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I tuoi occhi mi hanno rapito
I tuoi occhi mi hanno rapito
I tuoi occhi mi hanno rapito
E-book191 pagine2 ore

I tuoi occhi mi hanno rapito

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Info su questo ebook

Questo libro nasce dalla consapevolezza che ogni donna ha diritto di vivere lavorare e di essere libera di scegliere la propria vita senza essere condizionata dagli altri.
LinguaItaliano
Data di uscita16 nov 2020
ISBN9791220301992
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    Anteprima del libro

    I tuoi occhi mi hanno rapito - Maria Rita Di Maria

    padre

    1.UN INCONTRO INASPETTATO

    Siamo a luglio come tutte le mattine doccia trucco e si corre in ufficio.

    Mi chiamo Ginevra ho 30 anni, sono una contabile e lavoro in una multinazionale che si occupa di edilizia, mi manca poco per avere la mia seconda laurea in legge sono una ragazza agguerrita che vuole ottenere tutto dalla sua vita. Una vita che l' ha fatto soffrire una storia d’amore finita male, e che ancora oggi cerca di mascherare il dolore richiudendosi in una muro attorno a se. Oggi sarebbero stati cinque anni da quando è avvenuto l’irreparabile ricordo come se fosse oggi l’incidente in cui perse la vita il mio amato Gianluca a tre giorni del nostro matrimonio, e mi sento nervosa devo dimenticare il mio passato devo pur ricominciare a vivere ed e ciò che voglio fare, parcheggio sotto l’ufficio prendo la mia valigetta e mi dirigono verso l 'ascensore avvolta nei miei pensieri non mi accolgo che vado a sbattere con un tizio mai visto prima mi scuso ed entro in ascensore. Entrò in ufficio saluto la mia segretaria:

    - Buongiorno Lidia

    - buon giorno Dottoressa

    - Lidia novità?

    - ha telefonato il Presidente e le deve parlare, poi e passato l 'ingegnere Zito che voleva parlare con lei, alle 15.00 c'è la riunione con il capo area.

    - va bene Lidia puoi andare.

    Giornata pesante la mia coscienza si fa sentire hai bisogno di riposo. uffa!

    - Lidia scusa mi porteresti un caffè?

    Accendo il PC e inizio a lavorare mentre Lidia mi porta il caffè e mi rilassò per qualche minuto poi prendo il telefono e chiamò il presidente aspetto che risponde

    -Buongiorno presidente, mi aveva cercato.

    -Buongiorno a te Ginevra, si le avevo chiamato per ricordarle della riunione di questo pomeriggio e per anticiparle che ha ottenuto una promozione e ha un mese per accettare non esigo che mi risponda subito ci pensi

    -Va bene a più tardi.

    Riattaccò e cammino avanti e indietro per il mio ufficio avrei voglia di fuggire da tutto quel bastardo mi ha distrutto l 'esistenza che se ne uscito con un anno di domiciliari e un ritiro di patente, ancora dopo anni ci sto male devo dimenticare ero immersa nei miei pensieri a fare avanti e indietro nella mia stanza che vengo riportata alla realtà dallo bussare alla porta avanti

    - Dottoressa mi scusi è arrivato l 'ingegnere Zito

    - Lidia avevo appuntamento?

    -No Dottoressa ma vuole parlare con lei

    - Va bene fallo accomodare

    Mi accomodo alla scrivania e sento Lidia che fa accomodare il tizio e rimango alquanto stupidadalla sua bellezza

    - Buongiorno Dottoressa

    - Buongiorno a lei Ingegnere, prego si accomodi

    Lo vedo che mi scruta e faccio finta di nulla ma mi sento in imbarazzo,

    - A cosa devo la sua visita?

    - Vede Dottoressa, ho saputo che state indicendo una gara edilizia per la costruzione di un ospedale pediatrico in Africa ed io vorrei partecipare ne sono venuto a conoscenza solo ieri sera del bando che scade oggi a pranzo e ho deciso di presentare direttamente a lei i bozzetti del mio progetto.

    - Ingegnere lei sa bene che io non posso fare nulla al riguardo i progetti devono essere stati presentati tutti con la relazione entro le 10.00 di stamattina come prevedeva il bando.

    - Ho già inviato l’e-mail ma volevo essere sicuro di essere arrivato in tempo, e gli volevo mostrare il progetto del mio ospedale visto che io amo i bambini e che cerco sempre di aiutare quelli che sono in difficoltà soprattutto in Africa che sappiamo che la situazione è catastrofica.

    - Va bene prenderemo in atto anche la sua proposta dell’ultimo minuto lasci tutti i recapiti alla mia segretaria le faremo sapere

    - La ringrazio Dottoressa, a risentirci

    Lo congedo e lo vedo uscire mentre lo scrutavo alto biondo occhi di un azzurro mare stupendo la mia vocina interiore si era svegliata facendomi notare che ero una donna, la scacciai e mi misi a lavorare. La mattinata era trascorsa tranquilla lavorai alla relazione pensando sempre a suoi magnifici occhi la mandai in stampa insieme ai 6 progetti dei candidati li sistemai nelle cartelle e mi diressi nella sala riunione

    Entro e mi accomodo la riunione si svolge per bene poi arriva la proposta del presidente di un trasferimento a Roma con la carica di vice presidente e che devo dar risposta entro un mese la riunione si scioglie ed io rientro in ufficio sempre più pensierosa

    Riprendo il mio lavoro e telefono all'ingegnere come alzo la cornetta quella voce soave mi mando in estasi, ritornai subito in me e gli chiesi se prima della chiusura dell’ ufficio poteva passare per discutere i termini del contratto in quanto il suo progetto era risultato uno dei migliori e avevamo deciso di dargli l’appalto

    Lui annui e riaggancio.

    Erano quasi le 19.00 e Lidia mi chiede il permesso di andare la salutai io rimasi ancora a lavorare e immersa nei miei pensieri ma vengo riportata alla realtà dal telefono!

    - Mi scusi per il ritardo ma se mi riceve mi faro perdonare!

    - Sorrido e gli dico di accomodarsi e molto più bello di come lo ricordarsi

    Gli spiegati il da farsi e che avrebbe lavorato a stretto contatto con me per quando riguarda i costi e i materiali e i pagamenti dei dipendenti lui annui poi mi disse:

    -Mi sono perso nei suoi occhi!

    Rimasi un po’ perplessa e cercai di sviare il discorso, dicendo che forse sarei stata trasferita e che il progetto era mio e lo continuavo a gestire anche dalla nuova sede, ma lui mi interruppe.

    - Ginevra mi parli di lei?

    Continuai facendo finta di non capire la domanda poi gli comunicai i termini del contratto e le clausole che lo legavano all’azienda fino alla fine del progetto e dell’inaugurazione durante una serata di beneficenza che doveva avvenire entro e non oltre quattro anni dalla stipula del contratto, mi interruppe per l’ennesima volta.

    - Ginevra,

    - Cosa vuole da me Ingegnere?

    - La voglio conoscere mi sono persa nei suoi occhi e da quando lo vista non faccio altro che pensarla

    Rimasi allibita da quella confessione e mi misi a ridere parlammo del più e del meno poi gli chiesi di raccontarmi di lui

    Mi chiamo Frederick Zito ho trenta anni sono un ingegnere edile non sono coinvolto sentimentalmente da una storia in quanto la mia ex ragazza si è presa la briga di tradirmi con il mio migliore amico per cui sono single e ora ho voglia di conoscere lei che mi ha stravolto la mia giornata in modo esemplare non sono stato capace di lavorare se non pensando a lei, le andrebbe di continuare la nostra discussione a cena?

    -OK risposi spensi il PC presi la mia borsa e mi avviai fuori, entrammo in ascensore e il suo contatto vicino mi inebriava non riuscivo a guardarlo meglio occhi, svevo la voglia di assaporare un bacio dalle sue labbra, mentre ero assorta nei miei pensieri mi alza il mento e mi fissa avvicinandosi alle mie labbra per baciarmi ma si blocco perché le porte si aprirono.

    Mi fece salire nella sua macchina e ci dirigemmo in un locale sul mare molto carino, durante il tragitto nessuno dei due parlo la mia vocina interiore mi chiedeva se ero io che eroi cambiata o avevo abbattuto il muro attorno a me cercai di scacciare i pensieri.

    Giunti al locale cenammo e parlando del più e del meno.

    Ti va di continuare a parlare mentre passeggiamo?

    Mhm si basta che non facciamo troppo tardi domani si lavora!

    Va bene dottoressa.....

    Salimmo in macchina e ci dirigemmo al mare spense la macchina e sospiro!

    -Che succede?

    -Ho voglia di baciarti

    -E meglio che mi accompagni,non roviniamo tutto

    -Come vuoi....

    Accese la macchina e nessuno dei due parlo durante il tragitto giunti alla mia macchina spense i motori scese e apri la portiera mi porse una mano per aiutarmi a scendere e mi attirò a se guardandomi negli occhi

    -Ginevra io....

    -Zitto Frederick, le nostre labbra si unirono come per incanto lui chiese accesso e le nostre lingue si unirono ci staccano a fatica ci salutammo sali in macchina e mi diressi a casa.

    2. UNA SERATA INTRIGANTE

    Voglio conoscerti di più...

    Davvero stava capitando a me, tornai in me

    "Ingegnere vede il mio orario d' ufficio e finito io dovrei tornare a casa le ho consegnato tutto

    Posso invitarla a cena?

    Dottoressa per favore mi dica di si ….va bene."

    Mi stava succedendo davvero mi addormentai con il ricordo della serata e di quel bacio che non mi aveva lasciato indifferente. Durante la notte gli incubi dell’incidente di Gianluca non mi lasciano tranquillo ormai da cinque anni li vivo ogni notte come se fosse reale il botto dell’autobotte che sbatte contro la macchina la macchina che prende fuoco ed io che grido sotto casa e che nessuno lo aiuta, lo scoppio della macchina l’arrivo dei pompieri il corpo carbonizzato il mio stato di shock. Venni svegliata da mia madre che mi scuoteva chiamandomi

    - Ginevra svegliati, e il solito incubo

    - si mamma lo sai che lo vivo tutte le notti,

    - quando ti deciderai a voltare pagina, cercandoti un uomo che ti renda felice

    - adesso devo pensare alla mia carriera

    - ma non c’è la sola carriera bimba mia, hai bisogno di chiudere questa pagina della vita e devi andare avanti, Gianluca ti vorrebbe felice,

    - lo so ma e più forte di me non ci riesco

    - esci sei una bellissima ragazza hai tutti i presupposti per avere infinità di uomini ai tuoi piedi, e poi Dario il fratello di Margaret ti fa la corte, quel ragazzo pende dalle tue labbra

    - mamma Dario e un amico io non l’ho mai considero come l’uomo che mi potrebbe stare accanto quindi non insistere

    - ti lascio dormire, buona notte

    -buona notte

    Nel buio della notte pensai a Frederick a quel bacio che ci eravamo scambiati, e ai brividi che avevo provato e con il suo pensiero ripresi sonno.

    La mattina seguente andai in ufficio mi sentivo confusa e pensierosa non avevo nessuna voglia di lavorare, chiamai Lidia e le comunicai la promozione e il mio trasferimento Roma organizzai la giornata e mi rimisi a lavoro senza più pensare a ciò che dovevo decidere la giornata giunse a termine e rientrai a casa mi misi a leggere immersa nei miei pensieri era quasi notte fonda quando mi resi conto che avevo ventiquattro chiamate e dodici SMS al cellulare erano di Frederick lo richiamai subito e mi scusai parlammo del più e del meno ci augurammo la buona notte.

    I giorni passavano ed io e Frederick stavamo diventando una cosa sola, eravamo sempre insieme e quando non potevamo farlo ci sentivamo per telefono.

    Quella mattina era un giorno decisivo per tutto lo Staff dell'ufficio venni convocata in presidenza dove mi venne comunicato il trasferimento a Roma definitivo e che fra qualche giorno dovevo essere li.

    Mentre la stessa sera Frederick sarebbe partito per il Sud Africa per seguire il suo progetto lo accompagnai all’aeroporto ma non gli dissi nulla del trasferimento non volevo farlo preoccupare tanto da li a qualche mese l’avrei rivisto e gli avrei raccontato tutto.

    Parti dopo due giorni per Roma dove avevo già affittato un bilocale al centro non molto distante

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