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Di nuovo tra le tue braccia: Harmony Destiny
Di nuovo tra le tue braccia: Harmony Destiny
Di nuovo tra le tue braccia: Harmony Destiny
E-book147 pagine2 ore

Di nuovo tra le tue braccia: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Affascinante. Carismatico. Pericoloso. David Reis trasuda sensualità a ogni gesto del suo splendido e irresistibile corpo. Lui è stato la sua fantasia proibita di quando era adolescente e anche il suo primo, vero amore. Ma, adesso che è tornato, Starr Cimino non ha più intenzione di lasciarsi coinvolgere in qualsiasi tipo di rapporto con lui, soprattutto se prevede notti appassionate fra le lenzuola.

Tuttavia David non è il tipo che si arrende facilmente. È determinato a riavere Starr tra le sue braccia e ha messo a punto un piano di seduzione al quale nessuna donna saprebbe resistere.

Il vero amore merita una seconda opportunità perchè gli errori possano diventare ricordi e la passione torni a infuocare gli animi
LinguaItaliano
Data di uscita10 lug 2019
ISBN9788830501317
Di nuovo tra le tue braccia: Harmony Destiny
Autore

Catherine Mann

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Di nuovo tra le tue braccia - Catherine Mann

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Under the Millionaire’s Influence

    Silhouette Desire

    © 2007 Catherine Mann

    Traduzione di Letizia Montanari

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2008 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-131-7

    1

    Starr Cimino giurò a se stessa che avrebbe investito i suoi prossimi risparmi in nuovi pigiama, anche se in quel momento la sua vita amorosa era a un punto di stallo.

    Il fatto di essere costretta a fronteggiare quella che lei considerava la sua nemesi storica coperta solo da una logora maglietta con il logo del Beachcombers Restaurant, prima ancora di aver avuto il tempo di bere la prima tazza di caffè mattutino, era alquanto seccante. E altrettanto fastidioso era il pensiero di poter contare su una statura di appena un metro e sessanta.

    Avrebbe dovuto accontentarsi del suo coraggio indomito e del suo senso dell’umorismo. Raddrizzò la schiena e si diresse verso la sagoma che intravedeva oltre la porta della sua casa mobile sistemata vicino alla spiaggia di Charleston, nella Carolina del Sud.

    Non dubitava della propria capacità di tenere testa a chiunque volesse minacciarla. Aveva imparato fin da piccola a destreggiarsi nella vita, dopo tutto quello che i suoi poco edificanti genitori l’avevano costretta a sopportare. Ma nonostante tutto, aveva qualche difficoltà nell’affrontare una donna dell’età di settant’anni, indossando solo una vecchia maglietta. Nell’affrontare la madre dell’uomo al quale aveva donato il cuore e la verginità.

    Se non altro poteva cercare di riprendersi il cuore...

    Sfregandosi gli occhi ancora insonnoliti, Starr si costrinse a piegare le labbra nel sorriso che le aveva insegnato la madre affidataria, zia Libby. «Che cosa posso fare per lei, signora Hamilton-Reis?»

    A parte versare nella vasca dei pesci della vecchia gallina qualche sostanza colorante sul tono dell’azzurro, in modo tale che i pregiati esemplari da competizione assomigliassero in modo allarmante a un certo pesciolino protagonista dei più recenti cartoni animati... Certo, doveva ammettere che tutto sommato gli insegnamenti di zia Libby non erano riusciti a smussare completamente il suo carattere battagliero.

    Erano vecchi rancori. E accidenti, erano riusciti a ferirla nel profondo dell’anima. Forse avrebbe potuto gettarseli dietro le spalle, ma quella donna da circa diciassette anni la trattava peggio della sporcizia della sua vasca dei pesci.

    Chissà che cosa sarebbe accaduto se quella donna avesse saputo che Starr si era azzardata a uscire con il suo prezioso erede!

    Così Starr e David si davano appuntamento dietro le dune di sabbia, poi si arrampicavano fino alla terrazza di casa sua per passare attraverso la finestra e infilarsi in camera di lui per tutta la durata del loro amore giovanile, che le aveva riempito il cuore per poi spezzarglielo in quell’anno tumultuoso.

    «Che cosa voglio?» La voce di Alice Hamilton-Reis si alzò a una nota acuta e poi si abbassò con lo stesso ritmo delle onde che si frangevano sulla spiaggia. «Voglio che i tuoi parenti portino via i loro camper, spostandosi dove non mi rovinino la visuale!»

    La sua famiglia? Era arrivata lì?

    Starr provò uno spiacevole pizzicore lungo la schiena mentre si guardava attorno e, sì, vide tre camper parcheggiati sulla distesa erbosa che separava l’antica piantagione degli Hamilton-Reis dalla casa mobile di Starr. Lo stesso genere di camper nei quali lei aveva vissuto e viaggiato fino a quando la fortuna e un’assistente sociale efficiente non erano intervenute.

    Maledizione!

    Starr si passò le mani tra i folti capelli scarmigliati come se con quel gesto potesse magicamente rimettere ordine nel suo universo piombato in pieno caos. Ma le servì a poco. Infatti, nello stesso istante, il simbolo di ogni sua tentazione apparve davanti a lei: un uomo alto, bello e dalle spalle larghe.

    David...

    Starr dimenticò all’istante l’esistenza dei camper.

    Lui scese gli ampi gradini del portico della casa di famiglia, una tipica tenuta del sud, antecedente alla guerra di Secessione, con lo stesso passo sicuro che persino da adolescente dinoccolato aveva posseduto, quando il solo vederlo riusciva a farle andare il cuore in gola. Qualsiasi abito addosso a David era strepitoso, non c’era alcun dubbio. Ora indossava un paio di pantaloni scuri molto formali e una camicia bianca che metteva in risalto i capelli nerissimi e un’abbronzatura che attestava una lunga permanenza sotto il sole.

    Il battito del suo cuore aumentò, ma per un altro motivo. Sì. A causa della loro storia e per il modo in cui dieci anni prima lui era riuscito a ferire i suoi sentimenti, dandole quell’ultimatum senza vie di uscita. David aveva preteso che lei rinunciasse al duro controllo che aveva acquisito sulla propria vita e, che il cielo l’aiutasse, era riuscito davvero a tentarla. E quando lo aveva rivisto, un anno prima, la sua volontà era andata in frantumi. Erano finiti a letto nel giro di pochi secondi. Non appena avevano ritrovato i loro abiti sparsi attorno e se li erano infilati, lui aveva ricominciato con la vecchia solfa: Starr avrebbe dovuto mollare tutto e seguirlo nei suoi spostamenti attorno al mondo. Abbandonando l’unica casa che avesse mai conosciuto. Per fare a modo suo.

    Ma nemmeno per sogno.

    Starr non voleva indugiare sul fatto che da quella volta non era più andata con nessuno... da qui il miserevole stato della sua biancheria intima e della sua vita amorosa. Ma questa volta sarebbe stata forte e non avrebbe badato ai lunghi brividi di desiderio che avevano cominciato a percorrerle il corpo.

    Figurarsi. Dio solo sapeva se già non aveva il suo bel daffare per occuparsi dell’improvvisa apparizione sulla scena dei suoi genitori biologici... non guardare, non azzardarti a guardare quei camper... non ancora... e anche della bellicosa madre di David che la stava guardando dall’alto in basso.

    David si fermò ai piedi dei gradini della casa mobile e ancora riusciva a torreggiare su di loro... maledizione a lui! «Mamma, non dovresti uscire all’aria umida del mattino.» La salvietta che aveva attorno al collo testimoniava il fatto che aveva appena finito di radersi. Tuttavia David aveva un aspetto calmo e pacato anche se, ovviamente, doveva essere uscito di corsa di casa per raggiungere la madre. «Il dottore ha detto che devi tenere i piedi sollevati mentre la nuova medicina per la pressione fa il suo effetto.»

    Fantastico. Perciò Starr doveva essere carina con la vecchia gallina altrimenti avrebbe corso il rischio che alla madre di David pigliasse un colpo proprio davanti alla soglia di casa sua!

    La voce di zia Libby riecheggiò nelle sue orecchie. Un po’ di buone maniere...

    Accidenti. Starr cercò qualcosa da dire. Gabbiani e gru volavano incrociandosi nel cielo in cerca di qualcosa da mangiare sulla spiaggia. In lontananza, in direzione del centro di Charleston, le campane della chiesa rintoccarono segnando le sette.

    Starr tirò l’orlo della maglietta fingendo con se stessa di indossare il suo abito preferito di jeans e i sandali con zeppa e cinturino attorno alla caviglia. Era brava a immaginarsi nelle vesti che la facevano sentire più a proprio agio. Aveva perfezionato quella tecnica quando, da zingarella, aveva viaggiato lungo innumerevoli strade. Aveva rifiutato di vergognarsi per le azioni che loro compivano... per le azioni che insistevano che facesse anche lei... Ricordò a se stessa che ormai era una donna d’affari. Lei e altre due ragazze affidate, che lei considerava sue sorelle, avevano trasformato la casa di zia Libby nel Beachcombers... un ristorante che stava prendendo sempre più piede.

    Si spostò di lato superando l’irascibile Alice e fissò il suo amante di un tempo che aveva un aspetto troppo maledettamente attraente per quell’ora mattutina, i capelli neri ancora umidi di doccia. «Ciao, David. Tua madre e io stavamo discutendo sul posto migliore dove posteggiare i camper della mia... ecco...» Si interruppe, non riuscendo a pronunciare la parola famiglia.

    Avevano rinunciato a quel diritto nel momento stesso in cui l’avevano consegnata all’istituzione che si occupava di trovare una casa ai bambini abbandonati. Non avevano più tentato di riaverla con loro, anche se non avevano acconsentito a firmare i documenti necessari per una vera adozione.

    La signora Hamilton-Reis si voltò per afferrare il braccio del figlio, come se improvvisamente le fossero mancate le forze. «Dobbiamo fare spostare quei veicoli da parco dei divertimenti da qualche altra parte. Senza dubbio sarebbe meglio per la sua attività se quei camper fossero sistemati più in là sulla spiaggia, invece che in piena vista davanti al ristorante.»

    Naturalmente, presente il figlio, la madre riusciva sempre a dare un’angolazione meno aspra della situazione... anche se, in effetti, Starr riusciva a dedicare scarsa attenzione alla sua cara, vecchia madre mentre David si avvicinava sempre più, saturando tutti i suoi sensi.

    Ora che le stava vicino, Starr riuscì a notare il monogramma ricamato sulla salvietta che portava attorno al collo. Il sottile profumo del suo dopobarba, mescolato al sentore salato della brezza marina, risalirono fino a lei, turbandola ancora di più. Tutto questo ebbe sul suo autocontrollo lo stesso effetto delle onde che si abbattevano sulla spiaggia portando via, al momento del loro ritrarsi, una miriade di granellini di sabbia.

    E, maledizione, David la stava fissando con occhi ardenti, a dispetto dell’abbigliamento che indossava.

    Starr si voltò verso la signora Hamilton-Reis, spiacevole monumento alla memoria del motivo per cui lei doveva mantenere una notevole distanza da David. «Andrò a parlare con loro e li convincerò a parcheggiare più in là sulla spiaggia» disse, accomodante.

    La madre di David lanciò un’occhiata in direzione dei veicoli. «Sarà molto meglio per la sua attività, mia cara.»Alice diede un colpetto sul braccio del figlio. «Grazie per esserti preoccupato per me. Adesso andrò a fare colazione sulla veranda tenendo i piedi sollevati. Mi piacerebbe tanto se tu mi tenessi compagnia.»

    Lui annuì. «Ti raggiungo tra un attimo.»

    La donna che in passato non aveva mai perduto un’occasione per dire a Starr che non doveva permettersi di distogliere David dal seguire i suoi sogni, si stampò un sorriso tirato sulle labbra e accennò a ritirarsi. «Sono contenta che siamo riuscite a risolvere questo problema, cara» dichiarò mielosa.

    Sospirando, Starr socchiuse gli occhi riducendoli a una fessura. Ma, nonostante questo, il sole accecante continuò ad abbagliarla nel ricordo. Oppure quella sensazione era causata dalle emozioni che ribollivano dentro di lei?

    David. I suoi genitori. Alice Hamilton-Reis. Tutto in una volta. Era veramente troppo.

    Aveva dimenticato come quella donna fosse capace di rivolgerle civilmente la parola ogni volta che David era presente. Non che si fosse mai dimostrata apertamente maligna con Starr, però si comportava con gelida disapprovazione e manifesta superiorità, che alla fine era anche peggio.

    Starr allontanò le insicurezze della sua adolescenza e riaprì gli occhi. Sì, David era

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