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Le Cronache di Hissfon
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Le Cronache di Hissfon
E-book98 pagine1 ora

Le Cronache di Hissfon

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Info su questo ebook

La guerra devasta le Terre Mandrare. Mentre i tre guerrieri fanno tutto il possibile per respingere il nemico, il potente Negromante Thaar fa nascere un orrore mai visto nella nera città di Shaltara.
Nonostante i loro poteri siano ormai indeboliti, Donnhum e Tohn-Ma cercano di riunire le cinque corone per contrastare la minaccia proveniente dal Quarto Regno.
L’arrivo di un aiuto insperato consentirà di liberare i maghi scomparsi e di mettere fine a questo conflitto?

LinguaItaliano
Data di uscita13 nov 2020
ISBN9781071540824
Le Cronache di Hissfon

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    Anteprima del libro

    Le Cronache di Hissfon - Remy Lecornec

    PROLOGO

    Dopo che nelle Terre Mandrare si era assistito a una serie di eventi straordinari e d’imprevedibili capovolgimenti di situazione, un forte desiderio di vendetta iniziò a farsi sentire nella macabra fortezza di Shaltara. Il Male si era impossessato di tutto il Quarto Regno. Fu così che il Mago Nero si vide affidare il nuovo esercito oscuro, creato dal conte Nerrum, potente alleato del Negromante Thaar. La città intera iniziò a mobilitarsi, mentre la notizia di un orrore mai visto portò il caos e la paura nelle desolate terre dell’ovest.

    E il mago Donnhum? La sconfitta per mano del signore dell’oscurità fu per lui come una rivelazione. I sovrani dei vari regni vicini a quello di Fahl furono convocati a Galnor, la grande e potente città d’armi.

    Gerioh nel frattempo si allenava nell’uso della leggendaria spada di Galnara, ma non senza fatica. Doltha, con grande pazienza, faceva tutto il possibile per aiutare il suo amico a canalizzare il potere della sua potente lama.

    Ridotto a uno stato da far pena, Artemione lottava con tutte le sue forze contro il crudele destino che gli si era accanito contro. Vari sacerdoti guaritori erano giunti al suo capezzale per cercare di aiutarlo. Il colosso era vittima di un male di cui neanche i più anziani riuscivano a trovare l’origine. Carhaa e Kenthae, sempre al suo fianco, cominciavano a perdere la speranza. Inoltre, li tormentava un pensiero: senza il medaglione magico, che la giovane aveva perso a Shaltara, sarebbe stato impossibile sconfiggere il Negromante e il suo esercito.

    Inaspettatamente, l’aiuto di cui avevano bisogno giunse dalle lontane terre perdute del Deserto Piriano. Si trattava di un regno situato a est, arido e poco popolato, custode di una magia incontrollabile, che solo un individuo in tutta Hissfon era capace di padroneggiare.

    Capitolo Primo

    Uno strano sentimento

    Tutto sembrava tranquillo a Moprem. Gli abitanti passeggiavano per il mercato, presso cui si potevano vedere vari tipi di frutti brillare sotto i raggi del sole. Si trattava di prodotti importati di recente dalle terre di nordest, terre lavorate con grande fatica. Moprem era una città potente, al centro delle Terre Mandrare: si trovava su una grandissima altura, ed era accessibile solo tramite un cammino sinuoso ma abbastanza largo per consentire il passaggio di due carri, anche se con difficoltà. I colori rossastri delle rocce erano visibili a grande distanza, e questo era come un simbolo del potere magico che dominava quei luoghi, un simbolo che dava gioia a Tohn-Ma. Il mago camminava pensieroso negli immensi corridoi della sua dimora,  quando avvertì la presenza di una strana forza che attraversava la città. Tohn-Ma salì le scale di corsa e raggiunse la cima della grande torre.

    Altissima, quanto decine di uomini, la torre di Moprem aveva delle scale a chiocciola realizzate con il legno più prezioso della foresta di Shan-Fehl, e alle sue pareti c’erano splendidi scaffali. Alcuni libri e alcuni grimori svolazzavano qua e là, e questo dava un’idea di come quel luogo fosse pieno di magia. Giunto all’estremità, Tohn-Ma si recò sul balcone, vicino al suo studio pieno di pergamene logorate, di vecchie reliquie consumate dal tempo e di penne con cui poteva scrivere degli ordini. Il mago guardava verso l’orizzonte, in direzione est, quando notò un corteo, alla cui testa c’erano due cavalli con le redini. Il corteo era ben visibile tra la pianura imbiancate dalle prime nevi.

    Tohn-Ma si recò subito all’entrata della cittadella, mentre il piccolo gruppo giungeva presso le immense porte, protette da una decina di sentinelle. La compagnia annunciò al mago di essere venuta su ordine del sovrano reggente del Regno Piriano, a est, un sovrano molto ammirato da re Berum. Così, il mago fece segno alle guardie di lasciar entrare il corteo, che si fece largo, pur con una certa difficoltà, tra la folla radunatasi nel frattempo. Moprem era nota come un importante luogo di passaggio e di commercio.

    Tra i membri della compagnia c’era un uomo dai tratti del viso tirati, conseguenza di anni lunghi e difficili. L’uomo portava un grande cappuccio di color marrone, fatto con un vecchio tessuto sfilacciato. Il suo sguardo nero incontrò quello del mago che, preoccupato, girò la testa dietro e chiese:

    «Cosa siete venuto a fare tanto lontano dal vostro regno, amico mio?»

    «Harnam, figlio di Garsha, e sovrano reggente della città di Volnum, desidera incontrarvi» rispose l’uomo, porgendo una pergamena bruciacchiata.

    «Perché me e non re Berum, se si tratta di questioni politiche?»

    «Non si tratta affatto di questioni politiche, signore, ma di magia.»

    «Magia?» disse Tohn-Ma con espressione stupita. «Vado ad annunciare la mia partenza ai miei discepoli.»

    «Dobbiamo sbrigarci» disse l’uomo, coperto dal suo mantello, mentre il mago si voltava. «Ne va del futuro del vostro regno...»

    L’accordo

    Dopo aver udito quelle ultime parole, il grande mago dall’abito bianco continuò a camminare, poi girò la testa verso il gruppo appena arrivato, diede un’occhiata indifferente, e infine giunse presso l’armeria. Tohn-Ma convocò Kenthae e Carhaa, e li informò della richiesta del sovrano orientale. Il lanciere si oppose: gli abitanti delle terre a est non erano forse noti per essere dei commercianti poco affidabili? E cosa dire della loro lealtà? Il mago, con prudenza, spiegò che doveva esser successo qualcosa, qualcosa che aveva a che fare con la potente magia del Deserto Piriano. Carhaa, sorpresa, chiese:

    «Possiamo fidarci di quell’uomo?»

    «Sì, mia giovane amica» confermò il mago. «Conosco i sacerdoti di Volnum: sono ben poco caritatevoli, ma le loro intenzioni sono spesso più che lodevoli. Loro credono nel loro sovrano, facciamo lo stesso anche noi.»

    «Verremo con voi, Maestro» disse Kenthae. «Avrete bisogno di una scorta.»

    «Niente affatto, giovane lanciere» rispose il mago attorcigliando la lunga barba

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