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Sutta-Nipata
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E-book233 pagine2 ore

Sutta-Nipata

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Info su questo ebook

Il Sutta-Nipata, “Collezione di Discorsi”, è uno dei testi più antichi del “Canone Pali”, scritto quando la tradizione monastica non era ancora così forte. Fu creato dai fedeli e si rivolge a tutti, non solo a monaci o monache.
LinguaItaliano
Data di uscita9 set 2014
ISBN9788868670368
Sutta-Nipata

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    Sutta-Nipata - Sconosciuto

    Sconosciuto

    SUTTA-NIPÂTA

    © 2014 Gilgamesh Edizioni

    Via Curtatone e Montanara, 3 – 46041 Asola (MN)

    gilgameshedizioni@gmail.com - www.gilgameshedizioni.com

    Tel. 0376/1586414

    ISBN 978-88-6867-036-8

    È vietata la riproduzione non autorizzata.

    Traduzione di Angiolo Daddi

    In copertina: Progetto grafico di Dario Bellini

    © Tutti i diritti riservati

    UUID: 978-88-6867-036-8

    This ebook was created with BackTypo (http://backtypo.com)

    by Simplicissimus Book Farm

    Indice

    I. URAGAVAGGA

    1. Uragasutta

    2. Dhaniyasutta

    3. Khaggavisânasutta

    4. Kasibhâradvâgasutta

    5. Kundasutta

    6. Parâbhavasutta

    7. Vasalasutta

    8. Mettasutta.

    9. Hemavatasutta.

    10. Âlavakasutta.

    11. Vigayasutta.

    12. Munisutta.

    II. KÛLAVAGGA

    1. Ratanasutta.

    2. Âmagandhasutta.

    3. Hirisutta

    4. Mahâmangalasutta.

    5. Sûkilomasutta.

    6. Dhammakariyasutta o Kapilasutta

    7. Brâhmanadhammikasutta.

    8. Nâvâsutta.

    9. Kimsîlasutta.

    10. Utthânasutta.

    11.Râhulasutta.

    12. Vangîsutta.

    13. Sammâparibbâganiyasutta

    14. Dhammikasutta.

    III. MAHÂVAGGA

    1. Pabbaggâsutta

    2. Padhânasutta

    3. Subhâsitasutta

    4. Sundarikabhâradvâgasutta

    5. Mâghasutta

    6. Sabhiyasutta.

    7. Selasutta.

    8. Sallasutta.

    9. Vâsetthasutta.

    10. Kokâlivasutta.

    11. Nâlakasutta Vatthugâthâ

    12. Dvayatânupassanâsutta.

    IV. ATTHAKAVAGGA.

    1. Kâmasutta

    2. Guhatthakasutta.

    3. Dutthatthakasutta

    4. Suddhatthakasutta.

    5. Paramatthakusutta.

    6. Garâsutta.

    7. Tissametteyyasutta.

    8. Pasûrasutta.

    9. Mâgandiyasutta.

    10. Purâbheedasutta.

    11. Kalahavivâdasutta.

    12. Kûlaviyûhasutta.

    13. Mahâviyûhasutta.

    14. Tuvatakasutta.

    15. Attadandasutta.

    16. Sâriputtasutta.

    V. PÂRÂYANAVAGGA

    1. Vatthugâthâ.

    2. Agitamânavapukkhâ.

    3. Tissametteyyamânavapukkhâ

    4. Punnakamânavapukkha.

    5. Mettagûmânavapukkhâ.

    6. Dhotakamânavapukkhâ.

    7. UpasÎvamânavapukkhâ.

    8. Nandamânavapukkhâ.

    9. Hemakamânavapukkhâ.

    10. Todeyyamânavapukkhâ.

    11. Kappamânavapukkhâ.

    12. Gatukannimânavapukkha.

    13. Bhadrâvudhamânavapukkhâ.

    14. Udayamânavapukkhâ.

    15. Posâlamânavapukkhâ.

    16. Mogharâgamânavapukkhâ.

    17. Pingiyamânavapukkhâ.

    Il Sutta-Nipata, Collezione di Discorsi, è uno dei testi più antichi del Canone Pali, scritto quando la tradizione monastica non era ancora così forte. Fu creato dai fedeli e si rivolge a tutti, non solo a monaci o monache.

    Traduttore:

    Angiolo Daddi è nato a Cerbaia (FI) nel ’51. Manager in pensione ha curato le relazioni commerciali con l’estero per importanti aziende italiane. Ha viaggiato moltissimo e incontrato culture di ogni tipo. Durante la sua permanenza in India ha approfondito lo studio dei testi sacri della tradizione indù e buddhista, praticando lo yoga con i migliori maestri.

    I. URAGAVAGGA

    1. Uragasutta

    1. Colui che sopprime la sua passione allorchè è sorta, come per mezzo delle medicine (si combatte) il veleno del serpente che si è diffuso (nel corpo), quel Bhikkhu lascia questa e l’altra sponda, come il serpente (lascia la sua) vecchia pelle. (1)

    2. Colui che ha abbandonato completamente la passione, come (si taglia) il fior di loto che cresce nel lago, dopo averlo tuffato (nell’acqua), quel Bhikkhu lascia questa e l’altra sponda, come il serpente (lascia la sua) vecchia pelle. (2)

    3. Colui che ha abbandonato completamente il desiderio, la corrente, la corsa stressante, quel Bhikkhu lascia questa e l’altra sponda, come il serpente (lascia la sua) vecchia pelle. (3)

    4. Colui che ha distrutto completamente l’arroganza, come l’inondazione (distrugge) un fragilissimo ponte di canne, quel Bhikkhu lascia questa e l’altra sponda, come il serpente (lascia la sua) vecchia pelle. (4)

    5. Colui che non ha trovato nella vita alcuna essenza, come uno che ha cercato fiori su un albero di fico, quel Bhikkhu lascia questa e l’altra sponda, come il serpente (lascia la sua) vecchia pelle. (5)

    6. Colui nel cui petto non ci sono sentimenti di ira, che ha in tal modo trasceso il ciclo delle esistenze, quel Bhikkhu lascia questa e l’altra sponda come il serpente (lascia la sua) vecchia pelle. (6)

    7. Colui i cui dubbi sono estinti, completamente distrutti dentro di sé, quel Bhikkhu lascia questa e l’altra sponda, come il serpente (lascia la sua) vecchia pelle. (7)

    8. Colui che non è andato troppo velocemente avanti, né è stato lasciato indietro, che trascende liberamente questo (mondo di) delusione, quel Bhikkhu lascia questa e l’altra sponda, come il serpente (lascia la sua) vecchia pelle. (8)

    9. Colui che non è andato troppo velocemente avanti, né è stato lasciato indietro, avendo visto che nel mondo tutto è falso, quel Bhikkhu lascia questa e l’altra sponda, come il serpente (lascia la sua) vecchia pelle. (9)

    10. Colui che non è andato troppo velocemente avanti, né è stato lasciato indietro, libero da cupidigia, (vedendo) che tutto questo è falso, quel Bhikkhu lascia questa e l’altra sponda, come il serpente (lascia la sua) vecchia pelle. (10)

    11. Colui che non è andato troppo velocemente avanti, né è stato lasciato indietro, libero da passione (vedendo) che tutto questo è falso, quel Bhikkhu lascia questa e l’altra sponda, come il serpente (lascia la sua) vecchia pelle. (11)

    12. Colui che non è andato troppo velocemente avanti, né è stato lasciato indietro, libero da odio, (vedendo) che tutto questo è falso, quel Bhikkhu lascia questa e l’altra sponda, come il serpente (lascia la sua) vecchia pelle. (12)

    13. Colui che non è andato troppo velocemente avanti, né è stato lasciato indietro, libero da follia, (vedendo) che tutto questo è falso, quel Bhikkhu lascia questa e l’altra sponda, come il serpente (lascia la sua) vecchia pelle. (13)

    14. Colui per il quale non esistono affetti di alcun tipo, i cui peccato sono estirpati alla radice, quel Bhikkhu lascia questa e l’altra sponda, come il serpente (lascia la sua) vecchia pelle. (14)

    15. Colui per il quale non esistono (peccati) di alcun tipo originati dalla paura, che sono la causa del ritorno a questa riva, quel Bhikkhu lascia questa e l’altra sponda, come il serpente (lascia la sua) vecchia pelle. (15)

    16. Colui per il quale non esistono (peccati) di alcun tipo originati dal desiderio, che sono la causa che lega (gli uomini) all’esistenza, quel Bhikkhu lascia questa e l’altra sponda, come il serpente (lascia la sua) vecchia pelle. (16)

    17. Colui che avendo abbandonato i cinque ostacoli, è libero dalla sofferenza, ha vinto il dubbio, ed è libero dal dolore, quel Bhikkhu lascia questa e l’altra sponda, come il serpente (lascia la sua) vecchia pelle. (17)

    Fine dell’Uragasutta

    2. Dhaniyasutta

    1. Ho bollito (il mio) riso, ho munto (le mie mucche), - così disse il mandriano Dhaniya, - Vivo con i miei compagni su le rive del (fiume) Mahî, (la mia) casa è coperta, il fuoco è acceso: perciò, se tu vuoi, piovi, oh cielo! (18)

    2. Sono libero da collera, libero da ostinazione caparbia, - così disse Bhagavat – Passerò una notte sulle rive del (fiume) Mahî, la mia casa non è coperta, il fuoco (delle passioni) è estinto: perciò, se tu vuoi, piovi, oh cielo! (19)

    3. (Intorno a me) non ci sono tafani, - così disse il mandriano Dhaniya, - Sui prati ricchi di erba le mucche stanno pascolando, inoltre posso sopportare la pioggia quando cade: perciò, se tu vuoi, piovi, oh cielo! (20)

    4. (Vicino a me) c’è una zattera ben costruita, - così disse Bhagavat, - Sono passato oltre (al Nibbâna), ho raggiunto l’altra sponda, avendo oltrepassato il torrente (delle passioni): non c’è (più) bisogno di una zattera: perciò, se tu vuoi, piovi, oh cielo! (21)

    5. Mia moglie è obbediente, non dissoluta – così disse il mandriano Dhanyia, - ha vissuto insieme (a me) per lungo tempo, è attraente, e nulla di male viene detto a suo riguardo: perciò, se tu vuoi, piovi, oh cielo! (22)

    6. La mia mente è obbediente, libera (da ogni cosa mondana), – così disse Bhagavat – è stata coltivata a lungo e ben sottomessa, non c’è più niente di male in me: perciò, se tu vuoi, piovi, oh cielo!" (23)

    7. Io sostengo me stesso col mio guadagno – così disse il mandriano Dhaniya – e i miei figli sono (tutti) intorno a me, pieni di salute; nulla di male viene detto a loro riguardo: perciò, se tu vuoi, piovi, oh cielo! (24)

    8. Non sono servo di nessuno, – così disse Bhagavat - con quel che ho guadagnato giro per tutto il mondo, non c’è bisogno (per me) di servire: perciò, se tu vuoi, piovi, oh cielo! (25)

    9. Io ho mucche e vitelli, – così disse il mandriano Dhaniya, - ho mucche con il vitellino e giovenche: perciò, se tu vuoi, piovi, oh cielo! (26)

    10. Io non ho né mucche né vitelli, – così disse Bhagavat – non ho né mucche col vitellino né giovenche, e non ho nessun toro che domina sulle mucche: perciò, se tu vuoi, piovi, oh cielo! (27)

    11. I pali sono bien piantati, non possono essere rimossi, – così disse il mandriano Dhaniya – le corde sono fatte di erba munga, nuove e ben robuste, le mucche non possono spezzarle: perciò, se tu vuoi, piovi, oh cielo! (28)

    12. Avendo, come un toro, strappato i legami; avendo come un elefante, aperto un varco attraverso il bosco di galukkhi, non dovrò più rientrare nel seno materno: perciò, se tu vuoi, piovi, oh cielo! (29)

    A quel punto improvvisamente venne giù dal cielo un temporale che riempì il mare e la terra. Vedendo una pioggia così forte, Dhaniya parlò così: (29b)

    13. Un non piccolo guadagno in verità (è venuto) a noi dalla vista di Bhagavat; ci rifugiamo in te, oh (tu che sei) dotato dell’occhio (della saggezza); sii il nostro maestro, oh grande Muni! (30)

    14. Sia io che mia moglie siamo obbedienti, (se) conduciamo una vita santa di fronte a Sugata, conquisteremo la nascita e la morte, e metteremo fine alla sofferenza. (31)

    15. Chi ha figli ha gioie dai figli – così disse il malvagio Mâra – chi ha mucche ha gioia dalle mucche; in quanto upadhi (sostanza) è la gioia dell’uomo, ma chi non ha upadhi non ha gioia. (32)

    16. Chi ha figli ha preoccupazione per i (suoi) figli – così disse Bhagavat, - chi ha mucche ha allo stesso modo preoccupazione per le (sue) mucche, in quanto upadhi (è la causa delle) preoccupazioni della gente, ma chi non ha upadhi non ha preoccupazioni." (33)

    Fine del Dhaniyasutta

    3. Khaggavisânasutta

    1. Avendo abbandonato l’astio contro tutti gli esseri, e non facendo del male a nessuno, non avere nessun desiderio di figli, e ancora meno desidera un compagno, stattene da solo come un rinoceronte. (34)

    2. In colui che ha rapporti (con gli altri) nasce l’affetto, (e di conseguenza) la pena che segue l’affetto; considerando la sofferenza che deriva dall’affetto, stattene da solo come un rinoceronte. (35)

    3. Colui che ama i propri amici e ha (compagni) confidenziali perde (il proprio) vantaggio, a causa della sua mente vincolata; vedendo questo pericolo nell’amicizia stattene da solo come un rinoceronte. (36)

    4. Come un grande albero di bambù (coi suoi rami) impigliati (l’uno nell’altro, tale è) chi si preoccupa per figli e moglie; (ma) come il germoglio di bambù non impigliato in niente stattene da solo come un rinoceronte. (37)

    5. Come un animale libero nella foresta pascola dove vuole, così deve l’uomo saggio, considerando (solo la sua) volontà, stare da solo come un rinoceronte. (38)

    6. C’è (un continuo) chiamare in una compagnia, sia quando si sta in piedi, seduti, si cammina o si va via; (ma) tu cerca (solo) la tua libertà evitando il desiderio e seguendo la tua volontà stattene da solo come un rinoceronte. (39)

    7. C’è sport e divertimento nella compagnia, e per i bambini c’è grande affetto; (anche se) controvoglia, separati dai tuoi cari amici, stattene da solo come un rinoceronte. (40)

    8. Come chi è a casa in (ognuna delle) quattro regioni e non è ostile (a nessuno), essendo contento di quel che ha, superando senza paura ogni pericolo, stattene da solo come un rinoceronte. (41)

    9. Scontenti sono alcuni pabbagitas (asceti) e anche alcuni gahatthas (capifamiglia) nelle loro case, senza preoccuparti tanto per i figli altrui, stattene da solo come un rinoceronte. (42)

    10. Togliendo il marchio del gihin (capofamiglia) come un albero Kovilâra le cui foglie sono cadute, stattene, dopo aver tagliato eroicamente i legami del gihin, da solo come un rinoceronte.(43)

    11. Se trovi un bravo compagno, un amico retto e saggio, dopo aver superato tutti i pericoli, vai con lui con animo calmo e tranquillo. (44)

    12. Se non trovi un bravo compagno, un amico retto e saggio, allora come un re che abbandona il regno (da lui) conquistato, stattene da solo come un rinoceronte. (45)

    13. Sicuramente dovremmo essere felici se abbiamo dei buoni amici, e dovremo cercare fra i nostri compagni i migliori; ma se non riusciamo a trovare amici così, godiamo solo delle cose che ci sono permesse, stiamo da soli come un rinoceronte. (46)

    14. Vedendo (braccialetti) d’oro splendenti, ben fatti dall’orefice, tintinnanti (l’uno contro l’altro quando ce ne sono) due sullo stesso braccio, stattene da solo come un rinoceronte. (47)

    15. Così (se io mi unisco) con un’altra persona dovrò o subire i rimproveri o rimproverare; considerando questo pericolo, in futuro, stattene da solo come un rinoceronte. (48)

    16. I piaceri dei sensi in verità, che sono vari, dolci, e affascinanti nelle loro varie forme, agitano la mente; vedendo la sofferenza (che deriva) dai piaceri dei sensi, stattene da solo come un rinoceronte. (49)

    17. Questi (piaceri sono) per me calamità, foruncoli, disgrazie, malattie, temibili sofferenze, e pericoli, vedendo questo tormento (che deriva) dai piaceri dei sensi, stattene da solo come un rinoceronte. (50)

    18. Avendo vinto il freddo e il caldo, la fame e la sete, il vento e il sole cocente, i tafani e i serpenti, avendo vinto tutte queste cose, stattene da solo come un rinoceronte. (51)

    19. Come l’elefante, il forte, il grosso, dopo aver lasciato il branco passeggia a suo piacimento nella foresta, stattene da solo come un rinoceronte. (52)

    20. Per colui che si diletta nei rapporti (con gli altri anche) ciò che conduce a una temporanea liberazione è sconveniente; riflettendo sulle parole del (Buddha) parente della famiglia Ậdikka, stattene da solo come un rinoceronte. (53)

    21. Le asprezze delle teorie filosofiche sono state da me superate, ho acquisito la padronanza di me, ho raggiunto la via (che conduce alla perfezione), sono in possesso della conoscenza, e non sono guidato da altri; parlando così, stattene da solo come un rinoceronte. (54)

    22. Senza cupidigia, senza inganno, senza bramosia, senza diffamare, libero da passione e follia, libero da desiderio, stattene da solo come un rinoceronte. (55)

    23. Evita il compagno malvagio che insegna ciò che

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