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ATRX: Il Diario di R.R
ATRX: Il Diario di R.R
ATRX: Il Diario di R.R
E-book46 pagine31 minuti

ATRX: Il Diario di R.R

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Info su questo ebook

Un libro tratto da una storia vera per dare voce ai piccoli e grandi x-man,tanto rari quanto preziosi  accendereun faro che illumini il mondo sociale,la scienza quella moderna, evoluta.progressiva, affinchè meriti tali nomenclature.
LinguaItaliano
Data di uscita17 gen 2021
ISBN9791220252409
ATRX: Il Diario di R.R

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    ATRX - di Giacomo Pietoso

    GiacomoPietoso

    ATRX

    Il Diario di R.R

    UUID: 3c94a043-2194-437e-ad2d-2b04804e1755

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    INTRODUZIONE

    A T R X

     Francesco e Lucia

    Incontro con Francesco

    Dal diario di R. R

    Quando Raffaele viene al mondo il papà e' a Firenze.

    Dal diario di R.R

    Un nuovo mondo

    Dal diario di R.R

    Una telefonata speciale

    Cos’è l’Atrx?

    Dal diario di R.R

    Dal diario di R.R

    Dal diario di R.R

    A Sant'Agata con Raffaele

    Anche se

    Biografia

    INTRODUZIONE

    In primis voglio ringraziare Giacomo per avermi coinvolta in questo progetto, che ho letto tutto d’un fiato e che mi ha fatto ripercorrere, tramite il racconto di Lucia e Francesco, che in parte è simile al mio, i momenti iniziali della vita di Gabriele.

    Per lui tutto sembrava scorrere come doveva, senza troppi intoppi. Ad un certo punto però ci siamo accorti che il nostro cucciolo non si muoveva come avrebbe dovuto, quando aveva10 mesi abbiamo fatto la prima visita: ritardo psicomotorio. In un istante ci siamo ritrovati in un centro di riabilitazione per 8 ore a settimana. Ricordo quelle ore ad aspettarlo, lui che piangeva e non voleva andare, non voleva fare riabilitazione, voleva solo stare in braccio alla sua mamma a farsi coccolare e non su un pavimento cercando di fare movimenti che non conosceva e non sapeva come mettere in pratica. Non smetterò mai di ringraziare le terapiste per tutto quello che hanno fatto per lui in quel periodo, se oggi salta, cammina, sale e scende le scale da solo è per merito loro e della loro tenacia! Giorni, anni difficili quelli, lui spesso urlava, anche quando era dento la sala di riabilitazione e io, che sono sempre passata per essere una donna forte, uscivo e restavo fuori fino alla fine della terapia. Quelle urla di disperazione ti lacerano dentro, sai che devi lasciarlo per il suo bene ma dentro ti senti morire…

    Poi la vita prosegue e tuo figlio, che non sapeva neanche girarsi supino, inizia a gattonare, poi a tirarsi sulle gambette, ancora fragili a causa del forte ipotono che caratterizza la sindrome e poi finalmente cammina, è ben inserito a scuola, le maestre sono splendide e i suoi compagni quando entra dopo la terapia gli fanno sempre una festa incredibile, mi consegnano i disegni che fanno per lui, lo abbracciano, riempiono il mio cuore di gioia e rendono lucidi i miei occhi.

    Ma ancora non sapevamo cosa avesse, quale fosse la causa della sua condizione…il calvario tra ospedali, ricoveri e medici, che spesso ci hanno trattato come genitori troppo

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