L'irrazionale - Racconti dell'orrore
Di Luca Alessi
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Anteprima del libro
L'irrazionale - Racconti dell'orrore - Luca Alessi
l’universo.
Volume Primo
L’irrazionale
Sono un ragazzo piuttosto introverso, agli occhi della gente, ma pochi conoscono realmente la mia vera essenza, le paure e gli interessi più reconditi.
Una sera, come sovente accadeva, mi recai nella mia stanza personale, situata di fronte a casa. Le sensazioni, quando sopraggiungeva l'oscurità, erano sempre le medesime, pronte ad accogliermi.
Vivevo in campagna e lì la differenza tra il giorno e la notte è devastante. Di giorno sembra il paradiso: i prati e gli alberi assumono un aspetto quasi celestiale e la profondità di campo è ben definita. La notte, però, non è così: tutto assume un aspetto piuttosto sinistro, almeno ai miei occhi.
Nella mia stanza, spesso e volentieri, facevo ricerche sull’occulto. Adoravo immergermi in testi che parlavano di avvenimenti paranormali e venivano visti in malo modo da persone razionali. Spaziavo tra diversi argomenti, dall’evocazione di demoni ad avvistamenti di fantasmi e così via, ciononostante un articolo mi lasciò scioccato e mi fece sobbalzare sulla sedia. Sì, vi erano proprio descritte le sensazioni che provavo ed erano sapientemente illustrate da un tal esperto dell'occulto dottor Marcellesi.
L’articolo trattava di forze oscure che si annidano nel buio e vengono avvistate solo in pre - senza di grande paura; l’articolo parlava anche del modo in cui queste figure possono essere viste con la coda dell’occhio. Fu proprio in quell’istante che, spinto da una sorta di luce fioca, mi girai verso la porta a vetri della mia stanza, ma nulla: era soltanto il riflesso delle luci del lampadario che riverberava sul vetro dell’uscio. Eppure, nell’istante in cui stavo per girarmi, credevo di aver visto una sagoma sinistra.
Però, come si fa sempre in questi casi, si dà credito alla seconda volta in cui si scorge qualcosa di insolito. Così mi risollevai e pensai che dovessi smetterla di concentrare il mio tempo su simili assurdità. Spensi il PC, mi alzai e uscii dalla stanza, chiusi la porta a chiave e spensi la luce. A quel punto l’oscurità la fece da padrona e il terrore prese il sopravvento. Impugnai il mio smartphone e, con mano tremolante, accesi la torcia. Mi incamminai non solo guardando in direzione della luce della pila, ma anche verso i lati oscuri: le ombre erano lì e poi svanivano ogni qualvolta mi girassi in una direzione buia. Ero terrorizzato.
Ora mi aspettava il passaggio successivo, cioè prendere il mazzo di chiavi e trovare quella giusta per entrare nel cortile di casa. Tuttavia, come ogni sera, mi girai verso gli sconfinati prati, ma non osai puntarvi la luce, perché, al primo sguardo, strane figure si presentavano ai miei occhi.
Rivolgere la torcia elettrica in quella precisa direzione per me sarebbe stato sconvolgente; magari avrei visto ciò che più temevo e mi concentrai a scegliere la chiave per entrare nel cortile, che come al solito sbagliai a scegliere, forse per via del mio terrore dato proprio dalla zona in cui mi trovavo.
Dopo qualche tentativo scelsi la chiave giusta, quando avvertii una presenza alla mia sinistra. Nell’istante in cui la vidi mi venne un tuffo al cuore. Fortuna volle che la mia mente elaborò la figura giusta, cioè il mio gatto, il quale, d’abitudine, rincasava tardi e così lo feci entrare in casa. Andai direttamente a letto e, prima di addormentarmi, lessi un libro del mio autore horror preferito.
Il mattino seguente mi svegliai con un gran mal di testa e quindi, dopo colazione, presi delle pillole. La giornata di lavoro in ufficio sarebbe stata devastante.
Ritornò la sera e la mia sete di conoscenza verso l’occulto ricominciò a farsi sentire con ardore. Sembrava assurdo, ma era la stessa sensazione di quando dovevo smettere con gli alcolici, poi, però, senza curarmi delle conseguenze, riprendevo a bere. Solo che questa misteriosa forza era moltiplicata per mille.
E così mi recai nella mia stanza personale. La sorte volle che il sole, anche se in fase discendente, illuminasse ancora bene i vasti prati intorno a casa mia e mi sentii sollevato.
Entrai nella stanza, accesi il PC, mi immersi di nuovo nelle mie ricerche sconvolgenti e ricapitai ancora in quell’articolo che stavo leggendo la sera prima. Esso parlava del sistema per vedere nitidamente le creature. Ero sconvolto, non volevo proseguire nella lettura, eppure era come se una forza misteriosa mi guidasse.
Nell’articolo veniva detto che, per visualizzarle, bastava mantenere lo sguardo; avrebbe funzionato se il soggetto in questione non si fosse lasciato prendere dalla razionalità.
Il resto dell’articolo enunciava così: Qualsiasi cosa vedrete cambierà a voi la vita. Sappiate che non sarete capiti
.
Il testo si interrompeva in tal modo.
Ero sconvolto e le mani cominciarono a tremare. Ora la paura sembrava più palpabile e reale. Anche se non avevo scorto nulla, il pensiero che potessi vedere le creature mi pietrificò. Il collo pareva bloccato e la solita luce fioca che rifletteva sul vetro della porta mi fece girare a fatica.
Lo vidi, mi stava attirando a sé. Fasci di luce gialla con dietro un volto scuro mostruosamente indefinibile mi stavano catturando. I denti aguzzi furono l’unico particolare degno di nota. La realtà ormai superava la fantasia e il terrore aveva preso il sopravvento sulla razionalità. Stavo girando su me stesso in un mondo di caos e urla blasfeme.
La terribile sensazione vorticosa e angosciosa che sento non avrà mai fine! Che Dio mi aiuti!
*
Referto del dottor Magli:
Il paziente lamenta deliri e sudorazione copiosa e il racconto è sempre il medesimo: Non dovevo girarmi per non continuare a girare!
.
* * *
Il dottor Marcellesi
Quando ho saputo che un altro essere umano è entrato in quell’oblio vorticoso, i sensi di colpa mi hanno assalito con forza. Chi mai avrebbe pensato che scrivere articoli per un importante sito web relativo all’occulto potesse causare simili danni?
La mia vera natura è sconosciuta a tutti. Ogni giorno devo fare i conti con la coscienza, che mi logora e fa soffrire. Purtroppo, però, non ho altra scelta: sono controllato. A volte penso che non tutti gli esseri umani possano vedere le creature, o almeno spero sia così.
Faccio l’impiegato alle Poste sotto un altro nome e tutti mi conoscono come persona estremamente razionale, ma tramite i miei scritti gli uomini più irrazionali possono cadere nell’oblio.
Adesso la mia ora di preghiera mi attende, quindi scendo nello scantinato angusto. Nessuno sa del portale segreto. Un mondo blasfemo mi aspetta di nuovo. Non riesco ad abituarmi a tutti questi fumi spettrali e a questa statua maledetta; quei dannati occhi mi guardano sempre, sembrano vivi. Non riesco a controllarmi: devo inginocchiarmi e pregare.
La mia vita, a questo punto, è completamente automatizzata: lavoro, casa, preghiera, articoli sull’occulto e così via. Quanto ancora potrà durare tutto ciò?
A volte penso di farla finita e porre fine ai miei scellerati servigi, però non ci riesco. Ormai, in ogni azione, non ho più volontà mia. Solo la mente pare, come in questo caso, distaccarsi e sentirsi in colpa per tutto quanto.
Una forza oscura mi impedisce di suicidarmi. Io lo sento, so che sei tu, dio Anjetotep. Se solo avessi scelto un altro luogo in cui vivere, non avrei mai incontrato questa dannata statua che ha vita propria. Sì, tutto è iniziato qui. Prima ero un uomo con una vita normale. Forse sarà un po’ vigliacco, da parte mia, dirlo, tuttavia avrei preferito che un'altra persona avesse incontrato questo dio maledetto. Lo so, è sbagliato, perché comunque fosse andata le sorti di quelle povere anime impazzite sarebbero state le stesse. Io, però, sarei stato innocente.
La cosa che più mi terrorizza è il fatto di non poter fermare tutto ciò. Queste sono leggi che vanno al di là della natura e ogni concezione umana. Sono terrorizzato, ma il mio corpo non trema, sembra tranquillo. È tutto molto strano: avere paura e muoversi come se non se ne avesse. Nessuno può capire quello che sto passando.
Attendo con impazienza la mia morte, anche se, in questa mente imprigionata in un corpo servile e blasfemo, non ho la