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Progetto Mnemosyne
Progetto Mnemosyne
Progetto Mnemosyne
E-book176 pagine2 ore

Progetto Mnemosyne

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Info su questo ebook

Ricordi. I ricordi sono tutto per ciascuno di noi. Noi siamo i nostri ricordi. Allora come può il giovane Frank navigare nel dedalo che incontra? Il ragazzo dovrà imparare a gestire tutto quel flusso di informazioni ma soprattutto dovrà riuscire a gestire un segreto del suo passato fino ad ora a lui sconosciuto. 
LinguaItaliano
Data di uscita7 nov 2020
ISBN9791220217095
Progetto Mnemosyne

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    Anteprima del libro

    Progetto Mnemosyne - Mirco Goldoni

    Mirco Goldoni

    Progetto Mnemosyne

    Mirco Goldoni

    Progetto Mnemosyne

    ©Mirco Goldoni

    Tutti i diritti riservati

    Prima Edizione digitale: novembre 2020

    ISBN 9791220217095

    Mosaico Edizioni 2020

    www.mosaicoedizioni.it

    ISBN: 9791220217095

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    Capitolo 9

    Capitolo 10

    Capitolo 11

    Capitolo 12

    Capitolo 13

    Capitolo 14

    Capitolo 15

    Capitolo 16

    Capitolo 17

    Capitolo 18

    Capitolo 19

    Capitolo 20

    Capitolo 21

    Capitolo 22

    Capitolo 23

    Capitolo 24

    Capitolo 25

    Capitolo 26

    Capitolo 27

    Capitolo 28

    Capitolo 29

    Capitolo 30

    Capitolo 31

    Capitolo 32

    Capitolo 33

    Capitolo 34

    Capitolo 35

    Capitolo 36

    Capitolo 37

    Capitolo 38

    Capitolo 39

    Capitolo 40

    Capitolo 41

    Capitolo 42

    Capitolo 43

    Capitolo 44

    Capitolo 1

    «Ted?».

    «Dimmi Mike».

    «Ti disturbo?».

    «Sai che non mi disturbi mai. Hai bisogno?».

    «Parlami ancora della Terra per favore».

    «Certamente. Dunque, la Terra». Ted fece una breve pausa. «La Terra è il terzo pianeta del sistema solare. Ha un diametro di circa 12.756 km e una massa di 5,9726 x 10 ²⁴ kg. Il suo periodo di rivoluzione…».

    «Non prendermi in giro Ted, sai cosa voglio sentire».

    «Ne abbiamo già parlato altre volte, ti fa male».

    «Non preoccuparti per me, continua per favore».

    Ted rimase in silenzio. Negli ultimi tempi queste domande erano diventate sempre più frequenti. Sapeva benissimo cosa Mike voleva sentirsi raccontare ma sapeva anche che, accontentandolo, sarebbero rimasti troppo vivi in lui certi ricordi, e i ricordi, in questi casi, sono sofferenze inutili.

    «Ted, te l’ho chiesto per favore».

    «Sei scorretto Mike».

    «Lo so benissimo, per questo te lo ripeto, per favore».

    «Va bene Mike. La Terra era un pianeta bellissimo. Era un pianeta carico di colori, ma su tutti risaltavano il verde e l’azzurro. Verdi erano le sue foreste, i suoi prati, le sue colline. Azzurri erano i suoi fiumi, i suoi mari e il suo fantastico cielo. Era popolata da tantissime specie animali e vegetali: pesci, uccelli, mammiferi, alberi, fiori e funghi. E poi c’era la notte. Quello era il momento nel quale le luci frenetiche della vita si affievolivano e spuntavano le stelle. Piccole, tremolanti luci lontane che illuminavano i tuoi desideri, che ti facevano sentire ancora più vivo, ancora più piccolo e quindi, immenso».

    Una piccola pausa. Non poteva interrompersi ora, glielo aveva chiesto per favore. Ted sapeva cosa Mike voleva sentire.

    «Durante la notte, se ascoltavi attentamente, potevi sentire i rumori della Natura. Il frinire delle cicale, l’abbaiare dei cani e poi lui, il vento con il suo soffiare. Il vento era il rumore più melodioso che la Terra avesse potuto inventare. Spostava le foglie dalla loro quiete sui rami e sollevava dal suolo quelle pagine di giornale abbandonate chissà da chi, posandole delicatamente sulle vuote panchine. Il vento che ti scompigliava i capelli e che, nelle fredde sere, ti tagliava il viso, riportando alla luce quei ricordi dolorosi che avresti voluto sotterrare ma che erano ancora lì, vivi più che mai ad inseguirti».

    «Il vento… Grazie Ted».

    «Non dovresti fare così Mike, è per il tuo bene, lo sai».

    «Grazie ancora Ted».

    Capitolo 2

    «E’ successo ancora?».

    «Sì, me lo ha chiesto nuovamente, non potevo negarglielo».

    Sam era perplesso. «Non va bene, non va per niente bene».

    «Queste sue domande sono sintomo di sofferenza, di frustrazione. Temo per la sua stabilità emotiva».

    «Ma non farmi ridere Ted - intervenne Paul - stabilità emotiva lui?».

    «Come sei ottuso Paul, perché pensi che Mike non possa soffrire?».

    «Perché non sa quel che dice! Conosciamo benissimo il motivo per cui abbiamo dovuto abbandonare la Terra. Che senso ha continuare a rimpiangere il passato? Se vedesse la Terra ora, cosa troverebbe? Desolazione, desolazione e morte. Non credo che sarebbe questo che vorrebbe vedere».

    «Nutre tanta speranza ed è sensibile. Sa perfettamente quali sono le sue origini e sente di aver perso qualcosa di unico, di fantastico. Si rende conto di non aver più la possibilità di provare tante emozioni e ora cerca di riviverle, cerca di ricrearle dentro e intorno a sé».

    «Sei irrecuperabile Ted, parli di lui come se fosse simile a noi».

    Le discussioni con Paul finivano sempre allo stesso modo. Secondo lui, Mike non era in grado di provare emozioni.

    «Ted, continua a tenere Mike occupato, non deve crollare - intervenne Sam cercando di porre fine a quella discussione sempre uguale da giorni e giorni - abbiamo una missione da portare a termine».

    Capitolo 3

    Ora era Ted ad essere preoccupato, Mike non si faceva sentire da troppo tempo.

    «Tutto bene Mike?».

    «Certo Ted, perché?».

    «Non lo so, è da un po’ che non parli».

    «Ho l’impressione che le mie discussioni ti annoino, per questo taccio».

    «Non mi annoi affatto Mike, vorrei parlare con te di tante cose, non solo della…».

    «Bellezza della Terra? Tranquillo, oggi proverò a non menzionarla, se quest’argomento t’infastidisce tanto. Di cosa vuoi parlare?».

    «Parlami della tua gioventù, dei tuoi amici».

    «Tutto molto tranquillo Ted. Ho frequentato un istituto tecnico, poi mi sono laureato in informatica. Come tutti avevo un gruppo di amici con cui uscivo. Non ho mai amato molto andare a ballare in discoteca, preferivo il cinema. Mi piaceva leggere, soprattutto romanzi di fantascienza».

    «E cosa ricordi delle serate con i tuoi amici?».

    «I pub a ridere e scherzare, e le risate. Eravamo tutti felici e spensierati».

    «Perché parli al passato Mike? Ora non sei più felice?».

    Ted si rendeva conto che stava inoltrandosi in un argomento delicato, ma doveva provare.

    «Secondo te cos’è la felicità Ted?».

    «Vorrei sentirlo dire da te Mike».

    «Felicità, Ted, è svegliarsi ogni mattina con un proposito, un obiettivo da raggiungere. Uscire e vedere il mondo vivo, colorato. Felicità è sentire il vento sul viso».

    «Basta così Mike, scusami ma devo andare, ho dei lavori da completare».

    «Hai scoperto solo ora di avere qualcosa da fare? Così, all’improvviso?». Il tono di Mike si stava inasprendo, era notevolmente agitato. «Hai paura che ti parli della Terra? Non l’avevo ancora nominata. O più probabilmente ti dà fastidio la parola vento. E’ questa la parola che ti preoccupa? Vento, vento, vento! Vedi, non è successo nulla! L’ho nominata per ben tre volte ma siamo ancora qui, al sicuro. Il vento soffia, si alza, infuria, cessa… vedi quante cose può compiere il vento? Ulula, alita, aleggia, cade, fischia. Sì Ted il vento può anche fischiare». Ormai il tono di Mike era diventato stridulo.

    «Smettila Mike!».

    «Come, non hai mai sentito il vento fischiare? Certe volte è un fischio acuto, altre volte greve; capita anche che ti rievochi una vecchia canzone che non ricordavi più. Da dove arriva quella melodia? Non arriva da nessun luogo, Ted, la riscopri dentro di te, era nascosta chissà dove ma è sempre stata lì, aspettava solo il momento perfetto per uscire e portarti indietro nel tempo, nei ricordi».

    «Smettila Mike! Basta!».

    Ho finito Ted, ho finito. Lascia stare, non puoi capire.

    Capitolo 4

    «Dobbiamo assolutamente intervenire!».

    «In che modo vorresti intervenire Paul? E poi, perché?». Sam sprigionava un’innaturale calma.

    «Perché sta peggiorando di giorno in giorno. Ogniqualvolta Ted inizia un discorso con lui si finisce sempre per parlare della Terra, di com’era bella, dei bei ricordi, del tempo passato e di questo fottutissimo vento!».

    «Sembra che questo concetto innervosisca anche te Paul, non solo Ted».

    «Non fare il furbo con me Sam. Sai benissimo cosa intendo. L’equilibrio mentale di Mike vacilla in continuazione, ha continui scatti d’ira».

    «Secondo te – intervenne Ted - può diventare un pericolo per la missione?».

    «Assolutamente sì» sentenziò Sam.

    «E anche per tutti noi» aggiunse Paul.

    Ted si sentiva confuso. «Lasciatemi fare un ultimo tentativo, glielo dobbiamo».

    Capitolo 5

    «Buongiorno Mike».

    «Buongiorno a te Ted. Dove sono Sam e Paul? E’ da un po’ che non li sento».

    «Sono presi dai loro calcoli».

    «Spero non ci sia nessun problema; la missione procede come previsto?».

    «Nessun problema Mike, tutto secondo i piani. Si tratta solo di controlli di routine, ma richiede loro parecchio tempo».

    «Capisco».

    «E tu Mike, ti stai annoiando?».

    «Assolutamente no Ted. Anch’io ho molti calcoli da verificare».

    «Per esempio?».

    «Per esempio questo, che sta portandomi via parecchio tempo: In ogni triangolo rettangolo l'area del quadrato costruito sull'ipotenusa è uguale alla somma delle aree dei quadrati costruiti sui cateti».

    «Si tratta del Teorema di Pitagora Mike. Era già noto più di duemila anni fa».

    «Ma cosa significa esattamente secondo te Ted?».

    «Significa esattamente quello che dice, niente di più e niente di meno».

    Forse, pensò Ted, Sam e Paul hanno ragione.

    «Allora quest’altro problema, secondo me irrisolvibile: quanto vale la forza che attrae due masse tra loro?».

    Silenzio.

    «Mike, così mi preoccupi. Il 5 luglio 1687 Isaac Newton pubblicò, nei suoi ‘Princìpi matematici’, quella che divenne la legge di gravitazione universale e che cita: due corpi si attraggono in modo direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente proporzionale alla loro distanza elevata al quadrato».

    «Quante cosa sai, Ted! Sei proprio bravo! Chi te le ha insegnate?».

    «Mike, sono concetti che conoscono tutti!».

    «Allora proviamo con quest’altra…».

    «Finiscila Mike, per favore».

    «No, no, ancora una, l’ultima. Piccola acqua fa cessare gran…? Cosa fa cessare Ted?».

    Anche Ted ormai si era convinto.

    «Piccola acqua fa cessare gran vento! Questo proverbio non lo conoscevi Ted? Non lo conoscevi? Rispondimi!».

    Ted ormai non lo ascoltava più.

    Capitolo 6

    «La situazione è precipitata».

    «Finalmente Ted! Cosa ti ha fatto cambiare idea?».

    «Non ho cambiato idea Paul, mi sono solo lentamente convinto e sto rassegnandomi all’inevitabile».

    «Dovevamo prendere già da tempo questa decisione».

    «Lo so Sam, ma…».

    «Ma? Quali sono i dubbi che ti attanagliano, Ted? Cerca di darci un motivo logico».

    «Non ho motivi logici. Mi sono… affezionato? Forse in parte considero Mike come uno di noi».

    «Non dire assurdità! Mike simile a noi? Ti sembra simile a noi un essere che per vivere deve respirare ossigeno? Che per funzionare deve ingerire altri animali?».

    Ted non riuscì a rispondere. Tutto ciò non aveva senso, non era logico, però… però ci doveva essere qualcosa sotto quella pelle chiara e fragile, dietro quegli occhi scuri, dentro quel cuore pulsante. All’interno di quell’involucro così delicato batteva qualcosa che sprigionava energia in ogni momento. Sprigionava la voglia di combattere, di tornare sulla Terra, ben sapendo che non esisteva più, distrutta dalle radiazioni solari. E poi quel vento, quel pensiero ricorrente, talmente assillante che ci sta portando a…

    «Non perdiamo altro tempo». Fu Sam a interrompere i pensieri di Ted.

    «Per il bene della missione interrompiamo l’apporto di ossigeno nei locali. Noi non ne abbiamo bisogno e Mike è diventato un rischio per tutti noi. Siamo d’accordo?».

    «Pienamente d’accordo» concordò Paul.

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