la­ti" (Mt9,12)

    "Mann ist was Mann is­st, l’uo­mo è ciò che man­gia ri­cor­da­va il fi­lo­so­fo ot­to­cen­te­sco te­de­sco L. A. Feuer­ba­ch. Que­sto da­to non ri­guar­da so­lo il ci­bo ma­te­ria­le, ma an­che, e for­se so­prat­tut­to, il nu­tri­men­to spi­ri­tua­le. Non è ne­ces­sa­rio ri­cor­re­re al bi­bli­co Non di so­lo pa­ne vi­ve l’uo­mo"² per ren­der­si con­to che ci nu­tria­mo non so­lo de­gli ali­men­ti che in­tro­du­cia­mo nel no­stro cor­po, ma an­che del­le pa­ro­le, dei pen­sie­ri, del­la cul­tu­ra che as­si­mi­lia­mo tra­mi­te le let­tu­re, le re­la­zio­ni per­so­na­li, le in­ter­pre­ta­zio­ni de­gli even­ti del­la no­stra vi­ta quo­ti­dia­na. Sia­mo pla­sma­ti dal­la quan­ti­tà di ci­bo per lo spi­ri­to cui ab­bia­mo - o non ab­bia­mo - la pos­si­bi­li­tà di ac­ce­de­re. E co­me c’è un mi­ni­mo vi­ta­le per l’ali­men­ta­zio­ne, co­sì c’è una so­glia mi­ni­ma di nu­tri­men­to dell’ani­ma che non pos­sia­mo igno­ra­re, pe­na al­cu­ne pa­to­lo­gie spi­ri­tua­li ir­re­ver­si­bi­li. Se abi­tuia­mo la no­stra in­te­rio­ri­tà a una pro­gres­si­va ano­res­sia, se ne­ghia­mo al­la no­stra men­te l’ar­ric­chi­men­to di so­stan­ze nu­tri­ti­ve sa­pien­te­men­te equi­li­bra­te, ci ri­tro­ve­re­mo con una vi­ta in­te­rio­re svuo­ta­ta di sen­so, de­pau­pe­ra­ta del­le sue po­ten­zia­li­tà, con­dan­na­ta a un pro­gres­si­vo de­pe­ri­men­to. Spe­cu­lar­men­te, se in pre­da a bu­li­mia spi­ri­tua­le non po­nia­mo fre­no all’in­gur­gi­ta­re ogni ti­po di emo­zio­ne, se non riu­scia­mo ad aste­ner­ci dall’au­men­ta­re co­stan­te­men­te la do­se di sen­sa­zio­ni sti­mo­lan­ti, se la­scia­mo che ogni ge­ne­re di pen­sie­ro si af­fac­ci al­la no­stra men­te e la per­va­da, al­lo­ra sa­re­mo in­ca­pa­ci di cu­sto­di­re un ani­mo ret­to. Qual è al­lo­ra il nu­tri­men­to spi­ri­tua­le quo­ti­dia­no in­di­spen­sa­bi­le? "Ogni pa­ro­la che esce dal­la boc­ca di Dio³ è la ri­spo­sta scon­ta­ta, ma for­se va fat­ta pre­ce­de­re da un in­ter­ro­ga­ti­vo pre­vio. Pri­ma di as­su­me­re un ci­bo per il no­stro cor­po com­pia­mo un di­scer­ni­men­to - a vol­te ri­ce­vu­to in ere­di­tà, al­tre vol­te frut­to di una di­sa­mi­na per­so­na­le - per sa­pe­re se è com­me­sti­bi­le o no, se è com­pa­ti­bi­le con le no­stre con­vin­zio­ni eti­che o con al­ler­gie rea­li o im­ma­gi­na­rie, se pos­sia­mo as­su­mer­lo co­sì co­me si tro­va in na­tu­ra o se dob­bia­mo cu­ci­nar­lo". Del re­sto, è ac­co­stan­do­ci da neo­na­ti agli ali­men­ti (dal lat­te ma­ter­no ai pri­mi ci­bi so­li­di) che ela­bo­ria­mo il con­cet­to di buo­no e cat­ti­vo, dap­pri­ma le­ga­to al gu­sto e poi via via ap­pli­ca­to al cam­po eti­co. Qual­co­sa di ana­lo­go av­vie­ne per il ci­bo del­lo spi­ri­to: pri­ma di nu­trir­ce­ne, ci dob­bia­mo in­ter­ro­ga­re se ci fa­rà del be­ne o ci pro­cu­re­rà dei dan­ni, se dob­bia­mo ela­bo­rar­lo adat­tan­do­lo al­la no­stra con­di­zio­ne o se pos­sia­mo re­ce­pir­lo co­me im­mu­ta­bi­le, se que­sti con­fer­ma, cri­ti­ca o smen­ti­sce quan­to ab­bia­mo ri­te­nu­to fi­no a quel mo­men­to co­me con­so­no al no­stro equi­li­brio o al no­stro be­nes­se­re.

    Nel mez­zo del cam­min del­la mia vi­ta… mi so­no re­sa con­to che per tut­ti noi il col­le­ga­men­to più im­por­tan­te da sta­bi­li­re è quel­lo con la qua­li­tà spi­ri­tual­men­te nu­tri­ti­va del­la vi­ta, che è al­tret­tan­to im­por­tan­te di quel­la fi­sio­lo­gi­ca - se non di più.

    Ho ca­pi­to che svol­ge­re azio­ni ti­pi­ca­men­te ba­na­li co­me il man­gia­re, par­ten­do da una sa­cra in­ten­zio­na­li­tà di sod­di­sfa­re l’ani­ma, è li­be­ra­to­rio e mi per­met­te di rea­liz­za­re che "Io non so­no so­lo un cor­po! So­no un Es­se­re Eter­no". In­ge­ri­re del ci­bo in que­sta pro­spet­ti­va ci col­ma di Spi­ri­to, an­dan­do ad at­tin­ge­re a un’espe­rien­za più va­sta, elet­ta e pro­fon­da, che ren­de l’at­to di man­gia­re al­ta­men­te gra­ti­fi­can­te. In al­tre pa­ro­le, non è so­lo ciò che man­gia­mo ad es­se­re im­por­tan­te, lo è an­che il co­me lo fac­cia­mo, e con qua­le pro­spet­ti­va.

    Que­sto li­bro si pro­po­ne di for­ni­re in­for­ma­zio­ni su di un mo­do di man­gia­re che pro­muo­ve­rà al me­glio la ri­so­nan­za con la vo­stra Ani­ma. Dap­pri­ma di­ge­ri­te l’ap­proc­cio, in se­gui­to adat­ta­te­lo in ba­se al vo­stro per­so­na­le sti­le di vi­ta e al­le vo­stre abi­tu­di­ni e pre­fe­ren­ze. Sol­tan­to voi po­te­te de­ci­de­re co­me met­te­re in pra­ti­ca i sug­ge­ri­men­ti del li­bro per ri­ca­var­ne il mas­si­mo be­ne­fi­cio. So­lo voi co­no­sce­te il sen­tie­ro più giu­sto per voi stes­si. Nes­sun al­tro lo può sa­pe­re. Stan­do in con­tat­to con la vo­stra Ani­ma, es­sen­do real­men­te con­sa­pe­vo­li, po­te­te co­no­sce­re voi stes­si e co­me pro­ce­de­re nel­la di­re­zio­ne mi­glio­re.

    An­co­ra una co­sa: al di là di tut­to ciò che vi vie­ne rac­co­man­da­to in que­ste pa­gi­ne… AMA­TE VOI STES­SI!

    Se co­min­cia­te a no­ta­re do­ve si ma­ni­fe­sta - o non si ma­ni­fe­sta - l’amo­re per voi stes­si nell’in­te­ro pro­ces­so di ali­men­ta­zio­ne, i cam­bia­men­ti ar­ri­ve­ran­no con mol­ta na­tu­ra­lez­za. Pre­sto co­min­ce­re­te a rial­li­near­vi con le li­nee gui­da in­te­rio­ri del­la vo­stra Ani­ma, ri­vol­te al­la pa­ce e al­la per­fe­zio­ne.

    Di­ven­te­re­te ciò che è Amo­re. A quel pun­to en­tre­re­te au­to­ma­ti­ca­men­te in ri­so­nan­za, co­min­cian­do a man­gia­re so­lo ciò che è sa­no e in­te­gro. "Per di­ven­ta­re li­be­ri è ne­ces­sa­rio ri­nun­cia­re al con­su­mi­smo pa­to­lo­gi­co" (Eri­ch Fromm).

    Introduzione

    "Un cuo­re con­ten­to è un buon ri­me­dio, uno spi­ri­to ab­bat­tu­to ina­ri­di­sce le os­sa" (Pr 17, 22).

    "Fa’ che il ci­bo sia la tua me­di­ci­na e che la me­di­ci­na sia il tuo ci­bo"… Pro­fe­ti­che, ve­re, es­sen­zia­li. Con que­ste pa­ro­le il gran­de Ip­po­cra­te (Kos 460 a.C. cir­ca - La­ris­sa 377 a.C.), con­si­de­ra­to il pa­dre del­la me­di­ci­na, (ce­le­bre il suo Cor­pus Hip­po­cra­ti­cum) get­ta­va le ba­si su quel­le che sa­reb­be­ro sta­te le sco­per­te scien­ti­fi­che di 2000 an­ni.

    La no­stra vi­ta po­trà cam­bia­re ra­di­cal­men­te dal mo­men­to che com­pren­de­re­mo che nu­trir­si non si­gni­fi­ca sem­pli­ce­men­te l’in­ge­stio­ne di ci­bo nell’or­ga­ni­smo per far­lo an­da­re avan­ti al­la me­no peg­gio; nu­trir­si si­gni­fi­ca piut­to­sto sup­por­ta­re at­ti­va­men­te il no­stro be­nes­se­re fi­si­co, emo­zio­na­le, so­cia­le e spi­ri­tua­le con del ci­bo nu­trien­te. Con­si­de­ria­mo gli ali­men­ti una me­di­ci­na ca­pa­ce di nu­tri­re un cor­po sa­no e so­ste­ne­re lo spi­ri­to.

    In que­sti an­ni di pas­sio­ne e di stu­di sul­la nu­tri­zio­ne, ho im­pa­ra­to quan­to nu­trir­si si­gni­fi­chi con­si­de­ra­re un ali­men­to a 360°, poi­ché un ci­bo può con­si­de­rar­si ta­le se, ol­tre al­le pro­tei­ne, vi­ta­mi­ne, sa­li mi­ne­ra­li e ai va­ri prin­ci­pi nu­tri­ti­vi, ci for­ni­sce ener­gia: Vi­ta. Il ci­bo non ser­ve so­lo al fi­si­co. Ha an­che un ef­fet­to si­gni­fi­ca­ti­vo sul­la te­sta. Il ci­bo è ciò che co­strui­sce sia l’uno che l’al­tra. Quan­do adot­ti una die­ta sa­na, la tua men­te di­ven­ta se­re­na, non si fa tur­ba­re da fa­sti­di di po­co con­to, al con­tra­rio di una die­ta po­co sa­na. Dun­que, di qua­li ali­men­ti vo­glio nu­trir­mi: ci­bo vi­vo o ci­bo mor­to? Di qua­li emo­zio­ni e sen­ti­men­ti?

    In que­st’epo­ca do­ve con il web di­la­ga mol­ta in­for­ma­zio­ne (e pur­trop­po, an­che, di­sin­for­ma­zio­ne) è im­por­tan­te svi­lup­pa­re uno spi­ri­to di di­scer­ni­men­to, una pro­fon­da co­no­scen­za di sé e del­le ba­si dal­le qua­li par­ti­re.

    Non esi­sto­no ve­ri­tà as­so­lu­te ma esi­sto­no dei prin­ci­pi-gui­da che, co­no­scen­do­li e spe­ri­men­tan­do­li su noi stes­si, po­tran­no es­se­re la ba­se per ini­zia­re o mi­glio­ra­re un per­cor­so che ci por­te­rà a spe­ri­men­ta­re la Bel­lez­za (ve­di cap. XVI) di que­sta vi­ta in sa­lu­te.

    "La sa­lu­te non è tut­to ma sen­za la sa­lu­te tut­to è nien­te" scri­ve­va Ar­thur Scho­pe­n­hauer, uno dei mag­gio­ri pen­sa­to­ri del XIX se­co­lo: ini­zia­mo quin­di a usci­re da­gli sche­mi tra­di­zio­na­li per ab­brac­cia­re una real­tà più am­pia fat­ta di sa­lu­te, be­nes­se­re e con­sa­pe­vo­lez­za.

    Al gior­no d’og­gi è ri­sa­pu­to che la so­vra­li­men­ta­zio­ne è un mec­ca­ni­smo men­ta­le ed emo­ti­vo. In­no­va­ti­ve ri­cer­che sul­le so­stan­ze chi­mi­che del cer­vel­lo, co­me la se­ro­to­ni­na e il cor­ti­so­lo, e i lo­ro le­ga­mi con l’ap­pe­ti­to, an­nun­cia­no emo­zio­nan­ti ri­spo­ste ine­di­te sul­la con­nes­sio­ne tra men­te e cor­po nel con­trol­lo del pe­so. I ve­ri re­spon­sa­bi­li dell’obe­si­tà non so­no il gras­so e le ca­lo­rie, ben­sì le emo­zio­ni e

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