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Evolversi: Secondo l'insegnamento Dzogchen
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E-book128 pagine1 ora

Evolversi: Secondo l'insegnamento Dzogchen

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Info su questo ebook

Questo libro è stato compilato sulla base degli insegnamenti di Chögyal Namkhai Norbu.
Quale sia lo scopo o il senso della vita è una domanda vecchia quanto il genere umano.
Cosa ci facciamo qui? Perché siamo nati? L’esistenza umana ha un significato più profondo, qualcosa che ci è molto vicino, ma che rimane elusivo in attesa di essere scoperto?
Chögyal Namkhai Norbu, uno dei grandi maestri di vita della nostra epoca, ha trasmesso in tutto il mondo l’insegnamento della Perfezione Totale o Atiyoga, praticato da secoli tra le nevi del Tibet.
Questa saggezza ci aiuta a scoprire la risposta a queste domande. La scoperta che l’essenza di ciò che siamo è completamente pura e spontaneamente perfetta è la chiave che ci permette di passare dal livello della confusa mente ordinaria al livello supremo della coscienza pura fin dall’origine.
Al livello relativo della vita quotidiana l’applicazione di questa via ci permette di superare le paure esistenziali e di vivere una vita felice e rilassata.
LinguaItaliano
Data di uscita13 gen 2021
ISBN9788892721012
Evolversi: Secondo l'insegnamento Dzogchen

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    Anteprima del libro

    Evolversi - Chögyal Namkhai Norbu

    Dzogchen

    IL MAESTRO

    Nato in una famiglia di grandi praticanti Dzogchen, Chögyal Namkhai Norbu (1938-2018) è stato uno dei più importanti maestri Dzogchen di quest’epoca ed è appartenuto all’ultima generazione di tibetani che hanno completato la loro istruzione in Tibet.

    Riconosciuto come reincarnazione del grande maestro Dzogchen Adzom Drugpa (1842-1924), ha studiato con celebri maestri di varie tradizioni buddhiste, dimostrando un’eccezionale capacità nello studio e laureandosi in filosofia, lettere e medicina tradizionale tibetana. Tra i suoi maestri ricordiamo il maestro radice Changchub Dorje, lo zio materno Khyentse Chökyi Wangchug e infine lo zio paterno Ugyen Tendzin che ha realizzato il corpo arcobaleno – la massima realizzazione di un praticante Dzogchen.

    Dopo essere stato invitato in Italia dal professor Giuseppe Tucci (1894-1984), un eminente studioso di civiltà asiatiche, per lavorare all’ISMEO, l’Istituto per il Medio ed Estremo Oriente, ha iniziato a istruire un ristretto gruppo di studenti sullo Yantra Yoga, un antico yoga tibetano che combina movimento, respiro e visualizzazioni. In seguito ha iniziato a dare insegnamenti Dzogchen a un gruppo sempre più numeroso di studenti occidentali, formando il nucleo di quella che sarebbe diventata la Comunità Dzogchen Internazionale, un’associazione formata da persone che condividono l’interesse per la conoscenza e la pratica di quest’antica via spirituale in tutto il mondo.

    Chögyal Namkhai Norbu ha viaggiato in ogni continente per dare insegnamenti e intervenire a convegni internazionali. Prolifico autore di libri su Dzogchen, Yantra Yoga, storia e cultura tibetana, ha fondato ASIA e l’Istituto Shang Shung (ora confluito nell’Atiyoga Foundation), due organizzazioni senza fini di lucro dedicate a sostenere il popolo tibetano e a preservarne la cultura.

    Con il suo stile semplice e comunicativo, Chögyal Namkhai Norbu è riuscito a raggiungere ogni tipo di pubblico e non ha mai dato troppa importanza ai suoi numerosi titoli onorifici, e alle domande sulle sue incarnazioni precedenti amava rispondere: Io sono soltanto Namkhai Norbu. Questo per me è più concreto, più importante.

    La vera pace tra i popoli può manifestarsi solo attraverso l’evoluzione interiore di ciascuno di noi. Per mezzo dell’insegnamento Dzogchen possiamo liberarci totalmente dalle nostre tensioni: così la vita non ci sembrerà un peso e potremo goderne felicemente. Per questo motivo gli insegnamenti Dzogchen sono molto importanti per tutti, non solo per un piccolo gruppo di persone interessate alla spiritualità.

    Chögyal Namkhai Norbu

    CHE COSA È LO DZOGCHEN

    Quando sono arrivato per la prima volta in Italia, tanti anni fa, nessuno sapeva cosa fosse lo Dzogchen, a eccezione di alcuni professori che scrivevano articoli in cui si leggeva, ad esempio: In Tibet esistono varie correnti di buddhismo, tra cui una chiamata Dzogchen. Al giorno d’oggi lo Dzogchen sta diventando sempre più noto nel mondo occidentale. Ciò nonostante, le persone che sentono o leggono questo nome per la prima volta, pensano: Oh, deve trattarsi di una filosofia orientale.

    Potete considerarlo una filosofia, una religione o una via spirituale, se volete, ma non è così. È importante comprendere che lo Dzogchen non è una scuola o una tradizione. Lo Dzogchen è la nostra vera natura, una potenzialità che tutti noi abbiamo. È una conoscenza molto antica che è stata trasmessa e insegnata dalla notte dei tempi. La via che insegna i metodi per scoprire quella potenzialità e usarla nella vita quotidiana si chiama insegnamento Dzogchen. Seguendo questo insegnamento noi possiamo scoprire la nostra vera natura che è perfezione (dzog) totale (chen).

    È un insegnamento elevato, ma elevato non vuol dire per forza complicato. Lo Dzogchen può essere molto semplice. Perché? Perché è basato sull’esperienza, più che sullo studio. Il maestro spiega le cose essenziali e ci introduce alla nostra vera condizione, e quando noi la scopriamo attraverso l’esperienza abbiamo quella conoscenza.

    Questo è molto utile anche da un punto di vista pratico: se conosciamo la nostra condizione reale, riusciamo a superare tutti i conflitti e i problemi che abbiamo e a conoscere un po’ meglio noi stessi. Ecco che cosa può darci l’insegnamento che io insegno da più di quarant’anni.

    Lo Dzogchen e la cultura orientale

    Ogni insegnamento viene trasmesso attraverso la cultura e la conoscenza degli esseri umani. Ma è importante non confondere una cultura, o una tradizione, con l’insegnamento stesso, perché l’essenza dell’insegnamento è la conoscenza della natura dell’individuo.

    Se una persona non sa comprendere il vero senso di un insegnamento attraverso la propria cultura, può creare confusione. A volte gli occidentali vanno in India o in Nepal per ricevere iniziazioni e insegnamenti dai maestri tibetani che vivono là, magari in qualche monastero. Restano affascinati dall’atmosfera esotica, dalle vibrazioni spirituali e, dopo alcuni mesi, quando tornano a casa, si sentono diversi dagli altri. A volte si vestono in modo diverso, mangiano cibo tibetano, adottano comportamenti particolari e pensano che tutto ciò faccia parte della via spirituale.

    Ma la verità è che per praticare un insegnamento che arriva dal Tibet non c’è bisogno di diventare come i tibetani. Al contrario, è importantissimo per i praticanti integrare l’insegnamento nella propria cultura in modo da renderlo vivo interiormente.

    Spesso gli occidentali, quando si avvicinano agli insegnamenti orientali, credono che la loro cultura non abbia valore. È un atteggiamento errato perché ogni cultura ha il valore che le deriva dall’ambiente e dalle circostanze in cui è sorta. Nessuna cultura può essere definita migliore di un’altra. Per questo motivo è inutile trasportare regole e costumi in un ambiente culturale diverso da quello d’origine.

    Dzogchen e religione

    Gli esseri umani hanno creato diverse culture, filosofie e religioni, in tempi e luoghi diversi. Chi è interessato all’insegnamento Dzogchen deve esserne consapevole e deve sapere come lavorare con culture diverse, senza lasciarsi condizionare dalle forme esteriori.

    Per esempio, qualcuno potrebbe pensare che per praticare lo Dzogchen sia necessario convertirsi al Buddhismo o al Bön perché lo Dzogchen si è diffuso attraverso queste due tradizioni religiose. Questo mostra quanto sia limitato il nostro modo di pensare. Se decidiamo di seguire una via spirituale, siamo convinti di dover cambiare qualcosa: il modo di vestire, il cibo, il comportamento e così via. Ma per praticare l’insegnamento Dzogchen non c’è nessun bisogno di aderire a una dottrina religiosa, di entrare in un ordine monastico o di accettare ciecamente alcuni principi, diventando uno dzogchenista. Al contrario, tutte queste cose possono creare grossi ostacoli alla vera conoscenza. Monaci e monache possono praticare lo Dzogchen senza dover rinunciare ai loro voti, proprio come può farlo un prete cattolico, un impiegato, un operaio, senza dover abbandonare il loro ruolo nella società, perché lo Dzogchen non cambia le persone dall’esterno, ma le risveglia dall’interno.

    Lo Dzogchen non è una scuola, una setta, un sistema religioso. È uno stato di conoscenza che i maestri trasmettono al di là dei limiti di scuole o tradizioni monastiche. Nel lignaggio dell’insegnamento Dzogchen si trovano maestri provenienti da ogni classe sociale: contadini, nomadi, nobili, monaci e grandi figure religiose di ogni tradizione o setta spirituale. Una persona realmente interessata a questi insegnamenti deve comprenderne il principio fondamentale senza lasciarsi condizionare dai limiti

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