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Uno sposo per due: eLit
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E-book148 pagine2 ore

Uno sposo per due: eLit

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Info su questo ebook

Alan, decisamente bello, posizione economica invidiabile, viene abbandonato all'altare dalla promessa sposa, che gli preferisce nientemeno che un vedovo con tre figli a carico! Un gran brutto colpo per l'orgoglio maschile del povero Alan. E se per questo finisse per commettere una pazzia? Meglio tenerlo d'occhio. Pamela, testimone della sposa mancata, si assume volentieri il compito di vigilare su di lui. E da quel momento iniziano i guai. Sì, perché Pamela, oltre a essere una vera bomba sexy, è anche un'incredibile pasticciona.
LinguaItaliano
Data di uscita30 apr 2015
ISBN9788858937280
Uno sposo per due: eLit

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    Anteprima del libro

    Uno sposo per due - Stephanie Bond

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Wife Is A 4-letter Word

    Harlequin Love and Laughter

    © 1998 Stephanie Hauck

    Traduzione di Marilisa Pigoni

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2000 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5893-728-0

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Alan Parish si voltò e colpì con un calcio una lattina vuota, facendola ruzzolare rumorosamente. Con le mani

    sprofondate in fondo alle tasche dei pantaloni, rimase a fissare il marciapiede ancora umido di pioggia e immaginò che al posto di quella lattina ci fosse la testa di David Lowton.

    Aveva voglia di imprecare, ma non riusciva a trovare le parole giuste per descrivere la brava persona che gli aveva appena rubato la fidanzata proprio davanti all’altare. Il solo aggettivo che gli veniva in mente era... intelligente!

    Si guardò intorno alla ricerca di qualche altro oggetto su cui sfogare la propria rabbia, non potendo prendersi a calci da solo. Avrebbe dovuto chiedere a Margaret di sposarlo mesi, anzi, anni prima. Invece aveva fatto l’errore di dare per scontato il loro rapporto e lei alla fine si era innamorata di uno dei suoi clienti. Il matrimonio era stato annullato proprio all’ultimo istante e la madre di Alan aveva dovuto rinunciare al tradizionale pianto in chiesa.

    Proprio in quel momento, amici e colleghi stavano già festeggiando la nuova e imprevista coppia. Era ridicolo pensare che il tutto avveniva a sue spese, torta nuziale e bottiglie di champagne comprese.

    L’isolato venne scosso dal rumore stridulo di una macchina lanciata a tutta velocità e Alan ebbe appena il tempo di rendersi conto che si stava avvicinando a lui prima di ritrovarsi fradicio dalla testa ai piedi. L’ennesima, brillante manovra di parcheggio di Pamela Kaminski aveva centrato una pozzanghera proprio davanti a lui.

    «Scusami, Alan» gli urlò, innervosita. «Questo accidenti di vestito mi si è incastrato nella leva del cambio.»

    Lui scosse lentamente il capo e cercò di ripulirsi alla meglio dal fango. Pamela riuscì finalmente a scendere dalla macchina e lui si stupì di non trovarla affatto ridicola nel pomposo vestito rosa albicocca da damigella d’onore. Ci volevano la sua disinvoltura e la sua camminata decisa per non fare quasi caso ai tanti fiocchetti e fiorellini in rilievo che adornavano perfino i lunghi guanti di seta.

    Lei si sistemò sbuffando una ciocca di capelli biondi sfuggiti alla pettinatura e sorrise ad Alan. «Che disastro» mormorò.

    «Non ti preoccupare. Avevo giusto bisogno di rinfrescarmi le idee.»

    «Mi riferivo al matrimonio.»

    «Ah» replicò lui senza imbarazzo, tentando di stornare lo sguardo dalle forme praticamente perfette della migliore amica della sua ex fidanzata. Non si era mai sentito così depresso e confuso in tutta la sua vita e se ne stava lì immobile a lasciare che Pam tentasse di liberarlo dal fango che gli imbrattava lo smoking. «Non riesco a credere che Meg abbia scelto per te questo vestito» osservò a mezza voce.

    «Oh, non lo ha fatto» ribatté Pam, utilizzando lo strascico di organza per pulire le scarpe. «Qualcuno deve avere confuso gli ordini. Ma quando me lo hanno recapitato, ho pensato di non dire niente a Meg per non agitarla ancora di più.»

    Alan abbassò lo sguardo. «Probabilmente non lo avrà neppure notato. Avrà avuto occhi solo per David Lowton.»

    «Effettivamente era tutt’altro che turbata» confermò Pam con sincerità.

    «Allora si sono proprio sposati.» Alan non riusciva a crederci. La donna che fino a qualche ora prima lui stava aspettando all’altare aveva sposato un altro uomo senza aspettare neppure un giorno!

    «Sì.»

    «E non ti sei fermata a festeggiare?»

    Lei fece schioccare le labbra e scosse il capo. «Non avevo nessuna voglia di ritrovarmi circondata da tre bambini scatenati.»

    Alan sogghignò, sarcastico. «E pensare che, per tutto il tempo che siamo stati fidanzati, Meg non mi ha mai parlato del suo desiderio di diventare mamma. E invece ha sposato un uomo con tre figli a carico.»

    «Già. Vedessi che piccoli teppisti!» Si sfilò i guanti da cerimonia ormai completamente imbrattati di fango e li buttò nel cestino.

    Alan era sorpreso. Da quando si erano conosciuti, non aveva mai considerato Pamela Kaminski, come invece faceva gran parte della popolazione maschile di Savannah. In quel preciso istante era praticamente ammaliato dalla sua bellezza sfrontata e dalle spalline del reggiseno di pizzo bianco che intravedeva sotto alle trasparenze del vestito. «Sei venuta qui per offrirmi la tua spalla su cui piangere?» domandò quasi seccato.

    «Diciamo che ho pensato che potessi avere bisogno di un’amica. Ma non avevo intenzione di offenderti, Alan. So quanto amavi Meg.»

    «Già, anch’io» ribatté lui, sospirando.

    «Dove pensavi di andare?»

    «All’aeroporto.»

    Lei rise. «Abbastanza lunga come passeggiata.»

    «Il mio volo per Fort Meyers parte tra quattro ore. Avevo pensato che, in questo modo, io e Meg potessimo fare le cose con calma.»

    «Non avrai intenzione di andare da solo in luna di miele?» domandò Pam, temendo che Alan fosse molto più sconvolto di quello che sembrava.

    Lui alzò lo sguardo. «Certo. Perché no? È già tutto pagato e io non vedo l’ora di affogare tutti miei dispiaceri in qualche centinaio di margaritas. Voglio sprofondare nel caldo delle spiagge della Florida e non pensare più a niente.»

    Pam lo fissava incredula con i suoi luccicanti occhi azzurri. Una goccia di pioggia le cadde sulla punta del naso e la smorfia di disappunto fece ridere Alan.

    «D’accordo, allora. Ti do un passaggio. Dov’è il tuo bagaglio?»

    «Nel baule della limousine davanti alla chiesa e non ho nessuna intenzione di andarla a riprendere. Comprerò tutto il necessario a Fort Meyers.» Aprì la portiera del lato passeggero non senza fatica e si lasciò andare sul sedile mezzo sfondato.

    Pam era già al posto di guida e stava litigando con le balze del vestito. «Ci siamo. Allacciati la cintura.»

    Lui annuì senza protestare e si irrigidì nel sentire i pneumatici stridere pietosamente mentre Pam faceva un’inversione. Teneva entrambe le braccia puntate sul cruscotto. In fondo, un incidente era quello che mancava per concludere degnamente la giornata. Un matrimonio annullato a pochi metri dall’altare, la tua ex fidanzata che decide seduta stante di sposarsi con un altro e, per finire, un bell’incidente automobilistico. Perfetto.

    Pam era concentrata nella guida, ma avvertiva la tensione del suo passeggero. «Non ti preoccupare, Alan» gli disse, sfilandosi le scarpe. «Sai che passo gran parte delle mie giornate di lavoro in macchina.»

    Già. Pamela era la promotrice immobiliare più rinomata della città. I futuri acquirenti non avevano certo il coraggio di dirle di no dopo essere stati in macchina con lei.

    Sembrava in grado di potere fare mille altre cose mentre era al volante, ma, quando Alan la vide chinarsi per trovare un programma radiofonico di suo gradimento, decise di intervenire. In fondo, ci teneva ancora alla sua pelle.

    «Lascia, faccio io» le disse con un mezzo sorriso. Selezionò una stazione di musica new age e si riappoggiò allo schienale cercando di rilassarsi.

    Pam mostrò con una smorfia la sua disapprovazione. «È questo il genere di musica che ti piace? Anche il mio dentista ne va pazzo. Come se non fosse già abbastanza penoso il rumore del trapano.»

    Alan sospirò e si rassegnò a sintonizzare la radio su un programma di musica commerciale e Pam manifestò il suo gradimento mettendosi a canticchiare. Solo allora si rese conto di cosa regolava il viavai regolare del tergicristallo. «Ma quella è... una calza da uomo?» domandò, allibito.

    «Sì» rispose Pam, sempre concentrata sulla canzone. «Ho perso la guarnizione e non mi andava di cambiare tutto quanto per un semplice pezzo di gomma. Geniale, no?»

    «Assolutamente.» Non aveva certo intenzione di contraddirla. Si domandava solo quale dei suoi innumerevoli ammiratori avesse sacrificato una sua calza alla causa del tergicristallo rumoroso.

    Non vedeva l’ora di lasciarsi tutto e tutti quanti alle spalle. Aveva voglia solo di arrostirsi al sole e di prendersi qualche sbronza con i fiocchi. Si sarebbe comprato una serie completa di racconti di fantascienza e la signora Margaret Abbott Lowton sarebbe stata solo un lontano e opaco ricordo.

    Pamela rispettava il suo silenzio senza smettere di canticchiare. Lui sbirciò il suo profilo e rimase per un attimo incantato dalla delicatezza dei suoi lineamenti. Aveva un bel naso e gli zigomi ben disegnati. Ciò che più lo colpiva del suo viso era la bocca, simile a quella di un bambino, con il labbro superiore leggermente più pronunciato. Gli occhi azzurri e i capelli biondo scuro la rendevano talmente bella da togliere il fiato. Non era difficile capire perché metà della popolazione maschile di Savannah avesse scelto Pam come protagonista dei propri sogni proibiti. Si diceva che l’altra metà... be’, non avesse avuto bisogno di fantasticare un’avventura con lei.

    Al club ne aveva sentite di tutti i colori sulla vita sentimentale e sulle leggendarie attività amatorie della signorina Kaminski. Più volte si era domandato se si trattassero solo di pettegolezzi, magari influenzati anche dalle origini familiari di quella splendida donna. Pamela era cresciuta nella parte più povera e degradata della città.

    La prima volta che lui l’aveva incontrata era stato al liceo. Pamela stava picchiando un’altra ragazza che aveva offeso una sua amica. Lui aveva

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