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A proposito dell'altra notte (eLit): eLit
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E-book150 pagine2 ore

A proposito dell'altra notte (eLit): eLit

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Info su questo ebook

E se lei e Steve non fossero sessualmente compatibili?
È questo il dubbio che assale Janine Murphy a due giorni dalle nozze. Già il fatto che tra loro non ci sia mai stato niente di più che qualche bacio la fa riflettere seriamente.
Ma forse una soluzione ci sarebbe...
E così Janine, indossate le vesti della femme fatale, si intrufola nella camera d'albergo del futuro sposo per una prima notte di nozze... anticipata.
Peccato, però, che nel letto non ci sia Steve.
A stringerla tra le braccia è...
LinguaItaliano
Data di uscita31 mag 2018
ISBN9788858987612
A proposito dell'altra notte (eLit): eLit

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    Anteprima del libro

    A proposito dell'altra notte (eLit) - Stephanie Bond

    978-88-5898-761-2

    1

    «Succo di mirtillo» consigliò Janine Murphy sollevando i lunghi capelli castani della sorella per scrutarle il collo con occhio clinico, cercando di mettere a fuoco le due macchie rosse lasciate sulla pelle da baci troppo appassionati. O piuttosto si trattava di un'unica macchia allargata?

    Il vino che aveva bevuto a stomaco vuoto non l'aiutava a distinguere con chiarezza. Aveva mangiato una fetta di torta un paio d'ore prima, al party dato in suo onore, ma non era stato sufficiente a placare l'irritazione gastrica né, tantomeno, l'inquietudine dei suoi pensieri. Di fronte allo striscione colorato che le augurava: Buona fortuna, Janine, si era improvvisamente chiesta se stesse facendo la cosa giusta.

    Aveva riflettuto a lungo sul suo rapporto con Steve, ma non era giunta a una conclusione.

    «Succo di mirtillo?» ripeté Marie sollevando lo sguardo nello specchio per incontrare quello della sorella. «A che cosa serve?»

    «Ha proprietà astringenti sui capillari e aiuta a riassorbire piccoli ematomi. Anche quelli causati da troppa voluttà...» Janine lasciò ricadere i capelli di Marie con una evidente smorfia di disapprovazione.

    L'altra ridacchiò. «Che cosa posso farci? Greg è molto focoso.»

    Suo malgrado, Janine fu attraversata da un moto d'invidia. Per anni, infatti, aveva pazientemente ascoltato le disinvolte avventure sessuali della sorella.

    «In questo caso, è meglio che tu lo tenga lontano dalla tua giugulare» le consigliò con un sorriso tirato.

    «Il tuo lato di assistente medico emerge sempre, eh?» domandò Marie.

    «L'assistente fisico» la corresse Janine, avviandosi verso il letto e lasciandovisi cadere sopra con una risata.

    Marie la raggiunse, ridendo a sua volta. Per quanto fossero diverse, le due sorelle si erano sempre capite molto bene.

    «Grazie per avere organizzato la festa» dichiarò Janine rigirandosi tra le mani il bicchiere ormai vuoto. «Non so come avrei fatto a cavarmela senza di te.»

    «Non dire sciocchezze. So benissimo che avvenimenti simili sono spesso una noia mortale» rispose l'altra indirizzandole uno sguardo complice.

    Come al solito, aveva colto nel segno. In realtà, Janine aveva passato l'intero pomeriggio a bere vino e ad ascoltare con un crescente senso di fastidio una schiera di donne che favoleggiavano delle loro straordinarie esperienze sessuali.

    Tutte le risate e gli ammiccamenti l'avevano irritata a tal punto che, quando le amiche le avevano chiesto di raccontare qualcuna delle sue avventure di letto, lei aveva inventato su due piedi una storia di amplessi rocamboleschi, immaginando la balaustra di una terrazza come set infuocato dei suoi esercizi ginnici. Una festa d'addio al nubilato non era certo il posto giusto per confessare di essere ancora vergine, alla tenera età di ventinove anni. Di sicuro, neppure sua sorella le avrebbe creduto.

    Quella della verginità, non era stata una scelta voluta. Con la persona e nell'occasione giusta, Janine sarebbe stata ben contenta di fare il grande passo. Al tempo della scuola, però, si era rivelata una ragazza troppo timida per rispondere a qualsiasi tipo di approccio maschile, e in seguito era stata troppo impegnata nello studio e nel lavoro per innamorarsi di un ragazzo.

    Alla fine aveva incontrato Steve.

    Con un gesto automatico si rigirò al dito l'anello di fidanzamento, contemplandolo con sguardo assente. Tre splendenti diamanti incastonati in una veretta di platino, un gioiello che era appartenuto alla famiglia del suo fidanzato e che, per questo, aveva ancora più valore.

    «Tra quarantotto ore sarai una donna sposata. Faccio quasi fatica a crederci» commentò Marie, come leggendole nel pensiero. «Ehi, se è a Steve che ti sei ispirata per i tuoi racconti di questo pomeriggio, be'... prevedo una luna di miele molto intensa

    Janine represse un moto di fastidio e scosse il capo, i lunghi capelli color miele che le ondeggiavano sulle spalle. Non avrebbe confessato ad anima viva che tutte le sue esperienze in fatto di sesso derivavano dai suoi studi di anatomia e dalle letture rubate qua e là sui rotocalchi mondani.

    Ignara del disagio della sorella, Marie si allungò sul letto e prese in mano una bambola di pezza vestita in abito nuziale. «E questa da dove arriva?» domandò con una smorfia.

    «Un regalo di Lisa. Credo che fosse sua e se ne sia voluta liberare dopo il divorzio.»

    «Pessimo gusto» commentò Marie. «Questo sì che è adeguato, invece!» esclamò raccogliendo un bustino di seta rosa ornato da pizzi e nastri neri. «Un vero capolavoro di sensualità.» Lo sollevò e osservò il bigliettino che accompagnava il dono. «Felicitazioni, Sandy. La segretaria di Steve?» domandò mentre si drappeggiava addosso l'indumento rimirandosi nello specchio di fronte.

    Janine fece un mugolio di assenso. «Presumo che abbia voluto farmi sapere che a Steve piace il rosa.»

    Marie le lanciò una strana occhiata. «Non vorrai insinuare che tra Steve e la sua segretaria ci sia una relazione sessuale.»

    «Non credo che Steve sia abbastanza interessato al sesso da avere una relazione.» Subito dopo avere pronunciato quelle parole, Janine si sarebbe presa a pugni. Come aveva potuto dire una cosa simile? Il danno era ormai fatto.

    Marie sgranò gli occhi. «Temo che tu sia più ubriaca di quanto avessi creduto.» Raggiungendo il bordo del letto, lasciò scivolare giù le gambe e si sedette facendosi largo tra le scatole. «Avanti, sputa il rospo.»

    «Cosa dovrei raccontarti?»

    «Com'è la situazione tra te e Steve. Intendo dire, ho sempre sospettato che la vostra non fosse una passione travolgente, ma credevo che comunque ci fosse una buona intesa sessuale.»

    «È importante?»

    Marie sembrò scandalizzata. «Accidenti, e lo chiedi a me?»

    «Cerca di essere obiettiva» riprese Janine con aria cupa. «Hai mai avuto una relazione importante senza sesso?»

    Marie non ebbe bisogno di pensarci. «Assolutamente no.» Si avvicinò alla sorella con complicità. «Avanti, Janine. Qual è il problema? Frequenza? Durata? Qualità?»

    Janine sospirò. «Astinenza» rispose con voce incolore.

    «Per quanto tempo? Settimane? Un mese?»

    «Un anno.»

    La confessione sembrò rimbombare nel silenzio attonito che seguì.

    «No!» gemette alla fine Marie. «Voi vi conoscete soltanto da un anno.»

    «Precisamente» assentì la sorella scuotendo i lunghi capelli biondi.

    «Allora tu non hai mai fatto l'amore con Steve?»

    «Già.»

    «Incredibile!» Marie balzò in piedi, agitata. «Come mai non... Cioè, ne avrete parlato almeno, non è vero?»

    «Ho cercato di farlo più di una volta» ammise Janine frustrata, «e ti confesso che mi sono sentita molto imbarazzata. In ogni caso, Steve mi ha sempre risposto che preferiva aspettare che fossimo sposati.»

    «Allora è per questo che l'ha proposto così in fretta» commentò Marie con un guizzo ironico. «E per il fatto che ti ama, naturalmente» aggiunse. Poi guardò la sorella con aria preoccupata. «Sai, credo che tu dovresti essere un po' più aggressiva.»

    «Ho provato di tutto per gettarmi tra le sue braccia» confessò Janine. «Senza successo.»

    «Forse si tratta davvero di rispetto» rifletté Marie, ma non ne era molto convinta.

    «Non so. A volte ho il sospetto che ci sia dell'altro. Tutte le volte in cui ho tentato di sedurlo, ha reagito quasi con violenza. E per alcuni giorni ha evitato di chiamarmi.»

    Marie emise un profondo e sonoro sospiro. «Questo è davvero strano. Dopotutto, Steve è famoso per avere avuto uno stuolo di donne. E non erano certo delle sante.»

    «È proprio questo che mi preoccupa» ammise la sorella stringendo nervosamente le dita affusolate. «Temo che Steve sia il tipo di uomo che divide le donne in due categorie. Quelle da portare a letto per divertirsi, e quelle da sposare.»

    Marie scosse il capo, incredula. «Se la situazione è questa, Janine, mi vuoi dire perché diavolo hai accettato di sposarlo?»

    «Buona domanda. A questo punto, ho bisogno di bere un altro po' di vino.» E alzò il bicchiere vuoto che teneva ancora tra le mani.

    Marie lo prese e lo riempì, quindi glielo restituì. «Io ho bevuto abbastanza. Ho un appuntamento con Greg più tardi» aggiunse, come se questo spiegasse tutto.

    Allungandosi all'indietro sui cuscini, Janine sorseggiò lentamente il vino, assaporandolo con aria assorta. «Perché ho accettato di sposarlo?» ripeté come se parlasse a se stessa. «Perché Steve è bellissimo, affascinante, ha un futuro promettente e ama le stesse cose che piacciono a me.»

    «Uhm... Anche le erbe medicinali e lo yoga?» ribatté l'altra dubbiosa.

    «Okay, non proprio tutte. Ma stiamo bene insieme. L'hai detto anche tu.»

    Marie fece un gesto vago con la mano. «Ho sempre affermato che sembrate una bella coppia, tutti e due biondi, giovani, affascinanti. Ma questo non significa che stiate bene insieme.»

    Quando Steve le aveva chiesto di sposarlo, Janine era rimasta piacevolmente sorpresa. Lui, l'affascinante chirurgo che aveva tutte le infermiere e le assistenti ai propri piedi, aveva scelto lei! Ora, però, le parole della sorella non facevano che scavare solchi sempre più profondi nella sua incertezza.

    «Steve è un gentleman» fu tutto ciò che la futura sposina riuscì a replicare.

    «Per l'amor del cielo, Janine!» sbottò Marie esasperata. «Non si sposa un uomo per questo. Sei sicura di voler passare il resto della tua vita con lui?»

    Lei si era posta quella domanda almeno un milione di volte. «Mi piace» dichiarò decisa. «È affascinante e gentile. Penso che la vita con lui sarebbe...»

    «Sì?» la incoraggiò la sorella.

    «Non so. La verità è che vorrei una vita eccitante, una relazione appassionata, un amore esclusivo e incantatore, di quelli che ti tolgono il respiro e la ragione.»

    «A chi lo dici!» borbottò Marie. «E tu credi che Steve ti possa dare quello che cerchi?»

    «Come accidenti faccio a saperlo?» Per un attimo, Janine perse la sua abituale compostezza e si tirò su a sedere con uno scatto esasperato. «Io amo Steve e ne sono attratta, ma non ho idea di come sarà fare l'a more con lui.» Non so neppure come sarà fare l'a more con altri uomini, del resto.

    Marie si fermò al centro della stanza con le braccia puntellate sui fianchi. «Be', non è ancora troppo tardi.»

    «Per decidere di non sposarlo?» inorridì Janine.

    «No. Per scoprire com'è fare l'amore con lui.» Un guizzo balenò negli occhi castani di Marie. «Sai dov'è stanotte?»

    «C'era in programma una festa di addio al celibato. Poi Steve resterà a dormire nell'albergo dove si terrà il matrimonio, perché casa sua è invasa dai parenti.»

    «Perfetto.» Con una mossa sinuosa Marie si allungò in avanti e afferrò il bustino rosa, facendolo dondolare maliziosamente davanti agli occhi della sorella. «Non riesco a pensare a un abbigliamento più adatto per sedurre il tuo futuro marito. Alzati e vieni qui.»

    «Ehi, che cosa hai intenzione di fare?» protestò Janine, allarmata.

    «Stringere questo capo di biancheria intima su

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