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Racconti Misteriosi
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E-book58 pagine49 minuti

Racconti Misteriosi

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Cinque racconti avvolti dal mistero:La Piuma Il Cappello Il Sogno La Grotta Il Ragazzo che correva.Il primo parla di Adele, una bambina che gioca, scopre una piuma in circostanze misteriose, con l'aiuto di una persona riesce a risolvere il mistero. Il secondo racconta di Thomas, il quale si imbatte in un cappello apparentemente innocuo, con il passare del tempo scoprirà il segreto che nasconde. Il terzo introduce il sogno di un narratore, il quale si troverà ad affrontare le sue paure più nascoste. Il quarto parla di quattro ragazzi che partono per un'avventura, trovano una grotta marina, nuovi luoghi e una creatura misteriosa. Il quinto e ultimo parla di un ragazzo e della sua paura di essere inseguito da qualcosa o…
LinguaItaliano
Data di uscita22 dic 2021
ISBN9791220379496
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    Anteprima del libro

    Racconti Misteriosi - Alessandro Saluzzi

    La piuma

    Adele giocava sulla riva del fiume vicino casa. Le piaceva cantare, mentre guardava i pesciolini muoversi nell’acqua. Quel giorno c’era un sole splendente. Una lieve brezza scendeva lungo il fiume e gli uccellini cantavano. Adele guardò il cielo e vide qualcosa planare sul letto del fiume. Arrivata un po’ più vicino, si accorse che si trattava di una piuma bianca, che galleggiando si era fermata proprio davanti a lei. La bambina si avvicinò alla riva e la prese con delicatezza, come se si trattasse di un tesoro da maneggiare con cura. La portò all’altezza del viso per ammirarla. I contorni si spostarono lievemente col movimento del suo tocco, come se fosse viva. Adele la osservò meglio e vide qualcosa luccicare nel mezzo: nella parte rigida era incastonata una pietra, che emanava una luce bianca con sfumature rosa. Provò a toccarla, ma la piuma si restrinse su se stessa, come se non volesse essere sfiorata. Non sapendo cosa fare, la bambina tenne quello che le sembrava un piccolo tesoro e lo portò con sé.

    Era felice di aver trovato una cosa così bella. Non sapeva dell’esistenza di piume con delle pietre incastonate.

    Una volta arrivata a casa, andò nella sua camera e la mise nel cassetto del comodino. Si chiese con chi potesse parlarne e, dopo vari ripensamenti, decise di confidarsi con suo nonno Dante, che viveva in casa con lei.

    Dante era vedovo; la nonna era scomparsa anni prima, per questo i genitori di Adele lo avevano convinto a stare da loro.

    La bambina scese al piano di sotto e si diresse in taverna, dove suo nonno era solito intrattenersi. A volte leggeva, oppure passava il tempo a osservare il mondo dalla finestra; non era amante della tecnologia, però guardava con piacere i documentari alla tv, oppure ascoltava la radio.

    Quando sua nipote entrò in taverna, Dante era seduto sulla poltrona e stava leggendo un libro. Adele si avvicinò. «Ciao, nonno, ti posso fare una domanda?». Lui annuì; si staccò dalla sua lettura, avendo cura di porre il segnalibro, e posò il volume sul tavolino, mettendosi comodo per ascoltare ciò che la sua nipotina aveva da dire.

    Mentre lei raccontava la storia, Dante restò in silenzio, senza mai interromperla.

    Alla fine, Adele gli disse che aveva riposto la piuma dentro il cassetto del comodino, in attesa di sapere cosa fare. Il nonno si alzò e si diresse verso un mobile; aprì l’anta e tirò fuori una bottiglia di rum, se ne versò un bicchierino e lo bevve tutto d’un fiato.

    «Nonno, cosa ne pensi?». Ma non arrivò nessuna risposta.

    Dante andò alla finestra e guardò il cielo, poi giù verso il fiume.

    «Bambina mia, vorrei raccontarti anche io qualcosa, se avrai la pazienza di stare ad ascoltare…». Adele annuì.

    «La tua storia è simile alla mia, nonno?».

    «Si, Adele» rispose Dante, e cominciò a raccontare: «Tanto tempo fa, c’era un bambino che aveva una malattia inguaribile. Apparentemente era come tutti gli altri, perché il suo male era invisibile. Un giorno, andò a giocare sulla riva del fiume. Guardò il cielo e vide qualcosa di bianco scendere. Era qualcosa di piccolo e leggero, che somigliava molto a una piuma. Infatti, quando si posò sull’acqua e il bambino si avvicinò, si rese conto che si trattava proprio una bellissima piuma bianca. Quando si accorse della pietra incastonata al suo centro, anche lui la prese, come hai fatto tu, la portò a casa e la mise sopra al comodino della sua stanza. Il mattino seguente, quando si svegliò, il bambino si sentiva bene, era rilassato. Si girò a guardare la sua piuma e si accorse che la pietra non c’era più. Allora la prese in mano e la rigirò per osservarla meglio, ma la pietra era proprio sparita. Così, lasciò la piuma sul comodino. Quel giorno era parecchio triste, perché doveva andare in ospedale per le visite di controllo. Quando i dottori lo visitarono e fecero i soliti esami di routine, gli diedero però una bellissima notizia: il brutto male era scomparso. Dopo tanti accertamenti, avevano appurato che era guarito del tutto».

    «È stata la piuma!» esclamò Adele.

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