La STANZA del MAGO

Di Di Alessandro

Il commissario si alzava presto tutti giorni e svolgeva il suo servizio in quella piccola città. Fino a quel giorno in cui qualcosa succede, come nelle vite di tutti quanti noi, in cui tutto cambia all'improvviso oppure è solo il frutto di un mondo immaginario.
Il commissario vivrà la sua vita o la sua morte?
Lo scopriremo solo leggendo e immaginando come finirà.

• Lingua: Italiano
• Editore: Di Alessandro
• Data di uscita: 17 giu 2016
• ISBN: 9786050459098

Anteprima del libro

- Di Alessandro -

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La stanza del mago

Fotografia: Alessandro Giannini

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Drin drin, drin drin…. il telefono squillò a lungo, prima che il commissario rispondesse, con la voce che inevitabilmente appena svegliato dal sonno aveva un suono più grave:

— Si.

— Buongiorno commissario, la macchina vi aspetta giù davanti all’albergo - gli rispose una voce da quell’altra parte della cornetta.

— Arrivo in cinque minuti - rispose il commissario mal rimettendo la cornetta che stava appoggiata per metà sul telefono, e per quell’altra metà sul comodino che si trovava molto vicino al suo cuscino.

Si alzò poi dopo una decina di secondi, attraversò la stanza, entrò nel bagno e si mise sotto la doccia. In quella notte sudò tanto e sentiva il sudore appiccicato sul corpo, come un succo di frutta caldo e dolce versato per sbaglio sul pavimento che fa da adesivo per le ciabatte. L’acqua cascava lentamente a pioggiollina, facendolo restare per più di cinque minuti sotto la doccia. Non si arrabbiò per la scarsa pressione e non si era neanche lamentato al direttore dell’albergo nonostante il disagio lo subiva da un paio di giorni.

Si mise la divisa e scese le scale. Gli sembrava assurdo che un piccolo hotel come quello, di soli due piani, avesse un ascensore e per questo prendeva i gradini anche in salita. Vedendolo arrivare, l’autista mise in moto la macchina. Il commissario salì rispondendo al buongiorno sentito tra il rumore del traffico.

Il commissario era arrivato da poco tempo in quella piccola città e non pensava di restare a lungo. Per questo motivo non cercava neanche una casa in affitto. Il piccolo albergo nel quale alloggiava, era giusto per lui che non aveva tante pretese. La sera quando tornava dalla stazione di polizia, veniva spesso accolto dall’unico consierge rimasto in quella struttura che lo salutava dicendogli di avergli lasciati i giornali nello stesso posto nella sua stanza. L’uomo, aveva cura di fargli trovare i quotidiani tutti giorni, così che quando tornava, anche se tardi, dava un occhiata sui fatti accaduti dei quali già era a conoscenza.

Arrivò alla stazione di polizia e fu subito accolto dal sottotenente.

— Buongiorno commissario, ha telefonato una persona chiedendo di lei. Non ha fornito i suoi dati. Diceva che