La rivincita dell'ape regina
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Anteprima del libro
La rivincita dell'ape regina - Diego Zappaterra
forza!
Astronave papà
(Sei mesi prima della serata per il centenario del liceo)
Davide parcheggiò l'auto in un posto isolato e sotto il sole. Scese dal posto di guida e osservò la propria ombra proiettata sull'asfalto, come quella di un cowboy che si allungava sulla sabbia del vecchio west, in silenzio davanti al nemico.
L'enorme centro commerciale, costruito pochi mesi prima e diventato una vera e propria attrazione turistica, stava là in fondo a osservarlo. Gli parve un gigantesco dinosauro, pronto a divorarlo e ingoiarlo giù, dritto nel suo stomaco fatto di negozi e cibo spazzatura.
Si mise la mano in tasca e tirò fuori la lista che la moglie gli aveva scritto quella mattina.
...e non dimenticare lo shampoo!
aveva aggiunto in una nota sul fondo. Lo trovi nello stesso negozio dove vendono il mio balsamo. C'é solo lì!
.
C'é solo lì. Ripeté tra sé quell'affermazione a significare non tentare di cercarlo altrove o di prenderne uno diverso perché io uso solo quello!
Era sempre la moglie a girare per il centro commerciale di ritorno dal lavoro, insieme alle figlie adolescenti che adoravano perdersi tra negozi d'abbigliamento e di cosmetica.
Quel dannato posto non era solo di strada, stava proprio sul ritorno da casa della nonna dove aveva portato il figlio più piccolo. Era in trappola!
Aprì la portiera posteriore e prese in braccio il figlio Luca. A dire il vero anche Luca non aveva intenzione di andare in quel coso commerciale
o come si chiamava. Per convincerlo a salutare la nonna prima del dovuto e portarselo dietro, gli aveva raccontato che stavano per visitare una grande astronave in stile Star Wars. Il piccolo, entusiasta, non solo aveva accettato, vista la sua passione per quei film, ma aveva anche preteso di seguirlo con la maschera di Darth Vader.
«Hai intenzione di tenerla tutto il tempo?»
Luca non rispose, aveva già gli occhi incollati sul centro commerciale all'orizzonte.
Davide lo infilò nel carrello e cominciò a spingere. Le gambette del figlio ciondolavano avanti e indietro. Quando arrivarono all'ingresso, padre e figlio avevano il naso in sù, lo sguardo incollato su quella gigantesca struttura che stava per aprire le porte a centinaia di persone arrivate nello stesso momento.
Davide deglutì e con la lista della moglie stretta in pugno oltrepassò l'ingresso, mentre una ventata di aria condizionata gli sferzò il viso col suo alito gelido.
Nel parcheggio, attraverso le fessure della maschera di Darth Vader, Luca aveva scrutato meglio quella cosa grossa e dalla forma strana, con quelle lettere enormi attaccate sul davanti e alcune vetrate che si aprivano da sole.
Ah! Da lì si sale sull'astronave!
aveva pensato lui, e col dito indicava al padre dove andare.
Quando oltrepassarono i vetri mobili
sentì un freddo terribile alla schiena. Fa davvero freddo sulle astronavi!
pensò. Chissà perché...?
Avrebbe voluto chiederlo al padre, ma lui continuava a fissare dubbioso il foglietto della mamma che teneva in mano. Nell'attesa, Luca si guardò intorno e vide un rumoroso gruppetto di persone. C'erano dei bambini che si sbracciavano agitati. Nel momento in cui un paio di loro si spostarono, riconobbe due figure inconfondibili; erano cavalieri Jedi, i protettori del bene nello spazio, inginocchiati con le proprie spade in mano, parlavano amichevoli con le persone intorno.
Sono qui! Non gli permetterò di conquistare lo spazio...!
pensò, imitando la voce del suo cattivo preferito, mentre una mano scivolava piano verso la cintura doveva il papà gli aveva legato la spada laser.
Davide passò col dito l'elenco della moglie, fermandosi soltanto sul nome di una nota azienda di cosmetici. Alzò gli occhi e vide in lontananza il negozio che stava cercando.
«Finalmente!» sospirò. Spinse il carrello e si diresse lungo l'immenso corridoio fatto di negozi, ciascuno con le proprie luci e i propri rumori.
«Dai Luca non fare storie, siamo qui per tua madre!» fece Davide al figlio che si agitava nel carrello. Era troppo preso a ragionare su come orientarsi in quel luogo infernale da non riuscire nemmeno ad ascoltare le suppliche del bimbo.
Entrarono nel primo negozio e lo sguardo fu attirato da una locandina appesa con del nasto adesivo sul bancone della cassa.
RADUNO UFFICIALE FAN DI STAR WARS!
Oggi, all'interno del centro commerciale,
eventi, foto con i personaggi, affitto e vendita costumi,
area giochi a tema e molto altro.
Non mancate!
«Luca, qui dice che oggi c'è un raduno speciale di fan di Star Wars! Siamo capitati il giorno giusto!»
Il bimbo, distratto, aveva lo sguardo fisso sullo spazio giochi allestito a tema Star Wars, con delle ragazze che intrattenevano i bambini.
«Ora capisco...» disse Davide. «D'accordo, posso lasciarti un quarto d'ora, così ho il tempo di prendere le cose alle donne di casa e poi ce ne andiamo.»
Portò il bambino allo spazio giochi e lasciò un'offerta alle ragazze in costume.
«Sono al negozio qui dietro, dovresti vedermi. Torno tra poco!»
Per un momento si sentì a disagio a lasciarlo lì, ma quel posto immenso lo rendeva nervoso e voleva uscirne il prima possibile.
Appena Luca venne accompagnato dagli altri bambini, si unì al gruppo più grande che circondava i due cavalieri Jedi, intenti a salutare e a mostrare le spade laser prima di andarsene. Cercò di raggiungerli con la spada in pugno, ma qualcosa lo fece inciampare. Convinto di avere come al solito le scarpe slacciate, abbassò lo sguardo, senza accorgersi di due ragazzetti più grandi che se la ridevano del loro sgambetto. Anche loro erano vestiti da Jedi. Il più grande aveva due enormi occhiali, era robusto e con del cioccolato sotto il mento.
«E tu dovresti essere Darth Vader? Sei solo un pischello!»
«Già, un pischello!» gli fece eco il secondo.
Luca si rialzò e mise a posto la maschera che gli era scivolata.
Dal negozio a fianco, Davide prese dagli scaffali alcune confezioni di shampoo e di creme idratanti, stando molto attento che fossero quelle specificate da moglie e figlie. Si sentiva soddisfatto. Per un momento pensò addirittura di avere un lato femminile nascosto.
Mentre controllava sulla lista gli ultimi articoli da prendere, qualcuno lo chiamò alle spalle.
«Ciao Davide.»
Si voltò. Per un istante rimase immobile a fissare l'uomo che lo osservava.
«Alex... cosa fai qui?»
I due, che sembrava non si vedessero da tempo, parlarono del più e del meno, in confidenza ma anche con un certo imbarazzo. Davide fece un cenno con la mano a Luca ancora nello spazio giochi. Il bimbo, intento a parlare con altri bambini in costume, non si accorse di nulla.
«Scusalo, è fissato con Star Wars... vuoi salutarlo? Sarà contento di vederti.»
«Lascialo tranquillo. Magari la prossima volta.»
«Mi ha fatto piacere rivederti Alex.»
«Anche a me. A presto Davide...»
Si strinsero la mano e presero strade diverse.
Con il pensiero all'amico ancora in testa, Davide si ricordò della lista di sua moglie.
«Il balsamo! Stavo quasi per dimenticarmelo!»
Tornò al reparto e passò ogni scaffale, ogni etichetta, ma del balsamo non c'era nessuna traccia.
Alla cassa chiese informazioni a una delle ragazze dietro il bancone.
«Ah sì, ne avevamo ancora una confezione vero?» chiese la commessa alla collega.
«Sì ma ci hanno chiesto di tenerla da parte. Viene il signor Carrere a prenderla tra poco.»
«Mi dispiace» disse la prima voltandosi, «come avrà capito l'ultima confezione è già da parte. Se vuole posso proporle qualcosa di simile.»
Sia mai
, pensò lui, se portassi qualcosa di diverso a casa finirei alla gogna!
Ringraziò le ragazze, pagò il resto della spesa e uscì dal negozio.
La