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Jacob: E il regno di Ilatesia
Jacob: E il regno di Ilatesia
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E-book251 pagine4 ore

Jacob: E il regno di Ilatesia

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Info su questo ebook

Jacob, Anna e Margaret giungono finalmente al regno di Ilatesia, questo mondo parallelo creato dal malefico Oscar Bogart. I tre protagonisti iniziano il loro viaggio alla ricerca di Devil, soprannome affidato ad Oscar, e si scontrano con un Kos, un animale misterioso tipico di questo regno che rivela una profezia a Jacob. Mentre le previsioni di questo animale mezzo gatto e mezzo pipistrello si avverano, i protagonisti si scontrano con O’hle un forte seguace del regno e ben noto al povero Jacob che deve fare i conti con il suo passato. 
La vittoria su O’hle annuncia a tutta Ilatesia l’arrivo dei prescelti e converte Anna e Jacob nei nuovi sovrani del popolo. Tuttavia un messaggio segreto nelle loro corone li spinge a discutere e a separarsi:
Jacob va alla ricerca di un oggetto che potrebbe aiutarli a sconfiggere Devil, Anna cerca una figura misteriosa che potrebbe essere la chiave della leggenda e Margaret si ritrova a dover guidare un gruppo di ribelli, il Nox Temporis che furtivamente cerca di combattere il male sin dall’inizio della leggenda. 
Dopo numerose peripezie e drammatici incontri, Anna ritrova l’amore e viene catturata da Devil, Margaret porta in salvo i ribelli non senza la sua dose di dolore e colpi di scena e Jacob trova la chiave per poter porre fine a quell’orribile incubo solo per rendersi conto che sono caduti in una trappola di Devil che li ha sfruttati per i propri scopi.
LinguaItaliano
EditoreYoSoyPepe
Data di uscita22 set 2020
ISBN9788835898443
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    Anteprima del libro

    Jacob - Giuseppe Guiduccio

    Ringraziamenti

    Il cammino verso la vendetta

    Un’aquila adulta ci volava sulle teste a diversi metri d’altezza quasi a volerci dare il benvenuto, tutt’attorno c’erano alberi d’ogni tipo e grandezza, alcuni centenari, altri millenari altri ancora non esistevano nel mondo reale. Anna era rimasta a fissare in lontananza, dalla parte opposta a quella del sentiero, il mare. A quanto pare eravamo su un’isola attraversata da un fiume, un’isola dalla ricca vegetazione e dai numerosi boschi, tutto si adeguava alla natura come se l’uomo per una volta nella storia non volesse stravolgerla abbattendo alberi o costruendo strade di cemento ma adeguandosi alla conformazione dell’ambiente stesso. < Adesso ci troviamo sul monte dei sospiri…> ha esordita Margaret facendo da cicerone. < Allora, io stavo già organizzando tutto per il viaggio ma non ho avuto abbastanza tempo per comprare bisacce, cibo e bevande…> ha sussurrato successivamente qualcosa facendo comparire una mappa di Ilatesia. < …però nei pressi di E’vof, la città più vicina, ho nascosto degli abiti che vi aiuteranno a camuffarvi fra la gente del posto! >. Cominciammo dunque a camminare, Margaret a sinistra, Anna al centro ed io a destra, nessuno di noi ha parlato finché la prescelta non ha interrotto il silenzio. < Jacob…> ho sussultato sentendo pronunciare il mio nome all’improvviso, era tanto intento nell’udire il cinguettare di alcuni uccelli. < …non so perché ho l’impressione che tu ieri sera mi abbia detto qualcosa, è che ero in dormiveglia e non ne sono sicura > non sembrava lo stesse insinuando, pareva che davvero non lo sapesse e cercasse conferma. Si riferiva alla semi dichiarazione che le ho fatto proprio quando si è addormentata? Si, non c’era altra spiegazione. Solo che mi era rimasto poco coraggio, lo stavo concentrando interamente in quella missione appena cominciata, ne avevo poco per l’amore. Quindi ho scosso il capo fingendomi sorpreso < No, sicuramente ti sei confusa > le ho sorriso chiudendo immediatamente lì il discorso tornando ad ascoltare il canto degli uccelli. Il sentiero dinanzi a noi sembrava immenso, si incanalava fra montagne, colline, steppe e boschi e se c’era una cosa certa era che avremmo camminato tanto ma davvero tanto. Dovevamo affrontare quel viaggio interamente sui nostri piedi o magari su quelli di qualche cavallo! Dopo diversi minuti è tornata a farci da cicerone Margaret che ha spiegato < Ragazzi qui troverete molte piante o animali che nel mondo reale non ci sono, c’è una particolare razza di uccelli che hanno il busto e le ali di un pennuto ma le pinne al posto delle zampe così che possano anche nuotare, ci sono fiori magnifici dai colori intensi e dai grandi petali, ecco quelli sono fiori velenosi e molti di quelli sono anche carnivori. È inutile che vi dica che ad Ilatesia, stando come si viveva nel medioevo non ci sono automobili, non c’è il dollaro ma la moneta d’oro, non ci sono pistole o armi del genere ma solo spade, spadini, bastarde e simili ed ovviamente la magia. Oltre a Devil ed O’hle se c’è qualcuno che dovete veramente temere sono i detentori dei quattro elementi. Essi sono degli esseri privi di corpo che detengono interamente il potere di acqua, terra, fuoco e aria. Se ne incontriamo qualcuno non possiamo assolutamente reagire o distruggerlo perché l’elemento che viene a mancare in questo regno scomparirà anche nel mondo reale >. Anna sembrava perplessa, così come effettivamente lo ero io, infatti ho esternato immediatamente il mio dubbio < E se dovessero attaccarci dovremmo limitarci a… fuggire? >. L’ex prescelta mi ha guardato di sfuggita ed ha annuito < Esatto! >. Aveva assunto un atteggiamento diverso, leggermente più freddo e più da mentore. Forse lo faceva perché, più di noi, era consapevole che quel percorso ci stava portando dritti al castello di Devil o forse perché aveva sentito così tanto personalmente la morte di nonna Sammy che non riusciva a perdonare a nessuno ciò che era successo. < Inutile dirvi che non dovete dire a nessuno i vostri nomi, non dovete mostrare a nessuno i vostri volti. Dobbiamo muoverci nell’ombra cercando di passare inosservati; se le guardie di Devil ci scoprono lo andranno a riferire immediatamente al loro sovrano e ci scaglierebbe contro tutto il suo esercito ed addio missione >. Il sole era ancora alto in cielo e riscaldava le nostre teste mentre d’altra parte c’era una leggera brezza che ci rinfrescava di tanto in tanto. Quel piccolo e tortuoso sentiero di ciottoli proseguiva ancora per diversi chilometri e neanche osavo chiedere quanto mancasse per la meta. Successivamente è stata di nuovo Anna a rompere il silenzio < E se avessimo paura? >

    < Non vi è concessa la paura, prescelti! >

    < E se decidessimo di restare qui con i nostri parenti? >

    Margaret ha fulminato con lo sguardo Anna arrestando il passo. < Ti stai forse arrendendo, Anna? >, l’altra era sorpresa dalla reazione della donna e scosse il capo. La nostra mentore aveva gli occhi rimpiccioliti quasi ad una sola fessura in uno sguardo severo, indagatore. La prescelta ha scosso il capo ancora un paio di volte rispondendole < No, no… non mi arrenderei mai! > pareva convincente ma qualcosa mi diceva che aveva molta paura, che temeva che rivedendo i suoi cari si sarebbe tirata subito indietro. Io ? Bè… io preferivo non pensare all’eventualità, ci avrei pensato se fosse capitato. < Vi ho portati qui perché credo che siate ormai pronti…> ha continuato Margaret <…ed esigo che nessuno di voi due mi mostri il contrario. Ormai siamo in ballo, quindi gambe in spalla che ci siamo quasi! >. Ho notato dell’incertezza nel volto di Anna e nuovamente le ho stretto la mano cercando di incoraggiarla, lei mi ha sorriso ma è rimasta in silenzio. Alle volte mi chiedevo se pensasse ancora a Clay o se anche lei sentisse che quella storia ci stesse avvicinando, non solo fisicamente ma anche emotivamente. Alle volte mi chiedevo se si rivedesse nei miei occhi come facevo io, se si perdesse nei nostri loquaci silenzi, se godesse del caldo tocco delle nostre mani, delle nostre braccia e se anche lei bramasse così tanto le mie labbra. Camminammo ancora per un paio d’ore e nel frattempo Margaret chiese ad Anna la sua esperienza da prescelta fino al momento in cui ha deciso di unirsi a noi, voleva comprendere se fosse davvero pronta, se avesse subito abbastanza da Oscar Bogart per poter sentire la necessità di reagire. Al termine della loro conversazione l’ex prescelta parve essere soddisfatta. Si, Anna era una grande donna, era esile, sensibile ma aveva forza da vendere. Ormai eravamo scesi dalla montagna e ci trovavamo a valle, circondati da alberi e da qualche prateria nella quale pecore o mucche vagavano beate senza alcun controllo. Il sole cominciava a tramontare colorando il cielo incontaminato di quel regno di varie tonalità d’azzurro, viola, rosso ed arancione. Era uno spettacolo straordinario come quelli che solo nei dipinti abbiamo potuto vedere. Non c’era smog, niente inquinamento, niente auto, niente industrie, tutto era naturale.

    < Lì…> ha detto Margaret indicando un'antica quercia dal tronco enorme, dal diametro di almeno due metri. Si inginocchiò ai suoi piedi e cominciò a scavare estraendo dal suolo una sacca di pelle marrone. < Questi sono un paio di indumenti che sarete costretti ad indossare per non essere riconosciuti. Su, senza vergogna indossateli > . Ha così lanciato a me una camicia bianca, gilet marrone abbinato ai pantaloni di pelle a loro volta identici alle scarpe come se tutto fosse stato ricavato, a mano, dallo stesso materiale. Anna e Margaret si sono nascoste dietro l’albero e per rispetto ho evitato di sbirciare anche se la tentazione era tanta. Poco dopo sono riuscite; la più anziana indossava una lunga gonna bianca che strisciava a terra sporcandosi fra la terra e l’erba. Una camicia bianca come la mia ed i capelli raccolti in un’elegante coda di cavallo. La più giovane era meravigliosa ed infatti mi lasciò totalmente a bocca aperta. < Che ne dici? > ha allargato le braccia girando su se stessa per farsi osservare meglio. Indossava un abito con delle bretelle sottili lungo fin sotto le ginocchia, era un tessuto piuttosto leggero con centinaia di disegni floreali dai mille colori, una cinta marrone in vita e scarpette di pelle chiara ai piedi. Quell’abito le donava maggior lucentezza al volto mettendo anche in risalto tanto l’occhio verde quanto quello marrone. < Sei stupenda! > non ero mai stato così sincero con lei, era davvero meravigliosa. Ma non ci siamo persi in chiacchiere ed abbiamo ripreso il nostro cammino, destinazione: E’vof.

    Il viaggio era appena cominciato e solo una cosa avevo in mente: speranza. Sebbene i precetti di nonna Sammy fossero stati abbastanza utili per poter metabolizzare il dolore della sua morte, non era facile accettarlo. Non era affatto facile riuscire a comprendere che fosse morta per mano di un essere che forse non era neanche Devil. Avevo speranza, tanta speranza dal profondo dell’anima. Mi venne in mente una canzone dei City and Colour Hope for now. La canticchiavo fra me e mi osservavo attorno incuriosito, guardavo e riguardavo con attenzione quegli imponenti alberi, pini, querce, c’era anche qualche palma di almeno otto o nove metri. Di tanto in tanto, nella bassa vegetazione, spuntavano cespugli di rovi, altri colmi di bacche, altri di piccoli frutti viola, gialli, verdi o rossi. Quella foresta che ci circondava era un disteso arcobaleno, un magnifico letto di vividi colori. Osservai per qualche attimo Anna e Margaret ed entrambe erano totalmente assorte nei loro pensieri, magari riflettevano sull’arduo cammino che ci portava alla vendetta, al combattimento decisivo e magari… alla pace. Era tutto ciò che chiedevo: solo un po’ di pace.

    < Che tipo era tua nonna, Jacob? > intervenne improvvisamente Anna distraendomi da ogni flusso di pensiero. Aggrottai le sopracciglia cercando di comprendere la sorgente di quella sua domanda ma, non avendola colta, ho risposto < Una bellissima persona! > non sapevo come altro rispondere, in quell’istante mi ero reso conto che non sapevo descriverla, non riuscivo proprio ad esprimere, sebbene schiudessi la bocca neanche un filo di voce usciva dalle mie labbra. Margaret mi ha lanciato uno sguardo distratto ma subito è tornata ad ignorarci guardando dritto davanti a se’. Dalla morte di nonna l’ex prescelta è cambiata radicalmente, la vedevo più decisa, non si lasciava distrarre da altri discorsi se non da quelli concernenti la leggenda e la nostra missione. Null’altro catturava la sua attenzione se non il nostro obiettivo. Volevo arrivare a fondo a quella questione e presto gliel’avrei chiesto, me lo ripromisi. Anna ha compreso la mia difficoltà ed ha soltanto annuito donandomi un dolce, soave e delicato sorriso < Lo posso immaginare, Jacob. > . Non ho risposto ed ho continuato a camminare cominciando a sentire già la stanchezza, sentivo i piedi surriscaldarsi ed i muscoli delle gambe indolenzirsi passo dopo passo. D’un tratto dalle fronde di un folto albero è sbucata una sorta di… aquila. Era un enorme pennuto con un’apertura alare di almeno un paio di metri, di un intenso marrone e dalla testa di… gatto. Si, quell’aquila reale aveva proprio la testa di un gatto, un magnifico felino dagli occhi verde acceso che luccicavano con il riflesso del sole. Ha puntato quelle fessure indagatrici su noi tre arrestando il volo come nessun uccello del genere potrebbe realmente fare. Rimase immobile sulle nostre teste, con le ali estese ed il muso rivolto verso di noi. L’aria calda di quel pomeriggio si raggelò improvvisamente ed arrestammo simultaneamente il passo, quasi d’istinto o come se quello strano animale ce lo stesse imponendo. Finalmente Margaret tornò a far sentire la propria voce, iniziavo a non sopportare il suo silenzio. < Restate assolutamente fermi, non muovete neanche un muscolo se volete arrivare vivi ad E’vof > . Si richiuse nel suo silenzio e senza batter ciglio io ed Anna ascoltammo il suo ordine. Quella strana aquila, o quello strano gatto, rimase a fissarci per altri interminabili secondi come per assicurarsi che tutto fosse tranquillo. Rassicuratosi tornò a muovere le ali e si allontanò sparendo fra gli alberi dall’altra parte del nostro sentiero. Solo allora tornammo tutti e tre a respirare. < Cos’era? > chiese preoccupata Anna. Dunque l’ex prescelta ci ha spiegato < Era un Kôs!...> e come credo abbia fatto anche l’altra ragazza ho cercato immediatamente di collegare quel nome ad un animale, un qualsiasi animale reale o di fantasia, magari letto in qualche romanzo, ma senza alcun risultato. <…Non sforzatevi di immaginare quale animale sia, sono certa che nessuno di voi due lo conosca. È un animale tipico del nostro regno. La parola inoltre non deriva ne’ dal latino ne’ dal greco ma è uno dei pochi nomi coniati dagli stregoni e dagli studiosi del nostro regno. Paragonandolo agli animali che conoscete possiamo avvicinarlo ad un’aquila con la testa di gatto, è uno degli animali più pericolosi di Ilatesia. Le sue zampe, durante un attacco, arrivano ad estrarre quasi un metro di affilatissime unghie che sarebbero in grado di distruggere anche il più resistente diamante terrestre. I loro occhi inoltre riescono ad osservare fino a 100 km di distanza oltre che a percepire lo stato d’animo dell’individuo che sta scrutando. C’è chi dice che sia l’animale più antico di tutto il regno, creato proprio da qualche incantesimo andato male di Devil >

    < Ma se ha potuto percepire il nostro stato d’animo perché ci hai chiesto di stare fermi ? > ho detto io esternando la mia curiosità.

    < Se il Kôs avesse percepito che ci saremmo mossi ci avrebbe attaccati, quell’animale sapeva perfettamente che non ci saremmo mossi, alcuni studiosi dicono che riesca anche a comprendere la nostra lingua e che molti di loro la sappiano anche parlare ma se mai un Kôs parlasse con un umano quest’ultimo diventerebbe irrimediabilmente sordo. Quindi poco fa non ci ha attaccati perché sapeva che voi l’avreste lasciato proseguire senza problemi. Ora procediamo, lungo il nostro cammino scoprirete che ci sono altri numerosi esseri tanto pericolosi quanto originali > . Quella sua ultima affermazione non mi ha affatto tranquillizzato, non ha fatto altro che mettermi in allerta, ogni suono, ogni movimento di quella immensa foresta che ci circondava paurosamente mi pareva sospetto. < Interessante…> disse invece Anna < Kôs… La prossima volta ne catturerò uno, ne sono certa! > . Margaret ha finto di non averla ascoltata dopo aver sorriso quasi con sufficienza, come se la giovane prescelta avesse appena detto una immane cavolata. Camminammo silenziosamente per diverse ore, il sole cominciava a scendere oltre le montagne e le ombre di tutti quegli alberi mi davano l’impressione di essere circondato da mostri ed essere maligni, vedevo sagome ed occhi spaventosi ovunque ma non volevo lasciar intendere a nessuno che ero terrorizzato da quell’isolato sentiero. Anna ha cominciato a canticchiare, Margaret era più che mai concentrata, totalmente distante rispetto a qualsiasi contatto umano, l’opposto di ciò che è stato il nostro rapporto fino alla morte di mia nonna ed io ero preoccupato, mi sentivo gli occhi addosso ed ero convinto che qualcosa mi stesse seguendo, sentivo anche i suoi passi nella foresta alla mia sinistra. Ben presto compresi che non era affatto uno stupido timore ma una spaventosa realtà. Dalla mia sinistra sbucò nuovamente un Kôs che si fiondò minacciosamente ai miei piedi. < Tutti fermi! > gridò Margaret arrestando immediatamente il suo passo. La sua mano destra si poggiò sulla spalla di Anna incitandola ad ascoltare le proprie parole. Mi si raggelò il sangue. Quell’essere mi arrivava alla coscia e mi fissava, mi scrutava, stava leggendo ogni mio flusso di pensieri. Io non avevo intenzione di muovermi, non volevo affatto fargli nulla finché non ha socchiuso il muso peloso mostrando i canini lunghi ed appuntiti come quelli di un vampiro, troppo grandi per essere di un gatto. Preoccupata Margaret mi ha sussurrato < Tieniti pronto a correre, sta per parlare… E sai cosa succede se un Kôs parla ad un essere umano > . No! Non avevo intenzione di diventare sordo a causa di un mezzo gatto/ mezza aquila. Improvvisamente ho sentito le orecchie esplodermi, un fischio raschiato e fastidioso è uscito da quel musetto spaventoso. Ero convinto che sarei diventato sordo, dovevo fare qualcosa, dovevo fuggire, nascondermi ma sapevo che sarebbe stato inutile e lo sapevano anche Margaret ed Anna che si limitarono a coprirsi le orecchie. Poi ho percepito una voce maschile, profonda che non sembrava provenire dal Kôs ma da ogni angolo di foresta, dal cielo, da sotto terra. Quelle parole mi giungevano da ogni dove ed i canini di quell’animale erano ancora in perfetta vista. <… A ciò che credevi amore rinunzierai… La tua presenza al regno annunzierai… Il mare contro di te verrà… ed infine duplex mors sarà…> . Come è giunto, così è tornato ad aprire le sue imponenti ali scomparendo ancora una volta fra i folti alberi del bosco.

    Duplex mors… doppia morte… ero stordito, tutto mi sembrava confuso ma almeno ero certo di non essere diventato sordo poiché ho perfettamente sentito il richiamo preoccupato di Anna.

    < Oh per l’amor di Dio! Come stai Jacob?? Hai sentito anche tu? > . Margaret rimase allibita, in silenzio. Io non sapevo spiegarmelo, non riuscivo a comprendere cosa avesse voluto dirmi con quelle parole. Forse una premonizione immutabile? Un avvertimento? E poi… duplex mors, duplice morte. Gli unici rimasti in vita di quella leggenda eravamo io ed Anna, saremmo forse morti? Sentivo ancora il cuore battermi freneticamente e non riuscivo a ragionare seriamente, così come credo Margaret che pareva più che mai confusa. A quanto pare anche il mondo che tanto credeva di conoscere l’aveva sorpresa. Era ormai calato bruscamente il silenzio fra di noi, se non fosse per le parole sussurrate di Anna che dall’inizio di quel viaggio si era lasciata prendere da energia, grinta e desiderio di vendetta. < Duplice morte… Maledetto animale dovevo catturarlo… dobbiamo trovarlo e farci dire di più. Ha parlato con te, Jacob! Oh mio Dio > ripeteva continuamente, come una sorta di mantra che l’aiutasse a pensare meglio. < Jacob…> è intervenuta poi Margaret e noi prescelti pendevamo dalle sue labbra in attesa di risposte. Eravamo in terra nemica, un territorio che solo lei conosceva, a noi del tutto estraneo, pericoloso e ricco di misteri, permeato dalla magia. <…il Kôs ti ha appena dato la premonizione più importante della tua vita. Il destino qui in Ilatesia non è mutabile, ciò che è, sarà irrimediabilmente. Attraverso i suoi occhi ha letto il tuo futuro, ciò che realmente ti accadrà e spero d’aver capito male l’ultima frase! > . Con un gesto della mano ci ha invitati a proseguire il cammino verso E’vof, in fondo il camminare concilia perfettamente il pensiero. Eravamo tutti e tre totalmente assorti nel nostro mondo, nel nostro circolo di pensieri. Un circolo vizioso che terminava sempre con la fatidica espressione Duplice morte? .

    < E se con duplice morte intendesse la morte di Devil ed O’hle? Non è sensato? > mi era balzata quell’idea e non esitai ad esprimerla, attendevo parole da Margaret come se già sapesse la risposta ma dovessimo aiutarla noi ad arrivarci, senza comprendere che la risposta sarebbe arrivata solo vivendo. L’anziana ha annuito e dal luccichio dei suoi occhi ho notato che ancora non ci aveva pensato. < Si! Allora significa che gliela faremo pagare…> rompendo il ghiaccio ha detto Anna. Sorrideva ed era in piena adrenalina, emozionata. Ha cercato di farci sorridere rompendo i nostri musoni serissimi, senza successo ovviamente. < Quanto siete seri! Potrebbero essere i nostri ultimi giorni da vivi insieme, sorridete a ciò che di positivo ci è rimasto! > , ho sorriso divertito sentendo quelle sue ultime parole e spontaneamente le ho detto < E cosa ci è rimasto di positivo? > . Credevo non avesse risposta infatti ho distolto lo sguardo dal suo bellissimo volto femminile ma mi ha sorpreso. < Ma che dici, Jacob! Noi abbiamo la possibilità di vendicarci, altri non hanno potuto neanche chiedersi perché ! E poi tu hai me ed io ho te, al termine della leggenda noi ci saremo l’uno per l’altra, no? > ha sorriso imbarazzata, Margaret anche ma non l’ha lasciato vedere ed io ho sgranato gli occhi in un’espressione sorpresa, sconvolta in positivo. L’ ho guardata cercando di comprendere se dicesse il vero o se stesse solo scherzando. Mi ha fatto l’occhiolino. Non ho avuto la forza di replicare ed ho solo annuito tornando sui miei passi. Sentivo di essere rosso come un peperone e per l’enorme imbarazzo ho cercato di lasciar cadere lì il discorso se Marg non fosse intervenuta dicendo < A ciò che credevi amore rinunzierai… a quale amore si riferisce Jacob? A quale donna sei pronto a rinunciare apertamente? > Ed ecco la donna che conoscevo! Un’ex prescelta furba ed intraprendente, aveva capito ciò che mi girava per la testa, aveva visto perfettamente i sentimenti che mi animavano per Anna e da quel momento l’aveva certamente intuito anche lei. Il mio imbarazzo ha raggiunto picchi colossali tanto che stizzito le ho detto < Ho un solo grande amore ed è Jasmine ma come potrei rinunciare a lei

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