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Le figlie del capo - 11 brevi racconti erotici
Le figlie del capo - 11 brevi racconti erotici
Le figlie del capo - 11 brevi racconti erotici
E-book190 pagine2 ore

Le figlie del capo - 11 brevi racconti erotici

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Info su questo ebook

Questo libro contiene i seguenti racconti brevi: L'ho vista ballare a Parigi, A Madrid si baciano per strada, Serata cinema, L'ultimo desiderio della dottoressa, Un tipo pericoloso, Un desiderio urgente, Il dottor Lucas, La cocca di papà, secondo atto, La cocca di papà, Le figlie del capo, Il maschio alfa.-
LinguaItaliano
EditoreLUST
Data di uscita17 dic 2020
ISBN9788726536140

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    Le figlie del capo - 11 brevi racconti erotici - Alexandra Södergran

    Le figlie del capo - 11 brevi racconti erotici

    Original title: Alexandra Södergran compilation 2

    Translator: LUST

    Copyright © 2020 Alexandra Södergran and LUST, an imprint of SAGA Egmont, Copenhagen

    All rights reserved

    ISBN: 9788726536140

    1. E-book edition, 2019

    Format: EPUB 3.0

    All rights reserved. No part of this publication may be reproduced, stored in a retrievial system, or transmitted, in any form or by any means without the prior written permission of the publisher, nor, be otherwise circulated in any form of binding or cover other than in which it is published and without a similar condition being imposed on the subsequent purchaser.

    Un desiderio urgente

    Alexandra Södergran

    Prende una birra dal frigo, tamburellando sulla lattina con le dita. È una vecchia abitudine che ha da quando ha iniziato a bere, da adolescente. Il rumore della birra che si apre riecheggia in cucina e nell’appartamento vuoto. Eddie vive da solo e la cosa gli piace.

    Si siede al tavolo della cucina nella sua sedia da ufficio e la gira finché si ritrova di fronte alla finestra. Un gatto nero con le zampe bianche attraversa la strada. Eddie prova una strana connessione. Ama i gatti.

    Sanno come godersi la vita, capiscono la libertà.

    Si appoggia indietro sulla sedia, mette i piedi sul davanzale e sorseggia la birra; con lo sguardo passa da una finestra all’altra della casa di fronte. Il sole è basso in cielo e getta la sua luce sui muri della casa come un enorme riflettore, trasformandola in palcoscenico. È seduto tra il pubblico, nascosto nell’ombra.

    Nell’appartamento di fronte, riesce a vedere soltanto la luce dello schermo della TV, che è enorme e occupa quasi tutta la parete.

    Nella finestra accanto vede una cucina buia con un tavolo di legno, circondato da quattro sedie. Una tovaglia fatta all’uncinetto, carta da parati a fiori e piccole statuine di porcellana su una mensola appesa al muro. Probabilmente è la casa di un anziano. La cucina successiva è vuota, non ci sono tende alle finestre, nessun tavolo né sedie. Ma la luce è accesa.

    Eddie tossisce perché la birra gli è andata di traverso.

    Una donna dal portamento orgoglioso sta camminando nella stanza spoglia, con indosso soltanto una vestaglia corta e leggera. Le ricade dalle spalle in strisce sottili, è rosa pallido e quasi trasparente. I suoi seni pieni e rotondi rimbalzano, le cosce sembrano forti. Ha la pelle color nocciola, sembra sudamericana. Forse brasiliana? Ha i capelli selvaggi e scompigliati. Riempie la stanza con la sua presenza e la sua femminilità insolente e sicura; ha un bel viso, dai tratti delicati e decisi. E qualcosa di più, qualcosa di segreto. Sembra felice.

    Si china oltre il davanzale per guardare giù in strada. Vede qualcosa, forse il gatto, e gira la testa. I seni si gonfiano nella scollatura. Il tessuto della vestaglia è così sottile che si possono vedere i capezzoli, grandi e scuri.

    Eddie appoggia la lattina di birra contro il labbro inferiore.

    Un uomo della stessa età della donna entra nella stanza; sono giovani, sui trent’anni. Lei non lo sente e non l’ha ancora visto. È ancora chinata sul davanzale, e sta guardando qualcosa là sotto, qualunque cosa sia. L’uomo le si avvicina lentamente, allunga le braccia, poi la afferra da dietro. La donna sobbalza per la sorpresa.

    Sembra stia gridando, forse è arrabbiata, ma lui la abbraccia forte e preme la guancia contro quella di lei, nascondendosi il viso tra i suoi capelli scuri e selvaggi. La donna si rilassa, mentre lui muove le mani lungo il suo corpo. Lei si volta e lo abbraccia in un bacio lungo e intenso.

    Lui le strizza un seno; è così grande che non ci sta in una mano.

    Il bacio è appassionato. Eddie riesce persino a vedere le lingue che danzano. Lei chiude gli occhi e inarca la schiena, muove i fianchi lentamente e con eleganza, come una danzatrice del ventre. L’uomo inizia a tirarla per la vestaglia. Eddie li guarda eccitato. Ci sono quasi.

    L’uomo, che sembra molto impaziente, afferra la vestaglia della donna sul davanti, la apre con decisione e saltano fuori i seni.

    La vestaglia strappata le ricade dalle spalle. Eddie è incantato.

    La donna appoggia le mani davanti a sé sul davanzale per sostenersi, e così facendo si strizza i seni tra le braccia magre.

    Eddie si abbassa velocemente i jeans e si afferra la base dell’uccello duro.

    La donna si guarda intorno, poi guarda in strada, i suoi occhi vagano da una finestra all’altra. All’improvviso si fa tesa e si volta per dire qualcosa all’uomo. A lui sembra non importare.

    Le sue mani invece spariscono giù tra le gambe di lei, che sussulta, per la sorpresa e il piacere, e smette di parlare. Inarca la schiena e spinge il culo all’indietro, tutto il suo corpo oscilla. Apre la bocca e appoggia la testa sulla spalla di lui. Ha gli occhi chiusi e dal suo viso irradia piacere.

    Lui è già dentro di lei?

    Quando apre gli occhi, si capisce che è davvero arrapata. Si china in avanti e i suoi seni ondeggiano su e giù.

    Usa una mano per sostenersi mentre lui la spinge da dietro, e con l’altra cerca qualcosa vicino alla finestra. Prima che Eddie capisca cosa stia succedendo, lei fa passare qualcosa tra le dita, e la tenda si chiude. Le tende. Chiudono e nascondono tutto ciò che succede nell’appartamento.

    Cazzo!

    Eddie continua a masturbarsi, senza successo. È frustrato. Proprio come quando compare una vespa vicino a un tavolo apparecchiato per la colazione all’aperto, in estate. Pazienza, molla l’uccello e si scola la birra.

    Almeno adesso sa chi sono i nuovi vicini. Va verso il frigo per prendere un’altra birra, poi si dirige in salotto. Ci sono un divano e un tavolino, non ha la televisione. Lattine di birra vuote, bottiglie di bibite, cartacce e altra spazzatura sparsa sul pavimento. Due enormi dipinti che ha disegnato sulla parete: uno è un collage di seni in miniatura di colori differenti, che insieme formano un paio di bellissimi seni giganteschi, l’altro è un dipinto di una donna mezza nuda, in lingerie sexy, con le parole Baise moi, scopami in francese, tatuate sulla schiena, in basso.

    Si siede sul divano e guarda tra i cuscini. Trova dei soldi e se li mette in tasca, ma non è quello che stava cercando. In uno dei cassetti del tavolino c’è una grossa pila di vecchie riviste. Ne prende una, che fa un rumore appiccicoso. Ci è attaccato un pezzo di carta, e lo strappa via. Metà resta attaccato alla rivista e sul pezzetto che ha in mano si leggono solo tre numeri.

    Cazzo! Vuole buttare fuori qualcosa dalla finestra, ma si trattiene. Cerca di ricordare il numero, ma non ci riesce. Pensa a come potrebbe ritrovarla... Qual è la probabilità di incrociare nuovamente una persona a caso, in una delle più grandi città svedesi?

    Indossa una giacca di jeans ed esce. All’ombra fa fresco e il sole gli brucia il viso e il collo. Le strade sono piene di gente, e quando arriva sulla via principale è così affollata che deve rallentare. Il rumore di tacchi alti sull’asfalto lo fa voltare: la donna che lo supera ha delle gambe lunghe e una gonna corta. Muove i fianchi in modo seducente da un lato all’altro e cammina così veloce che i suoi capelli ondeggiano al vento dietro di lei. È una splendida giornata.

    La sensazione piacevole dell’alcol sta svanendo e ha fame. Cerca un buon ristorante. Non ha le forze per sceglierne uno, perciò entra nel primo che ha i tavoli fuori.

    Molte persone amano scegliere, ma è un maledetto peso. Ogni volta che fai una scelta, perdi un’altra opportunità. Se decidi di non scegliere mai ma semplicemente di seguire l’onda, hai il mondo nelle tue mani.

    Si siede a un tavolo all’angolo dell’area all’aperto. Può vedere la strada, ma anche l’ingresso del ristorante. Sceglie sempre un tavolo con quella vista, così può dare le spalle al muro e allo stesso tempo vedere tutto ciò che succede. Guarda il menu. Salmone. Perfetto. Una birra. Sarebbe ottimo.

    La cameriera raggiunge il suo tavolo, prende in mano il bloc-notes e sembra pensare a qualcosa.

    Salve, cosa posso portarle? Chiede.

    Lui la guarda. È molto carina e ha una bocca piccola con delle labbra rosse e carnose. È difficile vedere le linee del suo corpo sotto la divisa, ma gli sembra piuttosto formosa, procace. Ha qualcosa di molto seducente, e il suo viso è meraviglioso. Più la guarda, più diventa bella. Ha gli occhi verdi. Ordina e lei scrive tutto sul bloc-notes. Non riesce a credere che se l’era quasi lasciato sfuggire. Occhi verdi brillanti, come un gatto. Le farò fare le fusa, pensa, e sorride.

    Il cibo glielo porta un’altra cameriera, ma spera sarà lei a portargli il conto. Mangia lentamente. Il salmone è delizioso e se lo gusta così tanto che per un attimo si dimentica di lei. Poi aspetta. Quando si avvicina al suo tavolo, lui sa che sta per chiedergli se andava tutto bene, perciò le dice:

    È la cosa più buona che ho mangiato oggi.

    Lei sorride.

    Mi fa piacere, lo dirò allo chef.

    Ha intenzione di affascinarla e sedurla, ma quando la guarda in quegli occhi verdi, all’improvviso resta senza parole. Di’ qualcosa.

    Mi piacciono i tuoi occhi verdi.

    Okay... grazie!

    Sono insoliti.

    Sì...

    Sai cos’altro mi piace?

    No, cosa?

    La lotta coi cuscini.

    Lei inizia a ridere. Okay dice, arrotolandosi una ciocca di capelli tra le dita.

    Ma il momento migliore per una lotta con i cuscini è ovviamente la mattina dopo una nottata meravigliosa di sesso continua.

    Lei arrossisce, si guarda attorno nel ristorante, raddrizza la schiena e lo guarda nuovamente. Sorride.

    E qual è il tuo preferito, il sesso del buongiorno o della buonanotte? Le chiede.

    Devo sceglierne uno? Ribatte lei.

    Adesso tocca a Eddie ridere. No, non devi. Segui la pancia.

    È quello che stai facendo anche tu in questo momento? Chiede lei.

    Faccio semplicemente quello che sto facendo. È sempre la cosa migliore.

    Fai semplicemente quello che stai facendo dice lei, e sorride. Per un paio di secondi rimangono entrambi in silenzio, poi lei dice:

    Puoi sempre segnarti il mio numero.

    Mi spiace, non ho il telefono.

    Lei solleva un sopracciglio e lo guarda scettica. Non hai un telefono?

    No. Quando finisci di lavorare?

    Non fino alle cinque. Guarda il grande orologio appeso alla parete e dice: Mancano più di due ore.

    Va bene. Aspetterò.

    Te ne starai semplicemente qui seduto ad aspettare?

    No, il sole sta per andarsene e questo posto diventerà freddo. Ma lo vedi quel bar laggiù? Indica l’edificio dall’altro lato della strada. Nell’area esterna del bar ci sono un paio di tavolini e sedie, e per metà sono occupati. Sarà inondato dal sole del pomeriggio un po’ più a lungo, sai quel piacevole sole pomeridiano. Resterò seduto là. Se vuoi sei la benvenuta. Ti tengo un posto dice, sorseggiando la birra.

    Wow, che presuntuoso. Chi si crede di essere? Spero non stia giocando. Cosa intende per aspettare? Mi aspetterà per ore? Ho fatto la doccia stamattina? Cosa succede se vado con lui? Scommetto che sarebbe bello baciare quelle labbra, quel sorriso stupido. Avrà un bel culo? Devo controllare quando si alza. E cosa vuol dire che non ha un telefono. Secondo me è una bugia...

    Fa un respiro profondo e dice: Okay, se lo dici tu. Adesso però devo tornare a lavorare.

    Ma non si muove, sembra che abbia ancora qualcosa da dire. Lo guarda di nuovo. Poi si volta e si allontana.

    Lui si beve la sua birra lentamente guardando le persone che camminano in strada. Nella mente ripercorre la conversazione con la cameriera. Quello che le ha detto, come lei ha reagito, cosa l’ha fatta reagire, e così via. L’analisi è automatica, è così che lavora il suo cervello. Ma è stufo, annoiato, e non vuole preoccuparsene. Afferra il boccale freddo, fa un bel sorso e si concentra sul gusto delizioso.

    Un paio di metri più in là un bambino lascia andare per sbaglio un palloncino rosso. Suo padre non se ne accorge, è impegnato a parlare con un altro uomo. Eddie vede che si sono incrociati per caso e che in realtà non vogliono parlare. Il linguaggio dei corpi li tradisce. Sorrisi educati e piedi pronti a ricominciare a camminare, come se un guinzaglio invisibile li tirasse in direzioni diverse.

    Nel frattempo, il bambino fissa il palloncino che lentamente sta scomparendo in altro, nel cielo azzurro.

    Eddie sorride tra sé, si trattiene dal gridare e si alza.

    Si dirige verso il bar dall’altro lato della strada e ordina una birra.

    La cameriera, che si chiama Frida, ogni tanto gli lancia uno sguardo. Solo uno sguardo, perché anche lei ha un lavoro da fare. Non è un pomeriggio affollato, ma non se ne può semplicemente stare lì a guardare.

    Lui è piuttosto bello, seduto lì al sole, e lei sente un formicolio dentro. Poi se la prende con se stessa: Chi è che va al ristorante da solo? Non ha una vita? Degli amici? Però è coraggioso. Per me sarebbe difficile. È tranquillo e sicuro di sé, ma magari è noioso? Mi sa che devo semplicemente ignorarlo, sarebbe bello andare a casa, ma...

    Si rende conto di non avergli mai detto come si chiama, né di averglielo chiesto. In quel momento decide che lo raggiungerà quando finisce il turno. Se non altro, vuole sapere il suo nome.

    Eddie sorride quando lei si avvicina e fa del suo meglio per far sembrare che in ogni caso doveva andare in quella direzione.

    Vuoi qualcosa da bere? Le chiede.

    Sì, mi sa che prendo qualcosa risponde.

    Ordina una birra. Chiacchierano per un po’. Lui non dice molto ma ascolta con attenzione, e dopo un po’ lei si rende conto di avergli raccontato molte cose di sé.

    A Eddie piace il suono della sua voce. La guarda, osserva come i capelli le ricadono sulle spalle e come muove le dita mentre parla. Guarda i suoi occhi verdi e vede che a volte brillano, quando si entusiasma per qualcosa. Gli fa domande generiche, ma lui le dà risposte brevi e sintetiche.

    Per un po’ restano in silenzio e lui dice: Andiamo, facciamo due passi.

    Attraversano il ponte sul canale. Superano la piazza e percorrono una strada con vecchie case, grandi ingressi e nessun negozio. Lei gli appoggia la testa sulla spalla per un secondo e gli stringe un braccio.

    All’improvviso, Eddie le mette le mani sul culo e la solleva. Il suo grido di sorpresa riecheggia tra i muri. La rimette

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