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Un matrimonio alla sicula
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E-book92 pagine1 ora

Un matrimonio alla sicula

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Racconto umoristico, quasi satirico, senza peccare di eccesso. Ambientato a Enna
nella bella Sicilia che vede due protagonisti spiazzati e spiazzanti. Loro vivranno un
susseguirsi di fatti drammatici, che si riveleranno alla fine di grande insegnamento,
specie per coloro che li scartavano dal principio per pregiudizi e chiusura, difetto che
ancora oggi abita molti uomini. Nello stile che porta all’ironia e sorriso saranno
affrontate problematiche serie, concrete e sempre attuali, con la genuinità di una
inconsapevolezza che lascia senza parole. Alla fine dopo aver esaurito le risate
resterà un messaggio profondo e concreto. Quale modo migliore se non
raccontandole con la giovialità di chi ha capito, di chi vuole leggere con altri colori
ciò che intrappola spesso l’uomo in una rete di furti, omicidi, stupidità, errore.
 
LinguaItaliano
Data di uscita20 apr 2021
ISBN9791220294737
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    Anteprima del libro

    Un matrimonio alla sicula - Margherita Vincenza Farruggia

    PREMESSA

    Vi presento Filomena e Gioacchino detto Jachino, due giovani davvero particolari, singolari. Dopo un lunghissimo fidanzamento di circa quindici anni, hanno finalmente deciso di sposarsi e formare una famiglia, anziana, ma una famiglia, in un momento storico che vede davvero pochissime persone accogliere questo tipo di unione.

    L’unico problema che avevano era legato alle loro difficoltà economiche, non sapevano come affrontare una spesa del genere, i familiari erano inesistenti, non gli importava nulla di loro; lui era stato davvero e sempre nullafacente fino ai suoi trentacinque anni.

    Tanti lavori gli sono stati offerti, ma poche volte ne aveva accettato qualcuno, perché sempre qualcosa non gli appariva congeniale alla sua natura, al suo modo di essere e volersi esprimere.

    La fidanzata di lui, Filomena, era una donna di sostanza e con i suoi vari interventi di chirurgia plastica, aveva reso il suo aspetto più voluminoso e il suo corpo diciamo più comodo ed accogliente per il suo amato: a partire dalle sue labbra intense e carnose che assorbivano l’anima di quell’uomo in toto; poi quel seno, che fungeva da morbido cuscino quando serviva e quel fondoschiena da urlo, assicurato da tre diverse compagnie, perché non si poteva di certo rischiare di danneggiarlo, era un sicuro salvagente in alto mare.

    Ora i due piccioncini dopo quindici anni di stare insieme hanno finalmente deciso di convolare a nozze, ma restava da risolvere il problema economico! La ragazza lavorava come segretaria in uno studio veterinario, ma il suo esiguo guadagno era pane per chirurghi esperti, che la rendevano ogni giorno più lontana del suo aspetto originario e lui, disoccupato cronico, in cerca di un lavoro non so che; poi per finire, c’è da dire che lei era stata licenziata senza grosse motivazioni, l’unica che si scorgeva, il volersi sposare con il rischio di un incidente legato al possibile arrivo di un figlio, che l’avrebbe resa incerta nello svolgimento delle sue mansioni; chissà, magari sarà stato questo. Ma Jachino un giorno attratto da un’offerta quasi lavorativa, ha accettato di fare lo scrutatore ad un seggio elettorale, pensando che con quel guadagno si potesse responsabilmente sposare; a trentacinque anni finalmente aveva accettato un lavoro di quasi tre giorni, un vero record e solo perché il Sindaco era andato a casa sua chiedendoglielo per favore, dicendogli che accettando avrebbe reso un servizio alla Patria, solo così mosso da enorme curiosità, ha detto sì di buon grado. Per prima cosa ha scritto una lettera alla sua amata dicendole che nelle prossime 72 ore non avrebbero potuto vedersi, perché una missione speciale e quasi impossibile gli era stata affidata e richiedeva nottate e giornate lontano dal suo bocconcino preferito e lei ha risposto con un messaggio dolcissimo: «Non preoccuparti, hai una nazione da salvare, ti capisco, io resterò tutto il tempo abbracciata al poster con la tua faccia e sarà come averti con me».

    La vera stranezza è stata che, a consegnare brevi manu quella lettera alla fidanzata, è stato proprio lui.

    Finalmente hanno deciso di fare quel grande passo e accettare il ruolo di scrutatore per le elezioni, secondo lui era una cosa importante, con tutti quei soldi avrebbe potuto di certo organizzare un matrimonio da favola e vivere di rendita per parecchi anni.

    Ma qualcosa di strano caratterizzava la vita di quei due singolari ragazzi, avevano dei modi di fare davvero fuori rotta, ma vediamo e conosciamoli nei particolari, incontriamoli da vicino, fino a vivere con loro il giorno più felice della loro vita, il loro fatidico matrimonio, un matrimonio proprio alla sicula.

    1.UN’ESPERIENZA INDIMENDICABILE

    Jachino molto eccitato si è presentato presso quello che per lui era il suo posto di lavoro e si sentiva davvero qualcuno in quella veste di scrutatore, ogni persona che registrava per dargli quella scheda necessaria a esprimere la sua preferenza era da lui intrattenuta per almeno un quarto d’ora, con commenti che partivano dalla foto del documento, fino ad abbracciare il loro albero generazionale.

    Finite quelle dure giornate di votazioni, mentre Jachino si trovava con gli altri colleghi per lo sfoglio, chiedeva informazioni su quanto avrebbe guadagnato e gli altri non poco straniti, gli rispondevano costantemente a quella solita domanda che si ripeteva con intervalli davvero brevi, ogni venti minuti e che otteneva la solita risposta: «Guadagnerai circa duecento euro, ma ora pensiamo a questo sfoglio, vuoi essere di aiuto?».

    E lui puntualmente la medesima risposta: « Ma con questi soldi io mi ci sposo!».

    E quell’uomo puntualmente: «Ma ti ho già detto che non sono sufficienti per un matrimonio».

    E lui: «Non bastano relativo, se vado dal prete a dire solo un sì che soldi ci possono volere, sono sufficienti, eccome ».

    E Carlo il Presidente di quel seggio: «Ma non puoi, dopo quindici anni di attesa devi fare un matrimonio particolare e se, come ci hai detto, hanno licenziato la tua fidanzata, ti serve un lavoro per vivere e mantenervi, a meno che vi aiuti qualcuno!».

    E quel semplice ragazzo per così dire: «Non doveva disturbarsi, grazie, vuole aiutarmi lei? Che sono felice, se vuole può pensare ai confetti o ai fiori, non so che preferisce o che preferite, potete partecipare tutti se volete, non mi offendo».

    E Carlo: «Ma io non so se posso essere presente al tuo matrimonio, sai, ho una famiglia».

    E Jachino con la sua solita spontaneità: «Ma se lei non può venire e perde il pranzo con i ravioli primavera, il bel caviale e pesce fresco alla griglia, poi la torta a dieci piani e non so che, non mi offendo mica; se lei non viene faccio levare la sua apparecchiatura dal tavolo».

    «L’apparecchiatura?» - Ha ripreso Carlo.

    E Jachino: «L’apparecchiatura, come la chiama lei Sig. Presidente tutto l’apparecchiato che nei ristoranti usano per fare i tavolini, non mi dica che non ha mai visto una tavola con l’apparecchio, ma lei è Presidente per davvero? Come l’hanno fatta Presidente se non sa queste cose».

    Carlo ha capito che forse era meglio lasciar stare ed ha continuato ad aprire quelle cartelle delle votazioni, un voto va  a … un altro a … e passati quei venti minuti la solita domanda: «Scusate quanto guadagnerò con questo lavoro, è il primo della mia vita! Che ci posso fare del matrimonio con questi soldi».

    Ormai tutti dietro un celato sorriso non ne potevano più e non rispondevano neanche, continuando quella conta che batteva il tempo, che riempiva lo spazio, che innervosiva Jachino, perché una risposta costante e perenne lui la voleva

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