La stella ingannatrice
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Anteprima del libro
La stella ingannatrice - Aurora Di Cugno
La stella ingannatrice
Aurora Di Cugno
Illustrazioni
Anna Tzolovska
EDIZIONI SIMPLE
Via Weiden, 27
62100, Macerata
info@edizionisimple.it / www.edizionisimple.it
ISBN edizione digitale: 978-88-6259-886-6
ISBN edizione cartacea: 978-88-6259-776-0
Stampato da: WWW.STAMPALIBRI.IT - Book on Demand
Via Weiden, 27 - 62100 Macerata
Tutti i diritti sui testi presentati sono e restano dell’autore.
Ogni riproduzione anche parziale non preventivamente autorizzata costituisce violazione del diritto d’autore.
Prima edizione cartacea giugno 2013
Prima edizione digitale luglio 2013
Copyright © Aurora Di Cugno
Editing: Alessandra Querci
Illustrazioni e copertina: Anna Tzolovska
Progetto grafico: Noemi Di Cugno
Diritti di traduzione, riproduzione e adattamento totale
o parziale e con qualsiasi mezzo, riservati per tutti i paesi.
Alla sezione di Pistoia del CNGEI - Scout Laici
e ai miei amici,
poiché la vera amicizia va oltre la nazionalità e il tempo.
Indice
L’orsa Nina
La figlia della peste
La stella ingannatrice
La fidanzata del drago
Il ponte del diavolo
La visione nel fuoco
NOTIZIE SUL LIBRO
L’orsa Nina
In un paesino di montagna viveva un povero ragazzo di nome Stoian. All’età di tre anni aveva perso sua madre e quando ne aveva tredici era morto anche suo padre. Rimasto da solo, Stoian si procurava il pane quotidiano facendo piccoli lavori per la gente del paese. Spesso lo mandavano nel bosco a raccogliere legna da ardere.
Un giorno d’autunno, in cui il bosco si era colorato di tante sfumature pastello e le foglie cadute producevano un fruscio soave sotto i suoi piedi, Stoian udì un suono simile a un lamento. Si guardò attorno e vide tra gli alberi un orso bruno. Si spaventò tantissimo perché alcuni orsi di quella montagna, una volta assaggiata la carne umana, diventavano aggressivi ed erano estremamente pericolosi per le persone. Il giovanotto non sapeva cosa fare, il suo cuore cominciò a battere all’impazzata, perché l’orso a sua volta l’aveva visto e si stava avvicinando sempre di più. Per un attimo il ragazzo rimase paralizzato dalla paura, quando all’improvviso, arrivato davanti a lui, l’animale si alzò su due zampe e cominciò a muoversi in una danza un po’ goffa.
Stoian si accorse che era una femmina perché era piuttosto minuta, mentre gli orsi maschi spesso superavano i due metri; aveva il pelo arruffato e trasandato, ma i suoi occhi erano così espressivi da sembrare umani. Il giovane riprese fiato. Era evidente che l’orsa non aveva intenzione di attaccarlo. Continuò per la sua strada, portando il grosso fascio di legna sulle spalle, quando a un certo punto si accorse che l’animale lo stava seguendo. Un po’ preoccupato, sveltì il passo.
Finalmente spuntarono in lontananza le prime case del paese.
Quel giorno lavorava per una povera anziana che lo ricompensava con quel che poteva. Entrò nel cortile e posò il carico, mentre l’orsa si mise seduta diligentemente fuori. Quando la donna uscì, il ragazzo le raccontò quello che era accaduto ed ella disse:
– Forse è un orso addomesticato che si è smarrito. Hai visto durante le feste nel paese gli orsi che sanno ballare condotti da uomini? Una leggenda racconta che Sant’Andrea viveva solo come un eremita. Un giorno mentre arava, arrivò un feroce orso e sbranò il suo unico bue. Il Santo si arrabbiò così tanto che lo mise a lavorare la terra al posto del bue. Da allora il Santo vive con il suo orso. Il popolo crede che gli orsi siano in grado di guarire i malati e che i loro peli curino dallo spavento, perché il loro patrono è Sant’Andrea.
La signora guardò il ragazzo, le sue povere vesti e le sue mani rovinate dalla fatica e aggiunse:
– Visto che l’orso ti ha voluto seguire fin qui, potresti fare anche tu questo mestiere, tanto adesso, nonostante i tuoi sforzi, guadagni a malapena di che mangiare.
Come se avesse capito, l’animale si alzò in piedi, sollevò le zampe anteriori verso il cielo e improvvisò un curioso balletto.
La signora aveva ragione. Forse era giunto davvero il momento di cambiare vita. Stoian si rese conto che ormai nulla lo tratteneva più in quel paesino.
– Aspettami qui! – gli disse la donna. Rientrò in casa e riapparve dopo un attimo con una borsa rettangolare tessuta a mano, ricamata con tanti animali e fiori. Ci mise dentro un pane rotondo cotto a legna e del formaggio; poi tagliò due grossi grappoli d’uva dalla vigna e li diede al ragazzo.
– Vedo che è una femmina. Come la vuoi chiamare?
– Le darò un nome semplice e corto. La chiamerò Nina.
– Bene, – disse la signora – prendi la borsa. L’ho ricamata io quando ero giovane con tutte le figure tipiche delle nostre parti. Ti ricorderà sempre il posto dove sei nato.
Stoian la ringraziò e si avviò verso la povera casetta dove abitava, che ormai si reggeva a fatica in piedi. Quella sera divise la sua cena con l’orsa e la mattina dopo partì con lei in cerca di fortuna.
Nina era estremamente mansueta, ma il giovanotto la portava legata con una catena per non spaventare la gente che temeva la sua natura selvaggia.
Partecipavano a tutte le feste di paese, dove l’orsa si esibiva con la sua buffa danza. Venivano generosamente ricompensati dalla folla e Stoian cominciò a guadagnare bene.
Un giorno venne a cercarli un messaggero del sovrano del posto. Raccontò