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Stamo a cocci: Racconti e pensieri in quarantena
Stamo a cocci: Racconti e pensieri in quarantena
Stamo a cocci: Racconti e pensieri in quarantena
E-book95 pagine1 ora

Stamo a cocci: Racconti e pensieri in quarantena

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Info su questo ebook

Una raccolta di racconti e pensieri scritti durante il lockdown della pandemia da Coronavirus. In un appuntamento quasi quotidiano l’autrice annota le sue riflessioni, riporta alla luce situazioni e figure sommerse dal tempo, lasciandosi invadere da un flusso di emozioni insolite. Fino alla luce dell’apertura della quarantena epocale del 2020. Il titolo è ripreso da un cartoon di Zerocalcare.   
LinguaItaliano
Data di uscita12 nov 2020
ISBN9791220219716
Stamo a cocci: Racconti e pensieri in quarantena

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    Anteprima del libro

    Stamo a cocci - Letizia Lusini

    Ringraziamenti

    OGGI E' IL 1 MARZO 2020

    Prima di tutto questo subbuglio da paura, circa un mese fa, avevo preso in prestito in Biblio questo libro grandioso di Camus. La peste, appunto. In questo momento in cui sembra che siamo stati abbandonati dai nostri grandi problemi in attesa di grandi soluzioni immediate (l'odio razziale, il femminicidio, il bullismo, la politica fatiscente, l'ecosistema globalmente compromesso), le parole di Camus che chiudono il libro risultano estremamente interessanti. È un libro dai significati simbolici: parlando dei topi Camus si riferisce molto probabilmente al nazismo che spargeva i suoi veleni facendo vittime impotenti, o al Male insito nell'uomo, che, come Sisifo, tenta di combatterlo pur essendo consapevole che sarà una continua lotta, e, una volta conquistata la Pace, non si dovrà fermare perché il nemico sarà di nuovo pronto per distruggerla. Riportando l'attenzione su questi temi basilari, più importanti di una grossa influenza aggressiva probabilmente di stagione, anche la Paura vi sposterà l'attenzione, con grandi vantaggi per tutti. Ascoltando i gridi di allegria che salivano dalla città, Rieux ricordava che quell'allegria era sempre minacciata: il bacillo della peste non muore né scompare mai, che può restare per decine di anni addormentato nei mobili e nella biancheria, che aspetta pazientemente nelle camere, nelle cantine, nelle valigie, nei fazzoletti e nelle cartacce e che forse verrebbe giorno in cui, per sventura e insegnamento agli uomini, la peste avrebbe svegliato i suoi topi per mandarli a morire in una città felice.

    1 marzo 2020

    OGGI E' IL 5 MARZO 2020

    Ascoltando un virologo di fama a Raitre, giorni fa, acquisii la consapevolezza che, seppure il Corona non fosse più letalmente pericoloso di un'influenza, sarebbe stato però un grande tsunami invece di una semplice tempesta. Lo tsunami è arrivato, bello grosso, non si fermerà in pochi giorni, ci saranno moltissimi contagi, il sistema sanitario arriverà al collasso in breve, tanta gente impazzira' di panico e mala informazione; taciamo sulla tragedia economica. Sarà così, da p revisioni. Se vogliamo che ci rimanga almeno una sedia per ognuno in ospedale per farci curare da un contagio grave, non facciamo i bischeri, seguiamo quelle che sono le semplici regole che tutti dovremmo avere anche in caso di altre malattie trasmissibili. Non lasciamoci impressionare né troppo né poco dai numeri, da quello che vediamo, sentiamo, leggiamo qua e là; siamo nel bel mezzo di un qualcosa di mai vissuto e di un'irruenza tale che può spazzare via ogni briciola del nostro buon senso. E invece no. Stiamo fermi, tranquilli, coraggiosi, pronti anche al peggio, ma soprattutto non peggioriamo le cose, con l'irresponsabilita' e l'incivilta'. Probabilmente questa non è né la prima, né l'ultima grande prova che il nostro mondo vecchio ci da' da superare, conosciamo benissimo la nostra sciagurata situazione, siamo nati tardi. Quindi stiamo fermi, tranquilli, coraggiosi, fiduciosi, che lo tsunami Corona finirà; non presto, ma finirà. Pazienti. La pazienza è la più grande risorsa di sempre, senza lei siamo fottuti, tiriamola fuori, su! E naturalmente non dimentichiamo l'ironia, l'altra nostra alleata speciale in mala tempora.

    5 marzo 2020

    PICCOLA SCENEGGIATURA PER UN CORTO SU TEMA RICORRENTE

    Esterno giorno, primo pomeriggio di oggi. Scale della farmacia, aspettiamo il nostro turno con Linda, si entra due a due.

    Oltre a noi altre tre donne, due ventenni vere e una finta, la mia età, che gliela vedi da lontano. Iniziano a parlare, argomento: il solito. Il dialogo parte con toni sommessi, per poi fluire in un crescendo di recriminazioni, accuse, i soliti discorsi insomma (che barba, che noia) che sfociano inevitabilmente nell’attribuzione di ogni problema al governo; alla fine la più giovane invoca la dittatura. Oooh, mi dico, ci siamo arrivati, ora si zitteranno. Invece no.

    Siccome io sono rimasta zitta (che barba, che noia, ho caricato pure uno sbadiglio) e Linda le ha seguite perplessa ma anche lei visibilmente annoiata, la mia coetanea con qualche anno e ruga in più, a un certo punto fa: Ho letto che in terapia intensiva curano per età. E mi guarda come se a lei con quel cappottino verde acido ’70 style la cosa non riguardasse, ma fossi solo io la sfigata. Che, per non fare proprio l’asociale: Eh, già rispondo. E continuo a scherzare con i capelli di Lindie. Allora la ventenne amante del Testa, vedendomi poco ricettiva, pensa di rincarare la dose e dice: Nel decreto poi c’è scritto che i nonni non potranno più stare coi nipotini in questi giorni. Sono portatori sani!. Io, con il sorrisino più ingenuo che potevo tirare fuori: Ah, si?!.

    Soddisfatta che mi ero un po’ smossa dal mio torpore, la terza, avvicinandosi a me dal metro d’ordinanza a meno di 50 centimetri, guardandomi da sotto in su: I nipoti uccideranno i nonni!.

    Faccio per mettere in atto uno dei miei tentativi di esorcismo, questa volta con l’ombrello, quando un angelo di farmacista ci chiama al banco. Madonna, queste tre, peggio del virus! ci diciamo con gli occhi io e Linda. Prese le medicine, si scappa come due evase, felici, correndo giù per le scale. Via via, Pulce, a casa, alle nostre belle cose, i giochi, le risate, la merenda, e Piero Felù. NOI RESTIAMO A CASA! Fine

    9 marzo 2020

    PICCOLA SCENEGGIATURA PER UN CORTO SU TEMA RICORRENTE 2

    Martedì scorso, ore 12, poche nuvole e sole.

    Vado alla Coop con Linda, spesa settimanale.

    Ancora non c’era obbligo di guanti e mascherina, noi due di comune accordo pensiamo soprattutto all’isolamento acustico da chiacchiericci, soliti discorsi, frasi fatte, ecc. All’uopo ci mettiamo in tasca, io, i tappi auricolari, lei, le cuffiette di pelo rosso con Minnie e fiocchetto rosa. Vista l’esperienza del giorno prima in farmacia, troviamo questa precauzione sensata e necessaria.

    Entriamo. A quell’ora, poca gente, meno male. Occhieggiamo sul chi va là tra corsie e scaffali, ma la situazione è sotto controllo, al di là di ogni nostra previsione. Il silenzio regna sovrano, e le poche persone che spingono i carrelli sembrano calme, rilassate, diligenti.

    Sembrano. Infatti, se segui i loro movimenti, le vedi rimanere in questa situazione psicologica fino all’arrivo allo scaffale pensato. Poi, però, le vedi posare l’occhio sull’oggetto da comprare e portare a casa, incurvarsi un poco, afferrarlo in una, due, tre, anche

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