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Historia minima - Vol. IV: 2015 - 2016
Historia minima - Vol. IV: 2015 - 2016
Historia minima - Vol. IV: 2015 - 2016
E-book481 pagine5 ore

Historia minima - Vol. IV: 2015 - 2016

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Info su questo ebook

La copertina di questo libro, che raffigura la nave Italia in mezzo a una tempesta, vuole essere la metafora di un biennio che è stato piuttosto tempestoso per la nostra storia. Un mare in tempesta che non è solo il nostro Mediterraneo, inserito nel più ampio contesto degli avvenimenti internazionali, insanguinati dal terrorismo islamico. Molti sono i fatti accaduti sul piano internazionale. Forse, in primo luogo, sono stati la nascita e lo sviluppo del Califfato islamico, con la scia sanguinosa dei successi e degli eccidi di cui è stato protagonista nel Medio Oriente, in Europa e in Africa, rimescolando gli equilibri politici preesistenti.
In Italia la fiammata di entusiasmo e di rinnovamento che aveva vissuto con l’avvento di Renzi si è spenta, causando altre delusioni e dando la sensazione di un Paese senza speranze che vive solo di parole e di false promesse. Ricordare la cronologia degli eventi, ci permette di valutare il presente e, possibilmente, non ripetere gli errori.
 
LinguaItaliano
Data di uscita14 apr 2021
ISBN9788831381642
Historia minima - Vol. IV: 2015 - 2016

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    Anteprima del libro

    Historia minima - Vol. IV - Stelio W. Venceslai

    nomi

    Curriculum dell’autrice della copertina

    Margherita Rosito è nata a Sondrio e, dopo brevi e intense esperienze teatrali, si è orientata verso le arti figurative, dapprima da autodidatta e, poi, nel 2001, quando si trasferisce a Roma, studiando privatamente disegno e pittura ed esponendo le sue prime opere.

    Negli ultimi tre anni ha realizzato copertine per libri e riviste e ha partecipato a numerose mostre collettive, nazionali e internazionali. In particolare, si ricordano una mini-personale a Torino nel 2016 e una personale, nel settembre 2018, presso il chiostro degli Agostiniani a Bracciano, sul tema " Donne tra mythos e storia ".

    Ha ricevuto numerosi riconoscimenti in selezioni nazionali e internazionali tra cui quello per l’opera " La Rosa Mistica , al premio Apollo dionisiaco (manifestazione artistica patrocinata dal Comune di Roma), il Premio grande maestro 2016 (a cura della rivista Effetto Arte), con l’individuazione da parte di Paolo Levi quale artista su cui investire (selezione D.O.C.- 2016), un Diploma d’onore al premio internazionale Michelangelo Buonarroti 2018, con menzione d’encomio per l’opera Iside incarnata: Cleopatra ".

    Di lei si sono occupati positivamente diversi critici d’arte, come Vittorio Sgarbi, Paolo Levi, Fulvia Minetti Giovanni Papi etc. etc.).

    Riferimenti: secret72.mr@gmail.com

    Introduzione dell’Autore

    La copertina di questo libro, che raffigura la nave Italia in mezzo a una tempesta, vuole essere la metafora di un biennio che è stato piuttosto tempestoso per la nostra storia. Un mare in tempesta che non è solo il nostro Mediterraneo, inserito nel più ampio contesto degli avvenimenti internazionali, insanguinati dal terrorismo islamico.

    Siamo talmente bombardati dalle informazioni e dalle false informazioni (le fake news ) che siamo meno informati di prima e certi eventi tragici, che lì per lì ci colpiscono, li dimentichiamo in fretta, sommersi dal flusso continuo della paccottiglia delle informazioni. Forse è opportuno ripercorrere in sintesi gli eventi più salienti di questo biennio, per rivedere il tempo che abbiamo vissuto.

    Molti sono i fatti accaduti sul piano internazionale. Forse, in primo luogo, sono stati la nascita e lo sviluppo del Califfato islamico, con la scia sanguinosa dei successi e degli eccidi di cui è stato protagonista nel Medio Oriente, in Europa e in Africa, rimescolando gli equilibri politici preesistenti.

    1 - Nel 2015, fra il 3 e il 7 gennaio, Boko Haram , sul lago Ciad, massacra almeno 2000 persone. Sempre il 7 gennaio, a Parigi, l’attentato a Charlie Hebdo inaugura la stagione del terrorismo in Europa. Il 12 marzo Boko Haram aderisce al Califfato islamico. Seguiranno la distruzione dei siti archeologici di Nimrud, Hatra e Dur Sarrukin, il 5 marzo, e la conquista di Palmira, il 21 maggio da parte del sedicente Califfato islamico.

    Il 25 marzo l’Arabia Saudita promuove una coalizione con i Paesi del Golfo per reprimere in Yemen la rivolta degli Huthi, supportati dagli Iraniani e da frange estremiste islamiche.

    Il 18 aprile affonda nel Mediterraneo centrale un’imbarcazione carica di emigranti. 800 persone scompaiono in mare. È il più grande naufragio sulla rotta degli emigranti verso l’Europa.

    Nel dicembre, a Parigi si firma un Accordo internazionale per combattere i cambiamenti climatici.

    In Italia finisce il lungo mandato di Napolitano alla Presidenza della Repubblica e gli subentra Mattarella , con un colpo di mano di Renzi che spiazza gli accordi presi con Berlusconi (il patto del Nazzareno). Ma questo è anche l’anno della conclusione del processo di Ustica che strappa i veli del silenzio dei vari servizi d’ intelligence su questa inutile e odiosa tragedia.

    La crisi al Comune di Roma fa fuori il sindaco Marino e i 5Stelle si preparano all’attacco della capitale.

    Comincia lo scricchiolio del sistema bancario italiano con il caso della Banca Etruria le varie complicanze del caso Boschi e l’appannamento della stella di Renzi .

    In Grecia la crisi economica morde e Tsipras fa di tutto per salvare il salvabile, stretto fra i rigori della troika europea e le necessità del popolo greco di sopravvivere.

    Negli Stati Uniti comincia il duello Obama -Trump , in vista delle nuove elezioni presidenziali nordamericane.

    2 - Nel 2016, il 6 gennaio la Corea del Nord sperimenta la sua prima bomba all’idrogeno, allarmando la Comunità internazionale.

    Il 21marzo il Presidente degli Stati Uniti, Obama , si reca in visita a Pechino, aprendo una stagione di buone relazioni con la Cina. Le elezioni presidenziali vedranno Donald Trump sopravanzare Hillary Clinton , dando un corso nuovo e ancora indecifrabile alla politica americana.

    Il 23 giugno il referendum britannico sulla Brexit sancisce in modo inaspettato la decisione inglese di lasciare l’Unione europea. La campagna ha votato per l’ exit , le città per remain .

    Il 14 luglio il terrorismo islamico colpisce di nuovo la Francia. A Nizza si registrano 85 morti. Nello stesso giorno, a Vienna, si raggiunge e si firma un accordo multilaterale sul nucleare iraniano (tra Iran, l’Unione europea, Cina, Regno Unito, Russia, Stati Uniti e altre potenze mondiali, che prevede limitazioni per trent'anni all'arricchimento dell’uranio da parte dell'Iran. In cambio, dovranno essere cancellate e rimosse le sanzioni economiche esistenti, ad esclusione di quelle relative agli armamenti.

    Sempre nel luglio c’è un tentativo di colpo di Stato in Turchia, duramente represso da Erdogan che ne approfitta per un giro di vite all’interno e per un progressivo accostamento alla Russia di Putin .

    Il 24 agosto terremoto ad Amatrice e dintorni. Inutile dire che, ad onta delle promesse, i terremotati sono ancora nei prefabbricati allestiti per l’emergenza. L’Italia non si smentisce.

    Muore Giacinto Pannella , creatore e leader del Partito radicale, uno dei pochissimi uomini politici italiani aperto al mondo, al cambiamento, di grande levatura morale ed intellettuale, campione della difesa dei diritti cumani, lasciando un grande vuoto.

    In Italia cresce il successo elettorale di 5Stelle, facendo intravedere la nascita di un sistema tripolare; passano le cosiddette unioni civili, Virginia Raggi a furor di popolo viene eletta Sindaco di Roma.

    Termina l’epoca di Renzi . Il 7 dicembre, dopo il clamoroso fallimento del referendum costituzionale, il Premier getta la spugna, si dimette dall’incarico e sarà sostituito, il 12 dicembre, da Paolo Gentiloni alla Presidenza del Consiglio.

    3 – Diciamolo pure, è stato un biennio difficile, punteggiato da una serie di crisi internazionali, dalla guerra civile siriana all’irrompere sulla scena europea del terrorismo islamico, dal consolidarsi del Califfato islamico, debolmente contrastato dai Paesi arabi della regione e sempre più stupidamente feroce in Medio Oriente e in Africa, fino alle tensioni internazionali provocate dalla politica nucleare nordcoreana, foriera di una terza guerra mondiale. Non c’è stata, ma ci siamo andati vicini.

    In tutto questo scenario è continuata l’assenza dell’Unione europea, chiaramente impotente, fra lo choc della Brexit e le tensioni monetarie.

    Nel nostro Paese, se possibile, le cose sono andate ancora peggio. Il fallimento clamoroso dell’esperimento Renzi non è stato solo il segno del declino della sua fortuna ma anche dell’impotenza del partito di maggioranza che rappresentava, capace solo di stare al governo ma non di governare. Un colosso immobile, alieno dalla realtà del Paese, diviso in fazioni l’una contro l’altra armata.

    Il tentativo di fare un’ennesima legge elettorale per risolvere la permanente crisi economica e sociale del Paese ne è la prova.

    L’Italia ha navigato con una nave vecchia in una bufera, governata da uomini sostanzialmente incapaci, alimentando in tal modo un’ostilità complessiva dell’opinione pubblica contro il sistema, senza trovare un adeguato sbocco politico. Da qui è originata la tendenza al populismo di maniera, venato da un nazionalismo di un genere nuovo. Mentre, un tempo, il nazionalismo era aggressivo, ora, invece, ed è un segno dei tempi, è un nazionalismo chiuso, in difesa dei propri interessi di bottega, non certo aperto al mondo.

    In un sistema sempre più globalizzato, a livello mondiale, l’Italia è rimasta inesorabilmente indietro, povera di cultura, priva d’innovazione, psicologicamente depressa, senza risorse economiche, pressata da un’emigrazione massiccia che non si riesce a contenere, con un’alternanza di governi deboli quanto chiassosi.

    La fiammata di entusiasmo e di rinnovamento che aveva vissuto con l’avvento di Renzi si è spenta, causando altre delusioni e dando la sensazione di un Paese senza speranze che vive solo di parole e di false promesse.

    Anche in questa occasione alcuni amici hanno voluto contribuire a queste pagine di mini-storia italica e di ciò sentitamente li ringrazio.

    2015

    Ammalati di botti

    di Cecco d'Ascoli

    04/01/2015

    Con percentuali bulgare (83%), la notte di Capodanno i vigili urbani sono scomparsi da Roma e i netturbini da Napoli. Tutti ammalati. Di botto. È il primo scandalo dell’anno.

    Per la verità, né i Romani se ne sono accorti né i Napoletani. Un po’ non li amano, un po’ li considerano inutili. Il traffico romano è andato, più o meno, nello stesso modo e la mondezza, a Napoli, non ne ha risentito.

    Si profilano misure draconiane: le indagini dell’INPS al posto dei controlli delle ASL, licenziamenti e così via. I Sindacati non hanno perso l’occasione di fare una brutta figura. Scoprono ora che da dieci anni il contratto di lavoro dei vigili non è stato rinnovato, che un terzo del ruolo del personale è vacante, che da più di tre anni non si fanno i concorsi per le nuove assunzioni e che gli straordinari di chi resta in servizio oltre l’orario di lavoro sono mal pagati e in ritardo. Difendono vigili e spazzini colpiti da improvviso morbo natalizio con argomenti che nulla hanno a che vedere con l’assenteismo. Anzi minacciano uno sciopero!

    Nessuno parla dei medici compiacenti che firmano falsi certificati di malattia. L’Ordine è immarcescibile. Non si tocca.

    Il Comune di Roma incassa il colpo. Il suo Sindaco (pardon, la Sindaca!), lontano, a Boston, si schiera fra i repressori. Alle sue inefficienze si aggiunge ora anche questa. Anche lei minaccia sanzioni e licenziamenti. Tutti fanno la voce grossa. Dopo la Befana, non se ne parlerà più. Cominceranno i ludi quirinalizi.

    Continuano però le riforme. Tutto si può dire di Renzi , ma non che non sia un agitato. Bisogna riconoscere che ha messo le mani su tutto: Senato, Provincie, legge elettorale, la nuova legge sul lavoro (il job act ), la buona scuola. Cosa ne verrà fuori è del tutto discutibile ma, intanto, si profila un nuovo crono-programma fino a giugno: giustizia, fiscalità, pubblico impiego, istruzione, cultura. C’è da tremare, con tanta carne al fuoco.

    La partita più importante è quella del Quirinale. In un twitter Renzi rassicura i suoi che il PD sarà determinante. Dichiarazioni come queste da parte del Segretario del partito di maggioranza lasciano di stucco. Sembra di ascoltare Casini . Il bello è che stampa e televisione riportano queste ovvietà come se fossero straordinarie pillole d’illuminante saggezza. Il corteo dei convertiti s’ingrossa. Come li ha definiti, Vespa ? I volta gabbana. Qualunque stupidaggine dica Renzi viene osannata.

    Il toto presidente è cominciato: tutti si propongono, smentendo d’essere candidati. Non ci pensano neppure. A partire dalla Presidente della Camera, che si schermisce, ma sostiene che una donna ci starebbe bene, al Quirinale, al Presidente del Senato, fino al mellifluo Cardinal Prodi , passando per le ambizioni di Amato , Casini , Rodotà , Monti e, perché no? del povero D’Alema .

    A giudicare dalle loro reazioni, tutti si chiamano fuori. La modestia è la virtù dei forti. Vuoi vedere che, alla fine, sarà eletto l’ex sindaco di Roma, Marino ?

    Napolitano lascia un vuoto; un Presidente discutibile, ma Presidente, con gli attributi. Senza attributi, farebbe comodo a Renzi . Se poi il nuovo concedesse la grazia a Berlusconi sarebbe il massimo: la pacificazione nazionale, in una grande ammucchiata.

    Con gli attributi, il problema è trovarlo. Di mezze calzette il sistema è pieno.

    Il nuovo anno comincia male. Forse, finirà peggio. Intanto, piovono le tasse. È un buon segno: il Governo è vivo e il paziente non è ancora morto.

    La melassa dell'impotenza

    di Diplomaticus

    14/01/2015

    Di fronte agli ultimi attentati terroristici si resta senza parole. Non si uccide perché c’è un nemico. Sono nemici tutti quelli che non sono graditi ai guerrieri di Allah: gli Ebrei perché sono Ebrei, i Cristiani perché sono Cristiani, i bianchi perché sono bianchi. Non ha importanza il fatto che in Occidente non si uccida nessuno perché è un Arabo o un musulmano. L’importante è uccidere perché più si uccide più si è forti, più si dissacra, più la vittoria è vicina. La vera fede si testimonia sgozzando qualcuno.

    È il rovescio di duemila anni di civiltà occidentale: le donne che si fanno saltare in aria, i bambini-soldato che sparano sul mucchio o che giustiziano un prigioniero, le bambine usate come mine esplosive o come diletto per i guerrieri di Allah. L’importante è che facciano morti.

    A fronte di tutto ciò c’è un Occidente violato, impaurito, impotente. Contro le mine, i giubbotti esplosivi, le esecuzioni sommarie, gli stupri, i rapimenti, le conversioni forzate, gli eccidi, l’unica risposta è stata una sfilata ipocrita a Parigi di cinquanta Capi di Stato a braccetto. Finita la festa, finito tutto. Cinquanta sfumature di nero su un tappeto rosso-sangue.

    Che Charlie Hebdo come rivista satirica fosse un po’ eccessivo e volgare è indubbio. Ma non è un buon motivo per un assassinio. Non c’è mai un buon motivo per uccidere qualcuno. S’insorge perché è stata violata la libertà di stampa, pensate, non perché sono stati ammazzate come cani rognosi persone che non la pensavano come gli assassini!

    La Francia ha fatto una figura pessima: i servizi sapevano tutto, segnalazioni erano arrivate, i terroristi erano conosciuti e schedati, perché erano stati arrestati per gli stessi motivi (terrorismo) e poi scarcerati. Ma nessuno li ha seguiti, li ha controllati, era informato. Dovevano prenderli vivi, e li hanno uccisi. Una è riuscita a fuggire, ha preso l’aereo per la Spagna, di lì si è recata in Turchia per passare in Siria, indenne, con un’amica. Dov’erano i servizi? Quali controlli sono stati fatti? A che gioco gioca la Turchia, un piede in Occidente e uno nel marasma mediorientale? Sono queste le risposte che qualcuno dovrebbe dare all’opinione pubblica occidentale.

    La risposta non c’è. Il meglio è stato espresso dalla pasta dentifricia di Renzi , nel suo sorriso accattivante, quando ha concluso il suo semestre bianco (in bianco, qualcuno mi ha corretto) di Presidenza di turno dell’Unione europea. È stato fatto un buon lavoro, ha detto Juncker , congratulandosi con Renzi. Certo, non è stato fatto nulla (Mogherini docet ).

    Poi, si discute su Schengen, come se i terroristi francesi fossero stati dei clandestini. No, erano figli di seconda generazione della Francia. Schengen non c’entra per nulla. La verità è che si brancola nell’impotenza buonista.

    L’Occidente ha molte colpe nei confronti del mondo arabo dai tempi di Lawrence d’Arabia . Non si volle fare uno Stato arabo perché non conveniva a Francia e a Inghilterra. L’Inghilterra ha abbandonato la Palestina da un giorno all’altro perché Arabi e Israeliani potessero scannarsi senza essere disturbati da alcuno. La Francia è riuscita ad abbattere Gheddafi perché in Libia non esistesse più nulla. Gli Stati Uniti hanno fatto un errore dopo l’altro, in Iraq, in Siria, in Afghanistan, in Somalia. I sanguinosi fallimenti americani in Corea e in Vietnam non hanno insegnato nulla ai supertecnici del Pentagono e del Dipartimento di Stato.

    Ci si affanna a dire che questa è una guerra contro il terrorismo, non contro l’Islam. Forse è vero. Ma la verità è che abbiamo paura di un conflitto dove non ci sono più regole, ma solo lo sterminio. Ai kalashnikov e alle bambine imbottite di esplosivi in mezzo alla folla nigeriana opponiamo la maestà delle nostre leggi. Noi siamo diversi; siamo civili.

    Questa è la farsa dell’impotenza, la melassa buonista di chi crede che, isolando gli assassini, s’isolano pure i loro complici, la rete delle compiacenze, i finanziamenti saudiani e del Qatar, le ambiguità turche. Siamo arrivati al paradosso che oggi l’Occidente è difeso dai Kurdi, che sono sempre stati emarginati, nelle loro richieste d’indipendenza, dalle diplomazie occidentali.

    A furia di stupidaggini occidentali sono scomparsi dalla scena cinque Stati: l’Iraq, la Siria, lo Yemen, la Somalia e la Libia. Altri sono in grave pericolo: la Nigeria, l’Afghanistan, il Sudan e forse anche il Pakistan. Il petrolio che noi bruciamo è intriso di sangue e il prezzo che paghiamo va ad ingrossare le risorse del terrorismo. È questo il costo per aspettare il petrolio russo e quello degli scisti americani?

    L’Unione europea si deve dare una mossa. Se non c’è unione si profila un disastro epocale. Politica estera e politica militare sono necessarie. Se l’Europa è stata un territorio di pace e di cultura per mezzo secolo, ora diventa una necessità vitale che sia anche una forza non solo economica, forse in declino, ma comunque significativa.

    Le nostre mezze calzette balbettano, devono parlare tanto per far vedere che ci sono. Non abbiamo sentito nulla di serio, nulla che possa fare paura agli altri. L’Occidente non può vivere di speranze, perché così si rischia di morire.

    Due sprovvedute e un bugiardo

    di Diplomaticus

    19/01/2015

    Le due fanciulle rapite in Siria, sequestrate per cinque mesi e, poi, finalmente riportate in patria, pongono tutta una serie di interrogativi non tanto sul loro destino quanto sulla politica svolta per recuperare queste due sventate ragazze.

    Liberamente partite con un’organizzazione di volontariato non di primaria importanza per portare, sembra, aiuto in un Paese in preda a una feroce guerra civile tra Siriani e con la minaccia crescente del Califfato islamico, si sono trovate in mezzo a una bufera sanguinosa dove, forse, la loro professionalità umanitaria era del tutto superflua.

    Rapite per cinque mesi e, molto probabilmente, scambiate o vendute fra bande successive, con il rischio di cadere nelle mani degli assassini del Califfato e di finire sgozzate, la loro attuale, e apparente, incolumità ha qualcosa del miracoloso, come altrettanto miracolosa è l’improntitudine del Ministro degli Esteri italiano che, in Parlamento, ha detto che non è stato pagato nessun riscatto per la loro liberazione.

    Non si può non essere contenti del felice esito di questa operazione gratuita. Fonti locali diverse da quelle del nostro Ministro degli Esteri, parlano, invece, molto più concretamente, di un riscatto pagato ai rapitori dal Governo italiano per un ammontare imprecisato (12-16 o addirittura 30 milioni di dollari). Un vero affare per recuperare due nostre sventate connazionali sulle quali pesa adesso anche l’ombra di precedenti contatti con i Jihadisti, il che, se dimostrato, farebbe prendere tutt’altra piega alla loro storia.

    È difficile pensare, infatti, che in Siria una o più bande organizzino dei rapimenti di occidentali solo a fini di notorietà televisiva. In base ad un piano preciso sono state individuate, rapite e nascoste, probabilmente più volte scambiate, alloggiate e nutrite per poi restituirle tali e quali ai negoziatori italiani. Che senso avrebbe avuto tutta questa storia, senza un pagamento? Non sembra che di benefattori evangelici in Siria, in questo momento, ce ne siano molti.

    È ragionevole supporre che il Governo italiano abbia pagato fior di quattrini per riavere gli ostaggi. Quindi, il nostro Ministro degli Esteri è un bugiardo.

    Dice qualcuno: ma si potevano lasciare lì queste ragazze, a rischio di tutto? Qualunque sia stato il loro intento sono pur sempre italiane. Il Governo doveva salvarle, a qualunque costo. Non c’è dubbio.

    Tuttavia, qualche riflessione è necessario farla.

    Al tempo dei sequestri, in Sicilia, in Calabria, in Sardegna, il pagamento del riscatto ha favorito la crescita del settore. Solo quando si prese la decisione dolorosa di non pagare in alcuna circostanza, il fenomeno è pressoché scomparso.

    In Israele sarebbe impensabile pagare dei sequestratori di cittadini israeliani; meglio una spedizione punitiva.

    In Italia, invece, con questo episodio felicemente concluso, abbiamo stabilito il principio che un cittadino italiano può essere rapito e riscattato dal suo Governo.

    Un principio molto pericoloso e costoso, trattandosi, fra l’altro, di quattrini estorti al contribuente con il fiscalismo che conosciamo bene.

    Il nostro è un Paese libero e ognuno può andare dove vuole, in crociera, a combattere in Siria, a lavorare negli Stati Uniti, a chiudersi in un monastero buddhista.

    È una sua scelta, di cui è pienamente responsabile. Ma in casi come questi, di guerre civili funestati da massacri indiscriminati e non puniti, questa libertà in un qualche modo deve essere regolata.

    Non basta l’esistenza di un’organizzazione di volontari bene orientati verso il prossimo. Devono essere strutture importanti, a livello internazionale, ben note e con i loro agganci tradizionali nel mondo in cui operano ( Medici senza frontiere , Emergency , Amnesty international , Save the Children ).

    Certo, non sono una garanzia assoluta, ma sono strutture di cui tutti, anche i terroristi, hanno bisogno.

    Chi si reca in zone ad alto rischio, se non lo fa nell’ambito di queste strutture, ci va a suo rischio e pericolo.

    Questo deve essere chiaro come dovrebbe essere altrettanto chiaro che se lo Stato italiano dovesse pagare un riscatto per la liberazione, questo riscatto dovrebbe essere, in tutto o in parte, a carico dei liberati.

    È troppo comodo fare del turismo estremo perché tanto paga Pantalone.

    Anche perché Pantalone, ormai, ha le tasche sfondate

    Basso impero

    19/01/2015

    A sentire le cronache, tutta l’Italia è in attesa di vedere se la riforma del Senato ci sarà o non ci sarà e, se ci sarà, come verrà fuori. Sempre a sentire le cronache, questo è un problema capitale da cui dipenderà il futuro della nazione (oltre che il destino di Renzi ).

    Il bello è che la discussione si svolge proprio in quel Senato che dovrà essere riformato. Presidente e Senatori discutono sul loro suicidio politico. Grasso è tranquillo: se le cose andranno per il verso giusto andrà a fare il Presidente della Repubblica, la Finocchiaro il Presidente della nuova creatura, una piccola sfoltita al numero dei senatori, poche idee nuove e molta confusione, e la riforma è fatta. Potremo finalmente dormire sonni tranquilli.

    È evidente per tutti che il Senato dei 100, come già viene affettuosamente chiamato, sarà una svolta per il nostro debito pubblico, per il rilancio dell’occupazione, per la crescita del PIL e così via. La lungimiranza politica del nostro Mr. Bean fiorentino ha visto giusto: questa è la riforma fondamentale, quella che alleggerirà le tasse, sfamerà i pensionati, darà lavoro ai giovani. Solo sciocchi e incompetenti come vetero-costituzionalisti, la Lega, Sel, 5Stelle e altri dissidenti possono credere che non sarà così.

    Per festeggiare il nuovo fondamentale evento, già si vocifera di una nuova manovra a settembre, tanto per rallegrare i contribuenti.

    Gli 80 euro sono garantiti, l’ha detto Renzi , ma non lo sono per precari e pensionati. Non ci sono le risorse. La manovra servirà a riequilibrare i conti che, purtroppo, sono un disastro. Sullo sfondo, nel 2015, ci sono circa 320 miliardi di euro da pagare all’Unione europea per il fondo salva stati. Una bazzecola.

    Probabilmente sarà il prezzo da pagare per il nostro nuovo Metternich , la Mogherini , che è stata di nuovo formalmente proposta al Presidente della Commissione come Alto Commissario per la politica estera (che non c’è) e come Vicepresidente della Commissione.

    Forse, rimpiangeremo la povera signora Ashton , che nulla fece ma molto viaggiò per il mondo.

    Anche questa è un’impuntatura del nostro Bean. Ne fa una questione di principio.

    Il mondo europeo non la vuole, perché nessuno sa chi sia e se ha l’esperienza che dovrebbe avere. Ma il nostro Renzi è ostinato, finché non sbatterà la faccia contro il muro.

    Mi ricorda un po’ il Bersani , che a furia d’insistere con 5Stelle è finito a fare il pensionato di lusso.

    In realtà, nel fondo cova una dissidenza feroce. A distanza di qualche mese il programma accelerato delle riforme del nuovo governo ha prodotto solo chiacchiere e guasti ma pochi effetti.

    Grosso modo, gli Italiani pagano il 53% del loro reddito in imposizioni varie. Se a ciò aggiungiamo l’imposizione indiretta, saliamo al 70-75%. In pratica, resta per vivere un 20-25%. Il resto va allo Stato. Per fare che?

    Un immenso carrozzone cammina da cinquant’anni per strade sconnesse.

    Ogni tanto si rovescia e il vetturino cambia. Abbiamo avuto Monti , Letta , Renzi , ma la musica non cambia.

    Dai violini di Monti si è passati alle arpe di Letta per finire con i tromboni di Renzi . Ma il carrozzone è sempre quello: gli stessi passeggeri, le stesse malefatte, le stesse presunzioni. E continua a girare in tondo.

    Intanto, il mondo brucia, attorno a noi. Centinaia di migliaia di disperati sbarcano sulle nostre coste.

    Vengono da Paesi affamati, triturati dalle guerre civili, dalla povertà, dalle malattie, dall’odio religioso.

    Sulle ceneri di al-Qaeda si formano un po’ dappertutto regimi islamici caratterizzati dall’integralismo più feroce e dall’odio contro l’Occidente. In Siria, in Libano, in Iraq, in Libia, in Sudan, nel Ciad, in Centro Africa, nel deserto del Mali, in Nigeria, uccidono, massacrano, violentano, incendiano le chiese, impongono l’infibulazione e il velo alle donne, cancellano le élites borghesi, proclamano nuovi Califfati d’incerto futuro.

    L’ennesima crisi israelo-palestinese accende un’altra miccia a due passi dal nostro Paese. Migliaia di morti inutili. Lì, hanno ragione tutti, ma la morte non può essere la soluzione.

    L’islamismo integralista è un pericolo mortale per l’Occidente e non solo.

    La Russia ha i suoi guai in Cecenia, la Cina con gli Uiguri, nel nord del Paese, il Pakistan con i suoi Talebani contro i quali sta combattendo una vera e propria guerra civile.

    Nubi minacciose di guerra, prima di una possibile catastrofe nucleare, si addensano un po’ dovunque.

    L’Europa tace, gli Stati Uniti si guardano bene dal lasciarsi coinvolgere, la Russia si è invischiata nella sua guerricciola ucraina nella quale sta perdendo la faccia, dopo i 289 morti dell’aereo civile malese abbattuto dai suoi sostenitori ucraini.

    Noi abbiamo altri problemi, soprattutto la riforma del Senato, la legge elettorale e la candidatura Mogherini .

    Anime candide in offerta

    20/01/2015

    Mancano Monti , Letta e Fini . Per il resto, ci sono tutti, i barbagianni della politica. La corsa alla Presidenza è la scalata al palo della cuccagna. Come si fa a non entrare in gara?

    Tutti i vecchi arnesi della fallimentare politica italiana sono usciti fuori come lumache dal guscio dopo la pioggia. Sono tutti pronti a dire di no, che non sono candidati, che non vogliono essere bruciati. Si schermiscono, anime candide. Ma sono lì, in attesa che il tiro al fantoccio faccia cadere gli altri, pronti a offrirsi per il bene della patria.

    Certo, manca il Berlusconi : una perdita. Lui cerca di rifarsi, facendo da contrappeso a Renzi , perché i suoi voti pesano e quindi conta anche lui. È interdetto, ma sulla carta. Domani si potrà dire che senza i voti di Forza Italia non ci sarebbe stato quel Presidente.

    Nel tira e molla di questi giorni, fra Renzi e Berlusconi , c’è un reciproco ricatto. Forza Italia voterà la legge elettorale ma, in cambio, vuole un premio alla coalizione e non alla lista e un nominativo accettabile per la Presidenza della Repubblica.

    Perché un premio alla coalizione? Berlusconi sa benissimo che Forza Italia non potrà mai superare il PD se gareggia da sola.

    In un’ammucchiata generale della destra (la coalizione), da Fratelli d’Italia a Casini e ad Alfano , invece, la destra ce la potrebbe fare.

    Renzi vuole chiudere in fretta, perché la sua rappresentanza parlamentare gli si sfalda addosso, se continua a tessere gli elogi di sé stesso e a perdere consensi nei sondaggi.

    Il Patto del Nazzareno è un farmaco miracoloso: permette agli avversari politici di votare la distruzione dello Stato e della democrazia, nel vero, comune interesse, che chi vince prende tutto.

    La legge elettorale proposta è una vergogna, una brutta e peggiorata replica del Porcellum, con un Parlamento di nominati e non di eletti, senza il contrappeso di un Senato che dovrebbe essere composto

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