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Lucifero, il re sumero tradito dal Signore
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E-book281 pagine5 ore

Lucifero, il re sumero tradito dal Signore

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Info su questo ebook

Dopo aver dimostrato nel precedente volume che l'Apocalisse di Giovanni

raccontava non eventi futuri, ma la storia di ciò che accadde quando la

coda della cometa Burckle colpì la terra di Sumer, in questo nuovo

studio l'autore indaga sui testi sumeri alla ricerca dei racconti

inerenti questa catastrofe.

Attraverso l'analisi di documenti

antichissimi, il libro rivela il crimine compiuto dal personaggio che

nei secoli a venire verrà chiamato "Lucifero", il luogo dove venne

imprigionato con i suoi guerrieri e la sua liberazione da parte del

figlio, per poi giungere a svelare le identità del "Signore" e degli

arcangeli, con un'accurata ricostruzione di quella che fu la prima

battaglia storica documentata dell'umanità, la cui eco è giunta,

attraverso la Bibbia ed altri antichi resoconti, fino ai nostri giorni.

L'ultima

parte del libro viene dedicata alla confutazione della teoria della

paleoastronautica, la quale ipotizza la presenza di alieni nella Bibbia.

Nel

capitolo finale viene infine mostrato come i discendenti di

Noè/Ziusudra arrivarono in Italia, dove approdarono gli eredi dei

"Grandi Costruttori" che fecero ripartire la civiltà dopo il

catastrofico evento del Diluvio Universale.
LinguaItaliano
Data di uscita8 feb 2021
ISBN9791220317733
Lucifero, il re sumero tradito dal Signore

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    Anteprima del libro

    Lucifero, il re sumero tradito dal Signore - Alessandro De Angelis

    religioni.

    Capitolo I

    29 giugno 3123 a.C.: il giorno che cambiò il destino dell’umanità

    Apocalisse fu scritta nel I secolo d.C.; ma da dove trasse l’ispirazione il narratore? Abbiamo visto nel precedente volume che in realtà non era un libro profetico, ma un racconto dove si intravede una guerra tra due fazioni, quella enlilita contro quella enkita, durante la quale accadde una immane catastrofe dovuta alla caduta della Cometa Burckle.

    Le prove sono racchiuse in testi noti come Lamentazioni, pubblicate dal professor Samuel Kramer. Il testo più importante ed esplicito è quello de Il lamento per Eridu 88:

    Segmento A (inizio del 1 ° kirugu ) 1-26:

    La tempesta lo coprì come un mantello, si stese sopra come un lenzuolo. Copriva Eridug come un mantello, era steso su di esso come un lenzuolo. In città risuonò la furiosa tempesta […]. A Eridug , la tempesta furiosa ha risuonato […]. La sua voce era soffocata dal silenzio come da una tempesta. La sua gente […] Eridug fu soffocato dal silenzio come da una tempesta. La sua gente […]. Il suo re rimase fuori dalla sua città come se fosse una città aliena. Pianse lacrime amare. Padre Enki rimase fuori dalla sua città come se fosse una città aliena. Pianse lacrime amare. Per il bene della sua città danneggiata, pianse lacrime amare. La sua signora, come un uccello in volo, ha lasciato la sua città. La madre di E-mah, la santa Damgalnuna, lasciò la sua città. I poteri divini della città dei più sacri poteri divini furono ribaltati. I poteri divini dei riti dei più grandi poteri divini furono alterati. A Eridug tutto si è ridotto in rovina, è stato battuto dalla confusione. La tempesta malvagia uscì dalla città. Ha spazzato tutta la Terra – una tempesta che non possiede né gentilezza né malizia, non fa distinzione tra il bene e il male. Subir è sceso come pioggia. Ha colpito duramente. Nella città dove brillava la luce del giorno, il giorno si oscurò. A Eridug, dove splendeva la luce del giorno, il giorno si oscurò. Come se il sole fosse tramontato sotto l'orizzonte, si trasformò in crepuscolo. Come se An avesse maledetto la città, da solo l'ha distrutta. Come se Enlil l' avesse accigliato, Eridug, il santuario Abzu, si inchinò profondamente.

    In questi versi si parla di Enki come signore della città, ma noi sappiamo che il primo re della Lista reale sumerica fu Alulim, che abbiamo provato nei precedenti volumi essere Adamo. Questo vuol dire che quando avvenne la distruzione della città Adamo non era presente, in quanto fu coinvolto nella battaglia contro il Signore Enlil e i suoi arcangeli o per meglio dire i capitani del suo esercito.

    Ma a parte questo, il testo parla della distruzione della città a causa di una tempesta che colpì tutta la terra e dell’oscuramento del Sole, tanto che il giorno si trasformò in crepuscolo. La colpa di questa catastrofe viene imputata ad Anu, padre di Enki ed Enlil, e a quest’ultimo.

    27.1 ° kirugu:

    30-37. Una seconda volta la tempesta ha distrutto la città: il suo canto era lamentoso. […] è stato calpestato (?). […] ha intensificato il lamento. Ha tagliato la serratura dal cancello principale. La tempesta ha spostato la sua porta. […] Ha ammucchiato le persone a mucchi. […] da solo l'ha distrutto. Si è trasformato […] in lacrime. […] contaminato […] [1 riga mancante 39-47] […]. Ha distorto il suo aspetto. […] Ha distorto il suo aspetto. Circondò il suo […] muro. Ha ribaltato le sue fondamenta. In tutta la sua città, il luogo puro e radioso (?), Le fondamenta erano piene di polvere. Ha gettato il suo ziggurat, il santuario che arriva fino al cielo, in un mucchio di detriti. L'altezza del suo ornamento sopraelevato, che si addice a una casa, è stata ridotta (?). Ha abbattuto il cancello, la sua Grande Ziggurat-di-Cielo-e-Terra-Coperta-di-Terribile-Incredibilità, la sua porta splendente, e ha sfondato il suo chiavistello. Ha strappato lo stipite della porta. La casa è stata deturpata.

    Il testo continua parlando di una seconda distruzione, ancora una volta imputabile al vento, così forte e impetuoso da aver abbattuto muri e ribaltato le fondamenta dello ziggurat, oltre ad aver abbattuto cancelli, portoni e scaraventare a mucchi le persone.

    48.2 ° kirugu: 49. La distruzione di Eridug! La sua distruzione è stata grave. 51-57. Al suo cancello con la faccia di leone, luogo in cui si determinano i destini, ha mutilato il boschetto (?) Che forma l'ornamento della casa […] Ka-ḫeĝala e Igi-ḫeĝala , i portinai della casa […]. Prematuramente l'hanno distrutta completamente. Sono completamente alterati […]. Al cancello del distretto uzga, l'ingrasso di animali […] le grandi offerte. I suoi uccelli e pesci venivano trascurati lì. Distruzione […]. In tutta la sua casa, raggiante (?) In argento e lapislazzuli, lacrime […].

    In questa parte si parla del cancello con la faccia di leone; quindi ci doveva essere la rappresentazione di un leone sul cancello. Il leone diventerà il simbolo della tribù ebraica di Giuda. Giuda, il quarto figlio di Giacobbe, è considerato il fondatore della tribù. Il leone di Giuda è anche un'espressione usata nell'Apocalisse per indicare il Messia. Il simbolo degli enliliti era il serpente, mentre il simbolo degli enkiti era dunque il leone, simbolo che da Enki e Adamo arriverà non a caso fino a Gesù, loro discendente. Oltre al simbolo del leone si parla anche dei lapislazzuli, pietre che ritroviamo nelle statue egizie dei faraoni deificati, a ulteriore dimostrazione che erano i discendenti di Cam, figlio di Noè².

    Leone di Giuda. Fonte dell'immagine: https://it.wikipedia.org/wiki/File:Araldiz_leone_giuda.png. Autore: Massimop.

    All'immagine non sono state apportate modifiche.

    In una versione di Urim (UET 6142), segmento A 8-14, si parla ancora della porta del santuario di Enki con raffigurato il leone: Alla grande porta, la porta con la faccia di leone, il luogo in cui sono determinati i destini, i malfattori:

    Segmento C (continuazione del 6 ° kirugu)

    Il Signore Enlil, re delle terre, guardò Sumer con malizia. L'ha demolito. Ha distrutto il Ki-ur, il posto fantastico. Ha raso al suolo con il piccone tutto lo splendente E-kur. L'ha distrutto ma non l'ha abbandonato: ai pranzi, nella sua grande sala da pranzo, lo chiamano per nome. 9-20. Aruru, la sorella di Enlil, ha distrutto la sua città Iri-saĝ-rig. A Keš, il luogo di creazione della Terra, la gente vedeva all'interno del suo santuario sacro dove la luce del giorno era sconosciuta. L'ha distrutta ma non l'ha abbandonata: ai pranzi, nella sua grande sala da pranzo, la chiamano per nome. Signore Nanna, Signore Ašimbabbar, ha distrutto la sua città Urim. Ha decimato la Terra con la carestia. Ha commesso un sacrilegio contro l'E-kiš-nu-ĝal. Ha colpito al suo cuore. L'ha distrutto ma non l'ha abbandonato: ai pranzi, nella sua grande sala da pranzo, lo chiamano per nome. Inana, la regina del cielo e della terra, ha distrutto la sua città Unug. Fuggendo dalla E-ana, la casa dei sette angoli e dei sette fuochi […], l'ha distrutta ma non l'ha abbandonata: ai pranzi, nella sua grande sala da pranzo, la chiamano per nome. (Damgalnuna parla:) Mio amato, chi ha mai visto una distruzione come quella della tua città Eridug!³.

    La distruzione delle città viene imputata a Enlil: lo stesso si dice nell’Epopea di Gilgamesh e nell’Atrahasis, dove la colpa del diluvio viene imputata a Enlil, che vuole sterminare il genere umano a causa del prolificare di questo per l’unione di popoli di diversa stirpe, come visto nei precedenti volumi.

    In realtà questo fatto è da imputarsi antropologicamente ai posteri, che cercheranno di fornire una spiegazione plausibile a una catastrofe immane, senza precedenti a memoria d’uomo, per far sì che non si ripeta, divinizzando e deificando Enlil e alcuni personaggi importanti della sua progenie, come suo figlio Nanna, dio lunare, e suo nipote Utu, dio solare, in primis.

    Per questo motivo quando Ziusudra, alias Noè, quando toccherà terra con la barca, sacrificherà un montone a Utu, il sole che ricompare dopo che per giorni non era più visibile a causa del diluvio che seguì la caduta della Cometa Burckle.

    Nel Lamento per Ur le notizie relative alla distruzione sono ancora più dettagliate:

    O città, il lamento è amaro, il lamento fatto per te. Il tuo lamento è amaro, o città, il lamento fatto per te. Nella sua giusta città distrutta il suo lamento è amaro. Nel suo giusto Urim distrutto, il lamento è amaro, il lamento fatto per te. Il tuo lamento è amaro, o città, il lamento fatto per te. Nel suo Urim distrutto il suo lamento è amaro. Fino a quando il tuo amaro lamento affliggerà il tuo signore che piange? Per quanto tempo il tuo amaro lamento affliggerà Nanna che piange?

    Nanna, figlio di Enlil, era a capo della città di Ur; il testo parla della distruzione della città e del lamento di Nanna davanti alla catastrofe che ha distrutto le case di mattoni, rase al suolo. Le mura della città hanno resistito, ma la terra è ormai perita a causa dell’acqua salata dell’oceano, che è ricaduta per giorni sulle terre rendendola sterile e non più produttiva.

    O città, il tuo nome esiste ma sei stata distrutta. O città, le tue mura si alzano ma la tua terra è perita. O mia città, come una pecora innocente il tuo agnello ti è stato strappato. O Urim, tuo figlio è morto come una capra innocente. O città, i tuoi riti sono stati alienati da te, i tuoi poteri sono stati trasformati in poteri alieni. Fino a quando il tuo amaro lamento affliggerà il tuo signore che piange? Per quanto tempo il tuo amaro lamento affliggerà Nanna che piange? Insieme al signore la cui casa era stata devastata, la sua città era in lacrime. Insieme a Nanna, la cui terra era perita, Urim si unì al lamento. La brava donna, per inquietare il signore riguardo alla sua città, Ningal, per non dargli riposo riguardo alla sua terra, si avvicinò a lui per il bene della sua città – piange amaramente. Si è avvicinata al signore per il bene della sua casa – piange amaramente. Gli si è avvicinata per il bene della sua città devastata – piange amaramente. Si è avvicinata a lui per il bene della sua casa devastata – davanti a lui fa il suo lamento amaro.

    Ningal era la moglie di Nanna: i due ebbero tra i figli più importanti Utu, Inanna e Ishkur. Da notare che Nanna viene chiamato signore, quindi era re in questa città stato.

    Per lo strumento balaj in lacrime, emette a bassa voce un lamento per la casa silenziosa: La tempesta che è venuta – il suo lamento pende pesante su di me. Infuria a causa della tempesta, Io sono la donna per la quale è avvenuta la tempesta. La tempesta che è avvenuta – il suo lamento pesa pesante su di me. L'amara tempesta che si è venuta ad essere per me durante il giorno, ho tremato a causa di quel giorno ma io non sono fuggito prima della violenza del giorno. A causa di questa tempesta debilitante non ho potuto vedere un buon giorno per il mio governo, non un buon giorno per il mio governo.

    Anche per la distruzione di Ur si parla della tempesta, e l’autore del racconto sembra voler attribuire a Ningal la colpa della tempesta.

    L'amaro lamento essendo venuto per me durante la notte, ho tremato a causa di quella notte ma non sono fuggito prima della violenza della notte. La suggestione di questa tempesta, distruttiva come il diluvio, pesa davvero su di me. A causa di la sua esistenza, nel mio posto letto notturno, anche nel mio posto letto notturno veramente non c'era pace per me. Né, a causa di questa tempesta debilitante, la quiete del mio posto letto, nemmeno la quiete del mio posto me. [2 mss. add 1 line:] Veramente non ho abbandonato la mia terra. Poiché c'era amarezza nella mia terra, ho arrancato sulla terra come una mucca per il suo vitello. La mia terra non ha avuto successo. Poiché c'era un'amara angoscia nella mia città, ho battuto le ali come un uccello del cielo e sono volato nella mia città; e la mia città fu distrutta nelle sue fondamenta; e Urim perì dove giaceva. Poiché la mano della tempesta apparve in alto, gridai e le gridai: Ritorna, tempesta, alla pianura. Il petto della tempesta non si alzò. A me, la donna, nell'Agrun-kug, la mia casa di regalità, non hanno concesso un regno di giorni lontani. Anzi hanno stabilito pianto e lamento per me. Per quanto riguarda la casa che era dove lo spirito delle persone dalla testa nera furono placate, invece delle sue feste, l'ira e il terrore si moltiplicarono. nessun occhio era stato gettato. La mia casa fondata dai giusti fu spinta su un lato come un recinto del giardino".

    Ora si parla della distruzione totale della città, con le fondamenta delle case distrutte: questo vuol dire che il vento era fortissimo e poteva arrivare a toccare o superare i 500 km orari. Vengono menzionati anche gli uomini dalla testa nera, o Igigi, che nel Mito del piccone: furono autori del primo sciopero di cui abbiamo testimonianza. Infatti si recarono sotto il portone del tempio di Enlil con il piccone in mano per imporre trattative sul duro lavoro che svolgevano. Importante il fatto che si dice che la casa di Nanna sia stata fondata dai giusti, e Noè era chiamato uomo giusto, a dimostrazione che fosse Ziusudra, decimo re della Lista reale sumerica e discendente sia di Enki che di Enlil:

    Il Signore disse: Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d'averli fatti. Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore. Questa è la storia di Noè. Noè era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio⁴.

    L’epiteto di giusto arrivò da Anu, nonno di Adamo, fino a Gesù e ai suoi parenti della casata dei Boetho, in primis il fratello Giacomo il Giusto, come dimostrato in Codex Jesus vol. I e II. Leggiamo ancora dal Lamento per Ur:

    Per E-kic-nu-jal , la mia casa dei reali, la buona casa, la mia casa che è stata abbandonata alle lacrime, mi hanno concesso come sua sorte e parte: la sua costruzione, falsamente, e la sua morte, davvero. Il vento e la pioggia sono stati fatti cadere su di esso, come su una tenda, un riparo sul terreno spoglio del raccolto, come su un riparo sul terreno spoglio del raccolto. Urim, la mia camera che supera ogni limite, la casa e la città colpita, tutto sono stati sradicati. Come l'ovile di un pastore è stato sradicato. La palude ha inghiottito i miei averi accumulati in città. Quel giorno, quando una tale tempesta era scoppiata, quando in presenza della regina la sua città era stata distrutta, quel giorno, quando una tale tempesta era stata creata, quando avevano dichiarato la completa distruzione della mia città, quando loro aveva dichiarato la distruzione totale di Urim, quando avevano ordinato che il suo popolo fosse ucciso, in quel giorno non ho abbandonato la mia città, non ho abbandonato la mia terra. In verità ho versato le mie lacrime davanti ad An . In verità io stesso ho fatto una supplica a Enlil: Non lasciare che la mia città sia distrutta, li implorai. Non lasciare che Urim sia distrutta, li implorai. Non lasciare che il suo popolo perisca. Li ho implorati. Ma An non ha cambiato quella parola. Enlil non ha calmato il mio cuore con un: È buono, così sia.

    Una tempesta che secondo il narratore è stata creata da Anu e Enlil, con vento e pioggia, che in poco tempo ha distrutto intere città poteva essere stata creata solamente dalla caduta di un asteroide o di una cometa, creò un’onda d’urto con venti mai visti prima.

    Enlil ha portato Gibil in suo aiuto. Ha chiamato la grande tempesta del cielo – il popolo geme. La grande tempesta ulula sopra – la gente geme. La tempesta che annienta la terra ruggisce al di sotto, la gente geme. Il vento malvagio, come un torrente impetuoso, non può essere trattenuto. Le armi in città spaccano teste e consumano indiscriminatamente. La tempesta turbinava oscurità intorno alla base dell'orizzonte: la gente gemeva. Di fronte alla tempesta, il calore divampa: la gente geme. Un bagliore ardente brucia con la tempesta furiosa.

    Oltre al fortissimo vento e le piogge torrenziali il sole si oscurò completamente; poi arrivò l’ondata di calore accompagnato da un bagliore ardente, che probabilmente fu dovuto a un frammento della cometa oppure al materiale della sua coda, che si schiantò in quelle zone, proprio come avvenne a Tunguska, dove un asteroide, composto perlopiù di ferro, sarebbe passato attraverso l’atmosfera terrestre per poi continuare la sua orbita quasi solare, secondo lo scienziato russo Sergei Karpov, ricercatore presso l’Istituto di fisica Kirensky di Krasnoyarsk, e i suoi colleghi.

    L’esplosione, avvenuta nel 1908, spazzò via più di 80 milioni di alberi, e l’impatto con l’atmosfera avrebbe provocato l’onda d’urto, non per impatto diretto, ma per il passaggio dell’asteroide molto vicino alla Terra, a circa 10-15 km dalla superficie e a una velocità di 20 km al secondo. Durante il passaggio l’asteroide avrebbe perso più di 3 milioni di tonnellate di materiale, e l’onda d’urto sarebbe stata provocata dall’evaporazione del corpo mentre si avvicinava alla superficie della terra.

    Questo avrebbe generato plasma ad alta temperatura, che avrebbe creato gli effetti tipici dell’esplosione nella foresta di Tunguska e gli incendi, causati dalla luce ad alta intensità provocata dall’entrata del corpo nell’atmosfera terrestre che raggiunse una temperatura di oltre 10.000 °C. Proprio quando cadde la cometa Burckle, avvenne la distruzione di Sodoma e Gomorra, riportata nei testi biblici.

    Ricercatori britannici hanno decifrato la cosiddetta Planisphere tablet, testo in scrittura cuneiforme inciso su una tavoletta di terracotta del 700 a.C., ritrovata a metà ottocento da Henry Layard tra

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