Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

La Ribhu Gita: a cura di Luca Orabona
La Ribhu Gita: a cura di Luca Orabona
La Ribhu Gita: a cura di Luca Orabona
E-book374 pagine5 ore

La Ribhu Gita: a cura di Luca Orabona

Valutazione: 4 su 5 stelle

4/5

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

"La Ribhu Gita è un testo che segue il pensiero filosofico Vedico non-duale. È mia convinzione che la Ribhu Gita sia la quintessenza di tutto l’Advaita Vedanta, diremmo la “Bibbia” della non-dualità…".
L'essere umano nasce - da sempre - con una domanda inevitabile: "Chi sono io?", spesso seguita con concatenazione, logica, da altre tre domande: "Da dove vengo?", "Qual è lo scopo della mia vita?", "Dove andrò dopo la morte?"; e da queste domande ne seguiranno molte altre, per tutta la vita.
La mancata risposta a queste domande genera un senso di profondo scontento, che si cerca poi di colmare forzando concettualmente una risposta "formale".
Le persone tendono a darsi un nome, una carica (medico, avvocato, direttore, ecc.), uno scopo (lavorare, farsi una famiglia, costruirsi una casa, ecc.), spesso dimenticando che la vita ha anche una fine, relativamente breve.
Così facendo tutti noi pensiamo di aver colmato le risposte a queste domande, ma in realtà continueremo a sentirci non appagati, e questa latente sensazione di mancanza e incompletezza ci spingerà a non accontentarci mai di ciò che abbiamo ottenuto, e continueremo a cercare qualcosa che ci faccia sentire appagati.
Questo circolo vizioso non si spezzerà mai, a meno che... non scopriremo veramente "chi siamo".
Tutte le culture più antiche - in particolar modo quella dell'India - hanno compreso, sperimentato e dimostrato che solo con la piena conoscenza di se stessi è possibile avere le risposte a queste domande esistenziali, ed ottenere la percezione del pieno appagamento.
LinguaItaliano
Data di uscita19 ago 2020
ISBN9788892720565
La Ribhu Gita: a cura di Luca Orabona

Correlato a La Ribhu Gita

Ebook correlati

Buddismo per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su La Ribhu Gita

Valutazione: 4 su 5 stelle
4/5

1 valutazione0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    La Ribhu Gita - Luca Orabona, a cura di

    Glossario

    Titolo originale: The Ribhu Gita

    Copyrigt 1994 by the Society of Abidance in Truth, S.A.T.

    Santa Cruz, California, USA

    Traduzione dal sanscrito all’inglese a cura del dott. Ramamoorthy e

    Assistito da Master Name

    Tutti i diritti letterari ed artistici sono riservati.

    È vietata qualsiasi riproduzione, anche parziale, di quest’opera.

    Qualsiasi copia o riproduzione effettuata con qualsiasi procedimento (fotografia, microfilm, nastro magnetico, disco o altro) costituisce una contraffazione passibile delle pene previste dalla legge 11 marzo 1957 dei diritti d’Autore.

    Stampato in Italia nel mese di Luglio 2020 presso

    Lrc Printing S.r.l., piazza Tintori, 7, 41030, Bastiglia (Mo)

    Prima edizione

    © Copyright 2020

    OM EDIZIONI

    Via I Maggio, 3/E – 40057 Quarto Inferiore (BO) – Italy

    Tel (+39) 051 768377 – (+39) 051 767079

    info@omedizioni.it

    www.omedizioni.it

    ISBN: 978-88-32299-91-5

    ISBN eBook: 9788892720565

    La Ribhu gita

    a cura di Luca Orabona

    A Sadasiva, colui che è il principio,

    A Ribhu e agli altri Saggi tra loro,

    Risalendo a Ramana, il Sadguru –

    A questa stirpe di Guru,

    Noi ci Prostriamo!

    PREFAZIONE ALL’EDIZIONE ITALIANA

    L’ essere umano nasce – da sempre – con una domanda inevitabile: Chi sono io, spesso seguita con concatenazione, logica, da altre tre domande: Da dove vengo, Qual è lo scopo della mia vita, Dove andrò dopo la morte; e da queste domande ne seguiranno molte altre, per tutta la vita.

    La mancata risposta a queste domande genera un senso di profondo scontento, che si cerca poi di colmare forzando concettualmente una risposta formale. Le persone tendono a darsi un nome, una carica (medico, avvocato, direttore, ecc.), uno scopo (lavorare, farsi una famiglia, costruirsi una casa, ecc.), spesso dimenticando che la vita ha anche una fine, relativamente breve. Così facendo tutti noi pensiamo di aver colmato le risposte a queste domande, ma in realtà continueremo a sentirci non appagati, e questa latente sensazione di mancanza e incompletezza ci spingerà a non accontentarci mai di ciò che abbiamo ottenuto, e continueremo a cercare qualcosa che ci faccia sentire appagati. Questo circolo vizioso non si spezzerà mai, a meno che … non scopriremo veramente chi siamo.

    Tutte le culture più antiche – in particolar modo quella dell’India -hanno compreso, sperimentato e dimostrato che solo con la piena conoscenza di se stessi è possibile avere le risposte a queste domande esistenziali, ed ottenere la percezione del pieno appagamento.

    Secondo le correnti filosofiche spirituali indiane, la conoscenza di se stessi si ottiene sperimentando se stessi, attraverso il contatto col proprio mondo interiore e col mondo esteriore, e questo genera un’ espansione di coscienza che permette gradualmente la piena conoscenza, similmente a ciò che potrebbe accadere ad una persona che – avendo perso la memoria – la riacquistasse lentamente.

    Tutto il sapere filosofico-spirituale indiano è contenuto in una colossale raccolta di antichi manoscritti chiamati Veda, (lett.: Conoscenza di Tutto).

    È da rilevare che le correnti filosofico spirituali indiane non sono una vera e propria religione, e non hanno le caratteristiche chiuse di una organizzazione ecclesiale. Esse rappresentano solo il risultato della sapienza umana, ottenuta dalla sperimentazione dell’uomo su se stesso, praticata – e tramandata – per migliaia di anni.

    L’insieme dei testi vedici è formato da diverse opere. Una di queste opere chiamata Shivarahasya è suddivisa in dodici parti; la sesta parte di quest’opera è chiamata Ribhu Gita. Essa rappresenta la sintesi e l’essenza di tutta la Shivarahasya.

    Il pensiero filosofico dei Veda comprende due fondamentali sistemi, uno di tipo duale e l’altro di tipo non-duale, quest’ultimo è detto anche Advaita Vedanta (Vedanta della non-dualità).

    Il sistema vedico non-duale si basa sul principio fondamentale che esiste un’unica Coscienza Assoluta che in se stessa esprime all’infinito se stessa attraverso interminabili manifestazioni, le quali nel loro insieme determinano la realtà e l’universo conosciuto. Secondo questa corrente filosofica non esiste una reale separazione delle cose, tutta la realtà esistente è fatta di un’unica sostanza indivisibile che acquisisce forme e aspetti differenti.

    La Ribhu Gita è un testo che segue il pensiero filosofico Vedico non-duale. È mia convinzione, che la Ribhu Gita sia la quintessenza di tutto l’Advaita Vedanta, diremmo la Bibbia della non-dualità.

    Fin da giovanissimo mi sono interessato di spiritualità e questo mi ha portato a viaggiare molto. Il mio desiderio di sapere mi ha portato spesso a fare esperienze estreme nel campo della spiritualità e della crescita personale. Molti dei miei viaggi mi hanno portato in Oriente, in particolar modo in India, dove mi sono innamorato della filosofia non-duale, grazie al contatto col grande maestro Ramana Maharshi, il quale mi ha prima fatto conoscere l’Advaita Vedanta e poi l’inestimato tesoro della Ribhu Gita. Per anni io e la Ribhu Gita ci siamo inseguiti, finché non ci siamo trovati, e da qui è iniziato lo studio di quest’opera … che mi ha inoculato il crescente desiderio di pubblicarla in italiano.

    Con questa pubblicazione ho pensato che tutti gli italiani desiderosi e motivati dalla mia stessa sete di conoscenza, potessero apprezzare questo sacro testo.

    Per quanto riguarda la traduzione, la Ribhu Gita è stata tradotta dal sanscrito all’inglese dall’editore americano, io e i miei collaboratori abbiamo cercato di essere più fedeli possibile al testo inglese, al fine di mantenere quanto si possa la struttura del testo.

    Ringrazio profondamente il Brahman per aver creato le condizioni giuste affinché io potessi incontrare, studiare e sperimentare la Ribhu Gita, ringrazio il Grande Maestro Ramana Maharshi per avermi iniziato alla filosofia spirituale non-duale ed avermi fatto conoscere la Ribhu Gita, ringrazio tutte le persone che hanno collaborato con me per la stesura di questo libro, ringrazio di vero cuore Shakti, una persona speciale, che col suo amore, pazienza e comprensione mi è stata vicino, cogliendo insieme a me la consapevolezza di ogni versetto di questo libro.

    Un ringraziamento speciale va a Master Nome e la Society of Abidance in Truth (SAT) per avermi concesso la straordinaria opportunità di tradurre e pubblicare in italiano questa Opera Divina.

    Per me è stato un grande privilegio ed un vero onore aver avuto la possibilità di occuparmi della stesura e della pubblicazione di un opera spirituale di enorme valore e rilevanza come la Ribhu Gita.

    Luca Orabona

    Direttore dell’Istituto di Scienze Olistiche,

    Formazione nel campo delle Discipline Olistiche,

    della Crescita Personale e Spirituale

    www.scienzeolistiche.com

    dr.lucaorabona@gmail.com

    INTRODUZIONE ALL’EDIZIONE ITALIANA

    Il mio amore per il sistema Vedico che tratta la non-dualità mi ha portato negli anni a studiare, approfondire e sperimentare le maggiori correnti filosofico-spirituali non-duali come l’Advaita Vedanta, il Tantrismo, lo Shivaismo del Kashmir, ecc.

    Premetto che le Scienze Vediche non-duali nella loro espressione più pura sono aconcettuali, cioè non concettualizzabili. La vera filosofia non-duale può essere solo sperimentata e non esposta attraverso i concetti. Qualunque fosse la strategia con cui provassimo ad esporla, ne risulterebbe sempre e comunque una rappresentazione limitata di una realtà senza limiti.

    Cercherò comunque – nei limiti del linguaggio logico-analitico – di esporre una spiegazione… che non potrà che essere concettualmente duale di una filosofia non-duale, in modo da porgere al lettore una possibile comprensione globale della Ribhu Gita.

    Di seguito cercherò, in maniera molto sintetica, di dare al lettore un idea del pensiero non-duale esponendo alcuni assunti che ritroviamo come fondamenti concettuali in tutto il pensiero non dualistico.

    1. La Coscienza è tutto e tutto è Coscienza

    Secondo il monismo filosofico Indù esiste una Coscienza Universale e Assoluta, la quale non ha né inizio né fine, e non c’è, né esiste nulla al di fuori di essa. Questa Coscienza Assoluta vive nell’eterna percezione di Esistere, essere Cosciente di se stessa ed essere in un costante stato di Beatitudine. All’interno di questa Coscienza Universale riconosciamo la sua natura in una spontanea ed infinita manifestazione di se stessa in sé stessa.

    Un’analogia possiamo vederla nella spontanea immaginazione che avviene nell’essere umano. Quando ci lasciamo andare all’immaginazione, creiamo paesaggi, persone, eventi, situazioni, interazioni … e tutto avviene dentro di noi, tutto è noi.

    Allo stesso modo, tutte le infinite manifestazioni esistenti nell’universo si creano, si trasformano e si distruggono sempre nella Coscienza e sono sempre solo Coscienza, non esiste niente al di fuori della Coscienza. 

    La realtà, come tutto ciò che è compreso in essa, viene percepita dall’essere umano grazie ai sensi e all’elaborazione fatta dal cervello e dalla mente. Di fatto tutto l’universo che percepiamo esiste solo nella nostra mente, esso è solo una costruzione mentale; come afferma la filosofia vedica, è un’illusione (Maya).

    Questo è un concetto sempre esistito nei testi vedici, ma è molto interessante notare che la moderna fisica quantistica, grazie alle sue straordinarie scoperte, ha confermato questo concetto antico. Secondo la fisica quantistica tutto ciò che esiste nell’universo sono solo infinite vibrazioni di energia, detti quanti, che – vibrando in modi diversi – riescono a comporre infinite melodie (manifestazioni, creazioni). I sensi umani (tatto, vista, udito, odorato, gusto), grazie alla mente, traducono queste vibrazioni generando tutte le percezioni esistenti (forma, colori, consistenza, temperatura, suoni, profumi, sapori, ecc.). La mente, quindi, crea una dimensione umana fatta di percezioni condivise che nei secoli hanno generato contesti sociali, culturali, religiosi, ecc. i quali rappresentano il campo di interazione di tutta la vita umana. La parola usata nel linguaggio umano, con i suoi derivati concettuali mentali, rappresenta una limitazione a ciò che è la realtà veramente. Per questo motivo possiamo dire che qualunque forma di concettualizzazione della realtà sarà sempre limitata, nessuna parola o concetto potrà descrivere come di fatto è veramente la realtà Assoluta. Il pensiero non-duale si può solo sperimentare, qualunque tipo di descrizione concettuale potrà solo rappresentare l’idea della non-dualità, la vera percezione della non-dualità si ottiene solo attraverso la sua sperimentazione. Concettualizzare il pensiero non-duale significa dargli una rappresentazione mentale, che inizialmente va bene, ma deve essere presa in considerazione solo come spunto iniziale; esso può costituire un convenzionale punto di partenza, ma poi sarà la destrutturazione completa dei pensieri che permetterà la vera sperimentazione della non-dualità. Questo è lo spirito col quale dovremmo affrontare la lettura della Ribhu Gita.

    2. Il Tutto è nel Tutto ed ogni parte del Tutto

    contiene il Tutto. 

    Tutto ciò che esiste lo ritroviamo sempre in ogni cosa che esiste ed in ogni cosa che esiste ritroviamo sempre l’insieme del tutto.

    Questo concetto viene esposto bene anche nella fisica quantistica moderna. Il fisico statunitense David Bohm descrisse l’universo come ologramma fluttuante, un Olomovimento, cioè un continuo movimento di infinite frequenze. Tutte queste frequenze vengono poi codificate dai sensi e dal cervello per poi diventare nella nostra mente immagini, suoni, odori, sapori e percezioni tattili. L’Olomovimento genera mutevolezza delle frequenze che viene tradotta dalla mente umana come il cambiamento delle cose, dell’ambiente, del tempo e dello spazio. Praticamente, se non avessimo il cervello, percepiremo solo infinite frequenze che mutano continuamente. Da questo punto di vista la realtà che viviamo è un illusione. Secondo Bohm dividere la realtà in parti e poi dare un nome a queste parti è sempre arbitrario, un prodotto della convenzione poiché le particelle subatomiche e ogni altra cosa nell’universo non sono separate le une dalle altre più di quanto non lo siano i diversi motivi decorativi di un tappeto. Nonostante l’apparente separatezza delle cose, tutto è un’estensione indivisa di ogni altra cosa. Proprio come ciascuna porzione di un ologramma contiene l’immagine dell’intero ogni porzione dell’universo cela l’intero, ogni cellula del nostro corpo cela l’intero Cosmo, così come ogni foglia, ogni goccia di pioggia e ogni granello di polvere. 

    3. Tutto è esistente e non-esistente, manifesto

    e non-manifesto, ed esistente e non-esistente

    contemporaneamente

    Le espressioni manifestative della Coscienza hanno una natura multidimensionale; tutta la manifestazione dell’universo avviene contemporaneamente ad infiniti livelli di percezione.

    Per esempio, ad uno stato ordinario di percezione, l’essere umano percepisce solo uno stato della sua dimensione, i batteri esistono, convivono con l’uomo, ma l’uomo non li percepisce, così come gli atomi, i quanti … le anime senza un corpo.

    Infinite realtà si sovrappongono, in ognuna di queste realtà possiamo distinguere infinite dimensioni che coesistono insieme. Tutto dipende dall’oggetto di identificazione. Per esempio, se ci identifichiamo con tutta la nostra attenzione in un punto solo di un paesaggio, percepiamo le caratteristiche di quel punto e perdiamo la percezione di tutto il resto del paesaggio; quindi, in quel momento, per noi esisterà solo l’oggetto in cui ci siamo identificati. Questo oggetto sarà per noi esistente, mentre tutto il resto del paesaggio sarà per noi non-esistente, se poi spostiamo la nostra attenzione su un altro oggetto della realtà che ci circonda, l’oggetto di prima diventerà non-esistente, mentre il nuovo oggetto diventerà esistente. Continuando a lasciare l’identificazione di un oggetto e focalizzandoci su un altro, avremo la percezione di muoverci nello spazio e la percezione che sarà trascorso del tempo… ma in realtà tutto ciò che percepiamo è sempre stato lì, è sempre stato tutto esistente; oppure – cambiando la nostra identificazione – è stato tutto non-esistente, ma il tutto è stato sempre lì, al di là della nostra identificazione. Quindi tutto è stato sempre esistente e non-esistente contemporaneamente; la stessa Coscienza Universale si può identificare nel Tutto, vivendo l’esistenza come una continua manifestazione di se stessa.

    La Coscienza Assoluta può identificarsi nel Tutto, percependo tutta la manifestazione universale, e può identificarsi in un solo aspetto del Tutto come nell’essere umano, vivendo in questo modo come essere umano nella percezione umana, oppure si identifica in se stessa riassorbendo tutto l’universo in sé stessa. Ma questa suddivisione è solo concettuale perché la Coscienza Assoluta è contemporaneamente identificata nella manifestazione del Tutto, in ogni singolo aspetto del Tutto ed in niente di tutto questo. 

    Questi tre assunti sintetizzano tutto il pensiero vedico non-duale e sottolineano come l’essere umano sia uno specchio della Coscienza Assoluta, attraverso il quale essa si auto-sperimenta nelle infinite manifestazioni di se stessa, fino al completo riconoscimento di Sé.

    Per quanto riguarda la struttura di questo libro, è unica nel suo genere: essa è composta da una stratificazione di informazioni organizzate su una multidimensionalità di livelli di comprensione.

    Ad alcuni livelli di comprensione la Ribhu Gita ci insegna nuovi concetti spirituali da prendere in considerazione; ad altri livelli ristruttura concetti limitanti di conoscenze o credenze che ci siamo costruiti nel tempo, ad altri livelli ancora destruttura completamente tutto quello che pensiamo e tutto quello in cui abbiamo creduto fino ad oggi; e addirittura, ad alcuni livelli, la Ribhu Gita, ci porta anche a demolire tutti i concetti che essa stessa spiega nel testo.

    Il lettore, attraverso la lettura della Ribhu Gita, attraverserà tutti questi livelli di comprensione, spesso presenti contemporaneamente nello stesso capitolo, a volte anche in un unico versetto.

    La lettura di ogni capitolo tende a produrre un particolare stato mentale, uno stato non ordinario di coscienza, uno stato espanso di coscienza, simile ad uno stato meditativo, in cui lentamente tutti i processi di pensiero si sedano, ritornano all’origine, ad uno stato non-duale, dove si percepisce se stessi come unità di tutto, si percepisce di esistere in un eterna manifestazione di se stessi sottesa da una costante percezione di pace e benessere.

    Il fine ultimo della Ribhu Gita – del resto – è proprio quello di permettere al lettore/praticante di sperimentare la propria essenza non-duale.

    Luca Orabona

    Direttore dell’Istituto di Scienze Olistiche,

    Formazione nel campo delle Discipline Olistiche,

    della Crescita Personale e Spirituale

    www.scienzeolistiche.com

    dr.lucaorabona@gmail.com

    PREFAZIONE DELL’EDIZIONE AMERICANA

    Le Upanishad costituiscono la parte finale dei Veda, la più antica scrittura dell’India. Esse presentano l’insegnamento non-duale dell’Advaita Vedanta, talora in forma di dialogo tra Guru e discepolo. Il grande saggio Ribhu appare in queste Upanishad istruendo il suo discepolo Nidagha. In più di duemila versi sanscriti egli trasmette il suo insegnamento sull’assoluta Verità non-duale, presentata in questa Ribhu Gita, il canto del saggio Ribhu. La Society of Abidance in Truth è lieta di offrire, per la prima volta, una traduzione inglese all’intero testo sanscrito.

    Quest’opera è stata realizzata con particolare e speciale cura e precisione, grazie all’esperienza, dedizione e studio del traduttore, il Dott. H. Ramamoorthy. Collaborando con lui, Master Nome ha fornito un discernimento spirituale nell’assistenza, rendendo una traduzione che è sia accurata nel significato letterale, sia pienamente espressiva nel profondo significato spirituale del testo.

    La Society of Abidance in Truth (SAT) è grata di aver avuto l’opportunità di rendere disponibile il sublime testo di Ribhu per l’arricchimento spirituale sia di coloro che non conoscono la saggezza di Ribhu, sia dei molti lettori che hanno lungamente atteso prima della comparsa di una traduzione integrale del testo. Tutti coloro che contemplano in profondità i versi qui contenuti troveranno un sentiero antico e immortale, che indica la via verso la realizzazione dell’Assoluto. Sri Ramana Maharshi condivise spesso con i suoi discepoli la versione tamil di questi versi e SAT, in devozione al Maharshi, predilige, in ugual modo, l’eredità spirituale del Saggio Ribhu. Come lo stesso Maharshi con il suo insuperabile insegnamento, Sri Ribhu ci onora della più penetrante saggezza, poiché non esiste un insegnamento più elevato. La Ribhu Gita rappresenta un testo chiave della discendenza Advaita Vedanta di Ramana Maharshi. La Società continua a preservare e a diffondere la sacra tradizione Advaita del Maharshi, del Saggio Ribhu e dei Rishi delle Upanishad pubblicando questo testo sacro ed offrendo agli aspiranti la guida per praticare e realizzare questa Verità Suprema nel Satsang.

    SAT invita sinceramente tutti coloro che desiderano seguire questa via e Realizzazione, oppure sostenere la pubblicazione di questi testi sacri, a mettersi in contatto con la Società.

    SAT desidera nuovamente offrire un caloroso ringraziamento dell’affabile Dott. H. Ramamoorthy, per il suo valido studio e accurata traduzione dei numerosi versi sanscriti contenuti in questa Ribhu Gita. Oltre al suo impegno di studioso per preservare la ricca spiritualità dell’India, il traduttore ha ispirato tutti noi con la sua umanità e dedizione. SAT è inoltre grata per l’impegno disinteressato dei dediti aspiranti spirituali, i quali hanno contribuito alla pubblicazione del testo, donando tempo ed energia come dattilografi, revisori di bozze, redattori, artisti e grafici. La Società desidera anche esprimere il suo profondo apprezzamento per le gentili offerte al supporto finanziario provenienti da Chris, Inge Mair e Shanti Coble, senza la cui dedizione la pubblicazione di questo testo sacro non sarebbe stata possibile. Soprattutto, noi onoriamo i grandi Saggi che splendono dalla più alta Conoscenza, visibile a tutti.

    Dr. John Stiga

    Per il Consiglio dei Direttori SAT

    Avadhut Ashram, Society of Abidance in Truth

    Santa Cruz, California

    NOTA SULLA TRADUZIONE DAL SANSCRITO ALL’INGLESE

    Nella traduzione della Ribhu Gita dal sanscrito all’inglese si è creata un’approssimazione per cercare di trasmettere il profondo significato spirituale del testo, e al contempo, tradurre nel modo più letterale possibile il reale contenuto di ogni verso. Talora ciò ha portato ad una formulazione insolita e ad un’abbondanza di virgole e trattini. Tuttavia si spera che il lettore saprà cogliere il risultato, cosi da poter trasmettere lietamente sia il senso letterale, sia il significato spirituale nel medesimo ordine in cui procedono le parole sanscrite.

    Ogniqualvolta è stato possibile, si è cercato di attenersi al progetto elaborato per l’edizione pubblicata in sanscrito, come nel caso del rientro del verso o dei versi finali che compaiono al termine di ciascun capitolo.

    Tutti i termini sanscriti impiegati nella traduzione inglese si possono trovare nell’ampio glossario insieme alle relative definizioni. In alcuni casi, per agevolare la lettura, è stata anche inserita una succinta definizione nel testo stesso, posta tra parentesi subito dopo il termine sanscrito.

    Alcuni termini sanscriti sono utilizzati una sola volta e, se non fossero vocabolari particolarmente rilevanti alla conoscenza dell’Advaita qui esposta, allora sono state impiegate semplici e breve definizioni nelle parentesi del testo, senza includerli nel glossario.

    La ripetizione delle frasi è intenzionale e questa è la realtà del testo originale. Analogamente, una costruzione che in alcuni punti risulti strana o inopportuna non è semplicemente uno stile letterario insolito, bensì una stretta aderenza alle espressioni del testo originale. Sarà la meditazione su quanto è qui esposto che rivelerà il profondo significato di queste righe.

    A prescindere dal consueto indirizzo, le iniziali maiuscole compaiono per aiutare il lettore a individuare i termini che indicano l’Assoluto, come nell’apposizione dell’iniziale maiuscola al termine Quello.

    Le virgolette racchiudono non solo citazioni, ma anche parole e locuzione, ad indicare che varie espressioni vanno intese come concetti di quelle cose e non le cose stesse. A ciò si è ricorso in particolare nei casi in cui termini quali Sé, Supremo, Liberazione, eccetera, sono negati come meri concetti, e non come la Verità del Sé o l’Assoluto stesso.

    Le parentesi quadre [ ], significano che in fase di traduzione e revisione è stato operato un inserimento, ritenuto necessario dal traduttore per rendere comprendibile il verso. I tre puntini di sospensione tra parentesi tonde (…), che appaiono poche volte, indicano una parte mancante dell’edizione sanscrita.

    Infine, ma certamente non meno importante, il glossario contiene una notevole quantità di informazioni assolutamente necessarie per una piena comprensione della Ribhu Gita. Ai lettori, in particolare coloro che non hanno familiarità con il sanscrito e il Vedanta, suggeriamo di cogliere l’opportunità di familiarizzare con la definizione quando incontrano un termine sanscrito o un equivalente inglese che non conoscono. Le definizioni presentano il significato letterale, in modo analogo ai commenti dei grandi Saggi, come Sri Ramana Maharshi e Adi Shankara, che spiegano la loro conoscenza non-duale, e aiuteranno il lettore desideroso di raggiungere una più profonda comprensione di questo meraviglioso ed elevato testo sacro.

    INTRODUZIONE DEL TRADUTTORE

    DAL SANSCRITO ALL’INGLESE

    Dott. H. Ramamoorthy

    Shivarahasya è un’epica sanscrita dedicata principalmente alla gloria del signore Shiva; descrive famosi centri di pellegrinaggio dello shivaismo, fiumi sacri, osservanze religiose, insegnamenti spirituali e altri argomenti, nel modo dei vari Purana, quali l’amore e la devozione dei grandi fedeli, sia divini sia di altra natura (come Nandikesvara, Chandikesvara, Bhringi, Upamanyu, Markandeya, Gautama, Suka, Vasishta, Agastya, Sakti, Parasara, Vyasa, Dadichi, Ridhi, Kanva, Vismamitra, Kapila, Durvasa, Bhrigu, Sananada, Sanandana, Bhagiratha), racconti di templi sacri nei quali diversi devoti, attraverso penitenze, osservanze e jyotirlinga (come a Kedara, Omkara, Baidyanath, Kusruna, Naganatha, Mahakala, Bhima, Tryambaka, Visvanatha, Srisaila, Gokarna, e Rameswaram, come anche altri templi a Varanasi, Hardwar, Kurukshetra, Prayag, Gangasagar, Pushkar e altri) hanno ottenuto la salvezza della loro malattia e delle conseguenze di atti peccaminosi.

    Nel sesto Amsa o Parte VI del presente volume, suddiviso in dodici parti con circa centomila versi, alle pendici del Monte Kedara, nella regione Himalayana, si svolge un dialogo sul Supremo Brahman tra il Saggio Ribhu (figlio della mente di Brahma) e il Saggio Nidagha. A questa parte di testo, un’esposizione a se stante del monismo, si è dato il nome di Ribhu Gita.

    I dialoghi tra Ribhu e Nidagha sul Sé e su Brahman compaiono in testi antichi quale la tradizionale antologia delle 108 Upanishad: per esempio, i loro dialoghi appaiono nella "Tejobindu Upanishad di Krishna Yajur Veda (37° nell’elenco), nel Maha Upanishad del Sama Veda (61°), nell’ Annapoorna Upanishad dell’Atharva Veda (70°), e Veraha Upanishad di Krishna Yajur Veda (98°).

    Bhagavan Ramana Maharshi menziona la Ribhu Gita nei Discorsi con Sri Ramana Maharshi. Sua Santità Sri Chandrasekharendra Sarasvati, uno Sankaracharya di Kanchi Kamakoti Pitha, ha dichiarato con fervide parole che la Ribhu Gita è per lo Shivarahasya ciò che la Bhagavad Gita è per il Mahabharata. Il concetto di Brahman è trattato esaurientemente nella Ribhu Gita in circa duemila versi. Il testo è un’incessante reiterazione di fermissimo Advaita—che il Supremo Brahman, Quello, è tutto ciò che esiste e non esiste, che nient’altro esiste, il Sé è Brahman e Brahman è il Sé, Io Sono Quello, Io sono tutto e Quello sono io stesso. Questa Consapevolezza è Moksha (liberazione), che è raggiunta attraverso la conoscenza e la certezza Io-sono-Brahman.

    Il rigoroso andamento Advaita nella Ribhu Gita respinge come irreale la Trinità degli dèi Brahma, Hari e Hara, il sentiero dell’azione, i concetti di varna (casta) e asrana (le fasi della vita), per non parlare dei doveri prescritti per ognuno.

    Si delineano quali sono le caratteristiche del videhamukta (un liberato fuori dal corpo), così come le caratteristiche del jivanmukta (un liberato mentre è ancora nel corpo), implicando che la liberazione, essendo una funzione della conoscenza, si verifica con la distruzione dell’avidya (ignoranza), e che la permanenza nel corpo fisico non è affatto incompatibile con la liberazione.

    La Realizzazione del Brahman attraverso la conoscenza della negazione, è avvalorata da una profusione di esempi di ciò che Quello non è. Che Brahman è tutto, è enfatizzato da un’abbondante enumerazione di esempi positivi.

    L’andamento espositivo si struttura spesso come una cascata di ripetizioni multiple, simile a un continuo martellamento necessario per piantare un palo nel terreno.

    La Parte VI dello Shivarahasya (insieme alle Parti IV e V), fu pubblicata in sanscrito nel 1983, benché i manoscritti di questo trattato erano già conosciuti molto tempo prima. È stata anche realizzata una traduzione in tamil della Ribhu Gita, la prima edizione della quale apparve (in stampa) circa cento anni fa. Alcuni decenni prima erano state pubblicate anche versioni della Ribhu Gita in lingua bengalese e kannada. In inglese è apparsa in forma di opuscolo la traduzione di una ristretta selezione di versi.

    In generale, ogni strofa del testo originale—in sanscrito—è stata tradotta come un’unità. La traduzione è approssimativa, sebbene affine. In una traduzione che dia soltanto il significato diretto di singole parole testuali tradotte, la connotazione contestuale nella lingua originale può non trovare un’adeguata corrispondenza nella nuova lingua. Quindi, l’obbiettivo di una traduzione di parole, frasi, ed espressioni sagge, eppure una riformulazione riveduta dell’idea nella nuova lingua, è stata perseguita per trasmettere al meglio e nel modo più fedele il contenuto originale.

    INTRODUZIONE ALL’EDIZIONE AMERICANA

    di Master Nome

    Omaggio a Shiva, l’Assoluto,

    Che è identico a Brahman,

    Che è inconcepibile e ineffabile,

    Che è immutabile e imperituro,

    Della natura dell’essere indifferenziato e senza forma,

    Della natura dell’infinita coscienza,

    Della natura dell’illimitata Beatitudine,

    E dalla cui Grazia si realizza Quello.

    Omaggio a Sri Ribhu,

    Che è una cosa sola con Shiva,

    Che rivela la vera natura di Brahman,

    Che ha apportato questo sublime Insegnamento

    Della natura del più puro Advaita,

    Della gloria spirituale e senza tempo,

    Della natura della perfetta pienezza

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1