Una scoperta compromettente (eLit): eLit
Di Anna Cleary
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Anna Cleary
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Una scoperta compromettente (eLit) - Anna Cleary
successivo.
Prologo
Tom Russell rimase in piedi accanto alla tomba di suo padre e contemplò i pascoli ondulati che si stendevano a perdita d'occhio. Era un mattino fresco, impregnato di un odore di terra ed erba. Per tutto il tratto fino alla recinzione, l'erba era particolarmente alta e il suo verde lussureggiante era accentuato dal contrasto con le stoppie dell'allevatore confinante. Il piccolo torrente privato, alimentato dal potente Hunter, era in piena, e delle piccole cascatelle scendevano gorgogliando lungo il suo corso dal fondo sassoso mentre i salici sulle sue sponde luccicavano per il fogliame nuovo, tenendo a mollo le loro privilegiate radici.
Paese di cavalli. Cuore della dinastia della carta stampata dei Russell. E tutto questo adesso era suo.
Sempre che fosse in grado di tenerselo stretto.
Sfilò il pezzo di carta spiegazzato dalla tasca dei jeans e lo aprì. Sebbene la conoscesse a memoria, la calligrafia filiforme gli balzò all'occhio per rivoltargli nuovamente lo stomaco.
Figlio mio,
a quest'ora sai già cosa ho fatto. Voglio che tu capisca, ragazzo, che l'ho fatto tanto per te quanto per carità cristiana. A volte un uomo ha bisogno di subire un forte shock per comprendere ciò che è veramente importante. Soldi non ne sono rimasti molti, ma tu hai la tempra dell'editore, come il tuo vecchio e, se vuoi, probabilmente riuscirai a salvare la Russell Inc.
Tom, anche a me è capitato di perdere una donna e so cos'è il dolore. Ma so anche che il modo migliore per superare il lutto riguardante la propria compagna è quello di trovarne un'altra. Tu hai ancora la tua quota nella società e qualche proprietà. Trovati una brava ragazza che non miri al denaro...
Come faceva sempre quando giungeva a questo punto, Tom si appallottolò la lettera nel pugno e se la infilò in tasca.
Un'altra donna.
Suo padre aveva sempre una soluzione per tutto.
Come se ci fosse al mondo un'altra in grado di sostituire Sandra. Comunque fosse, avrebbe cercato di salvare il salvabile, sfruttando la sua reputazione e le sue capacità finanziarie per fare in modo che la società procedesse senza scosse. All'occorrenza, avrebbe accettato una fusione con il miglior offerente. Nel frattempo, doveva preoccuparsi di mantenere il flusso di cassa, pagare gli stipendi e... soddisfare le richieste delle sue sorellastre.
Poteva farlo. Sì, poteva.
A condizione di mantenere segrete le ultime volontà di suo padre. Gli serviva solo qualche settimana. Nient'altro che poche settimane...
1
Marcus Russell era morto. Tom, il brillante e implacabile figlio, aveva preso le redini del suo impero. La mattina del venerdì in cui si sarebbe celebrata una funzione religiosa in sua memoria, due settimane dopo che il vecchio magnate dell'editoria era stato sepolto all'ombra di un albero della gomma nella Valle dell'Hunter, le campane della cattedrale risuonarono nel porto di Sydney per chiamare a raccolta ricchi e potenti locali.
Nella camera guardaroba della sua suite d'albergo, Tom Russell diede un'ultima occhiata critica alla sua immagine riflessa. Il suo completo grigio antracite aveva un taglio elegante, che metteva in risalto la sua struttura atletica, potente e armoniosa al contempo. Altrettanto impeccabili erano la camicia scura rigorosamente italiana, la cravatta di seta color perla e le scarpe cucite a mano. Anche se aveva la pressione un po' alta, non lo dava affatto a vedere. I suoi occhi grigi come il ferro riflettevano l'abituale grado di smisurata fiducia in se stesso, il volto duro e abbronzato la sua capacità di controllare sempre e comunque qualsiasi situazione.
Nessuno avrebbe potuto immaginare l'incubo che stava vivendo.
Tom tese le braccia per sistemarsi la giacca e annuì per manifestare la sua composta approvazione. Saldo come una roccia.
Con i capelli corvini, corti e leggermente mossi, era azzimato e tirato a lucido come qualsiasi altro rappresentante della razza esclusiva di miliardari di alto bordo e in carriera di cui faceva parte. O meglio, aveva fatto parte. E sarebbe tornato a far parte.
Tom serrò le mani magre e affusolate. Sempre ammesso che fosse riuscito a tenere nascosto ciò che doveva.
Dalla sua scrivania nella redazione del Sydney Clarion, Cate Summerfield poteva vedere lo yacht dei Russell, le sue bandiere a mezz'asta, impegnato in un leggiadro giro d'onore del porto di Sydney.
«Ma guardatelo un po'» mormorò Cate, socchiudendo gli occhi verdi. «Con quello che dev'essere costato, si potrebbe sfamare mezza Africa per un decennio.»
Lo schooner, una specie di goletta, si alzava e abbassava a seconda dei flutti, con le sue vele bianche che si stagliavano contro la distesa blu scintillante. Si era vociferato che Tom Russell avesse trasformato l'imbarcazione di lusso in una specie di ospedale sull'acqua, in modo tale che le onde potessero cullare il padre morente, aiutandolo ad addormentarsi nei giorni in cui non riusciva a trovare sollievo dai continui dolori.
Bella differenza rispetto alle cure che Cate poteva permettersi per la sua cara nonna. Le fragili anime ospiti dell'Autumn Leaves Nursing Home si consideravano fortunate anche solo di avere un letto su cui posare le loro vecchie ossa indolenzite. Le infermiere non avevano nemmeno il tempo di imboccare i più deboli. Pazienti come la nonna, che erano nella lista di attesa per un intervento cardiaco, dovevano fare affidamento sui parenti affinché venissero ad aiutarli ad assumere i pasti serali. Era proprio questa dura realtà che aveva spinto Cate a essere così insolitamente concisa nel coccodrillo che aveva scritto per il magnate dell'editoria.
Aveva svolto un approfondito lavoro di ricerca negli archivi di tutte le possibili fonti di informazione, comprese quelle di proprietà dei Russell e dei potenti West. Coscienziosa nel suo sforzo di risultare imparziale, non si era astenuta dal citare le più aspre critiche, riportando una selezione degli epiteti cui i rivali avevano fatto ricorso per stroncare Marcus Russell. Il pezzo era fra i migliori che avesse prodotto finora, a suo modesto parere, sebbene Marge, che occupava la scrivania accanto alla sua, l'avesse definito un tantino pungente.
Subito dopo averlo depositato, era rimasta con il fiato sospeso, ma aveva superato l'esame degli avvoltoi dell'ufficio legale ed era andato in stampa. Da allora, le persone della redazione pareva la guardassero in un altro modo. Steve Wilson, reporter di punta del Clarion nonché rinomato playboy locale, aveva smesso di riferirsi a lei come alla Biondina per almeno un giorno intero, e Harry, il capo del personale, che non aveva mai visto tradire alcuna emozione in due anni, aveva inarcato le sopracciglia, emettendo un sonoro fischio.
Eppure, nemmeno un capolavoro le avrebbe potuto far guadagnare un posto in prima pagina. Quello sarebbe stato un privilegio del fortunato giornalista assegnato al servizio sulla funzione commemorativa.
Cate si guardò attorno. Sebbene fosse presto, al di sopra dell'incessante ronzio di sottofondo dei monitor dei televisori, la sala era già in pieno fermento, visto il frenetico ticchettio sulle tastiere dei computer e il costante squillare dei telefoni.
«Gli squali fanno cerchio.» Marge le indicò con un cenno del capo un gruppetto di cacciatori di gloria radunato attorno alla scrivania di Harry.
I giornalisti parevano indifferenti, e ogni tanto si abbandonavano perfino a qualche sbadiglio, ma tutti sapevano cosa stavano aspettando. Attendevano che Harry annunciasse il prescelto che avrebbe rappresentato il Clarion al servizio funebre, sbavando già di fronte all'occasione di potersi occupare di Tom Russell.
Cate puntava su Steve, che vantava più agganci della Telstra, la più importante società di telecomunicazioni australiana. Anche se era stata fidanzata con lui per quarantasette giorni pieni di stress e ne conosceva l'intelligenza, a suo parere Barbara, il cui viso dolce e la capigliatura curata accompagnavano un cervello affilato come un rasoio, o il coriaceo quanto esperto Toni, che mangiava politici per colazione, erano egualmente meritevoli dell'incarico. Tutti e tre erano dotati di una patina speciale che non aveva nulla a che fare con balsami condizionanti e ristrutturanti.
Sospirando, lei infilò una lunga ciocca ribelle dei suoi capelli chiari dietro l'orecchio.
Se mai fosse entrata a far parte di quel gruppo elitario, avrebbe scritto degli articoli importanti. Si sarebbe formata un suo parco lettori, rinegoziando il salario. Insomma, si sarebbe fatta un nome, guadagnandosi il rispetto di colleghi e non.
Cate fece una smorfia. Sogna pure, ragazza mia. Il Clarion era noto per le sue intrepide battaglie contro la corruzione ai piani alti del potere. Aveva smascherato parecchi politici e uomini d'affari disonesti, ma lei non poteva attribuirsi il merito in nessuno di questi casi. Nei suoi due anni di permanenza al giornale, aveva lavorato ovunque, fuorché nelle colonne che contavano.
La sera che il loro fidanzamento era naufragato, fra gli altri commenti crudeli che aveva fatto su quella che definiva la sua ossessiva preoccupazione per la nonna, Steve Wilson aveva insinuato che era troppo tenera per poter diventare una giornalista di vertice.
Be', non avrebbero potuto sbagliarsi di più. Sotto al suo aspetto fragile, alla carnagione delicata e alle curve morbide che le derivavano da un qualche antenato scandinavo, Cate era più dura di quanto non lasciasse intuire. Già da molto prima dell'attacco cardiaco della nonna aveva una gran voglia di aprire il ventre molle della classe ricca e privilegiata per metterla alla berlina con degli articoli giusti e incisivi.
Tutto ciò che le serviva era una chance per scrivere qualcosa di qualcuno in vita. I defunti, perfino le leggende del mondo dei mass media, non generavano scoop. Gli scoop si facevano con le persone vive e vegete. E se voleva smetterla di frequentare obitori, uno scoop era ciò che le ci voleva.
Sfogliò il suo file fotografico per rintracciare un raro scatto di Tom Russell che aveva trovato chissà dove. Ora, lui era vivo. A trentaquattro anni, con un volto determinato e sardonico dagli occhi grigi scintillanti, gli zigomi arroganti e il mento deciso e virile, trasudava vitalità da tutti i pori.
«Sei riuscita a scovare qualcosa di sporco sul suo conto?» le chiese Marge mentre i begli occhi castani le si illuminavano, tradendo un certo interessamento per l'uomo ritratto nella fotografia.
Cate esitò. Sul vecchio Marcus, aveva scovato parecchie cose. Non era stato difficile.
Da giovane, la nonna aveva lavorato per uno dei suoi grandi quotidiani, prima che lui licenziasse lei e alcune sue colleghe per trasformare il suo rispettato giornale in uno stupido tabloid di tipo scandalistico.
Da allora, la nonna non si era mai lasciata sfuggire una sola opportunità per sottolineare le sue cattive azioni. Agli occhi stessi di Cate, lui non aveva mai combinato nulla di apprezzabile con la sua invidiabile fortuna, tranne che assecondare i suoi gusti stravaganti e alimentare il suo stile di vita sfavillante.
Suo figlio, però, era un bersaglio più sfuggente. Tom Russell aveva trascorso parecchi anni in Inghilterra, a dirigere le società che il gruppo Russell aveva in Europa. Nonna non aveva mai avuto granché da obiettare sul suo conto.
«Ho scoperto solo quello che sanno tutti» disse Cate, passando a Marge la foto. «Il ritorno all'ovile qualche anno fa per prendere il timone quando la salute del vecchio ha cominciato a farsi cagionevole. La spietata guerra strategica che ha ingaggiato contro le pubblicazioni di Olivia West...»
«Per non parlare di quella che ha mosso a noi.»
Cate si strinse nelle spalle. «Be', è un uomo d'affari. Naturale che faccia il suo interesse. È strano, però. Non sono riuscita a trovare nulla sulla sua vita privata. A parte la tragedia nota a tutti, niente di niente riguardo a flirt e fidanzate.»
La verità era che, dalla morte della moglie in un incidente stradale in Inghilterra risalente a un paio di anni prima, su di lui era stato riferito ben poco di carattere personale. Non si faceva mai vedere né alle feste dell'alta società, né alle cene di beneficenza.
«Sua moglie era famosa, non è così? Non era una scienziata?»
Marge annuì.
«Ricerca medica. Studi di natura genetica, mi pare.»
«Be', non si direbbe la solita moglie da esibire come un trofeo per cui gli uomini come lui sembrano avere un debole.» Cate incontrò lo sguardo cinico e divertito di Marge. «Magari Tom non ha ancora superato il trauma della sua morte.»
«Oh» ribatté Marge, deridendola, «non farmi ridere. È morta due anni fa, ma ho sentito dire che di fatto erano già separati da un pezzo. Comunque, un uomo come lui sa come passare oltre. Non si può essere così ricchi senza essere una canaglia, in un modo o nell'altro. In fin dei conti, è un uomo. Ed è anche molto attraente.» Lei picchiettò l'indice sulla foto. «Pensa al mondo in cui è cresciuto. Potrebbe avere donne a vagoni.» Corrugando la fronte, guardò Cate. «Ora, non cominciare a intenerirti nei suoi confronti. Pensavo avessi detto che avevi rinunciato a farti prendere in giro dai macho privi di cuore.»
«Infatti, è così.» Si era lasciata alle spalle Steve. Definitivamente. Era difficile credere che avesse dovuto svicolare furtivamente nel bagno delle donne per piangere tutte le sue lacrime quando lui si era vantato pubblicamente della sua nuova conquista femminile. «Ho chiuso definitivamente con certe cose, Marge» assicurò Cate. «Ma si deve pur sempre concedere il beneficio del dubbio alle persone. Solo perché Tom ha l'aspetto che ha... e proviene da un ambiente privilegiato...»
Impassibile di fronte al collegio di difesa, Marge scosse il capo. «Scusa, ma la tua tesi non è convincente visto l'elemento in questione.»
Cate inarcò le sopracciglia. A venticinque anni non era più un'ingenua, specialmente dopo il suo breve quanto distruttivo tuffo nella follia con Steve, e doveva ammettere che Marge non aveva tutti i torti. Tom Russell era stato allevato da un padre il cui infinito stuolo di amanti, attrici e modelle che fossero, doveva aver addolorato non poco le varie mogli.
Cate studiò la foto, sfilandola dalle dita a Marge. Che fosse insensibile quanto il suo vecchio? Quei freddi occhi grigi la rimescolarono dentro. Poi lo sguardo le cadde sulla bocca. Si potevano dedurre un sacco di cose dalla bocca di un uomo. Quella di Tom aveva delle linee decise, con un labbro superiore sottile e quello inferiore leggermente più pieno. Non vi era dolcezza nei suoi lineamenti, ma piuttosto una sfumatura di ironia. Senza contare che era un pezzo d'uomo che non aveva affatto bisogno di gellarsi i capelli per apparire più alto e slanciato.
Insomma, girando e rigirando la foto, Cate non poté che giungere a una conclusione. Tom Russell era sexy da tutti i punti di vista lo si guardasse.
«Cate.»
Lei sussultò. Le ci volle un attimo per comprendere che Harry era uscito dal colloquio con il caporedattore e che stava guardando nella sua direzione.
Lei? Voleva lei?
Cate spinse indietro la sedia e si alzò per attraversare la sala, vagamente conscia degli sguardi stupiti di Steve, Toni e Barbara puntati su di lei.
Alle rispettive scrivanie, tutti sollevarono il capo e