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La Leggenda di Vanx Malic
La Leggenda di Vanx Malic
La Leggenda di Vanx Malic
E-book287 pagine3 ore

La Leggenda di Vanx Malic

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Info su questo ebook

Un bardo mezzo-zythiano di nome Vanx è in catene per essere andato a letto con la Duchessa di Altolago. Il Duca lo vuole morto, ma sua moglie ha segretamente inviato la loro figlia per comprare la sua libertà dai mercanti di schiavi. Queste sono cattive notizie, poiché brutte cose possono accadere ad una carovana poco protetta nelle montagne. Quando i mercenari del duca attaccano per uccidere il prigioniero adultero, scoppia l'inferno. Ora, l'unico modo con cui Vanx e la Principessa di Altolago possono sfuggire al duca e ai suoi uomini è riuscire in qualche modo ad attraversare il Bosco Selvaggio, un luogo da dove nessuno è mai ritornato prima...

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita11 gen 2020
ISBN9781071525067
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    Anteprima del libro

    La Leggenda di Vanx Malic - Michael R Mathias Jr.

    La leggenda di Vanx Malic

    Attraverso il Bosco Selvaggio

    Copyright 2012 © di Michael Robb Mathias Jr.

    Tutti i diritti riservati

    Vorrei ringraziare http://mrlasers.com/  per l’eccellente formattazione,

    Anton Kokarev  http://kanartist.deviantart.com/ per la meravigliosa copertina,

    D. P. Prior per l'editing,

    Kristi per la correzione di bozze,

    e per ultima ma non meno importante,

    Brittany per avermi aiutato ad infilare tutte queste parole nel PC.

    Vorrei anche ringraziare Sherli semplicemente per essere quello che sei.

    Capitolo

    Uno

    Su di un vecchio barilotto

    nell'ombra io siedo

    con una pinta di birra annacquata

    ed un vecchio gatto pelle e ossa.

    -Parvdon Cobbles

    Vanx Malic ingollò l'ultimo sorso di vin brulé dal calice che la duchessa gli aveva consegnato. Lui era duro quanto il ferro di Wildermont e lei stava facendo rumorosamente le fusa. Le mani della donna stavano vagabondando per il suo petto nudo abbronzato con crescente disperazione. Il suo corpo agile era a malapena coperto da una semplice vestaglia la quale era così stretta addosso a lei che i suoi grandi capezzoli scuri minacciavano di sfondare il tessuto. Vanx pulì il grasso del sostanzioso pezzo di cinghiale arrosto sulla sua manica, poi serrò la mano sulla curva del suo culo. Perfino con solo un trio di candele al profumo di lavanda ardenti nella piccola ma sontuosa camera, l’aria era diventata calda e vaporosa. Il dolce odore muschiato del suo sesso permeava la stanza. Lui non vedeva l’ora di assaggiarla. Vanx sperava che l’oste riuscisse a tenere le labbra serrate tanto saldamente quanto tratteneva il suo borsellino. La sua fugace preoccupazione riguardo la collera del duca venne rapidamente spazzata via quando il caldo respiro solleticante della moglie dell’uomo trovò il suo orecchio.

    «Ti sei riempito la pancia, Vanx Malic» sussurrò la duchessa. Il calore delle sue parole animarono il suo sangue. «Ora voglio che tu riempia me.» Altre fusa mentre la sua mano scivolò attorno al rigonfiamento nelle sue braghe di pelle. «Ora alzati e riempimi!» La sua voce divenne improvvisamente più dura, le fusa suonarono più come un ruggito. Lei strizzò il suo membro così forte che fece male.

    ««Alzati, Vanx!» urlò lei. «Alzati, cane schifoso, e riempimi!»

    Vanx aprì gli occhi e vide le fauci minacciose di un haulkatten davanti alla sua faccia. Sbigottito, strisciò all’indietro per sfuggire al suo felino sorriso smagliante. Le catene che bloccavano le sue gambe e i suoi polsi si tesero subito, e la frusta del guidatore schioccò sulla sua spalla. Il dolore lancinante servì a scacciare via il sogno in cui lui si era perso. Quasi si pisciò addosso. Perfino da mezzo miglio di distanza gli incantesimi della Duchessa di Altolago avevano una salda presa sulla sua mente. Ogni volta che dormiva, lei era lì. Lui non l’aveva vista per settimane, tranne attraverso la porta chiusa della cella del sotterraneo del Duca Martin, e lei ancora infestava ogni suo pensiero ozioso. Lei era la più incantevole delle compagne di letto, talentuosa, con un grosso e rotondo...

    CRACK! La frusta la scacciò di nuovo dalla sua testa.

    «Ho detto di riempire gli otri, fottuto cane!» Ordinò Amden Gore, il grosso schiavista scuro di pelle e dall’alito puzzolente. Era un amico personale del Duca Martin e non mostrava pietà a Vanx con le sue frustate. Solo il fatto che Amden potesse ottenere un bel gruzzolo per un giovane maschio muscoloso lo tratteneva dal portare Vanx alla morte.

    L’haulkatten che lo schiavista stava cavalcando piegò la sua testa per ruggire a Vanx. Mostrò dei denti gialli posti in mascelle che avrebbero potuto staccare un braccio o una gamba con un solo morso.

    Sussultando per il dolore delle nuove strisce sulla sua pelle, Vanx guardò torvo il gatto della grandezza di un cavallo e raccolse gli otri che stava usando come cuscino. Era stato spedito avanti alla carovana per riempirli e si era addormentato sulla riva del ruscello. Era esausto, come il resto dei membri della carovana. La lunga scarpinata fuori dalle montagne era stata una settimana di aggiramento di percorsi a ridosso di dirupi, e poi due giorni e una notte di inciampi senza sosta in discesa. Quelli che cavalcavano le schiene degli haulkatten pesantemente caricati non erano messi così male, ma i tre schiavi e Vanx, assieme ad una mezza dozzina di altri viaggiatori a piedi, erano tutti sul punto di collasso.

    Vi erano anche otto guardie della carovana, ognuna di esse uno zoticone in sovrappeso pesantemente corazzato. Erano guidati da un uomo chiamato Capitano Moyle. Vanx non aveva altra scelta che rispettare il capitano, perché lui utilizzava continuamente i suoi uomini ottusi in modo tale che effettivamente proteggevano il gruppo.

    Le guardie erano tutte in groppa ai cavalli e in giornata quei cavalli avevano raggiunto i loro limiti. Ora, dopo aver passato l’ultima delle colline più alte a piedi, tirando le loro cavalcature, anche le guardie erano esauste.

    Il Capitano Moyle decise di fermarsi ed il gruppo cominciò ad accamparsi non lontano da dove Amden Gore stava tormentando Vanx. Vanx notò che il sole si era spostato ai confini dell’orizzonte. Doveva aver dormito un bel po’, non abbastanza per rivitalizzare completamente il suo cervello e il suo corpo dagli ultimi giorni di viaggio, ma quanto bastava per sentirsi meglio.

    Della piccola orda di schiavi di Amden, lui era quello che veniva adoperato di più. Be’, forse Matty, la borseggiatrice dal seno grosso a una mano sola, lavorava di più nelle tende dei trasportatori di notte. Dopo aver fallito alla sua prima scelta di negoziazioni, e dopo aver perso un arto, si stava ora guadagnando favori e soldi col suo corpo.

    Gli altri due schiavi, un vecchio ubriacone che aveva investito il figlio di un facoltoso mercante col suo carro, ed un uomo più giovane che aveva attaccato una donna che aveva rifiutato le sue avance, erano entrambi troppo magri per essere di un qualche uso. Il Duca di Altolago li aveva letteralmente ridotti fino all’osso. Ora inutili, aveva dato loro e la prostituta con una mano sola a Amden per venderli al mercato a Andwyn.

    Vanx non poté venire ucciso sul posto per aver dormito con la moglie del duca; il nuovo re progressista di Parydon aveva approvato delle leggi contro l’utilizzo della ghigliottina, tranne per la punizione dei crimini più efferati. Con disonore del duca, sua moglie aveva ammesso apertamente non solo di essere stata consenziente, ma di avere anche incoraggiato la settimana di appuntamenti notturni che lei e Vanx si erano goduti.

    Vaxn era un bardo esperto ed era stato impiegato nella taverna. Siccome non era un vagabondo stupratore, poté solamente venire accusato di adulterio. Era stato messo immediatamente in catene. Il duca aveva pianificato di tenersi Vanx e di farlo lavorare fino alla morte, ma attraverso un legame familiare la duchessa aveva fatto una generosa offerta sulla sua proprietà. Il duca aveva scoperto dell’inganno di sua moglie ed aveva deciso che voleva Vanx fuori dalla sua vista, o più precisamente fuori dalla vista di sua moglie. Aveva venduto Vanx ad Amden per quasi nulla. Ovviamente Amden sperava di far ingrassare il suo borsellino al mercato degli schiavi, e sapeva che doveva trattenersi quando puniva Vanx. Anche Vanx lo sapeva e abusava continuamente della sua fortuna, da qui il sonnellino pomeridiano.

    Vanx non era uno stupido; tutt’altro. Era giovane e sembrava persino più giovane per gli standard umani. Per quanto ne sapeva, nessuno si era reso conto che lui non era completamente umano, quindi il fatto che avesse vissuto per cinquantadue anni era inutile con quasi chiunque lui incontrava. In verità, lui era mezzo Zythiano e mezzo umano. Le solite orecchie a punta e gli occhi a mandorla dei tratti di sua madre erano stati addolciti dall’influenza umana di suo padre. Aveva l’aspetto di un giovane uomo sulla ventina. I suoi folti e sporchi capelli biondi lunghi fino alle spalle, i suoi brillanti occhi verde acqua e il suo viso rude ma simmetrico contribuivano ad intrigare quasi ogni donna umana che incontrava. La sua alta corporatura muscolosa era un’altra ragione per la quale loro si fiondavano da lui. Nei due brevi anni in cui lui era stato lontano dall’Isola di Zyth, dove era nato ed era stato cresciuto dalla razza di sua madre, il suo aspetto non gli aveva causato la minima sofferenza.

    Vanx riempì gli otri, come ordinato, e poi studiò la struttura dell’accampamento sulla sua strada di ritorno. Il capitano stava facendo accampare i suoi uomini sui lati elevati della stretta gravina che ora stavano bloccando. Il lato elevato dell’accampamento avrebbe potuto molto probabilmente venire attaccato dai troll delle rocce, o dai sempre territoriali giganti delle colline. Il lato inferiore dell’accampamento era dove gli schiavi stavano piantando i loro rifugi laceri. Vanx sapeva che se fossero venuti dei predoni di carovane, essi sarebbero arrivati dal lato inferiore. I carrettieri e i loro grossi haulkatten carichi di minerali grezzi, i cavalli e i viaggiatori a piedi si stavano tutti accampando nel mezzo. Sarebbero stati relativamente al sicuro, circondati da barriere viventi e naturali da tutti i lati.

    Vanx sorrise, nonostante il suo dolore. Era una disposizione perfetta per la sua fuga.

    Se fosse riuscito a svignarsela senza essere scoperto, ed era piuttosto sicuro di riuscirci, sapeva che avrebbe dovuto sconfiggere le guardie della carovana all’Avamposto di Acquavalle. Quella parte sarebbe stata semplice se fosse fuggito senza problemi e avesse avuto la maggior parte della notte a proprio vantaggio. Se la sua fuga fosse stata scoperta, però, sapeva che non sarebbe riuscito a sfuggire agli haulkatten di Amden.

    Se fosse riuscito a raggiungere Acquavalle avrebbe avuto due scelte, e sebbene non avesse deciso quale strada prendere da lì, sapeva che avrebbe preparato una falsa pista sulla strada che non aveva scelto.

    Aveva fatto alcune cose con gli haulkatten che avrebbero potuto dargli più possibilità nel caso in cui venisse inseguito, ma un uomo non avrebbe mai potuto essere sicuro di tali cose. Una volta che Amden e la carovana avessero raggiunto Acquavalle, la notizia della fuga di uno schiavo avrebbe viaggiato lungo il fiume da avamposto ad avamposto, poi via fantino fino ad Andwyn e via barca fino a Dabbldwyn. Le notizie potevano muoversi più rapidamente di quanto Vanx riusciva a viaggiare in entrambi i posti. Avendo capito questo, stava totalmente riconsiderando di andare ad Acquavalle, ma aggirare l’Avamposto di Guardiaregno voleva dire viaggiare fino alle terre selvagge  a sud del fiume, o attraverso i poderi poco docili e i frutteti che venivano regolarmente sorvegliati dal Guardiaregno Parydon. Se fosse andato a sud, avrebbe provato a rubare un haulkatten. Se fosse andato a nord ad Andwyn, per mezzo dei terreni dei poderi, un solo cavallo sarebbe bastato. Forse avrebbe potuto...

    CRACK! La frusta schioccò fin troppo vicina al suo orecchio sinistro, togliendolo alle sue riflessioni.

    «Metti gli otri lì, cane» comandò Amden Gore da vicino la sua grande cavalcatura felina. «Poi vai sottovento e scavaci una fossa per la merda. Sai dov’è la pala.»

    Brontolando e strascicando nelle sue catene, Vanx fece come gli era stato detto. Trovò di proposito un posto che era roccioso e cominciò a scavare. Dopo alcuni attimi ritornò nell’accampamento, chinando le sue spalle come se fosse ancora stanco come gli altri. «Troppo roccioso» disse come spiegazione allo sguardo truce di Amden. «Ho bisogno del piccone.»

    «Prendilo. Farai meglio ad aver finito prima del tramonto, fottuto verme» latrò lo schiavista. «Ti staccherò la pelle dalla tua carne adultera a frustate prima che io sprechi una goccia d’olio lampante sulle tue fatiche.»

    «Sono fin troppo valevole per te da venire frustato, stupido ciccione bastardo» latrò Vanx, poi immediatamente si maledì per non aver trattenuto la lingua.

    CRACK! La frusta scoccò lungo il suo petto. Il suo farsetto rozzamente intessuto venne squarciato, così come la sua pelle. Fu come se un pezzo di ferro rovente fosse stato appoggiato lì. Amden stava tirando indietro il braccio per una seconda frustata quando uno dei viaggiatori a piedi, una giovane ragazza in un mantello col cappuccio, parlò.

    Vanx aveva notato, durante i giorni in cui incespicava in discesa, quanto lei si premurasse di cercare di celare la sua figura formosa con un semplice abbigliamento poco attraente. Non abbassava mai il cappuccio per più di un istante. Questo lo intrigava, ma i suoi problemi attuali erano stati causati da un simile circolo vizioso, e fino ad ora lui aveva tenuto la sua curiosità a bada.

    «Basta» disse lei in un tono vagamente autoritario. Ciò che sorprese maggiormente Vanx fu che Amden le obbedì. Lo schiavista rimase ribollente, i suoi occhi socchiusi che penetravano Vanx, la sua frusta che pendeva da una presa che si contrasse e si rilassò, poi si contrasse di nuovo.

    «Fai il tuo lavoro» sbottò la ragazza da sotto il cappuccio. Vaxe ebbe il suo primo assaggio della parte inferiore del suo volto e la riconobbe immediatamente. Era la Principessa Gallarael, la figlia dal cuore impetuoso del Duca e della Duchessa di Altolago.

    Che cosa ci fa lei in questo viaggio?, si chiese Vanx. E con un pessimo gruppo di guardie a proteggerla. Non ha senso.

    Analizzò il gruppo dei viaggiatori a piedi mentre slegava il piccone dal fagotto di attrezzi di Amden. Due uomini incappucciati, che lui aveva erroneamente scambiato per monaci o preti, erano chiaramente più di ciò che sembravano. Gli fece accapponare la pelle il fatto che lui non li avesse notati prima d’ora. Il rigonfiamento delle else delle spade e le dure righe dei pezzi dell’armatura di cuoio indossata sotto i mantelli con cappuccio divennero più ovvi ai suoi occhi attenti. Contando il Capitano Moyle, vi erano solo tre guardie abili. Non abbastanza per un’escursione fuori dalle montagne insidiose e attraverso il terreno selvaggio e imperdonabile con una principessa.

    Lui ponderò tutto questo mentre si allontanò per colpire le sue catene col piccone. L’avrebbe fatto prima, ma era più astuto soffrire la frusta e il viaggio fino alla fine delle montagne col gruppo.

    Perché lei è qui?, si continuò a chiedere. Se lei aveva degli affari ad Andwyn, sicuramente suo padre avrebbe inviato una scorta più formidabile. Doveva sapere che i tre predoni di carovane nel suo sotterraneo erano solo la punta della coda di un serpente più grande. Dal modo in cui loro si vantavano dei loro compagni, Vanx rimase sorpreso che questo gruppo non era stato ancora attaccato. Secondo l’uomo che era stato rinchiuso nella cella del sotterraneo di Altolago vicino alla sua, vi era non meno di un centinaio di uomini nascosti qua fuori sulle colline, tutti in attesa di un gruppo di carrettieri, con guardie proprio come quelle che comandava il Capitano Moyle.

    Il suono del piccone che colpiva gli anelli della catena era allarmante. Non era facile spaccare i ceppi di ferro. Mentre tentava goffamente di spezzare le sue catene ai polsi, qualcuno grugnì e imprecò dietro di lui. Lui si paralizzò per il terrore, aspettandosi la frusta di Amden squarciare la sua pelle, ma tutto ciò che sentì fu un lungo sospiro. Uno dei carrettieri si stava facendo una ben necessaria pisciata. Vanx non sapeva che un uomo potesse pisciare così a lungo.

    Qualcosa venne in mente a Vanx mentre aspettava. Il Capitano Moyle aveva fermato tutto fin troppo presto. Un’altra ora di viaggio avrebbe portato il gruppo lungo i frutteti esterni, dove pattugliavano le guardie. Era impossibile che il capitano avrebbe chiamato l’alt se avesse saputo che la Principessa Gallarael era tra loro. Improvvisamente capì perché il Duca Martin l’avesse venduto ad Amden per così poco. Questa carovana avrebbe subito un agguato cosicché lui sarebbe stato ammazzato.

    Vanx fischiò. Fu tutto ciò che riuscì a fare per contenere la sua ansietà mentre continuava a fare a pezzi la catena tra i suoi polsi. Il sole stava già tramontando, e né Gallarael, né le sue guardie avevano alcuna idea del tipo di pericolo in cui si trovavano.

    Capitolo

    Due

    Quella strega dai capelli bianchi

    nel suo gelido buco a settentrione

    è la ragione per cui non c’è calore

    nella Presa dell’Aspraterra.

    -Anima Ghiacciata

    Il Capitano Moyle guardò in basso verso il tortuoso sentiero e si chiese perché ci stessero mettendo così tanto. I mercenari del Duca Martin avrebbero dovuto attaccare all’imbrunire. Lanciò uno sguardo oltre le sue spalle verso il fuoco scoppiettante al centro dell’accampamento. L’odore dello stufato dei carrettieri era abbastanza saporito da attirare un clan di troll delle rocce giù dalle loro colline più alte. Moyle sperava che gli uomini del duca sarebbe arrivati presto e avrebbero ucciso lo schiavista e il suo gruppo. Voleva che finisse tutto.

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