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I Sicari - Tutti gli omicidi della "Sacra Famiglia"
I Sicari - Tutti gli omicidi della "Sacra Famiglia"
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E-book262 pagine3 ore

I Sicari - Tutti gli omicidi della "Sacra Famiglia"

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Info su questo ebook

In questo ultimo libro della tetralogia Il Re dei Re, l'autore va a ritroso nel tempo per svelare la vera discendenza di Gesù dai leviti, arrivando fino al faraone egizio Amenhotep III, e le origini dello gnosticismo.

Il libro concentra la sua attenzione sul complotto che fu orchestrato per uccidere Giacomo, detto il Giusto, fratello di Gesù. Omicidio che, secondo i Riconoscimenti di Clemente I, vide l'implicazione di Paolo di Tarso e, secondo l'autore, anche dello stesso Gesù, che dopo la morte del fratello ne sposerà la moglie, Marta, ottenendo il sommo sacerdozio.

Lo studio mostra come l'ascesa al potere di Gesù lo portò a scontrarsi, anche fisicamente, con il suo predecessore. Una lotta di potere tra due fazioni in cui Giacomo il Giusto non solo non appoggiò suo fratello, ma gli andò addirittura contro, sostenendo lo gnostico Simon Mago che fu infine ucciso a Roma da Pietro.

Nei capitoli conclusivi viene inoltre identificato Giovanni Battista con un importantissimo rabbino che morì dopo la prima guerra giudaica, sotto la quale sarebbe morto anche Gesù nel 68 d.C.

Nell'ultima parte dello studio l'autore svela infine la natura del Santo Graal, grazie all'identificazione di tre figli, due nipoti e due pronipoti di Gesù, dei quali viene riesumata la storia finora dimenticata.
LinguaItaliano
Data di uscita28 gen 2022
ISBN9791220387255
I Sicari - Tutti gli omicidi della "Sacra Famiglia"

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    I Sicari - Tutti gli omicidi della "Sacra Famiglia" - Alessandro De Angelis

    Capitolo I

    La discendenza non davidica di Gesù

    Nel primo volume de Il Re dei Re, abbiamo visto la discendenza di Yeshua (Gesù), figlio di Erode il Grande e di Maria Boeto, dal sommo sacerdote Gesù, che fu liberato dal re Ciro il Grande nel 537 a.C.:

    Questi sono i sacerdoti e i leviti che sono tornati con Zorobabèle figlio di Sealtiel, e con Giosuè: Seraia, Geremia, Esdra, Amaria, Malluch, Cattus, Secania, Recum, Meremòt, Iddo, Ghinneton, Abia, Miamin, Maadia, Bilga, Semaia, Ioiarìb, Iedaia, Sallu, Amok, Chelkia, Iedaia. Questi erano i capi de’ sacerdoti e de’ loro fratelli al tempo di Yeshua. Leviti: Yeshua, Binnui, Kadmiel, Scerebia, Giuda, Mattania, che dirigeva coi suoi fratelli il canto delle laudi. Bakbukia e Unni, loro fratelli, s’alternavan con loro secondo il loro turno. Yeshua generò Joiakim; Joiakim generò Eliascib; Eliascib generò Joiada; Joiada generò Jonathan; Jonathan generò Jaddua¹.

    Da Jaddua abbiamo questa discendenza che ci porterà fino a Gesù: Onia I, Simone I, Onia II, Simone detto il Giusto, Yeshua (Gesù), Antipatro, Antipa, Antipatro, Erode il Grande, Yeshua (Gesù) ultimo figlio di Erode il Grande.

    Le genealogie di Gesù di Matteo e Luca fanno arrivare, passando ovviamente per Giuseppe, invece che per Erode il Grande, la discendenza di Gesù fino al re Davide. Vediamo, ora che abbiamo scoperto in Gesù, sommo sacerdote liberato da Ciro il Grande nel 537 a.C., il vero antenato del Gesù dei vangeli, se questo corrisponde a verità.

    Yeshua o Giosuè o Gesù era figlio di Iozedàk e, secondo la Bibbia, esercitò questa funzione dopo il ritorno degli Ebrei dalla cattività babilonese, presumibilmente dal 515 al 490 circa a.C. Yeshua ebbe un ruolo particolarmente rilevante nella ricostruzione del Tempio di Gerusalemme, come riferisce la Bibbia in Zaccaria 6, 9-14, Aggeo 1-2 ed Esdra 3.

    Dal padre di Yeshua, attraverso I Cronache 6, 37-40 arriviamo fino ad Azaria:

    Azaria generò Amaria; Amaria generò Achitòb; Achitòb generò Zadòk; Zadòk generò Sallùm; Sallùm generò Chelkia; Chelkia generò Azaria; Azaria generò Seraià; Seraià generò Iozadàk².

    Come visto nei precedenti volumi, Chelkia e Zadok sono nomi che ritroviamo fino a Maria Boeto, nella genealogia di quest’ultima. Azaria, che fu sacerdote nel tempio costruito da Salomone in Gerusalemme, seguendo sempre I Cronache, era figlio di Giovanni:

    Figli di Levi: Gherson, Keat e Merari. Figli di Keat: Amram, Isear, Ebron e Uzzièl. Figli di Amram: Aronne, Mosè e Maria. Figli di Aronne: Nadàb, Abìu, Eleàzaro e Itamar. Eleàzaro generò Pincas; Pincas generò Abisuà; Abisuà generò Bukki; Bukki generò Uzzi; Uzzi generò Zerachia; Zerachia generò Meraiòt; Meraiòt generò Amaria; Amaria generò Achitòb; Achitòb generò Zadòk; Zadòk generò Achimàaz; Achimàaz generò Azaria; Azaria generò Giovanni; Giovanni generò Azaria³.

    Levi era il terzo figlio di Giacobbe e di Lia, capostipite della tribù israelitica dei Leviti. I sacerdoti, dediti all'officio del culto di Aton/Baal, potevano appartenere solo a questa tribù.

    Del re Davide neanche l’ombra. Quindi Gesù non era assolutamente discendente di questo re e fu fatta una forzatura dagli evangelisti per inserirlo come suo discendente, tanto che le genealogie di Luca e di Matteo sono completamente diverse una dall’altra.

    Questo è il motivo per cui Gesù voleva assolutamente il sommo sacerdozio: era discendente dei leviti dalla cui discendenza venivano i sommi sacerdoti, mentre per la Bibbia il messia liberatore doveva venire dai discendenti del re Davide.

    Dio infatti aveva revocato la sua predilezione per Saul, re di Israele, a causa del suo rifiuto di sterminare gli Amaleciti e tutto ciò che apparteneva loro, mandando il profeta Samuele a Betlemme a cercare un nuovo re di Israele tra i figli di Iesse e quest’ultimo era appunto il padre del re Davide. I re di Israele dovevano quindi uscire dalla discendenza di questo re e il messia liberatore doveva nascere da questa discendenza.

    Vediamo la discendenza di Iesse:

    Figli che nacquero a Chezròn: Ieracmèl, Ram e Chelubài. Ram generò Amminadàb; Amminadàb generò Nacsòn, capo dei figli di Giuda. Nacsòn generò Salmà; Salmà generò Booz. Booz generò Obed; Obed generò Iesse. Iesse generò Eliàb il primogenito, Abinadàb, secondo, Simèa, terzo, Netaneèl, quarto, Raddài, quinto, Ozem, sesto, Davide, settimo⁴.

    Saliamo ancora più su per vedere di chi era discendente Chezròn:

    Questi sono i figli di Israele: Ruben, Simeone, Levi, Giuda, Issacar, Zàbulon, Dan, Giuseppe, Beniamino, Nèftali, Gad e Aser. Figli di Giuda: Er, Onan, Sela; i tre gli nacquero dalla figlia di Sua la Cananea. Er, primogenito di Giuda, era malvagio agli occhi del Signore, che perciò lo fece morire. Tamàr sua nuora gli partorì Perez e Zerach. Totale dei figli di Giuda: cinque. Figli di Perez: Chezròn e Camùl⁵.

    Gesù era dunque discendente di Giuda, quarto figlio di Giacobbe, uno dei Padri dell'Ebraismo ed eroe eponimo del popolo di Israele. Prima dell'anno 1000 a.C. le tribù di Israele avevano un tipo di governo democratico, a struttura tribale, ed erano unite dal culto di Baal/Aton, loro unico dio.

    La Bibbia ci narra che questo non bastava alle genti che chiesero a Samuele un re che li unisse sotto una sola corona e questi alla fine unse re Saul, della tribù di Beniamino, come il Signore gli disse. Ma Saul peccò e Dio lo rifiutò scegliendo al suo posto un fanciullo, Davide del casato di Iesse, della tribù di Giuda.

    Come visto nella tetralogia di Codex YHWH, Giacobbe era il re di Mittani Artatama I, figlio di Isacco, a sua volta figlio del faraone Thutmose III e di Sarah, sorella di Abramo e figlia di Tareh, alias il re di Mittani Parsatatar, che perse la battaglia di Megiddo, nel 1457 a.C. contro il suddetto faraone, che prese poi come sposa Sarah.

    Giuseppe, figlio di Giacobbe, diventò il padre del faraone Amenhotep III, dopo che sterminarono la famiglia del faraone Thutmose IV, uccidendo, oltre al faraone, il suo primogenito e le due spose reali Iaret e Nefertari.

    Sempre negli studi di questa tetralogia, abbiamo dimostrato come Amenhotep III, che riportò in Egitto il culto di Baal Hadad sotto forma di Aton, era il padre del faraone Akhenaton e di Mosè, ma non di Aronne, figlio di Amram e Iochebed.

    Mosè era infatti nato dalla relazione di adulterio di Amenhotep III e Iochebed ed era fratellastro di Aronne da parte materna.

    Iochebed era figlia di Levi, quindi Mosè e Aronne erano leviti da parte materna ed Eleazaro era figlio di Aronne.

    Rileggiamo la genealogia da Cronache: Figli di Levi: Gherson, Keat e Merari. Figli di Keat: Amram, Isear, Ebron e Uzzièl. Figli di Amram: Aronne, Mosè e Maria. Figli di Aronne: Nadàb, Abìu, Eleàzaro e Itamar. Eleàzaro generò Pincas… e da qui fino a Gesù dei vangeli.

    Gesù dunque era discendente di Levi e Aronne, ma non di re Davide. Inoltre non aveva sangue legato alla dinastia faraonica da Thutmose IV, ma da Thutmose III, dal cui matrimonio con Sarah nacque Isacco e da questi Giacobbe, padre di Levi.

    In conclusione, possiamo affermare che la discendenza di Gesù da re Davide non è veritiera e forse questo è uno dei motivi per il quale gli Ebrei non volevano riconoscere gli erodiani, ad iniziare da Erode il Grande, come re di Israele.

    Capitolo II

    Omelie Pseudo-clementine: Paolo di Tarso e la morte di Giacomo, fratello di Gesù

    La prima opera di Tito Flavio Giuseppe fu La Guerra Giudaica, un'opera pubblicata nel 75 d.C. in greco ellenistico che racconta la storia di Israele dalla conquista di Gerusalemme da parte di Antioco IV Epifane (164 a.C.), fino alla fine della prima guerra giudaica (74 d.C.).

    Quest'opera ha subito in epoca tardo-antica traduzioni e rifacimenti latini, con interpolazioni del contenuto al fine di renderlo cristiano, come in primis il rifacimento in cinque libri dello Pseudo-Egesippo.

    A La Guerra Giudaica ne segui una seconda, Antichità giudaiche, un'opera storica in venti libri, scritta anch’essa in greco ellenistico, e pubblicata nel 93-94 d.C., contenente la storia del popolo ebraico dalla creazione del mondo fino allo scoppio della prima guerra giudaica nel 66 d.C.

    Mentre nella Guerra Giudaica non si fa riferimento a Gesù, in Antichità giudaiche ci sono riferimenti a Giovanni Battista, a Gesù e ai primi cristiani.

    Il più celebre di questi passi è il cosiddetto Testimonium Flavianum, che definisce Gesù un uomo saggio e un maestro, affermando che compiva opere sorprendenti e che ebbe molti discepoli: Ponzio Pilato lo condannò alla crocifissione, ma i suoi seguaci, che da lui sono detti Cristiani, continuarono a trasmettere il suo insegnamento.

    Il Testimonium, eliminate le interpolazioni da parte dei copisti cristiani, secondo alcuni studiosi è parzialmente autentico; Gesù è citato anche in un secondo passo come fratello di Giacomo, condannato a morte dalle autorità religiose del tempo e questo passo risulterebbe interamente autentico.

    L'uccisione di Giacomo non compare nel Nuovo Testamento, in quanto successivo agli eventi narrati negli Atti degli Apostoli, mentre il resoconto su Giovanni il Battista ne conferma l'arresto e la condanna a morte ad opera di Erode Antipa, come riferito dai Vangeli di Matteo 14, 1-12, Marco 6, 14-29 e Luca 9, 7-9.

    Giacomo subì il martirio a Gerusalemme nel settimo anno dell'imperatore Nerone, intorno al 62, quando era sommo sacerdote Anano, il figlio di Anna suocero di Caifa e fratello di Maria Boeto, come svelato nelle genealogie di questa famiglia nei precedenti volumi di questa tetralogia.

    L’omicidio di Giacomo, fratello di Gesù, avvenne durante il breve vuoto di potere tra i governatorati Festo e Albino, con quest’ultimo che ebbe la carica nel 62 d.C., e le descrizioni dell'effettiva modalità della morte sono in parte discordanti.

    Secondo Flavio Giuseppe, Giacomo fu fatto lapidare assieme ad altri per ordine di Anano, mentre secondo Eusebio di Cesarea, che riprende un lungo passo di Egesippo, Giacomo fu invitato da alcuni capi dei Giudei a salire sul pinnacolo del tempio per far desistere il popolo dalla fede in Gesù:

    In quel tempo Giacomo, detto fratello del Signore, poiché anch'egli era chiamato figlio di Giuseppe - e Giuseppe era padre di Cristo e la Vergine sua promessa sposa, la quale, prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo, come insegna il sacro testo evangelico -, questo stesso Giacomo, dunque, soprannominato dagli antichi anche il Giusto in virtù dei suoi meriti, fu il primo, dicono, ad occupare il trono episcopale della Chiesa di Gerusalemme. Clemente, nel sesto libro delle Ipotiposi, così lo presenta: Pietro, Giacomo e Giovanni, dopo l'ascensione del Salvatore, pur essendone i prediletti, non pretesero per sé alcun onore, ma scelsero quale vescovo di Gerusalemme Giacomo il Giusto. Il medesimo autore, nel settimo libro della stessa opera, dice ancora di lui: Dopo la risurrezione il Signore trasmise il dono del sapere a Giacomo il Giusto, a Giovanni e a Pietro; costoro lo comunicarono poi agli altri apostoli e questi ultimi ai settanta discepoli, uno dei quali era Barnaba. In realtà vi furono due di nome Giacomo: uno, il Giusto, fu gettato giù dal pinnacolo del Tempio e bastonato a morte da un follatore; l'altro fu decapitato. Giacomo il Giusto è ricordato anche da Paolo, che scrive: Non vidi alcun altro degli apostoli, ma solo Giacomo, il fratello del Signore⁶.

    Icona ortodossa raffigurante Giacomo il Giusto, fratello di Gesù. Fonte dell'immagine: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Sveti_apostol_Jakov_brat_Gospodnji.jpg.

    Pubblico dominio.

    Giacomo invece dichiarò che suo fratello era Figlio dell'uomo e sedente alla destra della Potenza, usando gli stessi epiteti attribuitisi da Gesù durante il processo al Sinedrio in Mt 26,64 e Mc 14,62, attirandosi le ire dei Giudei che decisero di lapidarlo, dopo averlo buttato giù dal pinnacolo e, mentre lo lapidavano, fu colpito a morte con un colpo di bastone sulla testa.

    Secondo Girolamo (Vir. Ill.), che cita implicitamente (oltre a Giuseppe Flavio) dei testi perduti di Egesippo e San Clemente alessandrino, non fu lapidato: dopo essere stato condannato alla lapidazione fu buttato giù dal pinnacolo del tempio e fu ucciso da un colpo di bastone da lavandaio alla testa. Nelle Cronache invece parla di una lapidazione.

    Egesippo appartenne alla prima successione degli apostoli, nel quinto libro delle sue Memorie racconta l’episodio dell’uccisione di Giacomo con molti dettagli:

    Giacomo, fratello del Signore, succedette all'amministrazione della Chiesa insieme con gli apostoli. Dal tempo del Signore fino a noi, egli fu da tutti soprannominato il Giusto, poiché molti di loro si chiamavano Giacomo. Ed egli fu santo fin dal grembo materno; non toccò vino né altre bevande alcooliche, e neppure carni di animali; il rasoio non passò sulla sua testa e non si spalmò mai di olio, né fece mai uso di bagni. A lui solo era permesso entrare nel santuario: infatti non portava vestiti di lana, ma di tessuto di lino. Entrava solo nel Tempio e lo si trovava ogni volta in ginocchio a implorare perdono per il popolo, al punto che le ginocchia gli si erano fatte dure come quelle di un cammello per il continuo prosternarsi a Dio in adorazione e chiedere perdono. Per la sua straordinaria equità fu chiamato il Giusto e Oblias, che significa baluardo del popolo, e giustizia , come i profeti dicono di lui. Perciò alcuni appartenenti alle sette fazioni religiose in cui si divideva il popolo giudaico, da me già descritte nelle Memorie, gli domandarono quale fosse la porta di Gesù, ed egli rispose che era il Salvatore. Così alcuni di loro riconobbero che Gesù era il Cristo ma le fazioni sopra citate non credettero né alla risurrezione né alla sua futura venuta per rendere a ciascuno secondo le proprie opere: quanti credettero, fu per opera di Giacomo. Poiché anche molti dei capi credettero, vi fu un tumulto fra i Giudei, Scribi e Farisei, per i quali tutto il popolo correva il rischio di attendere in Gesù il Cristo. Andarono quindi tutti insieme da Giacomo e gli dissero: "Ti preghiamo di tenere a freno il popolo, che si è ingannato su Gesù, quasi fosse il Cristo. Ti preghiamo quindi di persuadere sulla persona di Gesù quanti verranno per il giorno di Pasqua, perché tutti abbiamo fiducia in te, e insieme col popolo intero attestiamo che sei giusto e non hai riguardi personali. Persuadi la folla a non lasciarsi ingannare su Gesù, perché il popolo tutto e noi tutti ti obbediamo. Sali perciò sul pinnacolo del Tempio, così che da lassù tu sia ben visibile e tutti quanti possano udire le tue parole. Infatti per la Pasqua si erano riunite tutte le tribù, e anche i Gentili. Così gli Scribi e i Farisei già citati fecero salire Giacomo sul pinnacolo del Tempio, e gridando gli dissero: Giusto, a cui tutti dobbiamo obbedienza, poiché il popolo erra dietro a Gesù crocifisso, dicci qual è la porta di Gesù. Ed egli rispose a voce alta: Perché mi interrogate sul figlio dell'uomo? Egli siede in cielo alla destra della somma potenza e verrà sulle nuvole del cielo. Molti, convintisi, credettero alla testimonianza di Giacomo ed esclamarono: Osanna al figlio di Davide. Allora gli Scribi e i Farisei si dissero l'un l'altro: Abbiamo fatto male a procurare a Gesù una tale testimonianza: andiamo a gettarlo di sotto, così che la gente abbia paura e non gli creda più. E gridando dissero: Oh! Oh! Anche il Giusto si è sbagliato! e compirono così ciò che è scritto in Isaia: Leviamo di qui il giusto, perché ci è molto scomodo; e allora mangeranno i frutti delle loro opere. Quindi salirono e lo gettarono di sotto. E si dissero ancora l'un l'altro: Lapidiamo Giacomo il Giusto. E cominciarono a prenderlo a sassate, poiché non era morto nella caduta, ma si girò e, messosi in ginocchio, disse: Ti supplico, Signore Dio Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno. Mentre lo lapidavano, uno dei sacerdoti figli di Rechab, figlio di Rechabim, di cui rese testimonianza il profeta Geremia, esclamò: Fermatevi! Che cosa fate? Prega per voi il Giusto. Allora uno di loro, un follatore, preso il legno con cui batteva i panni, colpì sulla testa il Giusto, che morì martire in questo modo. Fu quindi sepolto sul luogo, vicino al Tempio, dove si trova ancora il suo monumento. Per i Giudei e per i Greci egli è diventato testimonianza certa che Gesù è il Cristo. Subito dopo, Vespasiano assediò la città"⁷.

    A Giacomo tutti dovevano obbedienza; viene interrogato sul fratello Gesù e viene ucciso per la sua risposta? Il vero motivo dell’omicidio di Giacomo doveva essere un altro.

    Inoltre egli aveva molti seguaci, quindi per ucciderlo avevano teso una trappola nei suoi confronti; ma chi gli tese la trappola? E per quale motivo fu ucciso? La risposta la troviamo nelle omelie pseudo clementine:

    Chapter LXX.—Tumult Raised by Saul.

    "And when matters were at that point that they should come and be baptized, some one of our enemies, entering the temple with a few men, began to cry out, and to say, ‘What mean ye, O men of Israel? Why are you so easily hurried on? Why are ye led headlong by most miserable men, who are deceived by Simon, a magician?’ While he was thus speaking, and adding more to the same effect, and while James the bishop was refuting him, he began to excite the people and to raise a tumult, so that the people might not be able to hear what was said. Therefore he began to drive all into confusion with shouting, and to undo what had been arranged with much labour, and at the same time to reproach the priests, and to enrage them with revilings and abuse, and, like a madman, to excite every one to murder, saying, ‘What do ye? Why do ye hesitate? Oh sluggish and inert, why do we not lay hands upon them, and pull all these fellows to pieces?’ When he had said this, he first, seizing a strong brand from the altar, set the example of smiting. Then

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